Atti civili del Vicario Regio, poi del Pretore

Livello: serie

Estremi cronologici: 1814 - 1860

Consistenza: 75 unità

Allorché il regolamento del 27 giugno 1814 ripristinò la legislazione pre-francese, in materia giudiziaria i vicari ripresero le loro vecchie competenze, pur con qualche limitazione ¹ . I nuovi vicari regi, durando in carica più anni, al termine del loro mandato, raggrupparono i documenti prodotti in grosse filze, distinguendo spesso fra "Filze di atti civili", contenenti la verbalizzazione delle istruttorie, degli interrogatori, dei dibattimenti; "Filze di lettere sussidiarie", comprendenti la corrispondenza ufficiale di corredo alle cause discusse e "Filze di quaderni" di diversa natura e fine. Tali quaderni o registri riportano per lo più in modo sintetico gli ordini esecutivi emanati dal tribunale vicariale. Si tratta in particolare di registri dei decreti di autorizzazione di donne, giornali di udienza ² , registri dei decreti di assicurazioni di doti, registri delle cartelle d'incanti d'immobili, registri delle disdette coloniche, registri dei precetti, sequestri, intimazioni e comandamenti in merito al pubblico e al privato ³ , giornaletti dei cursori ⁴ , registri dei decreti pettorali ⁵ , registri di accuse del danno dato, registri copialettere. La circolare 6 novembre 1829 ⁶ rivoluzionò il modo di tenere gli atti nei tribunali periferici, disponendo che: "gli atti civili giudiziari debbono classarsi e conservarsi non già per ordine di data, ma per processi, causa per causa; dovendosi riunire in ciascun processo ogni specie di scrittura e di atto della causa respettiva [...]. Dovendosi come sopra nei Tribunali vicariali e Podesterie formar distinto processo di ogni causa e affare comprendendovi qualunque atto relativo, non avranno più luogo nei detti Tribunali il protocollo degli incanti, il registro dei mondualdi, nè quelli delle donazioni, delle emancipazioni, delle assicurazioni delle doti e delle repudie delle eredità, nè le filze delle deliberazioni pettorali scritte in minuta dal giudice, nè la filza delle sentenze originali [...], nè la filza di lettere missive e responsive, anche sussidiarie. [...] Pel giornale di udienza o protocollo delle deliberazioni pettorali, che dovrà tenersi da ciascun Giusdicente, si useranno quaderni di carta bollata, i quali, quando formeranno un sufficiente volume non maggiore di carte cento, saranno riuniti e legati". Si ritorna a filze omogenee per contenuto, con la documentazione completa degli atti di ogni singolo processo. In realtà a San Miniato i vicari continuarono con il vecchio sistema fino al 1837; solo dal 1838 il vicario Luigi Gori, in concomitanza con l'entrata in vigore della riforma giudiziaria che previde la nomina di un cancelliere in sostituzione del vecchio notaio civile, mise in pratica le disposizione del 1829. La conservazione degli atti civili rimase immutata anche dopo l'istituzione del tribunale pretorile, in luogo di quello vicariale.