Il camarlingo era responsabile in solido della amministrazione delle
entrate e delle uscite e, al termine del suo mandato, di durata annuale, era tenuto
a rendere ragione del suo operato. I libri dei saldi, riveduti ed
eventualmente corretti, venivano sottoscritti dal cancelliere, dal giusdicente in
carica e dai ragionieri del magistrato dei Nove Conservatori a cui erano inviati per
ottenere l'approvazione. Le uscite erano costituite dalle somme impiegate per il
pagamento delle spese di gestione degli uffici, dei salari, per la manutenzione di
edifici e strade, per i versamenti delle imposte al governo centrale; le entrate
erano date dalla riscossione di canoni di livelli e censi.