Livello: serie
Estremi cronologici: 1830 - 1865Consistenza: 74 unità
L'imposizione del fiume Arno aveva per base una descrizione esatta dei nomi
				di tutti i possidenti che avessero beni in prossimità del fiume
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. Tale descrizione era corredata da una
				pianta o «cartone» che indicava tutte le parti della pianura soggette ad essere
				danneggiate dal «trabocco e disalveazione delle acque o dalla rottura dei ripari».
				Così le imposte erano ripartite fra i proprietari, in proporzione al danno che i
				loro possessi avrebbero potuto ricevere dalle eventuali piene del fiume. Sulla base
				di questa pianta veniva formato il reparto, l'esattezza del quale era garantita da
				un ingegnere idraulico nominato al fine di controllare, ed eventualmente
				rettificare, la pianta. Nel novero di tutti i proprietari di fondi venivano poi
				eletti dei rappresentanti che andavano a formare la Deputazione incaricata di
				amministrare i proventi dell'imposizione. Essa nominava un camarlingo, scelto sempre
				tra i possessori di beni, che provvedeva all'esazione dell'imposta. Il ricavato era
				impiegato nel pagamento dei lavori di mantenimento, riparazione o ricostruzione
				ritenute indispensabili dalla Deputazione, ed era regolata dalle stesse norme
				seguite per la riscossione delle imposte commutative. Come avveniva per la comunità,
				il camarlingo era tenuto ogni anno a presentare un rendimento di conti della sua
				amministrazione al giusdicente locale, con l'intervento della Deputazione e del
				Cancelliere commutativo.