Livello: serie
Estremi cronologici: 1455 - 1796Consistenza: 28 unità
All'interno della Podesteria ciascun vicario di comunello ricopriva
l'ufficio di camarlingo particolare: riscuoteva quindi sia le entrate per le "spese
universali e tasse dei cavalli", richieste dal Magistrato dei Nove, sia le somme
necessarie a far fronte alle spese comunitative. Al termine del suo incarico annuale
il suddetto vicario rimetteva l'importo del saldo al Camarlingo generale di
Podesteria, che ne rispondeva al Podestà e alla Pratica Segreta di Pistoia.
Camarlinghi generali e particolari rispondevano personalmente di eventuali
ammanchi, iniziavano il loro ufficio a partire dal 1 maggio e rimettevano le loro
"ragioni" a scadenze diverse, i camarlinghi generali ogni sei mesi
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, i particolari allo scadere dell'anno.
Il controllo era duplice:
da parte del Podestà, che controfirmava il saldo e quindi del Sindaco della Pratica
Segreta di Pistoia. E proprio quest'ultimo, con gli Ordini, emanati nel 1571
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, aveva
previsto l'istituzione di un Camarlingo generale di Podesteria, per regolare e
controllare la raccolta di denaro dei comunelli, che non era fino ad allora avvenuta
secondo regole certe.
Tuttavia a Tizzana su questa materia erano già
intervenuti i Riformatori statutari, che nel 1558 prescrivevano la formazione di una
apposita "borsa" dei Camarlinghi generali della Podesteria, proprio per ovviare alle
persistenti e finanziariamente dannose irregolarità amministrative
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; l'eletto aveva otto giorni di tempo per
presentare due mallevadori da sottoporre all'approvazione dei vicari; era
responsabile di eventuali ammanchi e veniva retribuito con una percentuale di due
soldi per ogni lira d'entrata. Allo scadere del suo ufficio, di durata semestrale,
ciascun camarlingo aveva quindici giorni di tempo per sottoporre i propri libri
contabili al Podestà e al suo notaio: le eventuali irregolarità riscontrate
comportavano una pena di due soldi d'oro.
Ulteriori aggiunte agli Statuti, di
poco successive (1560) ripropongono tali modifiche in campo amministrativo e
finanziario, documentando probabilmente un perdurante disordine, sanato poi
dall'alto dai già citati Ordini del
1571. nel 1606 si procedette poi alla creazione di una apposita "borsa" dei "Rettori
de' malefici", per la riscossione delle somme prima esatte dai vicari
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.
Per i comunelli di Montemagno e Valenzatico esistono due
libri di saldi, risalenti il primo agli anni 1647-1727, e l'altro al periodo
compreso sempre fra il 1647 e il 1708, nei quali alle "ragioni" dei camarlinghi sono
preposte le descrizioni dei terreni agricoli al fine di provvedere in maniera più
giusta alla ripartizione delle imposte
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.
Si precisa infine che spesso nei registri di questa serie si trovano usate per
lo stesso cognome o nome diverse grafie, che si è preferito ripetere senza alcuna
alterazione. La linea punteggiata indica che la curatrice del presente inventario
non è riuscita a decifrare la scrittura.