Livello: fondo
Estremi cronologici: 1486 - 1865Consistenza: 76 unità
Gli ufficiali, quattro in carica per un anno eletti per tratta, avevano il
compito di deliberare le spese ritenute necessarie per la manutenzione della pieve di S. Alberto
(insignita dal 1520 del titolo di collegiata e dal 1592 di cattedrale), oltre a rivestire il
ruolo di "curatores et procuratores" delle chiese e dei luoghi pii compresi nel territorio
colligiano
1
. I loro 'partiti', relativi agli stanziamenti di spesa, venivano verbalizzati dal
cancelliere nei Libri delle deliberazioni degli operai del Ss.
Chiodo, mentre le 'ragioni' delle loro amministrazioni, come quelle di tutti gli
altri ufficiali del Comune, venivano redatte sui caratteristici libretti in ottavo consegnati al
cancelliere e sottoposti a sindacato
2
. La custodia e l'esposizione della
reliquia del Ss. Chiodo rientrava fra le incombenze più significative affidate agli operai, dato
l'alto valore simbolico assunto dalla cerimonia, le cui autorizzazioni venivano verbalizzate a
partire dalla seconda metà del Seicento nei Libri delle
ostensioni del Ss. Chiodo
3
. L'autonomia gestionale dell'Opera
rispetto al bilancio comunitativo si tradusse nel corso del XVI secolo nella progressiva
definizione delle funzioni attribuite al suo camerlengo, inizialmente scrutinato fra gli operai,
poi figura autonomamente incaricata della liquidazione materiale degli stanziamenti deliberati da
questi ultimi e della riscossione dei vari cespiti destinati alle casse del Ss. Chiodo
4
. Secondo una prassi comune agli altri camerlenghi colligiani
5
, anche quello dell'Opera trascriveva
integralmente in un registro di grande formato (sottoSerie 'Libro
grosso' dell'entrata e uscita del camerlengo dell'Opera del Ss. Chiodo) quanto
riportato nei libretti preparatori compilati nel corso del suo mandato. Le varie tipologie di
Libri grossi, dissimili solo quanto ad ufficio produttore, ci offrono l'opportunità di confermare
quanto ipotizzato a proposito dell'esistenza di un denominatore comune fra i complessi
documentari di "istituzioni animate da finalità molto diverse tra loro e dotate di ambiti di
intervento per lo più eterogenei" quali l'Ospedale di Ricovero, l'Opera del Ss. Chiodo e lo
stesso Comune di Colle, accomunate dalla significativa presenza di un ceto dirigente
relativamente omogeneo occupato nella loro amministrazione
6
. La felice intuizione dell'esistenza di "somiglianza di
alcune serie archivistiche prodotte da enti apparentemente lontanissimi per costituzione e
finalità" prende corpo quale concreta realtà storica dinanzi ad un'attenta analisi dell'intero
complesso archivistico colligiano, dalla quale emerge che l'evoluzione delle prassi
amministrative e documentarie comunali si rifletté specularmente su quelle degli enti controllati
dal Comune stesso. Possediamo infatti nello stesso periodo, con inequivocabile coincidenza di
date, analoghe registrazioni compilate da tutti i camerlengati comunitativi
7
,
gli sviluppi delle consuetudini amministrative dei quali continueranno a marciare in parallelo
fino alla vigilia delle riforme leopoldine. La regolamentazione della gestione del cassone
comunitativo e i provvedimenti successivi, diedero avvio ad un processo di accentramento della
gestione contabile del Comune e dei suoi enti controllati limitandone la tradizionale autonomia
gestionale. Da un punto di vista documentario ciò comportò la tenuta nei Libri del cassone delle
scritture riassuntive dei camerlengati dell'Opera, fino alla loro soppressione e al trasferimento
delle loro competenze ai camerlenghi generali nel 1558
8
. I profondi cambiamenti occorsi all'inizio degli anni Ottanta
del Cinquecento riguardarono anche l'assetto istituzionale dell'Opera che vide il ripristino del
suo camerlengato particolare dietro preciso sollecito dei Nove Conservatori
9
. Dal 1582 fino al 1634, anno quest'ultimo in cui
ripresero in forma autonoma le registrazioni dei 'Libri grossi' dell'entrata e uscita e saldi dei
camerlenghi dell'Opera del Ss. Chiodo, i camerlenghi trascrissero le loro 'ragioni' nei Libri
dell'entrata e uscita degli ufficiali del Comune (I 'Registri del Comune') al pari degli altri
ufficiali comunitativi, ad ennesima conferma dell'osmosi intercorrente fra i due enti
10
. Le entrate utilizzate per la
manutenzione della pieve di S. Alberto derivavano in massima parte dalla riscossione di
importanti cespiti tradizionalmente destinati all'Opera, il tributo detto della 'cera di
sant'Alberto'
11
, la 'gravezza delle arti' cui erano sottoposti tutti gli immatricolati
alle associazioni di mestiere dei cartai, dei lanai e dei calzolai ed infine quanto pagato dagli
eredi dei defunti per la cera e i paramenti utilizzati durante le esequie celebrate nella
pieve
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. A tal proposito gli operai
eleggevano annualmente un sacerdote colligiano quale sagrestano dell'Opera incaricato di prendere
nota nei Libri dei panni e dei ceri dei morti degli assegnatari dei paramenti (i "panni") che non
avessero pagato il dovuto in vista della loro messa a 'specchio'. Negli stessi libri i gabellieri
del Comune, dal 1580 camarlenghi di gabella, provvedevano ad annotare la cera fornita durante le
esequie
13
. Il sagrestano era tenuto come tutti gli ufficiali del comune a
rimettere la propria amministrazione al vaglio dei sindaci, prevedendo le spese necessarie per la
manutenzione della sagrestia che per essere rese effettive dovevano essere state però
preventivamente deliberate dagli operai
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. Al momento del suo ingresso in carica il sagrestano era
inoltre tenuto a redigere insieme ad almeno due operai un elenco di tutti i "paramenti, argenti,
panni et altre cose di sagrestia et della Pieve", trascrivendolo nei Libri degli inventari
dell'Opera conservati in forma autonoma a partire dal 1585
15
. L'entrata in
vigore nel 1776 del nuovo Regolamento della comunità di Colle, ebbe nell'immediato un'incidenza
limitata sull'assetto istituzionale dell'Opera, che continuò ad essere retta da operai, imborsati
ed estratti annualmente in modo autonomo rispetto al nuovo Magistrato comunitativo
16
. Già nel marzo 1781, constatate le difficoltà dell'Opera
"di supplire alle necessarie spese annuali", un sovrano rescritto sancì l'aggregazione della sua
amministrazione a quella della comunità, che avrebbe dovuto a sua volta "supplire alle spese
occorenti nel caso in cui le entrate della medesima [Opera] non [fossero state] sufficienti al
decente mantenimento della Cattedrale". Il medesimo provvedimento soppresse l'ufficio degli
operai affidandone le funzioni al Magistrato comunitativo così come era avvenuto nel 1776 per
l'Opera della Madonna del Renaio
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Il nuovo assetto fu completato con la nomina triennale da
parte del Consiglio generale di un 'provveditore' incaricato della tenuta dei conti
dell'Opera
18
. Fino
alla sua soppressione avvenuta nel 1741, annualmente l'Ospedale di Ricovero destinava all'Opera
un sostanzioso contributo in grano. In quell'anno i beni dell'ente assistenziale colligiani
furono accorpati al patrimonio dell'Ospedale degli Innocenti di Firenze. Nel 1745 i beni
dell'Ospedale di Ricovero furono riuniti a quello di S. Lorenzo di Colle, sancendo l'obbligo di
versare all'Opera gli avanzi annuali di grano. Nel 1769, a seguito dell'alienazione dei beni
dell'Ospedale di S. Lorenzo, gli oneri del mantenimento dell'Opera vennero accollati al Comune
fino al 1789, quando un sovrano rescritto stabilì infine che il Patrimonio ecclesiastico di
Firenze indennizzasse il Comune di Colle destinandogli "tutti i singoli canoni di livelli,
capitali di censi, legati perpetui" delle "soppresse compagnie e luoghi pii riuniti" operanti un
tempo sul territorio colligiano
19
. Sul piano documentario questo cambiamento incise soprattutto in relazione alle
serie deliberative, dal momento che in quelle contabili è riscontrabile una forte continuità sia
negli uffici sia nelle tipologie di registrazione, che dal 1771 si limitavano ai soli saldi dei
vari camerlengati (sottoSerie Saldi di entrata e uscita
dell'Opera del Ss. Chiodo poi Rendimenti dei conti). I 'partiti' magistrali
relativi all'Opera, così come quelli degli altri enti 'riuniti'
20
,
cominciarono ad essere tenuti correntemente nei registri di delibere della comunità, distinti a
margine dall'annotazione "Opera", "Spedale" e così via. Nel Libro
delle deliberazioni egli operai del Ss. Chiodo e del Magistrato comunitativo di Colle relative
all'Opera del Ss. Chiodovennero registrate nel periodo 1782-1795 le sole
delibere del Magistrato relative ad alcune delle funzioni espresse dall'Opera (approvazioni dei
bilanci di previsione, incanti, approvazioni dei 'sodi' dei provveditori, stanziamenti dei vari
legati, nomine dei predicatori dell'Avvento e della Quaresima, condotte dei salariati) mentre nel
coevo registro di delibere comunitative si trovano tutti gli altri 'partiti' ordinari
21
. Le soppressioni occorse a seguito della breve
parentesi francese, furono superate con la Restaurazione, quando il Magistrato comunitativo
riacquisì le competenze relative alla gestione dell'Opera già rivestite fin dal 1782
22
. Nel periodo 1842-1850 le deliberazioni magistrali relative
all'Opera furono verbalizzate in un registro separato rispetto a quelli comunitativi, riprendendo
la prassi già in uso fino alla fine del XVIII secolo (sottoSerie Deliberazioni del Magistrato comunitativo relative all'Opera del Ss. Chiodo).
Nel 1835, dietro pressioni del vescovo di Colle Attilio Fiascaini, venne approvata una riforma
dell'assetto amministrativo dell'Opera destinato tuttavia ad incidere più sul piano
contenutistico della documentazione che non su quello formale: rifacendosi esplicitamente
all'esempio dell'Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, si propose di affidare l'"interno
servizio della chiesa e le spese del culto" ad una deputazione di caonici e "dispensando da
qualunque influenza in sagrestia" l'operaio laico. Questi, in veste di camerlengo, sarebbe stato
così incaricato della sola riscossione delle rendite dell'Opera e della "vigilanza sulla
conservazione e sul mantenimento delle fabbriche della chiesa, delle terre, etc.", destinando ai
canonici le somme necessarie alla gestione di "sacri arredi, cera, soddisfazione di obblighi di
messe e all'andamento della chiesa o sia del culto non meno che al pagamento delle provvisioni al
sagrestano, organista, campanaro e a tutti gli altri impiegati al servizio interno della
Chiesa"
23
. Tale riforma
entrò in vigore a partire dal 1° gennaio 1836 con la superiore approvazione della Camera di
Soprintendenza comunitativa di Siena
24
.
Diciassette anni dopo, nel 1853, con l'approvazione della Prefettura di Siena
25
, venne promulgato un nuovo Regolamento dell'Opera del Ss. Chiodoche manteneva l'impianto
della precedente riforma, distinguendo però rispetto a prima la figura del rettore, insignito del
titolo di 'operaio' e quella dell'"esattore delle rendite e pagatore per mandato", funzione di
cui era ora investito il camerlengo pro tempore della comunità
26
. La specifica competenza di quest'ultimo diede origine ai Registri dei mandati di pagamento e Repertori delle
assegnazioni(1842-1858) e dei Dazzaioli delle
rendite(1859-1865), compilati dal cancelliere comunitatio e conservati solo per
un periodo limitato. La sezione è completata dalla documentazione relativa a quattro lasciti,
l'amministrazione dei quali fu aggregata a quella dell'Opera nell'ultimo quarto del XVIII secolo
(Eredità Buonaccorsi, Eredità Petri, Eredità Ferrosi, Eredità
Francalancia)
27
.
2. Criteri dell'attuale ordinamento
La sostanziale continuità istituzionale dell'Opera esaminata in precedenza, modificata solo dai
cambiamenti occorsi al suo assetto nel 1782, avrebbe forse suggerito l'adozione di una partizione
cronologica della documentazione afferente a questa sezione, basata su di essi. Tale cesura
tuttavia avrebbe finito col rivelarsi trasversale per alcune tipologie documentarie, quali ad
esempio quelle contabili che, come visto, di fatto non risentirono dalle riforme tardo
settecentesche. Per questo motivo si è deciso di mantenere un'unica partizione temporale, che
senza interruzioni corresse dal XVI fino al XIX secolo, provvedendo invece per facilitare la
consultazione dell'inventario a ripartire le documentazione afferente alla sezione in cinque
serie (Regolamenti, Deliberazioni, Inventari, Contabilità, Legati e
lasciti) rispecchianti ciascuna i diversi ambiti di intervento
dell'Opera.
Soggetti produttori:
Opera del Ss. Chiodo, Colle di Val d'Elsa (Siena),
1486 - 1865