Livello: serie
Estremi cronologici: 1678 giu. 4 - 1808 dic. 31Consistenza: 49 unità
La gabella sulle farine fu istituita dallo stato fiorentino intorno alla
metà del XVI secolo per soperire alle spese militari del granducato. Al momento
della molitura doveva essere pagata una "gabella delle farine".
Per ripartire
la tassa venivano estratti dalle borse di coloro che avevano estimo sufficiente per
il primo grado di gonfaloniere di Montecatini quattro deputati a sovrintendere alla
tassa stessa "con i carichi, gli obblighi, prerogative, emolumenti e privilegi" che
ne seguivano. Questi duravano in carica un anno, dovevano riunirsi alla presenza del
giusdicente e del consigliere della comunità, il quale registrava atti e risoluzioni
prese durante le adunanze e custodiva le scritture nei registri dei partiti. I
deputati eletti provvedevano a ripartire la tassa sulla base sia delle denunce delle
"bocche" che sulle verifiche e controlli effettuati dai messi comunitativi.
Provvedevano, poi, alla predisposizione del registro del reparto annuale della
comunità; ogni nucleo familiare rientrava in una classe di reddito: ricchi, comodi,
poveri, miserabili, enfanti ed ecclesiastici. Su di un apposito registro erano
elencati in ordine alfabetico, distinti per popolo, i nomi dei capofamiglia, la loro
professione, il numero delle bocche componenti il nucleo familiare e la quota annua
da pagare, che ogni anno veniva aggiornata e riformata. I deputati eleggevano un
camarlingo, il quale si occupava della riscossione dell'imposta in tre rate, di
solito: marzo, agosto e novembre, ed in tre rate successive versava il ricavato al
Magistrato dell'Ufficio delle Farine. Egli doveva rilasciare ricevuta e prendere
nota sul registro del dazzaiolo, trascrivendo la data, il nome e il cognome di colui
che pagava. I registri dei reparti e dei dazzaioli relativi alla comunità di
Montecatini sono suddivisi al loro interno per i popoli di san Pietro Apostolo di
Montecatini e san Marco Evangelista di Pieve a Nievole.
L'amministrazione della
tassa del macinato fu affidata dal 1789 ai Magistrati comunitativi, i quali
versavano l'importo alla Camera delle Comunità di Firenze
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. Il cancelliere,
valutando le portate delle bocche, approntava il dazzaiolo e lo consegnava al
camarlingo comunitativo. Al Gonfaloniere ed ai Priori, con l'eventuale supporto di
un solo deputato da essi eletto, era affidata l'attuazione delle direttive in
materia.
La riforma del 1802
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affidò nuovamente l'amministrazione della tassa al
cancelliere con l'ausilio di uno o due deputati da eleggersi per la durata di un
anno, e di un camarlingo per l'esazione della tassa medesima.
La documentazione
conservata a Montecatini è piuttosto frammentaria. Essa è composta da registri di
deliberazioni, reparti, dazzaioli e saldi; solo le deliberazioni risalgono al 1678,
anno della istituzione della tassa. Nell'archivio di Montecatini sono presenti vari
registri di reparti e dazzaioli riguardanti le comunità di Monsummano e di
Montevettolini. I quattro registri di dazzaioli della tassa del macinato della
comunità di Monsummano integrano la serie conservata presso l'archivio di quel
comune per gli anni 1787-1788.