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Collegio ristretto

Sede: Sinalunga (Siena)

Date di esistenza: sec. XIV - 1778

Intestazioni: Collegio ristretto, Sinalunga (Siena), sec. XIV - 1778

Storia amministrativa:
Il ricordato statuto di metà Cinquecento offre il primo quadro organico delle istituzioni collegiali della comunità di Sinalunga: il collegio ristretto formato dai tre priori e dal camarlengo, il Consiglio ordinario di trentatré elementi e il Consiglio di un uomo per casa.
I tre priori e il camarlengo venivano rinnovati ogni tre mesi (in gennaio, aprile, luglio e ottobre) tramite estrazione da un bossolo, avente validità biennale, contenente pallotte nelle quali gli accoppiatori avevano inserito i nomi di soggetti preventivamente selezionati mediante l'intervento dei priori e lo scrutinio nel Consiglio ordinario, ripartiti equamente tra le tre lire della comunità (maggiore, mezzana e minore) 1 . Principali compiti di questo collegio, tenuto a radunarsi almeno settimanalmente, erano quelli di eleggere o di proporre al Consiglio ordinario gli ufficiali minori della comunità, di formulare proposte nel medesimo Consiglio, di svolgere compiti di sindaci dei malefici, di accogliere le querele alle sentenze del podestà, inoltrando eventualmente le istanze d'appello, e in generale di mandare ad esecuzione ogni deliberazione e di gestire il patrimonio e la contabilità comunale 2 .

<...>

Una prima modifica delle norme statutarie relative alla composizione del collegio priorale e del Consiglio ordinario venne introdotta nell'aprile 1567. Per ordine del governatore di Siena, sei riformatori scelti dal Consiglio ordinario - Andrea di Pietro Tosi, Nanni Bandini, Francesco di Paolo Gagliardi, Biagio di Nanni Venturocci, Simone di Nanni di Fece, Michele di Tofano Terrosi -, insieme al podestà Girolamo Boninsegni e al notaio Carlo Forti inviato come commissario dallo stesso governatore, disposero l'introduzione di un sistema di imbossolamento ed estrazione per la nomina dei componenti il collegio priorale e il Consiglio ordinario. Ferma restando la ripartizione dei seggi per lira, si tenne tuttavia conto della necessità di garantire di fatto la presenza nel Consiglio agli armati facenti parte del corpo delle Bande. Per il medesimo motivo si dispose che la metà dei componenti il collegio priorale - due priori o un priore e il camarlengo - fosse scelta tra gli stessi armati 3 . Fondamentale fu, a questo riguardo, la riforma del novembre 1572. In quell'occasione, ottemperando a specifiche disposizioni del governatore, lo stesso Consiglio stabilì che, abbandonata la ripartizione dei seggi secondo le lire, ventidue consiglieri fossero eletti per cooptazione e scrutinio e i rimanenti undici venissero invece scelti direttamente dai priori tra gli armati 4 . Abolito verosimilmente il ricorso alla lira anche per la formazione del collegio priorale, rimase comunque inalterata la ripartizione dei seggi tra armati e non armati 5 . Un'ulteriore restrizione dell'ambito di reclutamento dei membri del Consiglio ordinario e della facoltà di quest'ultimo di determinare la scelta dei nuovi consiglieri venne messa in atto in conseguenza di un rescritto granducale del luglio 1682, quando fu ordinato che anche i dottori e i notai della "terra" di Sinalunga, nominati dai priori fino al numero massimo di undici, fossero ammessi automaticamente al Consiglio senza scrutinio 6 .