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Tipologia: inventario analitico
a cura di Lucia Roselli
patrocinio: Provincia di Pistoia - Regione Toscana - Comune di Montecatini Terme
Pubblicazione: Pisa, Pacini editore, 2000
Descrizione fisica: pp. 144, ill. 3 in bianco e nero, mm. 240 x 170
Collezione: Beni culturali / Provincia di Pistoia, 20
Numeri: ISBN - 88-7781-386-5
Contenuti:
La Provincia di Pistoia, insieme ai Comuni interessati, alla Regione Toscana ed alla Soprintendenza Archivistica, ha iniziato fin dal 1987 un programma di riordino ed inventariazione degli Archivi Storici che in considerazione della complessità e della notevole mole di documenti da esaminare e catalogare è tuttora in corso. Gli interventi sino ad oggi effettuati hanno riguardato la quasi totalità degli Archivi comunali del nostro territorio, ad essi si aggiunge ora la pubblicazione dell'Inventario dell'Archivio Preunitario di Montecatini . L'impegno congiunto della Provincia di Pistoia e del Comune di Montecatini permette così di aggiungere un ulteriore considerevole risultato a questo programma. E' un'operazione importante, consente infatti di riunire ora la documentazione relativa ad un vasto territorio della Valdinievole, le cui molteplici vicende storico-istituzionali hanno fatto sì che la documentazione afferente ad un Comune sia stata conservata presso diversi istituti. E' doveroso ricordare qui che questi documenti si riferiscono al comune Montecatini Valdinievole che comprendeva anticamente il Castello e la frazione "Bagni di Montecatini", la quale nel 1905 venne costituita in Comune autonomo, per poi assumere nel 1928 il nome di Montecatini Terme ed inglobare nel 1940 la comunità di Montecatini Alto. Il riordino dell'Archivio Preunitario assicura dunque alla circolazione culturale una ingente massa documentaria, che attende di essere adeguatamente valorizzata, permettendo così ai cittadini, agli studenti ed a chiunque sia interessato di approfondire la conoscenza e lo studio del proprio territorio e della propria storia. Auspichiamo un ulteriore sviluppo di questi servizi informativi, e soprattutto un sempre più agevole accesso alle documentazioni storiche certi che ciò possa avvenire solo tramite un cospicuo impegno di cooperazione e integrazione tra Biblioteche, Archivi Storici, Centri di documentazione, Musei e Istituzioni scolastiche della provincia che peraltro già si sta fortemente delineando con la recente costituzione della rete Documentaria Provinciale. Intanto la presente pubblicazione restiuisce alla comunità di Montecatini la propria memoria.
Luigi Giorgetti Assessore alla Cultura Provincia di Pistoia
Ettore Severi Sindaco di Montecatini
Affrontare il lavoro di ordinamento di un archivio storico significa non solo occuparsi dell'archivio stesso, ma indirizzare la ricerca alla realtà istituzionale in seno alla quale l'archivio si è formato ed è stato trasmesso. Si ha infatti a che fare con archivi formatisi in epoche diverse, che, quand'anche non deliberatamente manipolati, molto spesso si presentano collegati tra loro nei modi più diversi: per concentramento, per confluenza, per trasferimento, riunione o scissione di competenze, o per puro e semplice disordine1. A seguito delle vicende che hanno determinato i vari spostamenti degli atti che facevano capo al cancelliere comunitativo, l'archivio storico del comune di Montecatini ha subito nel corso dell'800 operazioni di smembramento e successive riunioni. Il caso dell'archivio storico del comune, come vedremo più avanti, è un buon esempio di quanto articolata possa essere la storia di un complesso documentario che conserva la memoria storica di più istituzioni che qui hanno avuto sede e vi hanno depositato le loro carte. Senza entrare nel dettaglio della storia locale di questi territori, per cui si rimanda alla bibliografia esistente2, si danno qui alcune tracce delle istituzioni che si sono avvicendate nel governo del territorio e che pertanto hanno prodotto documentazione e sono state coinvolte, in vari tempi e con gradi diversi di responsabilità, nell'assetto attuale delle carte e di quello che oggi si denomina "archivio preunitario di Montecatini Valdinievole"3
Le istituzioni di Montecatini Valdinievole tra Medioevo ed epoca moderna
Il castello di Montecatini fu governato dai conti Lambardi, della nobile famiglia di Lucca. I conti nel 1074 donarono la sesta parte del castello e del borgo di Montecatini ai vescovi di Lucca e pochi anni dopo cedettero il resto del castello agli stessi prelati. Nel 1084 i vescovi lucchesi avevano acquisito tutto il castello; i conti Lambardi mantennero però sui beni alienati e sulle proprietà donate dominio e giurisdizione, e furono proprietari del castello fino al 1163. Sebbene confinante con i castelli di Marliana, Verruca e Serravalle, dipendenti da Pistoia, il comune di Montecatini si trovava inserito nel contado e territorio lucchese. La posizione di confine tra il territorio lucchese e quello pistoiese fece sì che Montecatini prendesse spesso parte alle guerre insorte tra Lucca, Pistoia e Firenze per questioni di supremazia. Fu probabilmente il rapido alternarsi di diverse dominazioni a rafforzare l'ideale di libertà e a garantire l'autonomia di quel territorio4. Dalla fine del XII secolo in poi Montecatini si costituì in libero comune, con palazzo di residenza delle magistrature locali e statuti propri. Dal terzo decennio del '300, approfittando della crisi di Lucca per la morte di Castruccio degli Antelminelli e della caduta della città nelle mani dei pisani, Firenze occupò Montecatini e altri territori del Pistoiese che andarono a costituire il vicariato della Val di Nievole. Da quel momento Montecatini passò sotto il controllo della Repubblica fiorentina che vi inviò un suo podestà con ampi poteri di controllo sull'amministrazione della giustizia, sottoposto al Vicariato di Valdinievole con sede a Pescia. A questo periodo risale la prima compilazione degli statuti locali a noi nota, conservata presso l'Archivio Comunale5. La serie completa degli statuti e relative riforme ci permette di ricostruire la struttura interna del governo cittadino e di seguirne l'evoluzione fino alle riforme leopoldine. A Montecatini in epoca comunale e fino alle riforme comunitative il governo della città era composto da sei difensori, quattro capitani e dal Consiglio generale composto da dodici uomini. Questi rappresentanti locali erano scelti in base all'età e alla residenza: l'aspirante e la sua famiglia dovevano essere nati e residenti nel luogo, e dovevano aver già partecipato alla vita istituzionale della comunità; nessuna limitazione fa riferimento al censo, introdotto come discriminante solo con le riforme leopoldine. Se gli aspiranti non erano abitanti "da sempre" a Montecatini dovevano essere stati eletti dal "pubblico e generale consiglio" come "homo di Montecatini" da almeno dieci anni, oppure potevano essere scelti tutti coloro che dimostravano con certezza di essere abitanti, loro o i loro predecessori, di quel comune da almeno vent'anni6. Per primi venivano estratti a sorte i dodici membri del consiglio, poi i sei difensori ed infine i quattro capitani: ognuna di queste cariche aveva durata di quattro mesi. Seguiva poi la nomina dei consiglieri di vicariato e podesteria, i quali dovevano avere almeno trent'anni e dovevano aver precedentemente rivestito le cariche di difensore o di capitano. La nomina degli ufficiali comunali prevedeva una prima operazione di "squittinio", durante la quale i cittadini idonei a rivestire le cariche pubbliche venivano selezionati, ed i loro nomi trascritti su foglietti che venivano inseriti in apposite borse; da queste venivano estratti a sorte o "tratti" i nomi di coloro che avrebbero assunto l'ufficio7. Esistevano borse diverse per ciascuna carica: priori e consiglieri, capitani, difensori, gonfaloniere, camarlingo ordinario e straordinario, operai delle opere e luoghi pii, stimatori, camarlingo dei pegni e imbasciatori8. Alle operazioni di imborsazione delle cariche pubbliche di Montecatini dovevano essere presenti il cancelliere del comune, il podestà, il piovano della pieve, il priore della chiesa del Carmine e quello di Santa Margherita di Montecatini. Ad uno di questi ultimi due era affidato il compito di prendere nota di tutti coloro che "andavano a partito", cioè coloro i quali venivano imborsati. Su di un apposito registro compilato dal cancelliere, nella sua veste di notaio pubblico, veniva infine annotato il vincitore9. Accanto a queste magistrature locali, Firenze inviava i suoi podestà, strumento di coordinamento del contado fiorentino. Nei territori del distretto, come Montecatini, dove non si era prodotto un sistema di aggregazione dei diversi popoli in strutture associative quali le leghe, la podesteria svolse oltre che funzioni amministrative e giudiziarie, anche funzioni di governo, configurandosi come un organismo sovracomunale, espressione delle diverse comunità della circoscrizione10. Dal 1419 la podesteria di Montecatini fu unificata a quella del vicino comune di Montevettolini: questa nuova podesteria aveva giurisdizione anche sulla comunità di Monsummano. Il podestà alternava semestralmente la propria residenza tra Montevettolini e Montecatini11. A seguito della riduzione delle sedi di giusdicenza civile nel 1430 la podesteria di Montecatini fu unita a quella di Buggiano12, ed il podestà, confermando l'uso della presenza alternata tra le due sedi della podesteria, risiedeva ei mesi a Montecatini e sei a Buggiano13. Per la giurisdizione criminale Montecatini mantenne anche in questa circostanza la sua dipendenza dal vicario di Pescia. A Montecatini, come nelle altre comunità del distretto, ad un cancelliere locale, ovvero un notaio eletto dal comune, afferiva la responsabilità della redazione degli atti e dei contratti del comune stesso e della corrispondenza con gli uffici centrali e con quelli locali. Nella seconda metà del Cinquecento, a seguito delle note riforme in materia di controllo sul dominio, fu istituita a Firenze la nuova magistratura dei "Nove Conservatori del dominio e della giurisdizione". A questo nuovo organo furono affidate maggiori competenze di controllo sulle comunità soggette: esso si serviva di un cancelliere "comunitativo", nominato dal governo centrale ed inviato sul territorio con l'obbligo di risiedervi14. Dal 1565 a Montecatini fu insediato uno dei primi cancellieri "fermi". Esso era ad un tempo controllore per conto del governo centrale e garante della legalità di tutti gli atti prodotti dagli organi e dagli uffici delle comunità di sua competenza. Era pertanto tenuto a presenziare alle operazioni di imborsazione e di estrazione per le varie cariche, nonché alle riunioni consiliari delle quali redigeva i verbali; aveva compiti di vigilanza sulle entrate degli enti, sulla veridicità dei dati acquisiti, sui quali venivano poi ripartite le imposte, compilava i registri dei dazzaioli e degli estimi, controllava i rendiconti da inviare all'organo centrale; aveva infine il compito di sorveglianza dei confini territoriali tra i comuni e riceveva gli atti delle liti e delle controversie che poi inviava all'ufficio dei Nove. L'istituzione dei cancellieri comunitativi modificò quindi in modo radicale la situazione delle comunità. Un più assiduo collegamento tra l'apparato centrale e i delegati periferici assicurò chiarezza alle norme, equità negli accertamenti e nella riscossione dei tributi. L'intento accentratore del governo fiorentino diede in seguito luogo a cancellerie comprendenti più comunità limitrofe, che si trovarono così a dipendere da un unico cancelliere, come nel caso delle comunità di Monsummano e Montevettolini, poi denominate delle Due Terre, che furono sottoposte alla cancelleria di Montecatini. Quando nel 1769 il magistrato dei Nove fu abolito e sostituito con la Camera delle Comunità, Luoghi pii, strade e fiumi, ai cancellieri rimasero sostanzialmente le stesse competenze15. A partire dalla prima metà del XVIII secolo, nel quadro delle profonde riorganizzazioni delle strutture finanziare ed amministrative dello stato toscano, per precisa volontà della dinastia lorenese si passò da una stratificazione di magistrature ed uffici, frutto di compromessi politico istituzionali, ad un maggior accentramento e controllo dell'amministrazione da parte degli organi centrali. A livello comunitativo una serie di regolamenti uniformarono i criteri con i quali veniva attribuita la rappresentanza politica. Di particolare rilevanza è l'assegnazione delle cariche amministrativi ai "possessori", introducendo con ciò il criterio censuario non previsto dagli antichi statuti. Il nuovo regolamento prevedeva che il governo della città fosse affidato a un Consiglio generale e ad un Magistrato composto da gonfaloniere e priori, con competenze amministrative e fiscali. Un altro settore investito dalle riforme lorenesi fu l'amministrazione della giustizia. Sotto la direzione di Pompeo Neri furono riorganizzate la rete dei vicariati per la giustizia criminale e delle podesterie per la giustizia civile e cambiarono i sistemi di reclutamento dei giusdicenti, e i rettori vennero scelti solo tra personale con effettive conoscenze giuridiche16. In quest'ottica di riorganizzazione e accentramento, nel 1772 Montecatini divenne sede di una podesteria minore con competenza su Monsummano e Montevettolini, ed al podestà fu affidato l'incarico, un tempo svolto dal cancelliere, della giurisdizione sul danno dato, mentre per il criminale la comunità restò ancora sottoposta al vicario di Pescia17. Col trattato di Fontainebleau del 27 ottobre 1807 Napoleone annetteva la Toscana all'Impero; si estesero pertanto ai Dipartimenti toscani le leggi napoleoniche, e al temporaneo governo di un Consiglio toscano subentrò la Giunta Straordinaria di Toscana, costituita con decreto imperiale del 12 maggio 1808. Il governo della Toscana passò così direttamente a Parigi, che imponeva i propri ordini e la propria autorità attraverso i prefetti e i funzionari dislocati nei vari dipartimenti. Nel 1808 la Giunta di Toscana stabilì una nuova organizzazione amministrativa del territorio, con le mairies che sostituirono le circoscrizioni comunali. Montecatini fu capoluogo di municipalità negli anni del dominio francese (1808-1814), e fu inserita nel Dipartimento del Mediterraneo, Sottoprefettura di Pisa. Il maire nominato per Montecatini fu Pietro Cerchi, il quale aveva funzioni di rappresentante del comune: egli presiedeva con gli "aggiunti" il consiglio comunale ed aveva inoltre incarichi amministrativi e di polizia. L'avvento della dominazione francese comportò una profonda rivoluzione nel sistema di tassazione: il decreto della Giunta Straordinaria Toscana del 2 agosto 1808 soppresse le contribuzioni del Regno d'Etruria e ne istituì altre che sarebbero entrate in vigore dal 1 gennaio 180918. Le nuove imposte introdotte dall'amministrazione francese furono la tassa fondiaria, che sostituiva la soppressa tassa di redenzione, quella personale, quella nuovissima sulle porte e finestre, la quale gravava sugli immobili adibiti ad abitazione e quella sulle patenti che era necessario richiedere per svolgere un'arte o una professione. Le entrate e le uscite della mairie erano vincolate a veri e propri bilanci, sottoposti all'approvazione delle autorità superiori19. L'ordinamento giudiziario francese fu esteso alla Toscana, e a Montecatini si insediò un giudice di pace con competenza anche sul territorio di Monsummano e di Montevettolini, sottoposto al tribunale di prima istanza di Pisa. Il giudice di pace, nominato dal sottoprefetto, aveva competenza in materia di giustizia semplice, cioè cause che non superavano il valore di 50 franchi relative a questioni personali, danno dato, confini, affitti ed ingiurie verbali20. Dopo la caduta di Napoleone nell'aprile del 1814, la convenzione di Parma sancì la reintegrazione di Ferdinando III di Lorena. Le mairies furono abolite, gli uffici comunitativi che esistevano prima del 1808 vennero ripristinati ed a Montecatini si ricostituì la podesteria21. Il regolamento del 16 settembre del 181622 rinnovò la struttura istituzionale delle comunità: a capo del magistrato comunitativo o collegio dei priori, organo collegiale formato mediante l'antico sistema della tratta, fu posto un gonfaloniere di nomina granducale, rappresentante in loco del governo centrale. Al magistrato afferivano competenze in materia di finanze, viabilità e ordine pubblico, e spettava inoltre l'approvazione del bilancio preventivo, il rendiconto finanziario, nonché l'elezione del camarlingo generale. Nel 183323 la Camera di Sovrintendenza Comunitativa di Firenze, nonostante i tentativi di dissuasione24, decise il trasferimento della cancelleria e della podesteria da Montecatini a Monsummano. In quella sede i due uffici rimasero rispettivamente fino al 1848 e al 1865. Dal 1848 Montecatini fu dipendente dalla pretura di Monsummano. Dopo i moti del '48, la successiva restaurazione portò ad un ulteriore riorganizzazione delle competenze sancita dal nuovo regolamento del 20 novembre 184925. Il potere deliberativo fu affidato a un Consiglio comunale eletto dai contribuenti; al gonfaloniere, carica quadriennale di nomina granducale, e ai priori spettava il potere esecutivo. Il Consiglio comunale si occupava dell'approvazione dei carichi impositivi, delle delibere di accoglimento dei bilanci preventivi e dei conti consuntivi, dell'elezione di una commissione incaricata di sindacare sia sull'operato del gonfaloniere che del camarlingo, delle nomine e dei licenziamenti degli impiegati, della determinazione dei loro stipendi, dell'elezione del collegio dei priori. La nuova struttura istituzionale ebbe breve durata poiché un nuovo regolamento del 185326 ripristinò la situazione precedente al 1849. Nel 1825 furono istituiti i Circondari di acque e strade con a capo la figura dell'Ingegnere del Circondario27 con il compito di assistere i magistrati locali. Il lavoro dell'Ingegnere del Circondario era coordinato da Firenze dalla Sovrintendenza alla conservazione del catasto ed al corpo degli ingegneri, che poi divenne Direzione dei lavori di acque e strade e fabbriche civili. Istituita nel novembre del 1825, la Sovrintendenza aveva mansioni di controllo oltre che sui lavori pubblici di acque e strade anche sulle operazioni catastali relative all'accampionamento e sui trasferimenti di proprietà. Dal 31 dicembre 1834 alla Direzione del corpo degli ingegneri, separata dalla conservazione del catasto, fu assegnata la competenza su tutti gli affari relativi a vie e corsi d'acqua della Toscana. La Direzione del corpo degli ingegneri fu divisa in trentasette circondari, ciascuno dei quali diretto da un ingegnere di nomina granducale. La comunità di Montecatini fu inserita nel circondario di Monsummano assieme a Marliana, Serravalle, Lamporecchio e Monsummano, e compresa nel compartimento della Camera di Sovrintendenza di Firenze. L'ufficio dell'Ingegnere del Circondario durò fino al 184928 quando la nuova legge comunale affidò le sue competenze direttamente ad organismi comunitativi. Da allora furono istituiti particolari "distretti di acque e strade" cui furono preposte alcune figure di ingegneri competenti in materia di interventi a carico dello Stato.
L'archivio storico
Le vicende dell'archivio storico comunale di Montecatini sono contraddistinte, nell'arco di quasi cinque secoli, da molti episodi che ne hanno compromesso la sua integrità; è del 28 luglio 1507 la notizia di un incendio doloso, "al tempo che ser Dionisio di ser Francesco era cancelliere del comune furono abrusiati molti libri della comunità nostra che importavano lo stato de' decta comunità", e fu istituita una ricompensa di "ducati venti d'oro in oro larghi a ogni magistrato o rettore, che ritrovasse o trovasse quelle persone che abrusiono o fecero abrusiare dicti libri et scripture"29. Pochi anni dopo, nell'aprile 1509, Bernardo Finocchi, incaricato della "riparatione della cancelleria", propose la vendita di "alcuni scartafacij, che se ne caverebbe qualche denari, quando fossero portati a Fiorenza a vendere: de li quali per star così non se ne cava nulla"30. L'11 luglio 1554, durante la guerra per la conquista di Siena, il castello di Montecatini fu quasi integralmente distrutto. Montecatini, occupata dalle truppe francesi guidate da Piero Strozzi, fu assediata dall'esercito del duca di Firenze Cosimo I, il quale ordinò lo sfascio delle mura, la demolizione delle fortificazioni e l'abbattimento della fortezza e delle carte d'archivio31. Nonostante questi numerosi incidenti l'archivio risulta costituito nel primo inventario a noi giunto, redatto dal cancelliere nel 163632, da oltre 250 filze e registri. Il primo inventario del suddetto registro elenca stanza per stanza arredi e scritture. Nella prima stanza i registri di uso corrente e le istruzioni inviate da Firenze, utili per lo svolgimento dell'attività amministrativa: "nell'acquaio dietro al banco: un libro di stati della comunità, prima e sonda parte degli estimi della comunità che di presente vegliano, un libro di partiti che di presente veglia scritto, un libro delle tratte che di presente veglia scritto fino a carte 55, l'istruzione in stampa del Magistrato dei Signori Nove, un libro d'accuse del Danno Dato che di presente veglia scritto fino a carte 54 etc.". Nella seconda stanza la documentazione che oggi indicheremmo come facente parte dell'archivio storico e di deposito "in un armadio grande con sei sportelli, numero 152 Civili, dal 1565 al 1639, due palchi di libri Criminali antichi, numero 25 Libri di Riformagioni e partiti, di più anni finiti, numero 14 Libri Antichi, due libri antichi delle Opere e Luoghi pii, un libro di ragioni antico e finito, numero 8 libri antichi per le Opere e luoghi pii, due zibaldoni delle Riformagioni antiche, un libro di statuti vecchssimi e sfracassati, un registro de' Contratti fatti dal notaio del comune"; "nel terzo armadio quattro palchi di filze di portate antiche, un palco di scritture lacere et antiche". A fronte di questo ordinamento riscontrato nel 1636, già nel 1650 il cancelliere ser Lazzaro Guidoni da Palaia riferisce i documenti d'archivio "esser alla confusa e la maggior parte senza coperta e in malissimo ordine"33, perciò li riordina ed elenca uno ad uno gli atti civili e i registri dei partiti della comunità indicando di ognuno gli estremi cronologici, e per i civili il nome del podestà o ufficiale in carica. Per il resto dell'archivio dà una descrizione sommaria. La descrizione torna ad essere dettagliata per gli archivi delle opere e compagnie religiose di Montecatini, oggi non più conservati presso l'archivio comunale34. Nel 1724, al passaggio della cancelleria da Giovanni Pietro Panicacci al suo successore Francesco Durazzi, fu redatto un inventario che fu successivamente integrato fino al 173035. Nel 1724 l'archivio era composto da 269 atti Civili dal 1486 al 1705 disposti su tre scaffali, 28 registri di Danno Dato dal 1562 al 1730, un totale di 58 pezzi di Libri Diversi comprendenti registri di inventari, tratte, amministrazione, memorie, libri di teste e di mandati, estimi, 31 libri di Partiti dal 1506 al 1717, 16 libri dei Pegni dal 1656 al 1728 e 125 registri di dazzaioli di più imposizioni. Nel rispondere al questionario inviato dall'auditore Pompeo Neri nel quadro delle riforme dello stato fiorentino36, il cancelliere Claudio Giovacchini, nell'aprile del 1746 così definisce la situazione a Montecatini: "la cancelleria di Montecatini è composta da tre comunità: Montecatini, Monsummano e Montevettolini, nell'archivio però non si trova nessuna notizia dell'istituto di esse". Il Giovacchini fornisce purtroppo scarse notizie storico-istituzionali sulle comunità; più interessante il suo dettagliato elenco della consistenza dell'archivio, dove erano conservate le scritture dei tre comuni, gli atti dei giusdicenti relativi a Montecatini, Monsummano e Montevettolini, oltre alle filze di negozi e lettere del cancelliere37. Con la riunione deliberata da Pietro Leopoldo nel 1775 dei comuni di Monsummano e Montevettolini nella "Comunità delle Due Terre", i documenti di questi furono raccolti presso l'archivio della cancelleria di Montecatini, nella cui giurisdizione i due comuni erano compresi. Dall'anno successivo gli atti civili della comunità delle Due Terre non furono più redatti separatamente: dal 1784 in poi i tre comuni ebbero una serie unica di filze per gli atti civili. Nella vacchetta di inventari38 del 30 settembre 1785 compilata dal cancelliere Francesco Lupi per la prima volta compare una più omogenea descrizione della documentazione, fino ad allora descritta in dettaglio solo per la serie degli atti civili, delle deliberazioni e dei partiti. Il Lupi elenca "tutti i Civili, Filze, Libri e Fogli appartenenti all'archivio della cancelleria di Montecatini"
Con le riforme del periodo napoleonico, il 1 gennaio 1809 fu decretato che in ogni mairie, in accordo con l'antico cancelliere e con la nuova carica del giudice di pace, si procedesse alla separazione dei documenti relativi all'amministrazione della comunità da quelli con notizie riguardanti l'ordine giudiziario40. Dei primi si sarebbe occupato il maire, il quale aveva il compito di classificare gli atti in base a titoli predefiniti dal decreto del 1809, dei secondi il giudice di pace; a Pisa, presso il tribunale di prima istanza, furono trasferiti quindi gli atti giudiziari che successivamente furono riportati a Montecatini41. L'attuale assetto dell'archivio preunitario di Montecatini è il prodotto della complessa vicenda storica che ha visto protagonisti la comunità locale e la cancelleria di Montecatini. La cancelleria, ricostituita dopo gli anni del governo francese, accolse gli archivi che la municipalità francese aveva formato nel corso dei sei anni scarsi della sua giurisdizione. I francesi avevano introdotto nuove competenze e nuovi tipi di documentazione, come quella relativa allo stato civile della popolazione, fino ad allora di esclusiva competenza delle parrocchie, e nuove tecniche amministrative che si sostanziarono, in materia contabile, nell'adozione di scritture di bilancio e di entrata e uscita di tipo moderno42. Nel 1833 in occasione del controverso trasferimento della cancelleria da Montecatini a Monsummano, come già scritto, tutta la documentazione relativa all'archivio della cancelleria fu spostata a Monsummano in un archivio fatto costruire appositamente. Nel 1865 a seguito dell'unificazione del Regno d'Italia e la susseguente soppressione delle cancellerie e degli uffici del censo, Montecatini richiese, con vertenza legale, la restituzione della documentazione di suo interesse. La restituzione fu ordinata dalla Prefettura di Lucca nell'ottobre dello stesso anno. Al momento dello scioglimento della cancelleria fu nominata una commssione incaricata tra l'altro dello spoglio delle filze contenenti documenti relativi a Montecatini, Monsummano (con Montevettolini) e dei registri esistenti nell'archivio43. I registri catastali furono portati a Pescia presso l'agenzia delle imposte, gli atti giudiziari rimasero a Monsummano, i registri appartenenti a Montecatini furono riconsegnati a quel comune, mentre le filze promiscue furono scucite e riassegnate a ciascun comune le carte di sua competenza. Queste operazioni non risultarono di facile esecuzione, come infatti denunciava il sindaco di Montecatini, Francesco Torello Bacci, informando il Consiglio poiché "furono ritrovate molte filze dei cancellieri relative ad affari comunitativi e alle opere, e quelle delle leve militari, promiscue tra questa e l'altra comunità di Monsummano44. I documenti furono riuniti in nuove filze senza precisi criteri di ripartizione.
All'inizio dei lavori dell'attuale riordino il materiale documentario preunitario si trovava già disposto su scaffali e separato dal resto della documentazione posteriore al 1865. Si è perciò proceduto alla schedatura delle singole unità delle quali non esisteva che un elenco di consistenza redatto nel 1969, mancante delle opportune introduzioni storico-istituzionali e di un'analisi dettagliata dei pezzi. Tale elenco ha consentito comunque di procedere con ordine nella fase iniziale di schedatura grazie alla presenza di una numerazione progressiva dei pezzi. Nello svolgimento del presente lavoro si è cercato di rispettare il più possibile il metodo storico, vale a dire che le varie tipologie documentarie sono state classificate in base all'organizzazione dell'ente che le ha prodotte, nel rispetto della periodizzazione storica stabilita. Ci si è inoltre attenuti alla metodologia adottata in inventari già pubblicati relativi ad archivi prodotti nello stesso territorio. La schedatura ha consentito di analizzare singolarmente tutto il materiale documentario conservato presso l'archivio storico comunale di Montecatini Terme ed in seguito, come già detto, di definire il suddetto materiale in base alla struttura ed all'attività dell'ente produttore. Per le serie principali sono state fornite descrizioni che rendessero conto delle caratteristiche della serie con notizie storiche relative alla nascita ed all'evoluzione delle serie medesime, avvalendosi sempre del supporto normativo in vigore nei vari periodi storici presi in esame. Le serie sono poi state organizzate in relazione al soggetto che ha prodotto le carte, illustrando le caratteristiche di quest'ultimo e presentando notizie esclusivamente attinenti la materia storico-istituzionale45 L'archivio preunitario di Montecatini è composto da 809 unità archivistiche comprese in un arco temporale che va dal 1330 al 1865. La struttura interna dell'inventario è stata suddivisa in sei nuclei: gli atti dell'antico Comune poi Comunità di Montecatini Valdinievole dalle origini al 1808, gli atti della Mairie dal 1808 al 1814, gli atti della Comunità restaurata dal 1814 al 1865, gli atti della Podesteria, e della Cancelleria dalle sue origini al 1865 e quelli dell'Ingegnere del Circondario dal 1804 al 1888. In anni abbastanza recenti sul materiale sono state aggiunte alla numerazione progressiva dell'elenco del 1969 altre due numerazioni, che non apportano però informazioni utili alla ricostruzione dell'ordine originario. Alcuni pezzi riportano un sistema di segnature alfabetiche (Libro segnato di lettera A, B, C...) probabilmente assegnato loro al momento della redazione del registro, ma l'applicazione di tale sistema non è stata sufficientemente costante da poter costituire un elemento su cui basarsi al momento dell'ordinamento. La documentazione prodotta dall'ufficio di cancelleria di Montecatini è descritta nel presente inventario unitariamente. Infatti, analizzando la documentazione stessa risulta che i registri utilizzati dal cancelliere prima della soppressione francese vennero poi ripresi e riutilizzati: ad esempio, l'unico registro delle deliberazioni del sindacato della cancelleria46 riporta decisioni prese dal 1787 al 1806, e riprende dal 1819 sino al 1832. Analoga condizione si riscontra in un registro dei contratti47 contenente annotazioni dal 1722 al 1844 con interruzione dal 1808 al 1814. Anche le filze del carteggio hanno queste caratteristiche.
Si ringrazia l'amministrazione comunale di Montecatini Terme e l'amministrazione provinciale di Pistoia per aver permesso, grazie ad un finanziamento sostenuto da ambedue le amministrazioni, di riordinare l'archivio preunitario di Montecatini Terme. Si ringrazia inoltre la dottoressa Raffaella De Gramatica della Sovrintendenza Archivistica per la Toscana per la collaborazione offerta alla riordinatrice, il signor Silverio Grazzini, dell'ufficio Protocollo e Archivio del comune e la dottoressa Edelberta Granai - Biblioteca Comunale - per la disponibilità dimostrata in questi anni.
Criteri adottati per la descrizione delle singole unità archivistiche: - Quando più unità archivistiche di una stessa serie erano legate in un unico volume, a questo è stato attribuito un solo numero progressivo, ed un'unica scheda dà notizia del materiale che compone il volume. Quando, invece, le unità archivistiche non erano legate insieme, ma solo riunite all'interno di una stessa busta, è stato attribuito a ciascun pezzo un numero d'inventario. Solo nel caso delle buste di cancelleria si è scelto di lasciare i pacchi nello stato in cui sono pervenuti, in quanto lo stato di disordine in cui si trovano risale ad una precisa circostanza storica: lo spostamento della cancelleria da Montecatini a Monsummano, avvenuto nel 1834, e la successiva restituzione del materiale documentario alla comunità di Montecatini decisa nel 1865. - L'anno 1865 non è stato considerato rigidamente come termine di demarcazione tra l'archivio preunitario e il postunitario: è stata, infatti, quando se ne è presentata la necessità, valutata l'appartenenza o meno delle buste di documenti al periodo garnducale o a quello unitario. - La data dei documenti è stata riportata allo stile moderno. - Il titolo esterno originale, quando significativo, è stato trascritto integralmente in corsivo, lo stesso è stato fatto per l'incipit. - Le abbreviazioni sono state sciolte inserendole tra parentesi tonde, le lacune del testo sono state segnalate con una linea punteggiata. - Integrazioni o ricostruzioni congetturali del curatore sono state inserite tra parentesi quadre. - Le lacune riscontrate nelle serie documentarie sono state indicate con [tre puntini di sospensione].
Per la descrizione delle serie oltre alla consultazione dei pezzi che compongono le serie stesse, è stata usata la seguente bibliografia: - ASF, Statuti delle comunità soggette, Montecatini, n. 473 - ASF, Regia Consulta, f. 461 P. I - A. Antoniella, Archivio preunitario, in Corso di aggiornamento per archivisti degli enti locali, Pisa 1982 - Bandi e Ordini da osservarsi nel Granducato di Toscana, voll. 1-66, Firenze 1747-1859 - Bollettino delle Leggi, decreti imperiali e Deliberazioni della Giunta Toscana, pubblicate nei Dipartimenti dell'Arno, dell'Ombrone e del Mediterraneo, voll. I-XVIII, Firenze 1808-1811
I nomi dei cancellieri qui riportati sono stati desunti dai fondi conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze (A.S.F.) Miscellanea repubblicana, n. 90 ins. 13, c. 26r; Nove Conservatori del dominio e giurisdizione fiorentina, n. 3903, cc. 140r-141v, dai documenti compresi nell'Archivio storico comunale di Montecatini Valdinievole ed in particolare dal pezzo n. 789 della serie Inventari dell'archivio comunale.
Giovanni del Prete, 1539 Giovanni dell'Oste di Montecatini, 1554 - 1558 Simone di Taddeo, 1558 - 1560 Giovanni Simone de' Simoni, 1560 - 1562 Mascherino di Giordano Mascherini, 1562 - 1565 Cesare Pecchi dal Borgo San Sepolcro, 1565 - 1569 Iacopo di Guchano Lupi da Fucecchio, 5 ott. 1569 - 2 ott. 1574 Michele Niccoli da Dovadola, 3 ott. 1574 - 30 sett. 1577 Lelio di ser Lodovico Ercolani da Portico, 1 ott. 1577 - 4 ott. 1580 Antonfrancesco di ser Luigi Zabagli dalla Pieve Santo Stefano, 5 ott. 1580 - 6 ott. 1581 Niccola di Domenico Gentili da Galeata, 7 ott. 1582 - 1584 Piergiovanni di Francesco Pagani da Tredozio, 1584 - 1594 Giovan Battista di Leonardo Lupi da San Gimignano, 1594 - 1599 Guerruccio di Bernardino Guerrucci, 1599 Piero di Domenico Magnani da Galeata, 1599 - 1605 Giulio di Tommaso Guazzini da Volterra, 1605 - 1607 Pier Antonio Doni, 1607 - 1613 Pier Francesco Gualfreducci da San Miniato, 1613 - 1617 Aurelio di Raffaello Bofalini da Santa Maria a Monte, 1617 - 1622 Benedetto Lolli da San Gimignano, 1622 - 1628 Michelangelo Erchini da Palazzuolo 1628 - 1634 Bartolomeo Patriarchi dalla Strada 1634 - 1635 Orazio Ercolani da San Miniato, 1635 - 1636 Arcangiolo del Conte, 1636 - 1650 Lazzaro di Luigi Guidoni da Palaia, 1650 - 1656 Andrea Fatti da Pietra Santa, 1656 - 1662 Giovanni Francesco di Matteo Verzani da Barga, 1662 - 1666 Antonio Querci da Cutigliano, 1666 - 1677 Antonio Marucci da Fivizzano, 1677 - 1686 Benedetto Puccini dal Colle, 1686 - 1692 Antonio Querci da Cutigliano, 1692 - 1704 Angelo Calvi, 1704 - 1707 Giovanni Pietro Panicacci da Fucecchio, 1707 - 1724 Francesco di Angelo Durazzi da Poppi, 1724 - 1731 Giovanni Pandolfini da Empoli, 1731 - 1741 Iacopo Franchi di Castelfranco di Sotto, 31 mag. 1741 - 17 set. 1743 Filippo del Poggio, 18 set. 1743 - 29 ag. 1747 Stefano Pittoreggi, 30 ag. 1747 - 31 ott. 1759 Francesco Incontri, 1 nov. 1759 - 31 ott. 1769 Giuseppe Fantini, 27 apr. 1769 - 1777 giu. 30 Francesco Bertini, 1 lug. 1777 - 30 apr. 1778 Giovanni Carlo Massi, 1 mag. 1778 - 1784 Francesco Lupi, 1785 - 1788 Giovacchino Arcangioli, 1789 Filippo Casanuova, 1790 - 1793 Roberto Baldassarre Della Nave, 1794 Gaetano Protonotari, 1795 - 1798 Biagio Mozzini, 1799 - 1800 Luigi Baldini, 1801 Felice Gamucci, 1802 - 1803 Luigi Lodovico Giovacchini, 1804 - 1806 Lodovico Eredi, 1807 - 1808 Leopoldo Rossi, 1815 - 1819 Luigi Guidoni, 1820 - 1821 Gaetano Bastianoni, 1822 - 1830 Vincenzo Arzeni, 1831 - 1832 Antonio Dalla Nave, 1833 - 1834 Giovanni Battista Giovacchini, 1835 - 1837 Mino Aurelio Mini, 1838 - 1840 Gaetano Reali, 1841 - 1842 Girolamo Bandini, 1843 - 1847 Filippo Pittoreggi, 1848 - 1851 Carlo Bartolini, 1852 - 1857 Antonio Meazzini, 1858 - 1861 Giuseppe Salami, 1862 - 1865
Comune poi comunità di Montecatini
Statuti e riforme
Deliberazioni e partiti
Imborsazioni
Tratte
Estimo e entrate comunitative
Libri delle teste
Tassa di redenzione e dazio comunitativo
Gabelle e entrate diverse
Tassa del macinato
Deliberazioni della tassa del macinato
Reparti della tassa del macinato
Dazzaioli della tassa del macinato
Saldi della tassa del macinato
Tassa del sale
Reparti della tassa del sale
Dazzaioli della tassa del sale
Registro dei bestiami
Saldi
Mairie di Montecatini
Deliberazioni del consiglio municipale
Assemblea cantonale
Registri diversi
Carteggio e atti
Stato civile
Allegati allo stato civile
Comunità di Montecatini
Deliberazioni
Carteggio e atti del gonfaloniere
Copialettere
Tassa prediale e dazio comunitativo
Tassa di famiglia
Reparti della tassa di famiglia
Dazzaioli della tassa di famiglia
Istanze
Rendite comunitative
Tassa sui cani
Bilanci di previsione
Conti consuntivi
Documenti di corredo ai saldi
Repertori delle assegnazioni e registri dei mandati
Arruolamento militare
Podesteria di Montecatini
Registri dei pegni e del danno dato
Dazzaioli dei pegni
Registri dei saldi dei pegni
Cancelleria di Montecatini poi di Monsummano
Deliberazioni del sindacato
Contratti e memorie
Livelli e campioni
Prezzi di grasce
Colletta universale e tasse straordinarie
Deliberazioni e reparti della colletta universale e tasse straordinarie
Dazzaioli della colletta universale e tasse straordinarie
Saldi della colletta universale
Atti e negozi
Inventari
Catasto
Ingegnere del circondario
Atti dell'ingegnere del circondario
Registri di accolli
Leggi, decreti e altro materiale a stampa
Codifica: Ilaria Pagliai, gennaio - febbraio 2015Paolo Santoboni, revisione, febbraio 2015