Livello: serie
Estremi cronologici: 1678 - 1805Consistenza: 191 unità
Nell'archivio di Greve sono presenti molti documenti redatti dal
cancelliere residente a Figline che aveva competenza sul territorio di Greve e su
quello di Reggello. La presenza del cancelliere in tutto il territorio del dominio
fiorentino era giustificata dalla necessità di garantire un controllo efficace
continuo e diretto sulla vita economica delle comunità, in funzione di un efficiente
prelievo fiscale a vantaggio dello stato centrale. A partire dalla seconda metà del
XVI secolo, la presenza delle cancellerie del Magistrato dei Nove si estende
gradualmente rispondendo a necessità pratiche senza uno specifico progetto normativo
che la giustifichi, fino a coprire tutto il territorio del dominio fiorentino, come
una rete
1
. In
archivio a Greve sono conservati i documenti delle imposizioni fiscali che venivano
redatti dal cancelliere risedente a Figline e poi da questo affidati per la
riscossione, popolo per popolo, al camarlingo. Oltre ai saldi dei popoli presenti
dall'inizio del XVI secolo, veniva esercitata la riscossione delle decime, del
decimino e testanti, e dei possidenti. Sono inoltre presenti i documenti fiscali
della tassa di macine e quelli della colletta universale e della tassa delle bestie
del piè tondo per i quali sono stati istituiti per ciascuno un apposito fondo. La
tassa di macine inizialmente doveva riguardare soltanto chi portava grano a macinare
ai mulini ed essere riscossa dai mugnai che diventavano così i primi esattori e
amministratori della tassa ma attraverso una circolare del 1678, essa venne
trasformata in imposizione "ad personam", pertanto tutti i cittadini venivano
assoggettati alla tassa, ognuno proporzionalmente alla propria condizione
economica
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. Trattandosi di una tassa statale, i cui proventi dovevano
necessariamente essere rimessi a un ministero centrale (ufficio delle farine), il
cardine e il referente periferico per gli uffici fiorentini era un cancelliere a cui
vennero demandate molteplici funzioni e responsabilità. In considerazione del fatto
che l'unità territoriale per la riscossione della tassa era la podesteria di
Figline, inizialmente ne venne incaricato il cancelliere che vi risiedeva. Per
questo è presso il suo archivio che sono conservati tutti i documenti che permettono
di seguire l'iter della sua riscossione, dai registri delle borse dei deputati, a
quelli delle portate delle bocche fino ai saldi dei camarlinghi. Data la mole di
lavoro che la riscossione della tassa imponeva al cancelliere, esattamente come nel
caso di altre cancellerie, anche presso quella di Figline si registra la presenza
continua fin dal 1678, anno della riforma, almeno di un apposito cancelliere
incaricato della riscossione della tassa del macinato. Dai registri presenti a Greve
emergono i nomi dei cancellieri Carlo Fabbroni di Marradi presente dal 1678 al 1703,
Giuseppe Falconi da Radda per il periodo 1703-1712, e ancora Antonio Maria del
quondam Alfonso Protonotari di Pianetto di Romagna dal 1679 al 1729 e Giuseppe
Laurenti dal 1729 al 1773. Tutta l'intera e complicata impalcatura su cui poggiava
la riscossione della tassa fu demolita con le riforme leopoldine e già dal 1774
viene abolito l'apposito cancelliere del macinato assegnando le sue funzioni al
cancelliere comunitativo.
Durante il riordino dell'archivio è stata fatta la scelta di mantenere
unita tutta la documentazione della tassa di macine in un unico fondo i cui limiti
territoriali coincidono con il territorio soggetto al giusdicente civile di Figline.
I documenti sono stati ripartiti per tipologia documentaria tra deliberazioni, saldi
e dazzaioli e, al loro interno, suddivisi tra quelli prodotti dal cancelliere della
tassa del macinato anteriormente alle riforme leopoldine, e quelli prodotti dal
cancelliere posteriormente.