Le riforme leopoldine del giugno 1775 interessanti l'amministrazione dei
fiumi, fossi e scoli della provincia pisana1 stabilirono quali corsi d'acqua dovevano essere
affidati agli interessati e quali lasciati sotto l'autorità del Provveditore
dell'Ufficio dei Fossi. Tra questi erano compresi anche gli "Argini d'Arno dell'una
e dell'altra parte in tutta la loro estensione...". Rimasti in epoca francese sotto
le dirette cure prefettizie gli argini d'Arno tornarono con la restaurazione
all'autorità del ripristinato Ufficio dei Fossi secondo il Regolamento del 17 Giugno
18152. I
cancellieri, sulla base di reparti preparati dal coadiutore dell'estimo presso
l'Ufficio dei Fossi, compilavano i registri dazzaioli e li consegnavano ai
camarlinghi comunitativi incaricati della riscossione. Alla tassa erano sottoposti
soltanto i proprietari i cui terreni comprendessero gli argini dei fiumi e i
registri erano tenuti aggiornati sulla base delle volture estimali. La serie,
composta di registri dazzaioli, presenta numerose lacune.