Atti criminali

Livello: serie

La serie inizia in modo organico solo dall'anno 1543 in quanto i documenti precedenti presentano "salti cronologici" notevoli: il primo atto è del 1486, il secondo del 1515, inoltre gli atti criminali degli anni 1532-1543 sono stati rilegati insieme ai civili e quindi si trovano in quella serie ¹ . Gli atti sono suddivisi tra querele e denunce, sentenze e multe, carteggio di corredo e protocolli di sentenze e multe. Una ulteriore divisione deve essere fatta tra gli atti che interessano i "descritti" e i "non descritti" nelle bande ducali. Le filze di querele e denunce, alcune delle quali di enormi proporzioni, iniziano solitamente con il giuramento dei sindaci ² , che ogni comunità e popolo sottoposto alla giurisdizione del vicario di San Miniato, eleggeva per un anno con il compito di denunciare tutti i reati commessi nei loro territori ³ . La denuncia doveva essere fatta entro tre giorni dal reato commesso ed era molto ricca di informazioni: conteneva infatti il nome dell'accusato, il genere del reato, il luogo e il tempo in cui era avvenuto, il numero delle ferite, le armi usate, gli eventuali testimoni presenti. Naturalmente era prevista una pena pecuniaria per quei sindaci che avessero trasgredito a queste disposizioni ⁴ . Si procedeva quindi alla "notificazione", cioè si ordinava al denunciato di comparire entro tre giorni di fronte al vicario "ad respondendum et se excusandum et defendendum a quadam accusatione, denunciatione aut notificatione contra ipsum formata" ⁵ . In caso di mancata comparizione veniva dichiarato colpevole, perché contumace. Se invece l'imputato compariva regolarmente si istruiva il processo penale sotto la direzione del Vicario, dello "Iudex" e del "Notarius maleficiorum". Al vicario spettava la "cognitio, decisio, punitio, exactio et executio" ⁶ , a lui era concessa anche la facoltà di stabilire quelle pene che non erano contemplate dagli statuti. L'ascolto delle parole dell'imputato, la sua difesa o la sua confessione, era il primo atto del processo. Quindi si procedeva alla deposizione dei testimoni. Erano previste pene pecuniarie per la mancata deposizione e fisiche per quei testimoni che avessero giurato il falso: per loro si predisponeva pure una singolare processione per le strade della città, denudati ed in groppa ad un asino, perché fossero d'esempio e di monito a tutti coloro che in futuro avrebbero dovuto testimoniare in un processo ⁷ . Non potevano testimoniare i ragazzi inferiori ai quattordici anni e le femmine inferiori a dodici, oltre naturalmente coloro che non erano in possesso pienamente delle loro facoltà mentali ⁸ .Gli Statuti di San Miniato prevedevano un trattamento speciale per le donne incorse in qualche reato: esse dovevano essere interrogate dal vicario solo nel Duomo, situato proprio davanti al palazzo vicariale, e durante tutta la deposizione doveva essere presente il parroco ⁹ . Spesso tra le carte delle querele e denunce compaiono i referti medici. Essi infatti davano il loro professionale parere sull'entità delle ferite, sul giorno a cui risalivano, sull'arma usata. Nella seconda parte delle filze c'è il carteggio, la corrispondenza e le circolari inviate al vicario, relative alla materia penale. I registri di "sentenze e multe", di proporzioni più ridotte, sono spesso rilegati in fondo alla filza delle querele dello stesso anno. Essi contengono una breve sintesi dell'istruttoria a cui segue immediatamente le sentenza. Per la loro sinteticità e concisione questi registri sono dei veri e propri cataloghi della criminalità nel territorio del vicariato di San Miniato. E' opportuno far notare che esisteva un diverso comportamento della giustizia nei confronti dei "descritti" nelle bande ducali, i cui atti venivano rilegati in apposite filze a parte. I "descritti" godevano di particolari privilegi, come l'esenzione fiscale e quella dalle comandate, o il diritto di essere imborsati per gli uffici delle loro comunità, ed anche negli affari di giustizia fruivano di un trattamento di favore "per compensargli dei pericoli che e corrono, dalle spese che e fanno e da disagi che e sopportano". Con la deliberazione ducale del 26 marzo 1548 si stabilisce ad esempio che non potevano essere messi alla tortura, se non nelle cause riguardanti delitti gravi, non si potevano processare nei periodi in cui erano impegnati nelle operazioni militari; le pene pecuniarie potevano essere commutate in periodi di soggiorno obbligato, dopo che le stesse erano state diminuite di 1\4 rispetto alla norma. Infine non potevano essere condannati per omicidi o ferimenti commessi a difesa del loro onore o di quello dei familiari ¹⁰ . La suddivisione tra "descritti" e non durò fino al 1755.