Livello: serie
Estremi cronologici: 1815 - 1864Consistenza: 61 unità
La nuova tassa denominata "di famiglia" sostituì nel 1815 la tassa sul
macinato
1
. I Magistrati
comunitativi della comunità di Montecatini avevano il compito di eleggere tre
deputati, i quali dovevano ripartire l'importo richiesto dal Granducato. La tassa
veniva ripartita tra i capifamiglia, dei quali era annotata anche la professione,
sulla base di sei classi di reddito. I reparti erano redatti tenendo conto delle
informazioni ricavate dagli stati d'anime tenuti dai parroci e sulla base dei ruoli
delle imposte, e dovevano essere approvati dalla Camera di Sovrintendenza
comunitativa. Erano sottoposti a imposta tutti i proprietari terrieri, i
commercianti, i banchieri, gli artigiani e i locandieri, i corpo morali, gli
artisti, i mercanti all'ingrosso e al minuto, cioè tutti coloro che disponevano di
un patrimonio personale; erano invece escluse dal pagamento le famiglie degli
indigenti
2
. Come per le altre
contribuzioni il camarlingo doveva riscuotere la tassa, prendere nota sul dazzaiolo
e fare il versamento alla cassa della Camera delle Comunità.
Nell'archivio di
Montecatini sono conservati i reparti con gravi lacune, i dazzaioli che corrono
ininterrottamente dal 1821 al 1864 ed una sola busta contenente richieste di
revisione della tassa.