Livello: serie
Estremi cronologici: 1815 - 1864Consistenza: 81 unità
Questa nuova imposta personale sostituì l'ormai superata tassa del
macinato. Istituita con legge 11 febbraio 1815, essa cadeva su «i possessori di
suolo, gl'impiegati, quelli che esercitano e traggono lucro da qualunque professione
liberale, i negozianti, i banchieri, i corpi morali, i mercanti all'ingrosso e al
minuto, gli artisti, i locandieri, trattori, osti e generalmente chiunque abbia uno
stato qualunque, o per ragione di patrimonio o per ragione d'assegnamento personale,
o per ragione d'industria» (Istruzioni ai magistrati e cancellieri comunitativi per
il reparto della tassa di famiglia). La tassa era suddivisa secondo quote fissate
annualmente per tutte le comunità. La deputazione sopra la tassa di famiglia
compilava un reparto annuale in cui la suddetta quota complessiva veniva distribuita
fra i capifamiglia (di cui si elencava anche la professione) sulla base di sei
classi di reddito. Il reparto veniva in seguito approvato dalla Camera di
soprintendenza comunitativa. Naturale completamento di queste operazioni era,
infine, la formazione da parte del cancelliere del dazzaiolo, ruolo da servire per
la riscossione delle contribuzioni esatte dal camarlingo. Le disposizioni
legislative sulla tassa di famiglia sono raccolte nel Repertorio del dritto patrio toscano, cit., t. VIII, pp.
178-185. Cfr. anche Dal Pane, La finanza
toscana, cit., pp. 281-282.