Livello: serie
Estremi cronologici: 1591 - 1783Consistenza: 2 unità
Questa piccola serie, presente nell'archivio vicariale, è di particolare
interesse, perché non ha corrispondenti in altri archivi storici comunali del
territorio lucchese.
Si tratta di due registri nei quali sono riportate le
licenze che venivano date per il passaggio degli animali, sul territorio
lucchese, per motivi di pascolo. Si redigeva una nota, estremamente precisa,
delle bestie forestiere da introdurre sul territorio vicariale, in base alla
quale si calcolavano e poi si registravano le riscossioni per il pascolo degli
animali; queste bestie erano chiamate "fidate" poiché libere di transitare e di
pascolare a seguito della "fida" pagata per loro.
Talvolta erano condotte e
guidate dai propri mandriani o dai propri padroni, ma, più frequentemente, da un
"paschiere", ossia un deputato della Vicaria, che aveva il compito di
custodirle. Spesso era proprio costui l'accollatario che aveva ottenuto
all'incanto i pascoli e perciò riceveva la tassa che pagavano i possessori degli
armenti; altre volte, però, la "fida" veniva versata direttamente alla Vicaria.
Le "fide", solitamente, incominciavano a primavera e continuavano nell'estate,
quasi sempre cessavano nell'autunno, al tempo della raccolta delle
castagne.
Il primo registro si riferisce agli anni 1591 - 1630, mentre il
secondo comprende registrazioni dall'anno 1780 all'anno 1783: è evidente che si
tratta di due esemplari che facevano parte di una serie ben più ampia andata, in
gran parte, distrutta.
Riportiamo qui di seguito un interessante esempio di
licenza per estrarre bestie dal territorio lucchese: "(S. C.) Anno nativitatis
Domini 1591, die 5 octobris. Bartholomeus Nannis Talenti de Controno tenore etc
ex ei [...] habuit licentiam extrahendi extra territorium lucense bestias
minutas n. 320, causa pasturandi eo quia solvit debitam gabellam camerario
Vicarie Vallis Lime per apodixam sub n. 179 et promisit eas redire facere in
territorium lucense per totum mensem Maii proxime futurum 1592, ad penam qua in
statutis maioris lucensis gabelle et alia facere ad que tenetur vigore dictorum
et ad penam de qua in eis et propterea obligavit se suosque heredes et bona
omnia sua presentia et futura iure pro quo Bartholomeo et eius precibus
Alexander Bartholomei de Controno sciens etc. sed volens etc. principaliter et
in solidum se eum dicto Barthlomeo obligando solemniter fideiussit etc. promisit
etc. obligavit etc. renuntiantes etc. super quibus etc. rogaverunt etc.
Actum in Comuni Corsene, in domo Vicarie predicte habitationis mei notari iuxta
ab una viam publicam, ad alia palatium domini Commissarii dicte Vicarie, coram
et presentibus Silvestro Baptiste Lene de Balneis, Nannotto Andreae de Vico
testibus.
Ego Jacobus Vecoli notarius publicus Lucensis de predictis
rogatus scripsi"1.