Livello: serie
Estremi cronologici: 1776 - 1873Consistenza: 72 unità
Con editto del 27 novembre 1775 furono soppresse le Corporazioni di arti e
mestieri ed i loro patrimoni dati in amministrazione ad un provveditore che curò i
possessi e il Tiratoio dell'Arte della lana, l'unica che avesse beni destinati
all'incremento artigiano. Col motuproprio del 1° giugno 1782 fu soppresso tale ufficio e il
patrimonio dell'Arte venne dato alla Comunità perché ne disimpegnasse le mansioni.
Di tiratoi lanieri si ha notizia fino dal sec. XIII (cfr. R. Nuti, Topografia di Prato nel Medioevo, in Archivio Storico Pratese, anno XIII (1935), pag.
83). della costruzione di nuovi tiratoi tratta un libro del Ceppo, del 1445-48 e
1466 (cfr. Inventario dell'Archivio dei Ceppi di
Prato, in Rivista Storica degli
Archivi Toscani, anno V. Successivamente un grande tiratoio fu
eretto nel centro del Mercatale. Sul termine però del sec. XVIII, volendo abbellire
e riordinare quella piazza, il tiratoio fu demolito e ricostruito nel lato est,
accosto alle Mura urbane. La fabbrica fu ingrandita ed aumentata nei tempi
posteriori, insieme ad un piazzale lastricato davanti per l'asciugatura delle lane,
detto le Lastre. E poiché il tiratoio
ed il piazzale davanti furono nel 1932 disfatti per dar posto alla Casa del
Littorio, diremo che l'edificio era a due piani, lungo m. 108,75, largo m. 7 circa.
Al pian terreno aveva otto stanzoni coperti in volta reale per il deposito delle
lane che si portavano ad asciugare sul lastrico e due stanze ed un quartierino per
il custode. Il piano superiore era formato di una loggia in cui, a più piani, erano
disposti gli arnesi per la ritiratura dei panni. Il lastricato era lungo m. 105 e
largo in media m. 23. Un disegno che riproduce questi Tiratoi è nel volume del
Bruzzi citato nella
bibliografia che segue.
Altri documenti relativi al Tiratoio sono nelle
Filze di cancelleria 676, 689
(Regolamenti, entrate e spese, sec. XVIII), 692, 711 (Regolamento, 1814-15);
725-727, 779 e 792.
Oltre le pubblicazioni già ricordate, citiamo anche:
E. Bruzzi, L'Arte della lana di Prato, Prato, 1920;
V. Gori, Breve storia dell'industria laniera toscana,
Prato, 1920; G. Corsani,
I fondaci e i banchi di un mercante pratese del
Trecento, Prato, 1922; C.
Calamai, L'industria laniera nella
provincia di Firenze, Firenze, 1927; E. Bensa, Francesco di Marco da Prato. Notizie e documenti sulla mercatura italiana nel
secolo XIV, Milano, 1928; C.
Calamai, Floridezza e decadenza
dell'arte laniera fiorentina in rapporto alla pratese, Firenze,
1930.
L'Archivio Storico Pratese
ha pubblicato queste memorie e documenti sull'Arte della lana: G. Giani, Appunti e note sull'Arte della lana in Prato. La Colonia Veronese del secolo
XIII, anno I; G.
Corsani, Le prime compagnie di
Avignone fondate da Francesco Datini, anno II; S. Nicastro, Crisi nell'industria e nel commercio pratese, anno III;
L. Chiappelli, L'Arte della lana in Prato ai tempi di Dante,
anno IV; Q. Santoli,
Per la storia del commercio pratese ai tempi di
Dante, anno IV; R.
Piattoli, L'origine dei fondaci
datiniani di Pisa e Genova in rapporto agli avvenimenti
politici, anni VII-IX; G.
Livi, Per la più antica storia
dell'Arte della lana in Prato, anno VIII; G. Giani, Per
la storia dell'Arte della lana in Prato, anno VIII;
O. Ballerini, Descrizione di due antichi tiratoi, anno IX;
Un industriale pratese in Urbino nel
1431, anno IX; R.
Nuti, Un mercante pratese in
Ungheria nel secolo XV, anno XII; L. Mazzoni, Vincenzo Mazzoni e la fabbrica dei berretti alla levantina,
anno XII; E. Bruzzi,
L'Arte della lana nel Granducato di Toscana alla
fine del dominio mediceo, anno XIII; E. Bruzzi, Sulla storia dell'Arte della lana in Toscana considerata nella sua genesi e
nella sua legislazione, anno XV.