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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Lanificio Cascesi

Livello: subfondo

Estremi cronologici: 1500 - 1630

Consistenza: 26 unità

Nell'archivio della comunità, insieme ai libri dell'ospedale, si trovano anche quelli di una delle più importanti famiglie di Poppi, quella dei Cascesi. Nel 1632, infatti, Bernardo di Valerio Cascesi, ultimo esponente in linea maschile, lasciò per testamento, rogato 11 settembre da Scipione Mannucci da Poppi, tutti i suoi beni all'ospedale.

La famiglia Cascesi era stata fino al momento della sua estinzione una famiglia molto importante, proprietaria di botteghe in cui si lavorava la lana e una delle maggiori nel possesso della terra1, era stata sempre presente con suoi membri negli uffici più importanti della comunità, come mostrano le tabelle delle frequenze di Giovanna Benadusi2 per esempio dal 1448 al 1556 aveva occupato la carica di gonfaloniere con suoi uomini per trentacinque volte e ben sessantuno nel periodo successivo fino al 1632.

I ventiquattro registri che ci sono pervenuti sono libri di debitori e creditori e di entrata e uscita, che iniziano nel 1500 per mano di Giovanpietro di Giovanni e continuano poi con il figlio Giovanni e il figlio di questi Valerio per tutto il secolo e terminano nel 1630 con i figli di quest'ultimo Giovanni e Bernardo, pochi anni prima della data del testamento.

Le notizie del testamento si trovano in un registro dell'Opera degli ospedali in cui è scritto "Questo libro intitolato debitori e creditori è dell'Opera degli Spedali di Poppi concernente solo l'eredità utili et effetti della buona memoria del sig. Bernardo del sig. Valerio Cascesi dal quale detta Opera fu istituita erede per testamento rogato per Scipione Mannucci da Poppi sotto dì 11 settembre dell'anno 1632"3.

Dal testamento sappiamo che il sig. Bernardo aveva lasciato usufruttuario di questa stessa eredità un nobile fiorentino, Bernardo Guasconi, cugino per parte di madre4, che si accordò con l'Opera su un usufrutto di 40 scudi (di lire sette per scudo) l'anno, lasciando alla stessa Opera tutta la gestione dei beni. Più difficile fu, invece, l'accordo con Mario Soldani, figlio di Ippolita di Giovanni Cascesi, che rivendicava diritti su tale eredità e con cui si arrivò ad un accordo solo nel 16545.

Negli inventari del 1840 e del 1859 i registri dell'Eredità Cascesi si trovano descritti insieme ai pezzi dell'ospedale, in quello del 1803, invece, i due piccoli archivi sono distinti, soluzione che si è adottata, come più corretta, anche nella presente inventariazione.