Livello: serie
Estremi cronologici: 1740-1774Consistenza: 9 unità
Il decimino era un'imposizione connessa con la "decima" sugli immobili.
Nelle comunità, i lavoratori dei poderi, mezzadri o affittuari, pagavano sul reddito
derivante dalla conduzione delle terre un'imposizione proporzionale a quella che il
proprietario pagava come "decima" al comune di Firenze. Tutti gli altri produttori
di reddito, artigiani e simili, erano invece detti "testanti" in quanto colpiti da
un'imposizione basata sull' "estimo delle teste" cioè sul censimento e la
valutazione delle capacità contributive di ogni residente nel comune compreso fra i
diciotto ed i sessantacinque anni. Il cancelliere comunitativo impostava annualmente
il dazzaiolo, che era poi consegnato al camarlingo per la riscossione. Nei
dazzaioli, i soggetti delle due imposizioni erano iscritti in partite distinte,
ciascuno per l'ammontare della quota dovuta, a fronte della quale il camarlingo
registrava, alle scadenze stabilite, i rispettivi pagamenti. La somma delle singole
quote costituiva la "massa minore" dell'imposta comunitativa. Nell'archivio di Sesto
Fiorentino mancano i dazzaioli dei periodi mar 1756-feb 1757, mar 1759-feb 1760, mar
1760-feb 1761 e mar 1764-feb 1765. Ogni dazzaiolo è generalmente preceduto da un
repertorio dei popoli, per ciascun popolo sono indicati prima i lavoratori delle
terre, poi le teste (muratori, ciabattini, bottegai, mugnai, garzoni, manescalchi
etc...) con le relative poste.