Imposizione del decimino e dei testanti

Livello: serie

Estremi cronologici: 1689 mar. - 1767 feb.

Consistenza: 54 unità

Le comunità per sopperire alle spese annue ¹ si servivano dei proventi di una tassa gravante sui lavoratori dei poderi descritti alla decima (decimino) e di una imposta che colpiva gli artigiani e altri produttori di reddito (testanti) ² .
La quota che ogni lavoratore doveva pagare corrispondeva ad una aliquota proporzionale alla decima pagata dal proprietario del podere. I dati per calcolare tale aliquota erano tratti dai campioni di decima e riportati popolo per popolo su registri affidati al cancelliere comunitativo. I testanti erano a loro volta iscritti per una quota fissa, stabilita per le varie categorie di artigiani e produttori di reddito.
La somma di tutte queste valutazioni di decime dei terreni e delle teste costituiva la massa minore di ogni popolo e serviva come base per la ripartizione dell'imposta.
Lavoratgori e testanti venivano quindi iscritti nei dazzaioli, registri consegnati dal cancelliere al camarlingo per procedere all'esazione delle somme dovute ³ .
A Carmignano si conserva, quasi senza lacune, la serie dei dazzaioli per il periodo 1689-1767. Ogni registro è compilato, annualmente, unitariamente per tutte le componenti territoriali della podesteria, costituite dalle «stanze» e comunelli: ad ognuna di queste corrisponde infatti nel registro una sezione in cui sono annotate per prime le poste dei lavoratori e di seguito quelle degli artigiani. Al termine di ogni registro compaiono altre imposizioni minori, ugualmente riscosse dal camarlingo generale, come le «poste dei malfattori» ⁴ , i livelli ⁵ e la tassa dei macelli ⁶ .

Dazzaioli⁷