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Colletta universale

Livello: serie

Estremi cronologici: 1694 - 1746

Consistenza: 9 unità

Il 28 giugno 1692, in esecuzione del benigno rescritto di S.A.S. del 21 giugno, i "Deputati sopra la nuova Colletta universale" fecero bandire un editto 1 con cui si specificavano gli scopi della nuova tassa contingente e straordinaria da ripartirsi su tutti i cittadini in base al reddito. La contribuzione doveva essere pagata in due rate (gennaio e luglio) nelle mani dei camarlinghi appositamente deputati. Responsabili di vigilare sulla corretta applicazione dell'editto e della giusta riscossione della colletta furono nominati i giusdicenti civili nelle loro rispettive circoscrizioni. Stante la persistenza dei motivi che avevano indotto il Granduca alla richiesta della colletta universale e delle altre tasse minori, l'imposizione da contingente divenne ordinaria e talvolta aggravata da altre "imposizioni universali", calcolate con gli stessi parametri della colletta ma con tassi impositivi molto più alti, quando le necessità economiche dello stato si facevano più impellenti. Le collette universali, dopo reiterati rinnovi e correzioni 2 , furono definitivamente abolite, in concomitanza con la riorganizzazione delle finanze statali, nel 1726 3 . Anche per la colletta universale furono messi in atto tutti quei meccanismi che pochi anni prima erano stati istituiti per la tassa del macinato. Il cancelliere comunitativo fu il coordinatore e il referente principale di questa tassa, contribuendo alla stesura dei documenti (deliberazioni dei deputati, reparti, dazzaioli, saldi) e al controllo della corretta attuazione delle procedure; appositi deputati deliberavano in merito alla ripartizione della tassa e ne stabilivano i reparti; un apposito camarlingo provvedeva all'esazione. I documenti conservati nell'archivio di San Miniato sono relativi a tutto il territorio della cancelleria (città e podesteria di San Miniato, comunità di Cigoli, comunelli di Stibbio e Montebicchieri).