Livello: sezione
Estremi cronologici: 1807 set. - 1814Consistenza: 24 unità
Entro il 15 maggio di ogni anno il consiglio municipale era tenuto a
decretare lo stato attivo e passivo della comunità, da allegare al progetto di
bilancio dell'anno successivo, che veniva sottoposto all'approvazione del prefetto.
Per sopperire alle proprie necessità le comunità avevano ordinariamente a
disposizione i centesimi addizionali che potevano imporre sulle contribuzioni
dirette, oltre alle rendite derivanti dalla locazione dei beni patrimoniali. Il
consiglio aveva inoltre facoltà di imporre dazi sui beni di consumo, istituire la
pesa pubblica e locare i posti sulle piazze, fiere e mercati.
Delle entrate
comunali erano redatti i ruoli affidati, per la riscossione delle entrate stesse, al
percettore municipale che provvedeva anche al pagamento delle spese, sotto il
controllo del «maire». Tra le spese si annoveravano anche quelle relative al
mantenimento delle strade comunali, degli edifici pubblici, dei fossi, acquedotti e
fonti. Tali spese, di carattere ordinario, venivano ripartite, ad opera del
consiglio comunale, tra gli interessati
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