Tassa prediale e rendite comunitative

Livello: serie

Abolita la tassa di redenzione, che gravava sui proprietari di beni immobili, sottoposti al dazio comunitativo dei possidenti, fu istituita, con decreto Granducale del 16 settembre 1816, un'altra tassa prediale. All'imposta assegnata alla comunità (tassa prediale) si aggiungeva la quota necessaria per provvedere alle spese locali previste nel bilancio comunale (dazio comunitativo). il cancelliere predisponeva ogni anno un dazzaiolo in con i nomi di tutti i possessori di beni fra cui ripartire il contingente assegnato sulla base della massa dell'estimo. Il motuproprio del 7 ottobre 1817 diede ulteriori regole in merito alla ripartizione di tale imposta. L'importo della tassa prediale veniva versato dai camarlinghi alla Regia Depositeria, mentre gli introiti del dazio comunitativo rimanevano nelle casse della comunità. La ripartizione del contingente della tassa veniva effettuata da deputati, nominati dalla magistratura locale, tra tutti i possessori di beni sulla base della massa dell'estimo. Il cancelliere e il magistrato comunitativo esaminavano il reparto provvisorio dei contribuenti e, dopo aver apportato le opportune correzioni, il cancelliere predisponeva il dazzaiolo che veniva poi consegnato al camarlingo, affinché provvedesse alla riscossione delle quote assegnate. Il pagamento era dilazionato in rate uguali da versare ogni due mesi, a partire dal mese di febbraio.