Livello: serie
Estremi cronologici: 1700 - 1808Consistenza: 16 unità
Istituita nel 1552 come "gabella delle farine", ebbe inizialmente carattere
transitorio ed era finalizzata a sostenere le spese militari del Granducato. Nel
secolo XVII si trasformò in una imposizione gravante sulle persone e assegnata per
contingenti alle varie comunità. La somma da pagarsi era ripartita fra i residenti
in base alle denunce delle "bocche" da parte dei capifamiglia; tali denunce venivano
poi controllate e verificate dai messi comunitativi. Un'apposita deputazione, eletta
in ogni comunità, provvedeva quindi alla compilazione di un apposito reparto annuale
nel quale ogni famiglia veniva inserita in una determinata fascia di reddito. Su
questa base il cancelliere compilava il dazzaiolo da consegnare al camarlingo eletto
dalla deputazione per la riscossione dell'imposta in tre rate annuali
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. L'esercizio economico cominciava il primo gennaio e terminava il
31 dicembre.
I reparti riportano i dati anagrafici e la professione del
capofamiglia, la classe di appartenenza e il numero dei componenti il nucleo
familiare, oltre, ovviamente, alla somma da pagare. In calce all'elenco si ha poi
talvolta la lista dei "miserabili", non soggetti a tassazione.
La somma così
riscossa veniva poi consegnata alla Cassa delle Farine di Firenze e, tramite essa,
al Camatlingo generale della Podesteria, fatte salve alucne detrazioni relative sia
ai salari degli addetti alla compilazione dei reparti e alla riscossione della
tassa, sia agli eventuali defalchi di "bocche" applicati ai contribuenti per errori,
decessi, cambiamenti di residenza.
Questo meccanismo di tassazione fu riformato
con un motuproprio del 9 marzo 1789
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, con il quale si affidava l'amministrazione della tassa del macinato
ai Magistrati Comunitativi che poi versavano le somme riscosse alla Camera delle
Comunità di Firenze. Al medesimo camarlingo era affidata la riscossione sia della
tassa di macine che del dazio dei possidenti.
Un'ulteriore riforma del
1802
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affidò nuovamente l'amministrazione della tassa di macine al cancelliere e a uno o
due deputati per ciascuna comunità: tali deputati avevano un incarico annuale e
riconfermabile. Sui dazzaioli venivano registrate, a fronte di ciascuna posta
scritta dal cancelliere, le riscossioni effettuate dal camarlingo.