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Lega di Decimo poi di San Casciano a Decimo

Sede: San Casciano in Val di Pesa (Firenze)

Date di esistenza: secc. XIV prima metà - XVIII

Intestazioni: Lega di Decimo poi di San Casciano a Decimo, San Casciano in Val di Pesa (Firenze), secc. XIV prima metà - XVIII

Contesto istituzionale:

Nella prima metà del XIV secolo la Repubblica fiorentina operò una riforma con l'obiettivo di uniformare, dal punto di vista organizzativo, il territorio assoggettato tramite l'istituzione di leghe, circoscrizioni amministrative che accorparono e sostituirono gli antichi popoli e pivieri di origine ecclesiastica. L'organizzazione della terra di San Casciano fu il risultato dello sforzo, compiuto dal comune di Firenze, di dare un assetto uniforme ai territori del dominio, attraverso la struttura delle leghe. A partire da questo momento Firenze fu costantemente rappresentata sul territorio da un magistrato che svolse compiti diversi a seconda dei diversi momenti storici. Le leghe, associazioni di più popoli e pivieri, non ebbero solo una funzione amministrativa e di esazione fiscale, ma anche una funzione militare e di controllo dell'ordine pubblico.1

Alla articolazione del territorio in leghe ben presto si affiancò un'ulteriore articolazione territoriale in podesterie e vicariati. Per lunghi periodi tuttavia la sovrapposizione tra le diverse magistrature e organizzazioni locali, comune, lega, podesteria fu notevole e per questo indistinguibile è il rapporto con le carte e la responsabilità di produzione delle varie serie.

La presenza di magistrature locali in epoca antica non è testimoniata direttamente dai documenti conservati nell'archivio comunale che risalgono al massimo alla metà del XV secolo. Ma, dalla documentazione conservata nei fondi dell'Archivio di Stato di Firenze, si ricava la storia dei secoli precedenti relativi anche a questo territorio del contado fiorentino.


Storia amministrativa:

La Lega istituita anticamente nel territorio di San Casciano si denomino Lega di Decimo e nel 1332 risultò costituita da due plebati: quello di Decimo, articolato in una pieve e 14 popoli tra cui San Casciano, e quello di Campoli composto da 15 popoli.1

Quasi contemporaneamente, nel 1376, la Republica Fiorentina istituì la Podesteria di San Casciano a Decimo nominando un podestà con attribuzioni di giustizia civile e danno dato sui territori della Lega di San Casciano a Decimo e della Lega di Campoli.2 In realtà il podestà svolse per un lungo periodo anche compiti di carattere amministrativo e i suoi atti si compenetrano con quelli della Lega unitamente ai quali si trovano conservati e pertanto descritti.

Già dalla metà del XV secolo la Lega risulta suddivisa in due leghe distinte e autonome: la Lega di Decimo e quella di Campoli, regolamentate da differenti statuti.3

Dallo statuto del 1442 della Lega di Decimo si apprende che ogni anno il comune provvedeva alla nomina di un sindaco maggiore, un gonfaloniere, cinque pennonieri e nove consiglieri. Quattro pacieri e conciliatori, uno per quartiere, erano incaricati di risolvere le varie controversie che potessero nascere tra gli abitanti.

I castaldoni erano tenuti a visitare una volta al mese tutto il territorio di San Casciano, sempre accompagnati dal notaio del podestà, per controllare i pesi e le misure che venivano utilizzati nei commerci e multare chi non utilizzasse pesi e misure regolarmente segnati; controllavano anche le mura e le torri della città.

Un notaio, originario della città di Firenze o del suo contado o distretto, iscritto all'arte, veniva nominato ogni 6 mesi con l'approvazione dei Priori delle arti, del Gonfaloniere di giustizia e dei Dodici Buonuomini di Firenze. Il notaio affiancava il capitano provvedendo, sul lato amministrativo, a pagare l'estimo a Firenze.

Nel XV secolo la comunità era amministrata da un Rettore o Camarlingo che rendeva conto della sua gestione a quattro Sindaci e ad un pubblico Notaio.

Con la metà del XVI secolo la Lega fu divisa in due diverse amministrazioni. La lega di Decimo fu denominata di San Casciano a Decimo e risultò composta da 28 popoli e divisa nei quartieri di S. Cecilia, S. Giovanni, S. Pancrazio, S. Cristina.4 Ogni quartiere era rappresentato da quattro Consiglieri.