Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
Menu di navigazione
Home » Visualizza scheda complesso archivistico

Colonna con sottomenu di navigazione


Contenuto della pagina


Deliberazioni e partiti

Livello: serie

Estremi cronologici: 1632 mar. 23 - 1808 dic. 28

Consistenza: 17 unità

Durante i secoli XVI e XVII nella Podesteria di Tizzana si ebbero alcune modificazioni all'assetto istituzionale: funzioni e competenze degli organi dirigenti locali e degli uffici deputati all'amministrazione delle campagne del distretto andarono progressivamente precisandosi a seguito delle direttive emanate dal Governo centrale. Il più antico registro di Deliberazioni conservato nell'archivio preunitario risale tuttavia solo al 1632 e soltanto a partire da questo periodo è quindi possibile delineare un quadro più preciso della struttura politico-amministrativa della Podesteria di Tizzana.
Nei registri di atti e delibere venivano riportate, oltre alle decisioni degli organi deliberanti, le imborsazioni e le tratte degli ufficiali e le accettazioni delle loro mallevadorie. Sempre sugli stessi registri si trovano trascritte le ripartizioni delle imposizioni fiscali e le disposizioni della Pratica Segreta di Pistoia.
Cariche e uffici si mantengono pressoché inalterati: ancora nel 1658 risultano in carica il Gonfaloniere, il Camarlingo generale, tre Consiglieri, due rappresentanti e due stimatori oltre a dodici "camarlinguzzi", uno per ogni popolo della comunità. Non molto appetibile doveva risultare la carica di vicario se, come risulta dagli atti del giugno e luglio 1660, molto spesso si doveva investire di tale ufficio chi si dichiarasse disponibile e fosse idoneo a ricoprire tale carica, seppur non inserito nella apposita "borsa" dei vicari.
Il governo locale conservava comunque una certa autonomia, testimoniata tra l'altro dal fatto che ricopriva la carica di cancelliere non un funzionario inviato dal governo centrale, come avveniva nel contado e nel distretto, ma il cavaliere del Podestà 1 .
Tale situazione si protrasse fino al maggio del 1660 2 ; da quel periodo cominciarono a svolgere le loro funzioni cancellieri eletti dal Granduca e residenti a Pistoia. Cambia contemporaneamente anche lo stile di datazione della documentazione. Infatti, mentre in precedenza era usato lo stile dell'Incarnazione al modo fiorentino, con l'avvento del Cancelliere di nomina granducale si inizia a datare secondo lo stile della natività in uso 3 a Pistoia, senza però che vengano computati nell'anno nuovo i giorni che vanno dal 25 al 31 dicembre: risulta quindi di fatto adottato lo stile della circoncisione o moderno 4 .
Occorre comunque ricordare che su tutto il territorio pistoiese vigilava la Pratica Segreta di Pistoia 5 , che approvava gli Statuti e tutti gli altri atti o deliberazioni che esulassero dall'ordinaria amministrazione.
Tale consiglio fu abolito nel giugno del 1775 6 , nella settimana successiva alla pubblicazione del Regolamento particolare del 7 giugno 1775 7 , che dava concrete indicazioni sulle modalità di attuazione della riforma delle comunità del distretto avviata l'anno precedente da Pietro Leopoldo.
Tale Regolamento prevedeva l'istituzione delle tre comunità di Serravalle, Tizzana e Montale, separate tra loro e comprendenti i territori della precedente Comunità delle Podesterie di Pistoia, sulla base dei catasti e delle descrizioni dei terreni usate fino ad allora come norma per i Reparti delle Imposizioni comunitative e per l'esazione delle medesime.
Nella nuova comunità di Tizzana si avevano cosìi seguenti comunelli con i ripettivi popoli e parrocchie: Tizzana (Pieve di S. Bartolomeo, S. Michele a Colle e S. Jacopo a Capezzana); Buriano (S. Michele); Quarrata e Lucciano (Pieve di S. Maria a Quarrata, S. Stefano a Lucciano, S. Martino a Orio); S. Biagio a Vignole (porzione del popolo di S. Biagio); S. Michele a Carpineta alias Vignole (porzione del popolo della prioria di S. Michele); Montemagno (Pieve di S. Giovanni Evangelista); Campiglio (S. Stefano); Ferruccia (Pieve dei SS. Filippo e Jacopo); Valenzatico (Prioria di S. Maria e S. Clemente); SS. Simone e Giuda (SS. Simone e Giuda); Castra e Conio (Prioria di S. Pietro a Castel di Limite).
Secondo il regolamento ogni comunità avrebbe avuto una Magistratura costituita da un Gonfaloniere e cinque Priori; le "borse" per la tratta dei suddetti uffici sarebbero state formate con le cedole dei nomi dei possessori di beni immobili descritti nei "libri o catasti d'estimo", situati nei comunelli di Tizzana e SS. Simone e Giuda.
L'imponibile necessario ad essere imborsati era di novecento scudi per Tizzana e di seicento per SS. Simone e Giuda. Gli altri dieci comuni, essendo privi di catasti delle proprietà immobiliari, avrebbero acquisito il diritto ad avere propri rappresentanti nelle "borse" del magistrato solo quando fossero state eseguite nel loro territorio le necessarie stime. Tali operazioni, affidate dal Granduca al Magistrato Comunitativo e al Cancelliere delle Podesterie di Pistoia, avrebbero dovuto concludersi entro un anno 8 .
Il Consiglio Generale era composto da dodici rappresentanti, uno per ciascuno dei comunelli, estratti da altrettante "borse" nelle quali erano compresi, senza limitazioni di censo, tutti i possessori di beni stabili, che dovevano comunque essere descritti nei libri di estimo delle Comunità 9 .
Gli eletti, sia alla Magistratura che al Consiglio, duravano in carica un anno; i primi potevano essere rieletti dopo un anno, gli altri dopo tre anni. Per conferire validità legale alle sedute di entrambi gli organismi occorreva la presenza di almeno due terzi dei componenti e la stessa percentuale di presenze occorreva per l'approvazione delle delibere 10 .
La nuova comunità era sottoposta, come le altre, al controllo amministrativo e contabile della Camera delle Comunità, Luoghi Pii, strade e fiumi di Firenze 11 .