Sede: Capannori (Lucca)
Date di esistenza: 1817 - 1847Intestazioni: Ducato di Lucca, Capannori (Lucca), 1817 - 1847
Storia amministrativa:
La nuova configurazione politica, decisa dal Congresso di Vienna,
prevedeva che ai Borbone di Spagna sarebbe stato affidato il Ducato di Lucca, finché non
si fosse liberato il Ducato di Parma, assegnato vita natural durante a Maria Luisa
d'Austria; alla sua morte lo Stato lucchese doveva passare al Granducato Toscano
1
. L'insediamento dei nuovi governanti ebbe
luogo il 22 novembre 1817, quando il conte Francesco di Sarau, Governatore Generale
della Lombardia e Commissario Plenipotenziario, procedette alle consegne dello Stato di
Lucca a Don Eusebio de Bardaxi y Azara, Ambasciatore spagnolo a Torino, che lo ricevette
in nome e per conto di Maria Luisa di Borbone.
Da tale momento ebbe inizio la
trentennale vita del Ducato lucchese che, retto dapprima appunto da Maria Luisa, poi dal
figlio Carlo Lodovico, si concluse quando quest'ultimo ne stabilì la cessazione con
l'atto di reversione anticipata di Lucca al Granducato di Toscana, firmato il 4 ottobre
1847
2
.
Negli anni immediatamente antecedenti all'arrivo dei Borbone non si era ravvisata la
necessità di introdurre riforme relative all'assetto territoriale lucchese; una prima
attenzione a questo aspetto fu rivolta da Maria Luisa la quale, con il decreto del 18
marzo 1818, pur decidendo di soprassedere per il momento ad una nuova organica
regolamentazione, rinviando ogni modifica all'anno successivo, lasciò intendere quali
sarebbero state le linee generali di condotta.
In effetti, con un certo anticipo
sui programmi, il 28 ottobre 1818 emanò un decreto che ebbe ad oggetto il nuovo sistema
Comunitativo del Ducato: il territorio fu suddiviso in quattordici Vicarie che furono
riconosciute nelle località di Lucca, Capannori, Camaiore, Borgo, Bagno, Villa Basilica,
Nozzano, Pescaglia, Coreglia, Gallicano, Castiglione, Minucciano e Montignoso (art. 1);
si riconobbe quindi la denominazione di Comunità a quelle entità territoriali che,
precedentemente, erano dette Parrocchie e Sezioni
3
.
Nel Capoluogo di ogni Vicaria fu insediato un Commissario di Governo e un Cancelliere,
mentre nello stesso luogo si riuniva il Parlamento, composto da un Deputato per ogni
Comunità di sua giurisdizione e presieduto dal Commissario.
Questa struttura
comunque non valeva per Capannori e per Nozzano (art. 3). Ad eccezione di Lucca, tutte
le altre Comunità avevano un Consiglio formato dai capifamiglia maschi di maggiore età,
residenti da almeno nove anni; furono inoltre ammessi, pur con il solo voto consultivo,
individui che erano domiciliati altrove, ma che risultavano possidenti nel Comune, con
una massa imponibile di almeno cinquecento lire (art. 4). Potevano inoltre esserci tre
Governatori nelle Comunità con popolazione superiore ai mille abitanti (art. 5). Il
Titolo V dettò «Attribuzioni ed obblighi dei Governatori di Comunità» precisando che
essi avevano la rappresentanza in giudizio, preparavano durante il mese di novembre il
bilancio preventivo, avevano il controllo della contabilità, erano responsabili della
buona tenuta delle scritture, compilavano i ruoli dei renditori della Comunità, da
trasmettersi annualmente al Vicario ed i ruoli della tassa personale, emettevano i
mandati di pagamento di spese contemplate nel bilancio senza superare i limiti
preventivati, sorvegliavano sull'osservanza dei regolamenti di Polizia municipale e
rurale e infine si occupavano delle materie relative ai fossi ed ai canali e della buona
esecuzione dei lavori effettuati per conto delle Comunità (arti. 16-33). Era compito del
Consiglio, entro il mese di novembre di ogni anno, discutere il bilancio preventivo
(art. 34); doveva inoltre riunirsi nel mese di febbraio, per esprimere il parere sul
bilancio consuntivo, mentre poteva comunque riunirsi in seduta straordinaria, su
richiesta del Governatore, dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta dal
Commissario
4
.
In quei primi anni si ebbero alcune variazioni: il decreto del
3 dicembre 1818 stabilì che la Comunità di Valgiano fosse aggregata a San Quirico in
Petroio, mentre quella di San Pietro a Marcigliano doveva andare a far parte della
Vicaria di Capannori
5
. Solo tre giorni più tardi, ovvero il 6 dicembre, vennero eletti
i funzionari e gli impiegati delle Vicarie: a Capannori il Commissario fu Giovanni
Battista Martelli, il Cancelliere Jacopo Marcucci, il Commesso Computista Antonio
Buonaccorsi ed il Commesso Carlo Andreuccetti (art. I)
6
. Fu ancora per iniziativa di
Maria Luisa di Borbone che, in data 18 novembre 1819, con un nuovo decreto, si stabilì
una nuova suddivisione del territorio del Ducato: la Comunità di Lucca venne organizzata
in quattro Dipartimenti, rispettivamente Lucca, Nozzano, Capannori e Villa Basilica; la
Comunità del Borgo con i dipartimenti di Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, Coreglia,
Gallicano e Minucciano e la Comunità di Camaiore con Camaiore, Viareggio, Montignoso e
Pescaglia (art. 3). In ogni Sezione vi era un Ufficiale Civile distinto dal titolo di
Presidente, mentre nel Capoluogo di ogni Comunità vi risiedeva un Gonfaloniere e un
Magistrato (art. 4). Ulteriori precisazioni dell'organizzazione del personale vennero
fornite dal Titolo III al Titolo IV (artt. 6-10)
7
. Il 15 dicembre dello
stesso anno, un decreto definì i nomi degli Anziani che andavano a far parte del
Magistrato Comunitativo; furono eletti, tra gli altri, per il Dipartimento di Capannori,
il Signor Pasquino di Giovanni Bertolucci e i Signori Giovanni Battista Micheletti di
Lammari e Bernanrdino Gianni di San Cassiano a Vico (art.l)
8
. Solo alcuni giorni più
tardi, più precisamente in data 22 dicembre, con la determinazione portante il n. 146,
si provvide a nominare i Presidenti delle Sezioni Comunitative e per il Dipartimento di
Capannori la scelta cadde sui seguenti nominativi: Antonio Cerri per Capannori; Regolo
Ghilarducci per Tassignano; Giuseppe Lippi per Verciano Santo Stefano; Simone Paoletti
per Verciano San Vincenzo; Cesare Scatena per Toringo; Giovanni Francesco Franceschi per
Parezzana; Giovanni Domenico Biancalana per Carraia; Cesare Fanucchi per Paganico;
Filippo Belluomini per Santa Margherita; Costantino Mazzoni per Pieve San Paolo;
Giovanni Domenico Ricchi per Lunata; Domenico Tofanelli per Vorno; Silvestro Luigi
Farnesi per Coselli; Domenico Pelosi per Badia di Cantignano; Bernardino Pieri per San
Pietro di Guamo; Bartolomeo Pieri per San Cassiano di Guamo; Silvestro Pieri per San
Quirico di Guamo; Carlo Lencioni per Colognora di Compito; Lorenzo Scatena per Massa
Macinaia; Davino Frediani per San Leonardo in Treponzio; Valerio Monsagrati per San
Giusto di Compito; Giovanni Battista Francesconi per San Ginese di Compito; Jacopo
Giovannetti per Sant'Andrea di Compito; Marco Orsi per Pieve di Compito; Giuseppe
Sardini per Colle di Compito; Francesco Paganucci per Ruota; Marco Pistoresi per Badia
Pozze veri; Giovanni Domenico Marchetti per Castelvecchio; Gennaro Del Carlo per
Porcari; Giovanni Battista Biancalana per San Martino in Colle; Domenico Lazzaroni per
Gragnano; Bernardino Dinuccio Del Sarto per Laminari; Giuseppe Bigotti per Marlia;
Bartolomeo Petretti per Matraia; Giovanni Giusfredi per Segromigno; Giuseppe Della Lena
per San Colombano di Segromigno; Vincenzo Bertolacci per Valgiano e San Quilico in
Petroio; Paolino Meschi per San Pietro a Marcigliano; Stefano Guidotti per Sant'Andrea
in Caprile; Frediano Giammattei per Camigliano; Giovanni Domenico Pierotti per Tofori;
Francesco Pieroni per Petrognano; Michele Cirillo Cheli per San Gennaro (art. I)
9
.
Nel 1821 emerse un problema perché pareva che il Signor
Pasquino Bertolucci, Anziano della Comunità di Capannori, non tenesse un degno
comportamento per la carica che rivestiva; fu così che con il decreto del 30 gennaio si
fece cessare la sua carica e contestualmente al suo posto venne nominato Cesare Cerri
(art. I)
10
.
Con il 10 luglio 1821, un'ordinanza stabilì il metodo da adottarsi per
alcune riunioni degli abitanti delle Sezioni: era compito del Presidente Sezionale di
rivolgersi al Gonfaloniere Comunitativo che aveva il compito di ottenere dal Ministero
dell'Interno il permesso ad effettuare la riunione, il cui oggetto doveva vertere su
lavori da effettuarsi alla Chiesa o spese di culto (art. 1). Una volta ottenuto il
Permesso il Presidente convocava i sezionisti (art. 4) che avevano dimostfatò di essere
capi famiglia, che avevano raggiunto la maggiore età e che avevano il domicilio nella
Parrocchia (art. 5); nei casi in cui il numero dei capi famiglia fosse molto alto,
doveva procedersi alla estrazione a sorte (art. 6). Il Presidente della Sezione svolgeva
anche il ruolo di Presidente della riunione, mentre il Segretario della Comunità era
tenuto a fare le veci del Cancelliere, così come aveva il compito di redigere i verbali;
in sua mancanza poteva essere sostituito da un altro impiegato Comunale (art. 7).
Una volta stabilite le spese necessarie e valutati i progetti, doveva essere nominata
una Deputazione Speciale che aveva il compito di seguire i lavori e che doveva essere
composta da tre membri: il Presidente Sezionale, un possidente ed un Borsario.
Quest'ultima figura, totalmente dipendente dalla Deputazione, era colui che doveva
percepire le tasse ed effettuare i pagamenti delle spese (art. 11) e qualora ve ne fosse
stato bisogno era tenuto a formare un elenco di coloro che erano insolventi (art. 14).
Gli elenchi, corredati dalla firma del Presidente e rimessi al Gonfaloniere andavano a
formare i ruoli che successivamente dovevano essere inviati al Ministero competente
(art. 16)
11
.
Fu con il decreto del 24 settembre 1823 che si realizzarono le
linee per una più razionale organizzazione delle amministrazioni Comunali e che si
introdussero nuove e definite ristrutturazioni all'interno degli organi amministrativi
periferici. Si decise che il territorio Ducale dovesse essere diviso in tre Circondari e
dodici Comunità composte ciascuna da Sezioni o Parrocchie (art. 1). La Magistratura
della Comunità doveva essere formata da un Gonfaloniere, da due Anziani e da un
Consiglio Generale (art. 2). Il Consiglio Generale della Comunità era formato dai
Presidenti delle sezioni, dal Gonfaloniere e dagli Anziani (art. 4); queste ultime due
cariche venivano nominate direttamente a seguito della proposta del Ministero
dell'Interno, mentre i Presidenti delle Sezioni venivano eletti dal Ministro
dell'Interno a seguito dell'esame delle liste degli uomini «più probi e capaci»
presentate dal Gonfaloniere (art. 5).
Il Governo Ducale si riservava inoltre la
possibilità di eleggere un Segretario da affiancare a «ciascun Gonfaloniere e
Magistrato» (art. 6).
Nel decreto inoltre si chiariva che le incombenze degli
impiegati e dei Funzionari ed anche i rapporti con l'amministrazione finanziaria
sarebbero stati specificati attraverso un apposito regolamento (art. 7). I beni
patrimoniali capitali, le rendite ed i crediti appartenenti alle Sezioni, anche se
posteriori alla data del 1818, dovevano essere ceduti ai Comuni di appartenenza (art.
11) ed era compito dei Gonfalonieri, coadiuvati dagli Anziani e dal Presidente della
Sezione, sotto la vigilanza delle «autorità superiori», di redigere uno stato economico
sia passivo che attivo (art. 14); nei casi in cui il disavanzo tra attivo e passivo
risultasse attivo il Comune diveniva debitore nei confronti della Sezione e si doveva
impegnare a corrispondere i frutti nella misura del cinque per cento (art. 15)
12
.
II
citato decreto, per quanto concerne la parte economica, venne ampliato in data 23
gennaio 1824: fu stabilito che era compito dell'Ispettore della Contabilità recarsi
negli uffici Comunali di Lucca e di Borgo a Mozzano al fine di produrre i bilanci.
I Gonfalonieri dovevano invece redigere il bilancio di previsione che doveva poi essere
rimesso all'esame del Magistrato e quindi alla discussione del Consiglio (art. 5).
Le entrate delle Comunità consistevano negli arretrati esigibili, nei frutti di censo,
nei redditi, nei canoni, negli affitti, nei proventi dei diritti di pesca, nell'esazione
delle multe, nell'applicazione della Tassa fondiaria e della Tassa personale (art. 6).
Tra le spese obbligatorie vi erano invece gli arretrati, gli stipendi, gli uffici dei
Gonfalonieri, le spese per la polizia, gli affitti, il restauro ed il mantenimento delle
strade comunali, degli orologi pubblici, delle fonti e delle fabbriche, per il
casermaggio dei carabinieri e delle carceri, per le pensioni, per le passività, per le
anticipazioni e per altre non preventivabili (art. 7)
13
. Con l'introduzione di un nuova
organizzazione è evidente che le amministrazioni Comunali avessero necessità di una
soluzione di grande rilievo, che si verificò con una nota, avvenuta in data 9 dicembre
1834, che stabilì la divisione di Lucca e Capannori in Circondari «di giudicatura». Le
motivazioni furono che «i Commissarj Giusdicenti di Lucca e di Capannori non sono in
grado per la soverchia ampiezza delle loro giurisdizioni di spedire colla conveniente
sollecitudine gli affari sì civili che penali loro affidati» e portarono alla divisione
del Comune di Capannori in due Circondari aventi ognuno un proprio Giusdicente (artt.
6-7). La sede operativa dei Commissari Giusdicenti anche per la Comunità di Capannori
era quella di Lucca (art. 8)
14
. Con il decreto del 2 Luglio 1835, per una serie
di sostituzioni del personale vennero nominati: per la Comunità di Capannori, l'avvocato
Francesco Boccella come Giusdicente del primo Circondario e Michelangelo Pellini quale
Giusdicente del secondo Circondario (art. 2)
15
. Tra gli aspetti significativi della
struttura Comunitativa di Capannori vi fu che con decreto del 30 luglio 1835, vista la
proporzione della popolazione, si stabilì che il numero delle reclute necessarie per
completare il numero dei militari in forza nel Ducato venisse fissato in
ventiquattro
16
. Anche gli aspetti relativi alla suddivisione territoriale e dei
confini obbligarono più volte i Borbone ad emettere ordinanze tra le quali si ricorda
quella dell'8 luglio 1843, diretta a «determinare il confine giurisdizionale tra le
Sezioni di San Gennaro e Collodi, lungo il torrente Pescia».
Venne precisato
infatti che il confine tra le Sezioni di San Gennaro e Collodi passava attraverso il Rio
detto delle Botre sino alla strada che conduceva a San Gennaro e al Borghetto di Collodi
«traversando la Pescia ove era l'antico Ponte Murato» (art. 1).
I lavori sopra
descritti furono approvati con un processo verbale concordato tra il Gonfaloniere di
Capannori e quello di Villa Basilica (art. 2)
17
.
La situazione finanziaria del
Ducato lucchese diveniva sempre più preoccupante. Nel 1836 Carlo Lodovico dovette
contrarre un debito consistente con il Banco Rothschild, usufruì inoltre di un esborso
ordinario e di un altro straordinario da parte dell'erario, senza poter uscire da un
vorticoso giro di cambiali che non riuscì a coprire neppure con i proventi della vendita
dei preziosi quadri della Galleria Palatina. Nel 1843 il Duca contrasse un nuovo ingente
prestito, garantito dal Duca Massimiliano d'Este
18
. Nel frattempo, pur avendo ottenuto nel febbraio del 1847 un altra
grossa somma dall'erario, su proposta del Ward cominciò a pensare a un nuovo prestito.
Fu così che, in segreto, si iniziò a predisporre una cessione anticipata del Ducato al
Granducato di Toscana e «come primo passo furono trasferite la dogana, l'azienda dei
sali e tabacchi e la lotteria, il 2 giugno»
19
.
La situazione
politica italiana stava subendo grandi mutamenti e Lucca risentiva di tali influssi che
mettevano in crisi il governo.
I liberali divenivano sempre più attivi e alla fine
di agosto furono effettuati nella città alcuni arresti; per evitare maggiori tumulti,
Carlo Lodovico concesse una Costituzione simile a quella data dal Granducato. Nel mese
di settembre, mentre i lucchesi lo applaudivano, il Duca iniziò a trasferire
segretamente a Modena mobili e arredi, in vista dell'evento che si sarebbe verificato
nei primi giorni di ottobre
20
.
Il 4
ottobre 1847 fu stipulata a Firenze la cessione anticipata del Ducato di Lucca al
Granducato di Toscana
21
.
L'atto fu firmato da Carlo Lodovico il giorno successivo a
Modena, mentre Tommaso Ward seguì direttamente tutta la vicenda, mantenendo inizialmente
il segreto. Solo il giorno 11 ottobre la notizia fu annunciata in Lucca dal pubblico
banditore, sotto la Loggia del Palazzo Pretorio e, nonostante i subbugli che ne
seguirono, nella stessa mattina, in una sala di Palazzo Ducale «alla presenza di tutte
le autorità» e anche del Gonfaloniere Giovan Battista Mazzarosa, «il Marchese Rinuccini
procedeva all'atto formale di possesso»
22
.
Soggetti produttori collegati:
Governo provvisorio degli Stati lucchesi, Capannori
(Lucca), 1814 - 1817
(predecessore)
Granducato di Toscana, Capannori (Lucca), 1848 -
1865
(successore)
Complessi archivistici prodotti:
Ducato di Lucca. Archivio storico del Comune di Capannori, 1824 -
1849
(fondo, conservato in Comune di Capannori. Archivio storico)