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Tassa prediale e dazio comunitativo

Livello: serie

Estremi cronologici: 1815 feb. 28 - 1820 gen. 22

Consistenza: 10 unità

Il regolamento comunitativo del 1816 introduceva a livello fiscale delle importanti novità con l'abolizione della tassa di redenzione e l'istituzione di una tassa prediale, basata sui beni immobili1.

Il gettito annuo della tassa fu stabilito in 4.200.000 lire, equivalente all'ammontare dell'abolita tassa di redenzione, la tangente dovuta da ciascuna comunità doveva essere determinata e poi notificata dal Soprasindaco e Sovrintendente generale delle comunità e il reparto fissato doveva rimanere in vigore fino all'introduzione del nuovo catasto2; con lo stesso reparto doveva anche essere distribuita tra le comunità la spesa occorrente per tale operazione3.

Per riscuotere la tassa il cancelliere doveva formare un dazzaiolo con i nomi dei possessori dei beni immobili della comunità, tra questi doveva essere ripartita la tangente di tassa attribuita alla comunità, che il camerlingo doveva poi pagare direttamente alla Depositeria, bimestre per bimestre4.

La quota di tassa prediale spettante ad Ortignano fu fissata in lire 2000 con l'aggiunta di altre 34 lire per le spese del nuovo catasto5.

Su questa tassa la comunità poteva aggiungere una quota per le proprie spese, che doveva essere deliberata dal magistrato e approvata dalla Camera di sovrintendenza6, tale aggiunta veniva a sostituire l'antico dazio dei possidenti e infatti fu chiamata tassa prediale e dazio comunitativo. Negli anni successivi andò avanti il progetto del nuovo catasto e nel 1825 fu creato il "Dipartimento" incaricato della "Conservazione del catasto e della Direzione di acque e strade"; infine col regolamento del 1829 furono emanate le regole e determinate le tariffe7.

A Ortignano il nuovo catasto entrò in vigore il I gennaio 18348 insieme a quello di Poppi e di altre comunità.