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Consiglio ordinario

Sede: Sinalunga (Siena)

Date di esistenza: sec. XIV - 1778

Intestazioni: Consiglio ordinario, Sinalunga (Siena), sec. XIV - 1778

Storia amministrativa:
Il ricordato statuto di metà Cinquecento offre il primo quadro organico delle istituzioni collegiali della comunità di Sinalunga: il collegio ristretto formato dai tre priori e dal camarlengo, il Consiglio ordinario di trentatré elementi e il Consiglio di un uomo per casa.

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I trentatré consiglieri componenti il Consiglio ordinario - che si adunava alla presenza dei priori e del camarlengo - venivano rinnovati ogni sei mesi (in maggio e novembre) mediante la selezione per scrutinio nel Consiglio stesso di soggetti indicati dai consiglieri uscenti, in modo però da rispettare sempre la ripartizione paritaria dei seggi tra gli afferenti alle tre lire 1 . Compiti di tale Consiglio, i cui deliberati avevano validità se approvati da almeno ventotto consiglieri, erano quelli di ratificare o, secondo i casi, di scrutinare i soggetti chiamati a ricoprire incarichi comunitativi, di nominare ambasciatori, di dare l'assenso alla "vendita" o all'affitto di proventi ed entrate della comunità, di autorizzare l'estrazione di grano dai magazzini pubblici e in generale di deliberare sulle proposte presentate dai priori o da altri consultori 2 .

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Una prima modifica delle norme statutarie relative alla composizione del collegio priorale e del Consiglio ordinario venne introdotta nell'aprile 1567. Per ordine del governatore di Siena, sei riformatori scelti dal Consiglio ordinario - Andrea di Pietro Tosi, Nanni Bandini, Francesco di Paolo Gagliardi, Biagio di Nanni Venturocci, Simone di Nanni di Fece, Michele di Tofano Terrosi -, insieme al podestà Girolamo Boninsegni e al notaio Carlo Forti inviato come commissario dallo stesso governatore, disposero l'introduzione di un sistema di imbossolamento ed estrazione per la nomina dei componenti il collegio priorale e il Consiglio ordinario. Ferma restando la ripartizione dei seggi per lira, si tenne tuttavia conto della necessità di garantire di fatto la presenza nel Consiglio agli armati facenti parte del corpo delle Bande. Per il medesimo motivo si dispose che la metà dei componenti il collegio priorale - due priori o un priore e il camarlengo - fosse scelta tra gli stessi armati 3 . Fondamentale fu, a questo riguardo, la riforma del novembre 1572. In quell'occasione, ottemperando a specifiche disposizioni del governatore, lo stesso Consiglio stabilì che, abbandonata la ripartizione dei seggi secondo le lire, ventidue consiglieri fossero eletti per cooptazione e scrutinio e i rimanenti undici venissero invece scelti direttamente dai priori tra gli armati 4 . Abolito verosimilmente il ricorso alla lira anche per la formazione del collegio priorale, rimase comunque inalterata la ripartizione dei seggi tra armati e non armati 5 . Un'ulteriore restrizione dell'ambito di reclutamento dei membri del Consiglio ordinario e della facoltà di quest'ultimo di determinare la scelta dei nuovi consiglieri venne messa in atto in conseguenza di un rescritto granducale del luglio 1682, quando fu ordinato che anche i dottori e i notai della "terra" di Sinalunga, nominati dai priori fino al numero massimo di undici, fossero ammessi automaticamente al Consiglio senza scrutinio 6 .

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Una nuova stagione di riforme si aprì poco dopo la metà del Settecento. Nel settembre 1753 si procedé ad un radicale rinnovamento del sistema di accesso alla carica di gonfaloniere-camarlengo 7 - divenuta semestrale prima del 1574 e annuale dal 1594 8 -, sistema che nelle linee fondamentali sopravvisse alle riforme di età leopoldina 9 . Gli imbossolatori eletti nel giugno 1753 compilarono una lista di famiglie "abili a risiedere" nella suprema carica comunitativa, la quale venne così riservata ad esponenti di soli dieci gruppi parentali suddiisi in più rami, il cui numero avrebbe potuto essere ampliato solo con deliberazione dello stesso Consiglio ordinario 10 .
Pochi mesi dopo, alcuni esponenti delle principali famiglie sinalunghesi promossero, senza esito, una riforma del Consiglio ordinario allo scopo di ridurne i componenti, così da evitare che l'abolizione della quota di seggi riservati agli armati, conseguente alla soppressione delle "milizie nazionali" 11 , finisse per allargare eccessivamente l'ambito sociale di reclutamento dei consiglieri 12 .
Di lì a qualche anno venne manifestandosi un nuovo tentativo di limitazione dell'accesso al Consiglio ordinario, volto in questa circostanza ad impedire che la maggioranza dei suoi componenti fosse costituita da individui provenienti dal "contado" di Sinalunga. Nel giugno 1759 il gonfaloniere e i priori supplicarono infatti il granduca affinché permettesse che nell'elezione dei nuovi consiglieri, una volta assegnati i posti spettanti per privilegio a dottori e notai - verosimilmente residenti nel castello -, i seggi residui venissero suddivisi a metà tra gli abitanti della "terra" e quelli del "contado" 13 . Con rescritto del 9 ottobre seguente, accogliendo quanto proposto in merito dal capitano di Sinalunga, il granduca procedette invece ad una riforma più radicale del Consiglio ordinario. Abbandonato il sistema di cooptazione tramite scrutinio, venne introdotto un meccanismo di nomina dei consiglieri basato sul sorteggio previa imborsazione degli aventi diritto. In particolare il rescritto granducale prevedeva la confezione di tre borse: la prima riservata a notai e dottori e le altre due agli abilitati residenti rispettivamente nella "terra" e nel "contado". Il Consiglio avrebbe dovuto comprendere un massimo di otto notai e dottori, se disponibili, una quota variabile di abitanti della "terra", che sommati ai precedenti raggiungessero il numero di diciassette, ed infine sedici abitanti del "contado" 14 .
Per ovviare alle difficoltà che nonostante la riforma continuavano ad insorgere nell'assegnazione delle cariche pubbliche, a seguito di una specifica richiesta d'intervento presentata nel giugno 1765 da un gruppo di abitanti di Sinalunga, il nuovo granduca Pietro Leopoldo con rescritto del 9 dicembre 1766 ordinò un radicale riassetto del sistema di elezione dei principali ufficiali comunitativi. Sei accoppiatori, scelti nella "classe de' gonfalonieri" 15 avrebbero dovuto formare il bossolo dei gonfalonieri - carica separata da quella di camarlengo sin dal 1760 16 - inserendovi gli esponenti delle famiglie "descritte per un tal posto", quella dei camarlenghi riservata ai "soggetti più benestanti delle famiglie dei gonfalonieri", quella dei capo priori con i "soggetti delle famiglie più civili che presentemente godono di questo grado senza esserne stati mai remossi ed altri che siano dottori e notari", quella dei secondi priori con i "soggetti delle famiglie più onorate, che hanno goduto i pubblici onori e che sappiano leggere e scrivere" ed infine quella dei terzi priori con i "soggetti delle famiglie più onorate del contado" 17 .