Con motuproprio del 4 settembre 18471, il granduca Leopoldo II dispose l'istituzione di una Guardia
civica, che doveva collaborare con le milizie granducali per garantire la sicurezza
pubblica in caso di disordini e per la cui organizzazione vennero emanati specifici
regolamenti2. Della Guardia erano
chiamati a far parte tutti i cittadini abili di età compresa tra i diciotto e i
sessanta anni, ad eccezione di ecclesiastici, militari, appartenenti ai ruoli
amministrativi e giudiziari e di chi aveva subito condanne penali. Per l'aspetto
militare essa dipendeva dal Ministero dell'interno ed era organizzata in battaglioni
e compagnie di stanza nelle diverse comunità su tutto il territorio toscano. Gli
ufficiali superiori e i comandanti di battaglione erano nominati dal sovrano che
designava anche i comandanti di compagnia e gli ufficiali sottoposti. Le comunità,
su cui gravavano le spese di acquartieramento e di gestione, furono coinvolte in
particolare nelle operazioni di reclutamento e di formazione dei ruoli dei militi,
affidate ad apposite deputazioni presiedute dal gonfaloniere. Nel 1849 la Guardia
civica fu trasformata in Guardia nazionale dal Governo provvisorio della
Toscana3, che provvide alla sua riorganizzazione e anche alla sua
mobilitazione nel corso degli eventi bellici, che caratterizzarono il periodo; essa
fu definitivamente sciolta nel 18514, con la fine del governo provvisorio. Nel
luglio 1859, infine, il secondo governo provvisorio, insediatosi da qualche mese,
istituì una nuova Guardia nazionale per il mantenimento della sicurezza
pubblica5. Essa fu organizzata con criteri analoghi a quelli della Guardia
civica, e la sua gestione economica ricadde ancora una volta sulle comunità. Nel
1860, infine, venne esteso alla Toscana l'ordinamento della milizia civica del Regno
di Sardegna, cui venne ricondotta l'organizzazione della Guardia nazionale, che
venne soppressa solo nel 1867. In particolare in ambito comunitativo risultarono
attivi un consiglio di ricognizione, cui era affidata la formazione dei ruoli dei
militi in servizio attivo e di quelli della riserva, e un consiglio di disciplina
che decideva i provvedimenti da adottare in caso di infrazioni. La documentazione
compresa nella serie si riferisce sostanzialmente all'organizzazione della Guardia
nazionale dal 1860 al 1867, mentre è presente una sola unità archivistica,
composita, riferibile alla gestione della Guardia civica tra il 1847 e il 1851.