Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
Menu di navigazione
Home » Visualizza scheda inventario

Colonna con sottomenu di navigazione


Complessi archivistici

Soggetti produttori

Contenuto della pagina


Inventario dell'archivio storico del Comune di Pieve a Nievole (1905 - 1955)

Tipologia: inventario analitico

a cura di Anna Adriani

patrocinio: Provincia di Pistoia - Regione Toscana - Comune di Pieve a Nievole

Pubblicazione: Pisa, Pacini Editore, 2000

Descrizione fisica: pp. 102, cm. 24

Collezione: Beni culturali / Provincia di Pistoia, 15

Numeri: ISBN - 88-7781-323-7

Contenuti:

La Provincia di Pistoia dal 1987, insieme ai Comuni interessati, alla Regione Toscana ed alla Soprintendenza Archivistica, ha dato inizio al programma di riordino ed inventariazione degli Archivi storici.
Gli interventi effettuati hanno riguardato la quasi totalità degli archivi storici comunali del nostro territorio.
L'inventario dell'archivio storico di Pieve a Nievole, mentre aggiunge un nuovo risultato a questo lavoro, richiede anche nuovi compiti.
Si presenta infatti la necessità di dare adeguato spessore e adeguata valorizzazione a questo ricco patrimonio culturale di memoria che i Comuni possiedono, ora disponibile per il pubblico, diffondendone la conoscenza e lo studio presso differenziati segmenti di utenza, al fine di rendere più efficace l'azione di promozione.
A questo fine abbiamo attivato alcuni percorsi didattici negli archivi storici, rivolti agli alunni delle scuole elementari ed agli studenti delle scuole medie. Altri simili strumenti saranno presto editi, fra cui quelli relativi ai documenti conservati presso l'archivio storico di Pieve a Nievole.
Ma soprattutto siamo impegnati in un importante progetto di sviluppo della cooperazione tra le Biblioteche, gli Archivi Storici, i Centri di documentazione della provincia, che si promette di estendere e rendere più efficaci i servizi informativi e di accesso alla documentazione dei nostri istituti culturali.
Intanto la presente pubblicazione restituisce alla comunità di Pieve a Nievole la propria memoria.

Luigi Giorgetti
Assessore alla cultura



Il Comune: territorio ed istituzioni

La Valdinievole, da cui ha ereditato il toponimo anche il Comune di Pieve a Nievole (o Neure), prende il suo nome dal latino "Nébula", da cui poi Nebbia o Nebbiaja: è evidente il riferimento climatico ad un territorio posto in pianura, e quindi vittima di caligini e foschie. Il territorio del Comune di Pieve a Nievole si estende, quindi, al centro della Val di Nievole. L'istituzione del Comune moderno risale al 1905, ma le notizie di un'autonoma comunità di Pieve a Nievole (o Neure), risalgono assai più indietro nel tempo.
La prima notizia diretta è infatti riportata in un documento lucchese del '700, dal quale risulta che la Pieve fu, in quel tempo, sottoposta alla giurisdizione dei vescovi di Lucca, e che successivamente tale giurisdizione fu riconfermata, a discapito di Pistoia.
La pieve di Nievole fu, fino all'anno 1000 circa, punto di riferimento amministrativo, oltre che religioso, per diversi territori intorno, compreso quello della villa di Montecatini. Dal 1260 la situazione si ribaltò a favore della chiesa dipendente della Villa di Montecatini, poiché la Pieve di Nievole risultava assai malsicura ed impoverita dalle continue infeudazioni: da questo momento in poi le vicende istituzionali — ed i relativi documenti — fanno capo a Montecatini Valdinievole, tanto più che dal XIV secolo i vescovi lucchesi sanzionarono definitivamente ed ufficialmente il trasferimento di funzioni. Dell'antico borgo medievale formatosi intorno alla Pieve di San Pietro a Neure non è rimasta traccia: fu infatti distrutto nel 1356 dai ghibellini di Pisa, ed il capoluogo si sviluppò di nuovo solo a partire dal 1530.

Solo nella seconda metà dell'Ottocento, però, il centro, anche per merito della ferrovia costruita nella vallata, ebbe uno sviluppo degno di nota, e quindi in questo periodo, assieme a Bagni di Montecatini, dimostrò tendenze autonomistiche. Entrambi i centri, infatti, finora semplici frazioni di Montecatini Valdinievole, aspiravano a diventare sedi di Comuni autonomi. Fra alterne vicende e laboriose trattative, dopo un primo decreto del 4 febbraio 1897, che istituiva un unico Comune comprendente Pieve a Nievole e Bagni di Montecatini, subito annullato per ricorso degli abitanti di Pieve a Nievole, finalmente nel 1905 (legge del 29 giugno), furono costituiti i comuni di Pieve a Nievole, Bagni di Montecatini e Montecatini Valdinievole 1.
La raggiunta indipendenza non significò affatto immediata tranquillità: i nuovi comuni ereditarono infatti dal vecchio, assieme all'autonomia, debiti ed irrequietudini: uno di essi era clamorosamente favorito dalla presenza delle Terme, ed i confini fra le tre circoscrizioni risultavano tanto vicini fra di loro da apparire per lo più arbitrari e quindi piuttosto precari2.
L'istituzione della nuova Provincia di Pistoia, nei primi mesi del 1927, pur non comprendendo inzialmente la Valdinievole, provocò generale agitazione nella zona, tanto che il Comune di Pieve rischiò di scomparire per essere riassorbito, con quello di Bagni, nell'originario unico Comune di Montecatini Valdinievole. Nel settembre di quell'anno sorse infatti una disputa piuttosto vivace fra il Podestà di Bagni e quello di Pieve, Cav. Giovanni Brunetti.
Mentre il Podestà di Bagni rivendicava una revisione dei confini fra i tre Comuni che avrebbe visto scomparire Montecatini Valdinievole, in gran parte assorbito da Bagni di Montecatini, ed auspicava l'annessione allo stesso Comune della zona di San Marco Vecchio, che al tempo apparteneva a Pieve a Nievole, il Podestà Brunetti propugnava l'accorpamento dei tre Comuni al fine di tornare all'antico Comune unico, con criterio del resto corrispondente a quelli di accentramento tipici dello Stato fascista.
Unica variazione che il Brunetti propose, rispetto al Comune Ottocentesco, fu di spostare a valle la sede comunale, anziché mantenerla in alto, sulla scomoda rocca di Montecatini. È probabile che tale proposta, più o meno velatamente, stesse a significare anche che il Podestà da mantenere dovesse essere quello della sede di pianura, ovvero lui stesso, Cav. Prof. Giovanni Brunetti3.
Sul momento tale controversia non dette alcun risultato: i tre Comuni seguitarono a sopravvivere ognuno per proprio conto, solo di lì a breve, nel 1928, fu annessa alla provincia di Pistoia la Valdinievole, esclusi i Comuni di Montecarlo ed Altopascio, "con grande atto di giustizia storica" 4.
Nel 1934 fu però attuata, a dispetto del Podestà Brunetti, ormai sostituito dal Commissario Prefettizio Rossetti, parte della modifica territoriale a suo tempo ipotizzata dal Podestà di Bagni: vennero infatti spostati i confini fra i Comuni di Montecatini Terme (o Bagni di Montecatini) e Pieve a Nievole, a sfavore di quest'ultimo, nella zona compresa fra il "Botro del Salserino" ed il podere di San Marco Vecchio 5. Il Comune di Montecatini Valdinievole continua, per ora, ad esistere, ma il suo destino è segnato da un pezzo: "si sa che questo Comune si trova finanziariamente in tali condizioni da non avere mai potuto, in questi ventidue anni, presentare un vero bilancio. È vissuto accumulando debiti" (così diceva, già nel 1927, il Brunetti: e del resto la sola cosa sulla quale concordavano sia lui sia il Podestà di Bagni era l'inutilità, se non la dannosità, dell'esistenza del Comune di Montecatini Valdinievole. Resta da indagare cosa ne pensassero gli abitanti e gli amministratori di tale comune)6.
Il Comune di Bagni quindi tornò a fondersi con Montecatini Valdinievole nel 1940, formando così l'attuale Montecatini Terme. Nel 1940 infine si compie anche l'ultimo atto per la riorganizzazione territoriale del Comune di Pieve:in ottobre la frazione di Mezzomiglio viene annessa a Montecatini Terme, mentre a Pieve a Nievole spettano, dall'ex comune di Montecatini Valdinievole, le frazioni di Tegolaia o Forracieca; Poggetto; Fanelli; Villa Gori; Momigliano; Poggio alla Guarda; Vergaiolo; il Pino (in parte) 7: e questo dovrebbe essere l'assetto territoriale che il Comune conserva ancora oggi.

Essendo il Comune di Pieve piuttosto giovane, la storia delle sue istituzioni è relativamente poco complessa, e ricalca in linea di massima le vicende istituzionali dell'Italia nei primi anni del secolo, per cui il cambiamento più traumatico fu l'avvento del fascismo, e, poi, dopo vent'anni, l'istituzione della democrazia parlamentare. Di ciò abbiamo fedele cronaca anche negli atti del nostro Comune: infatti al momento della sua istituzione fu regolarmente eletto il Consiglio e designati Giunta e Sindaco 8, che esercitarono le loro funzioni fino al 25 aprile 1926: da questo momento e fino al 7 giugno il Comune venne commissariato; poi il Commissario Prefettizio fu sostituito dal Podestà, che amministrò il Comune fino al 18 settembre 1943: da questa data, come accadde in tutta Italia durante la Resistenza, il Prefetto venne sostituito da un Commissario Prefettizio fino al giugno 1944, che poi lasciò il posto ad un Sindaco nominato dai CLN dal settembre 1944 al gennaio 1946. Nel 1946, dopo una breve parentesi che va da febbraio a maggio in cui il Comune fu di nuovo commissariato (il tempo di preparare le prime elezioni democratiche della Repubblica), venne nominato un nuovo Sindaco, e finalmente nell'ottobre-novembre 1946 ricominciarono a deliberare Consiglio e Giunta democraticamente eletti. E di particolare interesse per questi cambiamenti istituzionali, oltre a quanto si evince a questo proposito dai registri delle deliberazioni di Consiglio e Giunta, anche quanto è documentato dal carteggio: per il periodo che va dal 1944 al 1947 è piuttosto ben documentato il passaggio di poteri (per niente facile o indolore) dai vecchi ai nuovi amministratori, passando per le mani degli Alleati9.
Altre notizie interessanti sulla amministrazione del Comune sono quelle relative alla istituzione del Catasto, nel 1908 10, e la sua successiva modificazione nel 1935 e poi nel 1950-53 11; e la ovvia esistenza di regolari censimenti della popolazione dal 1901 (documentazione della frazione di Pieve a Nievole ereditata da Montecatini) al 1951 con regolare cadenza decennale 12. Infine, a parte, c'è da segnalare la vicenda delle Istituzioni di Carità, per la quale tuttavia si rimanda all'introduzione alla serie specifica.

L'archivio

Da quanto esposto precedentemente, risulta evidente che per tutta la documentazione precedente al 1905 (salvo alcune eredità del Comune di Montecatini passate a quello di Pieve e Nievole, via via segnalate in inventario), si deve far riferimento alla storia ed alla documentazione del Comune di Montecatini Terme. L'esigenza di riordinare ed inventariare il materiale dell'Archivio Storico del Comune di Pieve a Nievole è sorta essenzialmente dal fatto che la documentazione, al tempo del mio intervento, giaceva in un locale del Comune di Pieve a Nievole, in condizioni di conservazione per la verità piuttosto precarie. Si potevano infatti intravedere le tracce di un precedente ordinamento, con tanto di cartellinatura: ed in effetti, dopo alcune ricerche, si è trovato anche un elenco dattiloscritto risalente alla metà degli anni '80. Tuttavia detto ordinamento era stato sepolto sotto la massa di carte che il Comune ha prodotto negli ultimi 10 anni, che via via erano state riposte nel magazzino senza seguire, in verità, l'ordine costituito13.
Prima di tutto, quindi, ho dovuto individuare, all'interno del magazzino del Comune, tutta la documentazione degli anni fra il 1905 ed il 1955 (anno scelto come termine dell'archivio storico, dato che il lavoro di riordino è iniziato nel 1995), e, una volta individuato il materiale, questo è stato trasportato in una sede più idonea, presso la Biblioteca Comunale, dove ha trovato scaffali ed ambienti adatti.
Una volta portato in questa sede, il materiale è stato sottoposto a schedatura analitica, secondo le regole dettate dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana 14, e nel corso di questo lavoro mi sono resa conto che alcune serie fondamentali erano del tutto assenti.
In seguito quindi ad ulteriori ricerche, ho potuto verificare che non tutto il materiale dell'Archivio Storico era conservato nei magazzini del Comune, ma che alcune fra le serie più importanti erano custodite negli uffici. Si tratta delle serie: VI Liste di leva; VII Ruoli matricolari; VIII Registri degli atti di nascita ed indici annuali; IX Registri degli atti di matrimonio ed indici annuali; X Registri degli atti di morte ed indici annuali; XI Registri degli indici decennali degli atti di nascita, matrimonio e morte; XXIII Licenze edilizie.
Nel corso del mio lavoro mi sono resa conto inoltre che il materiale d'archivio è stato sottoposto a più di un rimaneggiamento, nel corso dei suoi 90 anni di vita: di alcuni di questi è rimasta documentazione nell'archivio stesso, altri interventi sono invece solo deducibili da tracce indirette lasciate nella documentazione.
Andando per ordine, comunque, l'archivio stesso ci racconta le sue vicende in maniera esplicita per ben due volte: la prima, nel 1919, quando nel giugno viene affidato il riordinamento a Francesco Natucci15: ed in effetti va detto che, dal 1905 al 1919, il Carteggio stesso appare ben ordinato, con fascicoli che suddividono le classi compilati con la stessa calligrafia (presumo quella del Natucci).
Il successivo intervento è segnalato nel 1936 16: viene nominata, con decreto del Prefetto della Provincia di Pistoia, una commissione per lo scarto straordinario degli Atti d'Archivio degli uffici governativi della Provincia di Pistoia, composta da più di cinquanta nominativi.
Il Comune di Pieve a Nievole scartò, in quell'occasione, ben "7 balle peso lordo Kg 159,500", fra cui compaiono anche non meglio specificati "Registri delle elezioni politiche amministrative 1914-1923"; "Registri inventari, vecchi"; "Incartamento richiamati alle armi 1915-1918"; "Manifesti diversi"; "Cartaccia varia, e cioè carta da cestini, manifesti, buste, ecc.". Cosa si possa nascondere dietro a tali descrizioni va, credo, al di là della più fertile immaginazione.
Sappiamo inoltre che, dopo questi interventi di cui ci parlano le carte d'archivio, che ne sono stati certamente almeno altri due: uno, nel 1963, teso a stendere un elenco di consistenza, peraltro scarsamente attendibile, che dette luogo ad uno scarto "limitato agli atti informi o duplicati, lasciando intatto il carteggio", e che adottava un criterio puramente cronologico 17. Alla fine degli anni Ottanta vi fu un nuovo ordinamento, con inventario che giunge fino al 1986, che, dietro una facciata apparentemente ordinata, nascondeva diverse sorprese che ho via via scoperto nel corso del mio lavoro, e di cui rendo conto nelle introduzioni alle singole serie.
Da notare, in questa sede, che alcune serie del presente inventario sono senza dubbio delle filiazioni che originariamente dovevano trovare posto nel Carteggio: per la loro esiguità, e complessivamente per la loro scarsa autonomia rispetto al carteggio, avrebbero dovuto continuare a farne parte.
Tuttavia, vuoi per esigenze di qualche particolare ufficio, vuoi per l'intento di qualche ordinatore, ne sono state estrapolate, ed ormai non possono più tornare a farne parte. Esse sono:

Serie Denominazione Cat. di probabile appartenenza
V Leva: Sussidi militari VIII
XXI Imposte e tasse V
XXII Elettorale I, VI
XXIV Lavori pubblici X
XXV Sanità e assistenza IV
XXVI Pubblica Istruzione IX
XXVII Esercizi Pubblici XI, XIV
XXVIII Personale X


Infine, a ben osservare la documentazione stessa ed il suo assetto attuale, possiamo facilmente intuire che l'Archivio ha subito, nel corso della sua storia, alcune mutilazioni, anche se non è possibile precisarne l'entità o l'epoca. È infatti piuttosto sospetta la scarsità di documentazione di alcune serie (ad esempio serie XXII, elettorale, non certo molto rimpinguata dal materiale delle cat. I e VI del carteggio), ed inoltre nel carteggio sono state più volte impiegate buste o fascicoli che recano sul verso l'indicazione di una categoria diversa da quella a cui attualmente sono assegnate, e di un anno antecedente: di tale categoria in tale anno non rimane oggi più alcuna traccia. Si tratta evidentemente di fascicoli o buste "riciclate": sul destino del contenuto documentario sono possibili varie ipotesi, ma la sola certezza è che esso oggi non esiste più.

La riorganizzazione di tutto questo materiale ha dato quindi luogo ad un inventario composto di ventinove serie, quasi tutte aperte, in modo da poter accogliere anche il materiale relativo ad ognuna oggi conservato nell'archivio di deposito. Ogni serie è introdotta da un breve cenno sulla organizzazione, il contenuto e i problemi emersi durante la sua costituzione, e merita comunque sottolineare che ho sempre cercato di mantenere il mio intervento nei limiti del rispetto di un materiale che già aveva subito molte mutilazioni, e che non meritava altri maltrattamenti: quindi ho cercato, quando è stato possibile, di mantenere l'organizzazione originaria delle serie; quando invece questa era stata del tutto cancellata da interventi e scarti probabilmente eccessivi, mi sono limitata a catalogare e riordinare il materiale, lasciandolo nell'ordine in cui l'ho trovato, senza cercare di ricostruire un'impalcatura ormai del tutto crollata.

I testi qui di seguito elencati sono tutti quelli che sono stati utili per un orientamento generale nella storia del Comune e delle sue istituzioni, ed anche per la guida teorica nel corso del lavoro di riordinamento e di schedatura. E ovvio, comunque, che la fonte più autorevole per ricostruire la storia del Comune è stata l'Archivio stesso, che contiene ancora molte notizie che in questa sede non ho potuto sfruttare.

A. Antoniella, L'Archivio comunale postunitario, Firenze, 1983.
Gli Archivi comunali della Provincia di Pistoia, a cura di E. Insabato e S. Pieri, Firenze, 1987.
P. Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983.
V. Biotti, Argomenti di archivistica teorica: lezioni presso la scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato di Firenze, Firenze, 1987.
E. Lodolini, Archivistica: principi e problemi, Milano, 1983.
Notizie degli Archivi Toscani, I, in "Archivio Storico Italiano" CXIV (1956), fascicoli 427- 428 (Voci: Pieve a Nievole e Montecatini, a cura di R. Ristori).
S. Pieri, Toponomastica della Valle dell'Arno, Roma, 1919.
E. Repetti, Dizionario geografico fisico della Toscana, Firenze 1833-1845, (Voci Pieve a Nievole e Montecatini).
La Toscana e i suoi Comuni: storia, territorio, popolazione e gonfaloni delle libere comunità toscane, a cura di: Regione Toscana, Firenze, 1975 (Voci: Val di Nievole, Pieve a Nievole, Montecatini).
A. Zuccagni Orlandini, Atlante geografico, Firenze, 1832 (Voce: Montecatini).

Avvertenze
Tutte le intitolazioni originali sono state normalizzate, salvo specifiche indicazioni date nel corpo dell'inventario. Lo stesso criterio si è seguito per le date.
ACP = Archivio Comunale di Pieve a Nievole





Codifica:
Sabrina Gallo, maggio 2015
Paolo Santoboni, revisione, giugno 2015