Livello: serie
Estremi cronologici: 1875 - 1949Consistenza: 276 unità
La prima legge italiana riguardante il sistema scolastico fu la Legge Casati, emanata da Vittorio Emanuele II il 13 novembre 1859 per il Piemonte e la Lombardia e che nel 1861, dopo l'Unità d'Italia, venne estesa alle altre regioni. La legge prevedeva che la pubblica istruzione si dividesse in tre rami: al primo apparteneva l'istruzione superiore, cioè l'università; al secondo ramo apparteneva l'istruzione secondaria classica; al terzo l'istruzione tecnica e primaria. La scuola elementare prevista dalla legge Casati aveva la durata di quattro anni divisi in un biennio inferiore ed uno superiore; le scuole maschili erano separate da quelle femminili. L'istruzione elementare competeva ai Comuni che, secondo l'articolo 317, dovevano provvedervi in proporzione delle loro facoltà e secondo i bisogni degli abitanti ed avevano l'obbligo di "assicurare almeno una scuola, nella quale verrà data l'istruzione elementare del grado inferiore" (Articolo 319). Un altro contributo importante per la scuola italiana venne dalla Legge Coppino (15 luglio 1877) che dettava un insieme di norme per rendere effettivo l'obbligo scolastico, come l'istituzione di una sorta di "anagrafe scolastica", cioè un "elenco di fanciulli per ragioni di età obbligati" alla frequenza del corso elementare inferiore1. Nel 1904 veniva approvata la Legge Orlando che innalzava l'obbligo scolastico a dodici anni e consentiva, là dove le esigenze organizzative lo rendessero necessario, la formazione di classi miste; inoltre dava vita ad una serie di iniziative scolastiche relativa agli adulti: i corsi serali e festivi2. Nel corso del 1923 il ministro della pubblica istruzione Gentile fece approvare una serie di decreti noti con il nome di Riforma Gentile. La scuola elementare veniva divisa in tre gradi: quello preparatorio, di durata triennale, corrisponde all'incirca alla nostra materna; il grado inferiore dalla prima alla terza elementare; quello superiore dalla quarta alla quinta elementare. Dal 1929 al 1943 cominciarono gli anni dell'"era fascista" della scuola, caratterizzata da una serie di provvedimenti via via sempre più pervasivi, che interessavano non solo il sistema scolastico in senso stretto, ma anche gli insegnanti, i libri di testo e più in generale tutte le attività connesse all'educazione fisica, morale e spirituale dei giovani. Le leggi razziali del 1938 interessarono anche il sistema scolastico: a partire dall'autunno di quell'anno, infatti, migliaia di studenti e impiegati furono espulsi da tutte le scuole del regno. La ricostruzione delle scuola italiana iniziò quando la guerra era ancora in corso, ma si sviluppò soprattutto a partire dal 1946, durante i lavori dell'Assemblea Costituente. Nell'aprile 1947, l'aula approvava definitivamente gli articoli 33 e 34 della Costituzione Italiana relativi alla scuola e all'istruzione. La scuola italiana così trovava un punto di riferimento ineludibile nella Costituzione, che assicura all'educazione alcuni diritti fondamentali, non soltanto con l'affermazione generale per cui la scuola è aperta a tutti, ma anche con quella relativa al diritto "dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi [...] di raggiungere i gradi più alti dell'istruzione" (Articolo 34).
I registri relativi all'attività storica delle direzioni didattiche cittadine, conservati nei vari uffici comunali, sono stati riuniti nel gennaio 1996 in una sede di conservazione provvisoria presso i locali del Mercato centrale. Durante l'anno 2003 la medesima documentazione è stata trasferita presso l'Archivio storico comunale in via del Toro 8.