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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Tassa del macinato

Livello: serie

Estremi cronologici: 1700 - 1808

Consistenza: 24 unità

Tale tassa fu istituita per la prima volta nel 1552 come "gabella delle farine", a carattere transitorio e da pagarsi al momento della molitura, allo scopo di sopperire alle spese militari del Granducato. Divenne successivamente, nel secolo XVII, una imposizione di carattere personale che colpiva pressoché tutti gli individui e che veniva assegnata per contingenti alle comunità. Una apposita deputazione, eletta in ciascuna comunità, provvedeva alla ripartizione della tassa fra i residenti, sulla base sia delle denunce delle "bocche" da parte dei capifamiglia, sia delle operazioni di verifica e di controllo effettuate dai messi comunitativi. Una volta compilato il reparto annuale della comunità, in cui ad ogni famiglia veniva associata una classe di reddito, il cancelliere compilava il dazzaiolo e lo consegnava al camarlingo eletto dalla deputazione e incaricato della riscossione in tre rate annuali 1 .
I reparti consistono in registri che riportano i dati anagrafici dei capifamiglia, la loro professione, la classe di appartenenza, il numero delle bocche componenti ciascun nucleo familiare ed infine la quota di tassa da pagare; non mancano indicazioni aggiuntive sulla presenza o meno nelle famiglie di neonati, minorenni ed ecclesiastici. In calce all'elenco di ogni parrocchia sono riportati i nominativi dei "miserabili" non soggetti a tassazione.
Per quanto riguarda Montale, risulta dalle unità documentarie dell'archivio che l'esazione della tassa di macine era affidata a camarlinghi particolari, uno per ciascun popolo, e ciò fino al 1790. Essi presentavano il saldo delle entrate e delle uscite dopo che due appositi deputati (o, talvolta, quattro: si veda l'unità n. 112) avevano provveduto alla ripartizione della tassa e alla revisione finale del saldo stesso, che era esibito davanti a due testimoni e rogato dal cancelliere. L'ammontare della tassa era da consegnare alla Cassa delle Farine di Firenze e per essa al camarlingo generale di Podesteria, dopo aver effettuato alcune detrazioni che riguardavano il salario per i deputati, per il camarlingo e per i messi e gli eventuali defalchi delle bocche applicati ai contribuenti per motivi diversi (poste doppie, decessi, errori di mero fatto, cambiamenti di residenza).
Il motuproprio del 9 marzo 1789 2 riformò l'amministrazione della tassa di macine, che venne affidata ai Magistrati Comunitativi, i quali ne versavano l'importo alla Camera delle Comunità di Firenze. Le portate delle bocche dovevano essere esibite al cancelliere, che approntava il dazzaiolo e lo consegnava al camarlingo comunitativo. Furono aboliti i camarlinghi particolari e anche l'ufficio dei deputati, in quanto il citato motuproprio elencava le otto classi tra le quali doveva essere fatta la ripartizione e i vari gruppi di contribuenti che a ciascuna classe dovevano essere ascritti. Gonfaloniere e Priori erano incaricati della pratica attuazione delle direttive in materia, con l'eventuale ausilio di un deputato da essi appositamente eletto, che aveva il compito di assumere informazioni sullo stato economico delle famiglie. Dal 1789 al 1802, quindi, chi ricopriva l'ufficio di camarlingo si occupava dell'esazione sia della tassa di macine sia del dazio dei possidenti.
Nel 1802 3 una nuova riforma tolse ai Magistrati Comunitativi e ai camarlinghi comunitativi l'amministrazione di questa tassa, che fu affidata di nuovo al cancelliere e a uno o due deputati, per ciascuna comunità, da eleggersi per un anno e riconfermabili. Per l'esazione di essa fu prevista l'elezione di un apposito camarlingo. Con questa legge, che manteneva la figura dell'informatore, le comunità persero l'emolumento del 5% loro assegnato dal motuproprio del 1789 e fu altresì annullato l'abbuono di 1 soldo per lira di cui quei contribuenti che pagavano in anticipo l'intero importo avevano fino ad allora usufruito. Il nuovo camarlingo particolare della comunità percepiva il 2% sopra l'incasso annuo della tassa.
Così come i dazzaioli del dazio dei possidenti, i dazzaioli della tassa del macinato servivano per la registrazione, a fronte di ciascuna posta scritta dal cancelliere, delle riscossioni esatte dal camarlingo.