Livello: serie
Estremi cronologici: sec. XIXConsistenza: 38 unità
Tanto i campioni quanto le mappe illustrative di essi, così come i
dazzaioli delle rendite e dei proventi della comunità, sono stati raccolti nella
presente serie. Si segnala, per il suo interesse e anche per il suo valore estetico
il bell'Atlante dei beni livellari del
comune, non datato ma ascrivibile ai primi decenni del XIX
secolo.
Il patrimonio immobiliare della comunità, anche prima della Restaurazione,
era generalmente gestito sotto la supervisione diretta del cancelliere. Terreni ed
immobili venivano concessi a privati con contratti di livello, cioè una forma
contrattuale che prevedeva lunghi, anche lunghissimi termini di scadenza
(trent'anni, tre generazioni o anche in perpetuo) contro la corresponsione di un
canone in denaro o in natura e poteva essere rinnovato alla scadenza con il
pagamento di una somma supplementare, il laudemio. Il registro nel quale, a fronte
di ciascun articolo patrimoniale e la sua descrizione, era iscritto anche il
beneficiario del contratto e le obbligazioni a carico delle parti contraenti era
chiamato campione dei livelli. In esso compariva anche, per ciascun livello,
l'ammontare del canone e dell'eventuale laudemio, la scadenza delle rate di
pagamento e quella del livello stesso.
Sulla base del campione dei livelli il
cancelliere procedeva ogni anno, come di consueto, a impostare un dazzaiolo da
affidare al camarlingo per la riscossione. In esso, oltre agli individui debitori
per causa di livello, erano compresi anche tutti quei residenti che, a vario titolo,
avevano in appalto le altre rendite e privative della comunità (il sigillo del pane,
le osterie etc.) e che dovevano corrispondere ad essa i relativi importi secondo una
rateazione concordata caso per caso; la riscossione avveniva, poi, a cura del
camarlingo secondo la usuale procedura.