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Dazio dei possidenti, lavoratori e testanti

Livello: serie

Estremi cronologici: 1774 - 1808

Consistenza: 14 unità

La riforma comunitativa del 1774 stabilì che le varie tasse e "chiesti" cui erano sottoposti in precedenza i popoli e comuni fossero riunite in un'unica imposta annuale, chiamata "tassa di redenzione"1, che doveva essere versata alla cassa centrale della Camera delle comunità, e con il Regolamento locale per Montaione fu fissata nella somma di 361 scudi. Questa somma comprendeva una serie di imposte che in precedenza erano state pagate separatamente e che dovevano coprire le spese che lo Stato sosteneva per le comunità: amministrazione della giustizia, mantenimento dei malfattori nelle carceri, mantenimento dei poveri dementi nella Pia Casa di Santa Dorotea; spese per gli apparati "burocratici" centrali: procuratori e ragionieri della Camera delle comunità; copie di leggi, decreti e altri documenti fatti in Firenze; ed infine per il pagamento del cancelliere di Castelfiorentino, del podestà e dei due messi di Montaione e Gambassi2.
La quota di tassa e le altre necessità dovevano essere soddisfatte in primo luogo con le entrate proprie del patrimonio locale, e per quanto veniva a mancare attraverso le imposte sugli abitanti che erano distinti in due categorie: possessori da un lato, lavoratori, artigiani e testanti dall'altro. Si legge ancora nel Regolamento che l'imposizione annuale della comunità di Montaione doveva pesare per la somma fissa di scudi 200 di lire sette per scudo sopra i contadini, e artigiani o testanti e il rimanente doveva essere ripartito sopra i possessori, nessuno eccettuato.
Per calcolare questa ripartizione la comunità nominava una commissione detta "deputazione per l'imposizione", composta di due persone, che aveva il compito di raccogliere informazioni sul reddito di ogni capofamiglia residente nella comunità e fissare la quota a carico di ciascuno. In seguito questa ripartizione era rivista e se necessario corretta dai revisori delle tasse, anche in relazione alle richieste di sgravio che i cittadini potevano presentare. I deputati erano eletti estraendo quattro polizze dalla borsa del Magistrato che erano sottoposte a partito, i revisori erano eletti invece estraendo quattro polizze da una apposita borsa dei possidenti di beni stabili che, anche in questo caso, erano sottoposte a partito.
Si passava poi all'approvazione definitiva, data dal Magistrato, in seguito alla quale il cancelliere compilava i dazzaioli delle due categorie di contribuenti, in cui erano riportati i nominativi dei contribuenti e la quota spettante a ciascuno di loro. Tali registri venivano quindi consegnati al camarlingo per la riscossione, che era effettuata solitamente in tre rate, ognuna delle quali veniva annotata a fianco del nominativo.
A Montaione i dazzaioli compilati ed utilizzati annualmente sono stati in seguito rilegati in filze che coprono più annualità. Per il periodo 1775 - 1780, anche se il camarlingo è lo stesso, i dazzaioli di Montaione e Gambassi sono rilegati separatamente, negli anni successivi invece li troviamo riuniti nelle stesse filze3.



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