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Inventario dell'archivio storico comunale di Lastra a Signa (1531 - 1944)

Contributo alla storia delle istituzioni locali in Toscana

Tipologia: inventario analitico

a cura di Carlo Fantappiè

patrocinio: Cassa di Risparmio di Firenze

Pubblicazione: Firenze, All'insegna del Giglio, 1987

Descrizione fisica: pp. 226, ill. 2 b/n

Collezione: Biblioteca dell'Assessorato alla Cultura, 5

Contenuti:

Con la pubblicazione dell'Inventario dell'Archivio Storico, il comune di Lastra a Signa porta a compimento l'opera di salvaguardia del proprio patrimonio documentario, rendendo disponibile alla consultazione degli studiosi e del pubblico.
Abbiamo intrapreso questo lavoro con la coscienza che la salvaguardia della memoria storica del Comune in quanto istituzione, e della Comunità che essa rappresenta, costituisce un ambito specifico e rilevante della attività amministrativa.
Le carte dell'Archivio Storico e la loro libera consultazione da parte del pubblico, costituiscono un deterrente contro ogni tentativo di manipolazione della memoria della nostra Comunità, dunque esse sono uno strumento importante di controllo democratico.
A Carlo Fantappié dobbiamo un ringraziamento particolare, non solo per la sensibilità culturale e la grande perizia tecnica con la quale ha svolto il lavoro di riordino dell'Archivio ma anche per gli ampi interventi di storia delle istituzioni contenuti nel volume, grazie ai quali l'inventario dell'Archivio Storico Comunale di Lastra a Signa trascende il significato locale per rappresentare uno strumento importante per lo studio della storia istituzionale della Toscana.

Il Sindaco L'Assessore alla Cultura
Carlo Cappellini Francesco Draghi



Il dott. Carlo Fantappiè pubblica nel volume che qui si presenta l'inventario dell'Archivio comunale di Lastra a Signa. Egli non è nuovo a lavori del genere poiché ha già curato e pubblicato con successo l'inventario di un altro fondo archivistico comunale, cioè di quello del Comune di Montemurlo (Prato 1984). Preme qui mettere in rilievo quanto siano importanti simili opere. Gli archivi storici dei comuni sono fonti importantissime per la ricerca, un tempo neglette da coloro che avrebbero dovuto, invece, tenerne conto per i loro studi, e tuttora, duole dirlo, spesso trascurate dagli stessi amministratori comunali cui spetterebbe, in via primaria, il compito di tutelarle. Dobbiamo quindi rallegrarci per la sensibilità e la cura con le quali il dott. Fantappiè, appassionato studioso del '700, ha proseguito, in una felice comunità di intenti con i responsabili dell'Amministrazione municipale di Lastra a Signa, un impegno già brillantemente assolto tre anni fa a Montemurlo, ben consapevole dell'attenzione che gli storici di oggi rivolgono verso tale tipo di fonte storica. In questa ottica il dott. Fantappiè ha ordinato, inventariato e, perciò spesso, valorizzato l'archivio del comune di Lastra a Signa, rendendone possibile lo studio a vantaggio delle indagini, tutt'altro che semplici, sulla complessa organizzazione periferica delle strutture statuali succedutesi in quel territorio dal principato mediceo fino ai nostri giorni, nonché sulle loro modificazioni e sui loro contenuti politici, economici, sociali. Il dott. Fantappiè ha fornito, inoltre, un inquadramento storico per la migliore leggibilità dei documenti, riferito sia alle vicende del territorio di cui i documenti stessi sono vivente testimonianti, sia agli organismi locali che li hanno prodotti, sia a fonti archivistiche non esistenti sul territorio, ma in altri Archivi comunali o presso l'Archivio di Stato di Firenze, strettamente connesse però ai documenti dell'Archivio comunale e indispensabili per la loro interpretazione.
Desidero sottolineare che l'impegno del dott. Fantappiè e la consapevolezza culturale del Sindaco e degli Amministratori di Lastra a Signa hanno corrisposto pienamente all'azione che da molti anni la Sovrintendenza Archivistica per la Toscana sta svolgendo per la tutela e la degna valorizzazione di un ricchissimo patrimonio archivistico pubblico, quale quello dei comuni toscani.
Un'azione coronata spesso da successi e da risultati ottimi, come il lavoro del dott. Fantappiè, i quali sono tali da ripagare ampiamente le amarezze dovute alle difficoltà ben note in mezzo alle quali la Sovrintendenza si muove; un'azione che deve avere il conforto e l'appoggio degli storici, degli amministratori, degli amici e collaboratori come il dott. Fantappiè, affinché possa ottenere, a vantaggio degli studi, quegli scopi che istituzionalmente è chiamata a perseguire.
Firenze, aprile 1987

Maria Augusta Morelli Timpanaro
Sovrintendente Archivistico per la Toscana



1. Un breve tracciato delle vicende storiche delle carte del comune di Lastra a Signa non costituisce solo una premessa obbligata per chi voglia introdursi nei meandri dell'archivio di cui vien fatto seguire un ragionato inventario, ma anche un'opportuna occasione per riflettere sulle traversie, le peregrinazioni, talvolta le sventure delle carte d'archivio1. La considerazione genetica delle forme di sedimentazione assunte dai "giacimenti" archivistici che interessano la nostra area di prospezione, servirà, inoltre, ad identificare i "filoni" strutturati e costitutivi e a definirne le scansioni temporali.
Le prime notizie sulla tenuta e conservazione delle carte del comune di Gangalandi (poi divenuto Lastra), si ritrovano negli statuti del 1563. La figura del cancelliere vi appare, qui come negli altri comuni, quale produttore e custode dei vari registri2
Abbastanza presto, però, la comunità perse un proprio cancelliere e si servì di quello di Empoli. Tutte le carte furono trasportate nella sede della cancelleria, insieme con quelle della Lega di Gangalandi e con quelle giudiziarie costituite dagli atti del podestà di Montelupo e della Lastra3. I diversi "inventari di libri e filze" che i cancellieri avevano l'obbligo di compilare al passaggio delle consegne al loro successore offrono preziose, anche se sommarie, indicazioni sul tipo e sul numero delle unità archivistiche conservate ad Empoli4.
Prima dell'istituzione del comune postunitario, e solo per un certo tempo, nella sede della comunità della Lastra si conservarono alcuni "dazzaioli", pochi registri di amministrazione ed una parte degli atti dei giusdicenti: unità d'archivio rimaste probabilmente in sede per strette necessità amministrative5. Un inventario di queste scritture, compilato nel 1829, indicava in tutto 206 unità, di cui 146 relative alla Comunità e 60 concernenti la podesteria e il tribunale civile della Lastra6.
Questo censimento delle carte era stato possibile grazie all'istituzione, nel 1815, di un loro custode: l'archivista. Questi doveva "dar vista e copia" degli atti richiesti; sbrigare le operazioni amministrative che gli venivano commissionate dal cancelliere di Empoli - col quale doveva corrispondere costantemente -, dedicarsi al ritrovamento delle "poste di decima"; nell'interesse della Comunità7.
L'istituzione dell'ufficio d'archivista era dovuta, tuttavia, alla intensa congiuntura amministrativa che nel secondo e terzo decennio dell'Ottocento aveva impegnato le comunità del granducato nella formazione del nuovo catasto e dei libri estimali8.
Se tralasciamo le minute annotazioni di spese fatte in quegli anni per restauri e legature di filze9, l'avvenimento più importante per la conservazione delle carte della Comunità si ha nel 1831, in occasione del trasferimento della sede della cancelleria competente per la Lastra da Empoli al Galluzzo. Dall'accurato inventario delle carte compilato il 31 dicembre 1838 e aggiornato al 1842, appare che esse erano state divise in dodici serie e che all'interno di ciascuna di queste le unità avevano ricevuto una numerazione progressiva, la stessa che viene riportata nel nostro inventario accanto al numero di corda attuale10.
Anche le filze della podesteria e del tribunale conservate alla Lastra confluirono nella cancelleria del Galluzzo tra il settembre 1838 e il marzo dell'anno successivo"11.
Solo dopo l'unità d'Italia le carte delle amministrazioni preunitarie della Lastra poterono tornare per la prima volta nella loro sede naturale in virtù della circolare della Regia Prefettura di Firenze del 15 settembre 186512. Nella cancelleria del Galluzzo rimasero tuttavia giacenti le carte giudiziarie della Lastra fintanto che, in base al R.D. 1° settembre 1870, n. 5859, non si ordinò il deposito entro sei mesi "di tutti gli atti e processi delle soppresse Podesterie, Vicarie Regie e Giudicature Civili" nelle rispettive cancellerie delle Preture delle province toscane13.
Benché sia la Prefettura che il comune del Galluzzo sollecitassero a più riprese il sindaco della Lastra a prendere in consegna l'"Archivio Giudiciario", la cui conservazione doveva creare come sempre problemi di spazio, solo l'11 gennaio 1873 avveniva il suo passaggio nelle mani del pretore del Mandamento della Lastra14.
Le carte delle amministrazioni preunitarie furono poste - insieme con quelle che il comune postunitario aveva cominciato a produrre - in tre stanze al piano terreno del palazzo comunale. Di queste carte disponiamo un primo elenco di consistenza trasmesso alla Prefettura di Firenze il 22 luglio 186815.
Il restauro della casa comunale attuato in tempi recenti portò allo smembramento di alcune sezioni dell'archivio. Si rendeva pertanto necessario un intervento di ricomposizione delle serie archivistiche preunitarie e postunitarie, anche allo scopo di istituire una sezione separata d'archivio da aprire alla consultazione degli studiosi e dei ricercatori.

2. Sulla base di alcuni inventari sette e ottocenteschi è possibile delineare un'analisi della consistenza e delle variazioni quantitative del patrimonio archivistico della comunità della Lastra durante la sua permanenza presso le cancellerie di Empoli e del Galluzzo (vedi tabella).
La prima dispersione di ben quattordici registri di "Partiti" e "Deliberazioni" del comune e della Lega dei popoli di Gangalandi è documentata tra il 1788 e il 1792 presso la cancelleria di Empoli16. Oltre a queste, sembrano essere andate smarrite almeno altre nove unità prodotte dalle Opere di S. Martino a Gangalandi e di S. Stefano a Calcinaia17.
Altre perdite sono segnalate direttamente dall'inventario compilato dalla cancelleria del Galluzzo nel 1832. A quella data risultavano già mancanti i "Dazzaioli del dazio comunitativo" dal 1809 al 1820 e i "Dazzaioli della tassa di famiglia" dal 1815 al 1821. Figuravano invece un "Registro delle imborsazioni" del 1836 e trentotto "filze" di saldi della tassa del macinato dal 1620 al 1685 non più riscontrabili nell'inventario del 186818.

TABELLA. Consistenza dell'archivio della comunità e della podesteria della Lastra.

Anno Sede dell'archivio Numero delle unità
Comunità Podesteria
1788 116
1792 Empoli 83
1797 83
1829 Lastra 146 60
1832 [Lastra] 170 71
1842 Galluzzo 248 80
1868 Lastra 532 8119

La documentazione delle amministrazioni preunitarie conservata presso l'archivio storico del comune di Lastra a Signa trova la sua integrazione nel materiale che, nonostante la circolare prefettizia del 1865, rimase presso la cancelleria di Empoli per l'impossibilità materiale di separare all'interno di una medesima unità fonti di provenienza diversa.
Si tratta, prevalentemente, delle carte prodotte dai cancellieri di Empoli negli anni dal 1760 al 1804 (lettere, istanze, memorie, bilanci di previsione, ecc.), per la cui descrizione si rimanda all'introduzione alla serie "Affari della comunità". Fortunatamente, il successivo spostamento della cancelleria da Empoli al Galluzzo generò solo una trascurabile dispersione delle carte della nostra comunità20.
Completa il quadro della documentazione prodotta dalle amministrazioni preunitarie della Lastra l'Archivio di Stato di Firenze. In questa sede si ritrovano infatti conservate, come s'è detto, le uniche fonti statutarie disponibili, nonché le carte delle confraternite e fabbricerie esistite nel territorio della comunità leopoldina della Lastra21.

3. Nell'opera di riordinamento delle carte preunitarie si prospettavano diverse possibilità o soluzioni metodologiche.
Si poteva tentare il recupero dell'ordinamento "originario" riflesso nell'unico inventario sistematico delle carte della comunità compiuto nel 1838 presso la cancelleria del Galluzzo. In tal caso si sarebbe privilegiato uno schema archivistico esclusivamente fondato sulla tipologia delle fonti documentarie che avrebbe ignorato a priori qualsiasi periodizzazione storica. Questo criterio avrebbe avuto il pregio di garantire una continuità tra passato e presente ricongiungendo idealmente storia dell'archivio e metodo archivistico.
Questa ricomposizione sarebbe tuttavia risultata difficilmente attuabile per le numerose anomalie interne che rendono poco coerente qualsiasi inventariazione su base empirica. Ciò avrebbe inevitabilmente comportato da un lato molteplici interventi correttivi, dall'altro la rinuncia ai vantaggi euristici derivanti dall'applicazione del metodo storico.
Maggiori possibilità operative e risultati metodologicamente più fruttuosi ci è sembrato potessero derivare dal presupposto che l'archivio conserva un'autonomia formale rispetto all'istituto che lo produce, ciò che impone al riordinatore un compito non puramente recettivo ma anche creativo.
Poiché l'archivio ci è giunto nella forma di un sedimento storico dotato di una sua individualità ma privo di una definitiva organizzazione interna, è parso opportuno rispettare la ricchezza e la varietà della tipologia documentaria che esso presentava, ma anche procedere ad attribuire ad esso un'articolazione coerente risultante dalla sintesi fra metodo storico e schemi tipologici22.
Prima di tutto, quindi, il riordinamento ha cercato di dare consequenziale espressione al nesso fra i diversi complessi documentari e le istituzioni locali che sono all'origine della loro produzione23. Una volta stabilite le cesure storiche secondo i criteri di periodizzazione ormai generalmente accettati, è stato possibile distribuire al loro interno le serie archivistiche24.
Sulla base di questi canoni metodologici - che hanno trovato una significativa verifica sperimentale nell'ordinamento di altri archivi comunali della Toscana25 - nell'archivio di Lastra a Signa sono stati individuati e ricostituiti i complessi documentari prodotti dal comune di Gangalandi e Lastra (... 1582 - 1774), dalla Lega de' sette popoli di Gangalandi (... 1544 - 1774) confluenti nella comunità leopoldina della Lastra (1774-1808), dalla Mairie della Lastra (1808-1814) e dalla comunità di Lastra a Signa (1814-1865)26.
In una sezione a parte sono stati riuniti frammenti di documentazione prodotti da diverse istituzioni ecclesiastico-laicali e dal podestà di Montelupo e annessi, i quali devono la loro attuale collocazione nell'archivio di Lastra a Signa ad un errato smistamento delle carte tra gli archivi locali e quello statale di Firenze nel 186527.

4. Nell'ordinamento delle carte comunali postunitarie le maggiori difficoltà sono poste dalla corrispondenza e dagli affari correnti. Prima di tutto perché si tratta di documenti sciolti, insufficienti a formare naturalmente un'unità archivistica, e inoltre perché, anche quando per un vincolo di contenuto la carte danno luogo alla formazione di un affare, rimane il problema di come operare il loro raggruppamento28.
Punto obbligato di riferimento per la classificazione di questi documenti è, com'è noto, la circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897. Con essa veniva disposto che tutti gli atti, spediti o ricevuti, dovessero registrarsi nel protocollo annuale dopo essere stati assegnati ad una delle quindici "categorie" indicanti i principali settori delle attività e delle competenze comunali29.
Tuttavia la mancanza di precise istruzioni ministeriali per quasi un quarantennio dopo l'unità italiana, favorì l'adozione di criteri eterogenei d'archiviazione - per lo più soggetti a ripetute modifiche - oppure il persistere di strutture archivistiche introdotte nel periodo preunitario.
Nel caso di Lastra a Signa ci troviamo di fronte ad un singolare metodo la cui applicazione, iniziata in tempi preunitari (nel 1852), seppure con qualche aggiustamento, venne proseguita per un lungo periodo di tempo anche dopo la circolare ministeriale sopra ricordata, e cioè fino al 1935.
Veniva tenuto un "Registro-Repertorio o Protocollo Generale per la registrazione giornaliera di tutti gli affari presentati all'uffizio del Comune", parte integrante di un più vasto ed interessante "Progetto di organizzazione e tenuta dell'archivio comunale" che si proponeva di risolvere il problema della "tanto aumentata mole degli affari" e di facilitare "la tenuta ed il reperimento dei medesimi"30.
A tale scopo l'archivio era diviso in due parti: corrente e permanente31. L'archivio corrente risultava, a sua volta, formato da due sezioni comprendenti, la prima, gli affari o pratiche dell'anno corrente non ancora espletati; la seconda, quelli di mano a mano ultimati. Per la conservazione degli inserti o fascicoli degli uni e degli altri si teneva uno scaffale anch'esso diviso in due sezioni, ciascuna delle quali avente tante caselle ad alveare disposte in ordine alfabetico e contrassegnate con una lettera. Allorché un "affare" veniva impostato nel "Registro", l'incartamento relativo era collocato all'interno della sezione degli affari non ancora espletati, nella casella corrispondente alla sua lettera. Una volta chiusa la pratica, i fascicoli venivano collocati nell'apposita sezione degli "affari sfogati". L'inserimento dei fascicoli nelle cartelle o buste veniva generalmente completato alla fine dell'anno in corso e, in quell'occasione, si aveva cura di annotare, nell'ultima colonna del "Registro" (nonché sul frontespizio del fascicolo o più spesso sulla prima carta dell'affare) il numero d'ordine spettante a ciascun inserto.
Non sempre, tuttavia, vi fu corrispondenza precisa fra il numero progressivo dell'"affare" ed il numero dei fascicoli conservati entro la busta, poiché, talvolta, un documento poteva venir riunito all'"affare" solo in un momento successivo (nel qual caso troviamo comunque indicata la sua collocazione nell'ultima colonna del "Registro"). Abbiamo inoltre il caso in cui un documento (per es. una perizia) sia stato trasmesso a qualche impiegato (per es. all'ingegnere comunale) e sia poi rimasto fra le carte di quest'ultimo. Anche questa volta il "Registro" segnala il fatto ed offre così utili informazioni per rintracciare il documento. Un ulteriore strumento di corredo per la ricerca degli atti fu costituito dai "Repertori dei registri degli affari" dal 1852 al 1879 e dal 1880 al 193532.
Non si potrà negare che questo metodo di archiviazione degli affari si rivelasse particolarmente vantaggioso per il facile reperimento degli atti. Ma il "Registro degli affari" era stato concepito anche in modo tale che sinotticamente si potesse prendere conoscenza di tutto l'iter amministrativo seguito da un documento all'interno degli uffici ed organi comunali. Vi veniva infatti pazientemente annotato non solo l'estratto dell'"affare", ma anche il suo passaggio ad altri "per informazione", gli eventuali atti integrativi e, infine, la "risoluzione e partecipazione" - cioè l'esito - che il Consiglio, la Giunta comunale o il sindaco davano ad esso, nonché la data o la seduta in cui ciò avveniva. In tal modo il "Registro degli affari" non si riduceva ad un mero inventario delle pratiche (cosa del resto ugualmente importante), ma rifletteva e sintetizzava gran parte dell'attività deliberativa ed amministrativa del Comune.
Purtroppo questo metodo d'archiviazione delle pratiche non fu adottato né costantemente, né coerentemente. Solo all'inizio la registrazione degli affari avvenne per lettera e per numero d'ordine; presto ci si limitò ad adoperare solo quest'ultimo. La struttura primitiva della serie cominciò a modificarsi allorché nelle buste degli affari furono posti, oltre agli atti "registrati", anche quelli "non registrati" (cioè quei documenti di natura diversa che non avevano dato luogo alla formazione di una pratica)33. A rompere la linearità della serie contribuì anche, fin dai primi anni dell'età postunitaria, l'abitudine di separare in una busta a parte le lettere ricevute che non erano diventate parte integrante degli "affari registrati". Sicché la serie degli "affari registrati" venne progressivamente trasformata in quella "affari diversi" inglobante quasi tutto il carteggio e gli atti comunali34.
A questo processo di dilatazione della massa documentaria confluita nella serie "affari diversi" corrispose, purtroppo, una crescente carenza d'interventi archivistici, soprattutto nella fase della registrazione degli atti. Fino al 1896 essa sembra avvenisse regolarmente in sincronia con la data di produzione delle carte, ma dall'anno seguente si cominciò a registrare tutti gli atti al 31 dicembre. In questo modo il "Registro degli affari" perdeva una delle sue funzioni originarie e principali (quella di "protocollo giornaliero degli affari") e, conseguentemente, i due momenti della registrazione e dell'archiviazione venivano risolti in un'unica fase.
Anche l'uso di abbinare queste due operazioni archivistiche decadde nel 1912. Si riprese a registrare le carte solo nel luglio 1915, aumentando di conseguenza il divario temporale (e la confusione materiale) fra il periodo della produzione degli atti e quello della loro archiviazione. A causa della notevole massa di lavoro arretrato, essi vennero registrati con criteri generici e senza rispettare neppure la consecuzione cronologica.
Nel 1927 l'archivista comunale ripristinò la consuetudine di registrare le carte al 31 dicembre di ogni anno, e solo dal 1932 cominciò ad applicare timidamente la classificazione secondo le quindici "categorie" ministeriali, metodo che riceverà sistematica applicazione solo a partire dal 1935. Fu così abbandonata la registrazione degli affari nell'apposito "Registro" e ci si limitò alla numerazione progressiva delle buste e alla indicazione dell'anno e delle "categorie" a cui esse si riferivano35.
L'intervento archivistico operato nell'ordinamento della serie "Carteggio degli affari" ha avuto lo scopo precipuo di rimediare alla situazione di grande disordine in cui versavano soprattutto gli atti del ventennio 1907-1927.
II criterio ispiratore è stato quello di riportare, per quanto possibile, l'andamento della serie alla configurazione più vicina alla struttura ereditata36. Al fine di presentare il carteggio in una successione cronologica sufficientemente coerente, è stato necessario modificare frequentemente il numero d'ordine attribuito alle buste dal "Registro degli affari". Quest'operazione non poteva comunque estendersi ai fascicoli, perché in tal modo si sarebbe compromessa la struttura della serie risolvendola in un carteggio diviso per "categorie" o in una grossa miscellanea.
Altro intervento è stato rivolto a sopperire alle carenze di dati archivistici che il "Registro degli affari" presenta particolarmente per il periodo 1912-1930. Data la scarsità e la genericità delle indicazioni da esso offerte, si è creduto opportuno descrivere i fascicoli delle buste contenenti atti di diversa natura o annualità.
Per quanto concerne, infine, la configurazione complessiva della serie, notiamo che, parallelamente a quella principale degli "Affari diversi", fu creata una sottoserie distinta contenente gli "Affari scuole" del Comune. Gli "Affari diversi" e gli "Affari scuole" formano due sottoserie "chiuse" confluenti nella serie "aperta" del "Carteggio degli affari" diviso per annate di produzione e, al loro interno, nelle quindici "categorie" previste dal titolario per gli archivi comunali37.

5. In seguito alle operazioni di ordinamento l'archivio postunitario del comune di Lastra a Signa e l'inventario che gli corrisponde sono risultati costituiti di venticinque serie. Esse sono state individuate tenendo conto dei diversi settori di competenza del comune, della possibilità o no delle serie di accrescersi di nuovo materiale, e dell'autonomia archivistica assunta anche fisicamente da alcuni tipi di documenti.
Nell'elaborare l'impianto dell'archivio non sono state valutate solamente le possibilità organizzative del materiale finora passato nella "sezione separata"38, ma ci si è sforzati di attribuire una conformazione che fosse in grado di accogliere anche gli atti del periodo successivo. Proprio perché il comune postunitario è un organismo vivente, tutte le serie sono state ideate per rimanere aperte, per essere cioè proseguite mediante accessioni periodiche, e di conseguenza dotate di una numerazione indipendente.
Si è cercato di rispettare sistemi coerenti d'archiviazione anche quando essi non presentavano una successione cronologica di lungo periodo col ricondurli entro sottoserie chiuse confluenti in serie aperte39. Nel caso di tipologie documentarie che non hanno trovato una costante prosecuzione dopo il 1944, si è proceduto a raggrupparle per affinità di contenuto, ponendo in ultima posizione la sottoserie ancora aperta40.
La disposizione architettonica delle serie riflette essenzialmente il tracciato del titolano d'archivio allegato alla circolare ministeriale del 1° marzo 1897. Forme circoscritte di interconnessione tra una serie e l'altra sono state segnalate nelle note introduttive premesse alle medesime.
Formano l'appendice delle carte comunali postunitarie e dell'inventario una serie di atti prodotti da istituzioni e uffici che "sebbene formalmente indipendenti dai Comuni, sono tuttavia in un rapporto così stretto con loro da derivarne la stessa possibilità di funzionamento materiale"41.
Si tratta delle carte delle soppresse Carceri mandamentali (atti dal 1869 al 1907), dell'Ufficio di Conciliazione (con spezzoni di serie a partire dal 1886) della locale Congregazione di carità incorporata nel 1937 nell'Ente Comunale di Assistenza (con serie documentarie dal 1894 in avanti), di alcuni Consorzi costituiti nell'ambito territoriale comunale e intercomunale, del Patronato scolastico (atti dal 1915).
Considerata la natura di archivi aggregati e l'esiguità del materiale prodotto da ciascuno di quegli enti, si è preferito formare un solo fondo con un'unica consecuzione numerica anziché moltiplicare il numero già elevato delle serie di tipo aperto.
Sotto l'aspetto della conservazione non sono da lamentare, per le carte postunitarie, lacune estese o rilevanti. La ricchezza e il carattere seriale di questa documentazione costituiscono due pregi non secondari ai fini dell'esplorazione archivistica e della sua utilizzazione storica.
L'opera del curatore, oltre che a dare un assetto sufficientemente razionale all'archivio, ha avuto appunto lo scopo di approntare una guida per coloro che, mossi dalle sollecitazioni le più diverse, sappiano trovare più di una pista e di un motivo per metter da parte l'inventario, varcare - si spera ripetutamente - la soglia dell'edificio dove si conserva l'archivio e mietere nel fertile campo delle carte42.



A) Criteri seguiti nella descrizione delle unità archivistiche:

1) Le indicazioni cronologiche secondo lo stile fiorentino sono state costantemente riportate al moderno metodo di datazione.
2) II titolo originale o coevo posto sulla coperta o sulla costola dell'unità documentaria è stato riportato fra virgolette. I titoli attribuiti dal curatore appaiono in carattere tipografico tondo e senza virgolette. Tutte le abbreviazioni che vi compaiono sono state sciolte, eccettuate quelle ancor oggi in uso come D. o dott., etc., Ill.mo, L., M., R., Rev., S. o Sig., S. per "dottore", "eccetera", "Illustrissimo", "lire", "Messere", "Regio", "Reverendo", "Signore", "San, Santo".
3) Per ogni unità archivistica della parte preunitaria è stato segnalato il tipo di condizionamento esterno e il numero delle carte o pagine. Le unità senza cartolazione sono indicate con s. c..
4) A fianco dell'attuale numero di corda sono state riportate fra parentesi tonde le precedenti numerazioni o segnature delle unità dell'archivio preunitario.
5) La presenza di un asterisco di seguito alla descrizione del condizionamento esterno dell'unità intende indicare che il suo stato di conservazione è mediocre.
6) Eventuali aggiunte o ricostruzioni di date e nomi sono state poste tra parentesi quadre.
7) Le lacune riscontrate nelle serie documentarie sono state segnalate con alcuni punti.
8) Nella serie dei Dazzaioli il nome del camarlingo figura talvolta al centro della pagina e precede il gruppo delle unità a cui si riferisce.
9) II limite cronologico della sezione separata dell'archivio comunale e degli archivi ad esso aggregati è stato fissato al 1944 nel rispetto del D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409, art. 30, lettera c), e tenendo conto della cesura istituzionale rappresentata dalla ricostituzione della Giunta e dei Consigli comunali.

B) Abbreviazioni usate:

cc. = carta, carte
p., pp. = pagina, pagine
s. c. = senza cartolazione
s. d. = senza data

C) Sigle archivistiche:

ASCLS = Archivio storico del comune di Lastra a Signa
ASCI = Archivio storico del comune dell'Impruneta
ASCE = Archivio storico del comune di Empoli
ASF = Archivio di Stato di Firenze

D) Introduzione alle serie:

L'accurata presentazione storica delle serie costituenti un modello esemplare di archivio comunale preunitario toscano fatta da A. ANTONIELLA nel saggio L'archivio comunale preunitario. Tipologia documentaria in uno schema ordinativo, in Centro Studi "A. Maccarrone", Corso di aggiornamento per archivisti degli enti locali, Pisa 1982, pp. 173-286, e l'ampio corredo di note storico-legislative che fa da cornice all'Inventario dell'archivio preunitario di Carmignano, a cura di E. INSABATO e S. PIERI, Firenze 1983, rendevano quasi sempre superflue aggiunte di carattere generale da parte del curatore. Per non sacrificare l'utilizzazione didattica delle fonti si è preferito stendere un breve glossario in appendice all'inventario. Utili riferimenti ai testi legislativi riguardanti le serie postunitarie si trovano in S. MARSINI, Inventario dell'archivio postunitario del comune di Calenzano (1865-1938) con tre appendici, Comune di Calenzano, 1987.



Archivio preunitario (1531 - 1865)

I. Archivio del comune di Gangalandi - Lastra (... 1582 - 1774)

Libro dei rettori

Partiti

Tassa di macine

Dazzaioli dei decimini, teste e altre entrate

Poste di decima infognate

Ragioni d'entrata e d'uscita

II. Archivio della lega di Gangalandi (... 1544 - 1774)

Partiti

Ragioni d'entrata e d'uscita

III. Archivio della comunità della Lastra (1774 - 1808)

Deliberazioni

Giornali

Registri dei possidenti

Contratti

Dazzaioli della Comunità

Dazzaioli dei lavoratori e testanti

Dazzaioli dei possidenti e delle altre entrate

Dazzaioli dei possidenti, dei coloni e delle altre entrate

Poste di decima infognate

Tassa di macine

Imposizioni diverse e straordinarie

Libri dei saldi

IV. Archivio della mairie della Lastra (1808 - 1814)

Deliberazioni

Copialettere

Cottimi di strade

Registri di stato civile

Carte dell'amministrazione finanziaria

Leggi e atti a stampa

V. Archivio della comunità della Lastra a Signa (1814 - 1865)

Deliberazioni e partiti

Deliberazioni del Collegio dei Priori

Bastardelli

Elenchi della rappresentanza comunale

Copia di notificazioni del Gonfaloniere

Copialettere del Gonfaloniere

Atti magistrali e lettere ministeriali

Lettere e circolari

Registri degli affari della Comunità

Repertori

Affari diversi e arruolamento militare

Affari diversi

Affari di strade e di fabbriche

Affari militari

Affari di stato civile

Mercuriali

Campione dei livelli

Contratti

Dazzaioli dei lavoratori e testanti

Dazzaioli della tassa prediale e dazio comunitativo

Tassa di famiglia

Tassa sui cani

Bilanci di previsione e rendimenti di conti

Osservazioni ai saldi

Mandati di spesa e repertori delle assegnazioni

Documenti di corredo ai rendimenti di conti

Leggi, codificazioni, codici a stampa

VI. Atti di altri archivi (1531 - 1904)

Compagnia dei poveri di Gesù Cristo di Gangalandi

Opera di S. Stefano a Calcinaia

Compagnia della SS. Annunziata di Gangalandi

Atti civili del podestà di Montelupo e annessi

Comunità di Casellina e Torri

Archivio postunitario (1865 - 1944)

I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio Comunale

II. Protocolli delle deliberazioni della Giunta comunale

III. Repertori degli affari e registri d'amministrazione

IV. Carteggio degli affari

V. Copialettere e protocolli della corrispondenza

VI. Contratti

VII. Affari elettorali

VIII. Imposte e tasse comunali

IX. Bilanci preventivi, conti consuntivi e verbali di chiusura dell'esercizio finanziario

X. Libri mastri (con ruoli delle entrate e registri dei mandati)

XI. Registri dei mandati

XII. Mandati di entrata e uscita

XIII. Liste di leva

XIV. Ruoli matricolari

XV. Affari militari

XVI. Registri degli atti di nascita

XVII. Registri degli atti di matrimonio

XVIII. Registri degli atti di morte

XIX. Registri degli atti di cittadinanza

XX. Indici decennali dei registri di stato civile

XXI. Censimenti

XXII. Registri della popolazione

XXIII. Registri del movimento della popolazione

XXIV. Atti del movimento della popolazione

XXV. Registri diversi

Archivi aggregati (1869 - 1944)

Carcere mandamentale di Lastra a Signa

Giudice conciliatore di Lastra a Signa

Congregazione di carità poi Ente Comunale di Assistenza

Consorzio idraulico per l'arginatura del Vingone e del Rimaggio

Consorzio zootecnico di Lastra a Signa

Consorzio veterinario tra i comuni di Lastra a Signa e Signa

Patronato scolastico di Lastra a Signa



Questo glossario comprende le voci e locuzioni d'interesse amministrativo e giuridico di difficile comprensione o aventi una particolare accezione. Esso è limitato alle voci che s'incontrano nel corpo dell'inventario o nelle introduzioni storiche ai vari archivi che lo compongono.

Abbreviazione delle fonti

DEI = C. BATTISTI - G. ALESSIO, Dizionario etimologico italiano, Firenze, G. Barbèra, 1950-1957, voll. 5
FIORELLI = Gli statuti di Groppo San Pietro del 1677, a cura di V. RICCI e P. FIORELLI, Firenze, Dipartimento di teoria e storia del diritto dell'Università degli studi di Firenze, 1986 ("Letture di storia del diritto", 8)
GDLI = S. BATTAGLIA, Grande dizionario della lingua italiana, Torino, Utet, 1961-1986, voll. I-XII
Instr. Canc. = Instruzione a' Cancellieri de' Comuni, e Università del dominio fiorentino Raccolta dalle leggi, e ordini del Magistrato de' SS.ri Nove, In Fiorenza, Nella Stamperia di Gio: Batista Landini, M.DC.XXXV., pp. [24], 88, [1] Errori. Correzione. Si è seguita un'altra edizione senza luogo né data di stampa, che tiene conto delle suddette correzioni
PAGNINI, Della decima = G. F. PAGNINI DEL VENTURA, Della decima e di varie altre gravezze imposte dal comune di Firenze ..., Lisbona - Lucca, 1765-1766, voll. 2
PAGNINI, Delle gravezze = G. F. PAGNINI, Delle gravezze che si pagano dai lavoratori del contado fiorentino rispetto alle terre che essi lavorano (1765), edita in M. MIRRI, Un'inchiesta toscana sui tributi pagati dai mezzadri e sui patti colonici nella seconda metà del Settecento, "Annali dell'Istituto Giangiacomo Feltrinelli", II (1959), pp. 514-541
REZASCO = G. REZASCO, Dizionario del linguaggio italiano storico ed amministrativo, Firenze, Le Monnier, 1881
Magistrato de' Nove = ASF, Magistrato de' Nove, n. 3596, Repertorio delle leggi e ordini seguiti dal "Ristretto delle osservazioni" del [1697]
TOMMASEO - BELLINI = N. TOMMASEO - B. BELLINI, Dizionario della lingua italiana ..., Torino, Utet, 1865-1879, voll. 4

Accollo di strade Appalto dei lavori necessari per la loro buona conservazione (cfr. TOMMASEO - BELLINI, s. v. Accollo, n. 2).
Artefice "Maestro" o "capo d'arte", ossia colui che esercita autonomamente un mestiere. Cfr. Instr. Canc., nn. 233-234: "... tiri fuora l'estimo della sua persona, o testa, che sarà, essendo artefici, o maestri, soldi 40. piccioli e essendo garzoni, o altri operai, sol. 20. simili per ciascuno ...". Mentre il Rezasco dà come significato prossimo quello di appartenente "ad arte che non fosse quella de' mercatanti", il DEI registra quello, generale, di colui che esercita un'arte meccanica nella Toscana dal XIII secolo in avanti.
Banco Tribunale (dalla tavola del tribunale dinanzi alla quale siedono i giudici). In Toscana indicava una sede minore servita da notaio del podestà (cfr. FASANO GUARINI, Lo Stato mediceo, cit., pp. 38-39, 82).
Bastardello Scartafaccio, in particolare quello dove venivano appuntate le deliberazioni del Magistrato della Comunità prima di essere messe a pulito dal cancelliere. Deriva da bastardo, perché il registro "conteneva in serie cronologica indicazioni non omogenee" (DEI, s. v.), o forse, perché esso era una brutta copia dell'originale.
Bocca Ognuno dei componenti di una famiglia, distinti dal capo di essa che la manteneva (Testa). Cfr. TOMMASEO - BELLINI, s. v. Bocca, n. 22; REZASCO, s. v. Bocca, § IV e V. Con la trasformazione, nel 1678, della tassa del macinato in tassa personale, le comunità del granducato predisponevano una "descrizione delle bocche" allo scopo di compilare il reparto dei tassati.
Camarlingo Cassiere, esattore, tesoriere; nei nostri casi, di un comune, di un "popolo", di una lega. Instr. Canc., nn. 184-185 (che riprende dagli ordini e leggi dei Cinque conservadori del contado e distretto del 1553): "Che tutti i Camarlinghi, e altri predetti, che sono obbligati a riscuotere tutte l'entrate, e danari, che ne sono maturi i pagamenti, a' tempi loro, paghino tutte le spese, e debiti ordinarj, e straordinarj correnti al loro tempo, nel modo, e come sopra si è detto, acciò non resti il danaro in mano al Camarlingo, e il Comune, o luogo sottoposto al debito, e aggravio.
Camarlingo generale Camarlingo (v.) di un vicariato o di una podesteria, in opposizione a quelli particolari" o subalterni dei diversi "popoli" (v.). Instr. Canc., n. 328: "E che sono tenuti i Camarlinghi de' Vicariati, e gli altri generali, sì del Contado, come del Distretto, fare assegnare per via di Corte [v.] almeno 15 giorni di tempo a i Camarlinghi, delle Podesterie, e altri Generali, e questi giorni 12. almeno a i Rettori de' Popoli, a corrispondere, e pagar loro quanto devono, conforme al contenuto delle polize, e licenze suddet[te]".
Cavaliere "Nelle città e terre italiane dall'età comunale in poi il nome d'uno dei più alti collaboratori dei rettori di giustizia (podestà, capitani, ecc.), di quello in particolare che comandava i birri e soprintendeva alle operazioni di polizia e alle procedure d'esecuzione. Spesso era notaio di professione e cumulava nella sua persona anche gli uffici d'attuario e di cancelliere" (FIORELLI, pp. 86-87, nota 378).
Chiesto Solo il Rezasco, s. v., lo registra come sostantivo col seguente significato: "Quel tanto che nell'ultimo secolo [XVIII] si richiedeva dallo Stato fiorentino a ciascuna Comunità per sua contribuzione alle spese universali, e che si componeva di molti titoli d'imposte". il PAGNINI, Delle gravezze, pp. 519-520, cosi elenca gli undici titoli che formavano il chiesto del Magistrato de' Signori Nove: "1. Le spese universali; 2. Le spese dell'Ufficio di Sanità; 3. De' deputati sopra l'estimo di Pisa e del commissario de' Monti Pii; 4. Della nuova muraglia e fabbrica degli uffici di Firenze; 5. Della Depositeria Generale per il Militare; 6. Dei bargelli di campagna o del Ponte a Sieve, di Pescia e di Romagna, del Borgo S. Sepolcro, di Pisa, d'Arezzo, di Volterra, di Sesto e Fiesole, di Pontremoli, di Pitigliano e dell'Inquisizione; 7. Del conto a parte; 8. Della tassa de' cavalli; 9. Di quella del piè tondo; 10. De' lavori di strade e ponti; 11. Delle provvisioni degli ambasciatori o sia procuratori delle comunità". Sotto il titolo I delle "spese universali" si comprendevano ben sedici capi.
Contado "Territorio il più antico e prossimo alla città, cosi nominato dall'essere stato da prima retto da' Conti, al quale la Repubblica, tosto che se ne fu impadronita, lasciò per ordinario che si governasse co' proprj statuti e con privilegi poco dissimili da quelli della città, e che era distinto dal Distretto" (REZASCO, s. v., § I). L'estensione territoriale del contado è cosi definita dal Pagnini: "Per Contado nel vegliante sistema economico intendesi specialmente quella parte del Gran Ducato, che resta compresa dentro i tre vicariati di S. Giovanni, Scarperia e Certaldo e vien formando un'estensione di circa venti miglia intorno a Firenze, l'antico territorio di cui talvolta il conte, che governava la città, ebbe ne' tempi di mezzo la giurisdizione e comando" (PAGNINI, Delle gravezze, p. 514).
Corte "Quella schiera di collaboratori che i rettori di giustizia si portavano dietro nelle città e terre dov'eran chiamati. Comprendeva o poteva comprendere uno o più giudici, cavalieri, notai, e un vario numero di famigli o birri" (FIORELLI, p. 87 nota 379).
Danno dato "Particolarmente il Danno fatto nei campi o boschi altrui" (REZASCO, s. v. Danno, § XIII; TOMMASEO, s. v. Danno, n. 27).
Dazio dal latino datio, -onis, il 'dare', "qualsiasi imposta" (DEI). Nel periodo leopoldino dazio equivalse a imposizione comunitativa. Cfr. Regolamento locale per la comunità della Lastra del 23 maggio 1774, art. V: "Sopra i Contadini, e Artigiani o Testanti della Comunità della Lastra Vogliamo che si distribuisca ogni anno per il titolo d'Imposizione comunitativa; o sia Dazio, la somma fissa di scudi cento quaranta di Lire sette per scudo ...".
Dazzaiolo (Dazaiuolo, Dazzaiuolo) Libro dove sono scritte le partite di coloro che devono pagare il dazio.
Dazzaiolo del contado Instr. Canc., nn. 230-234: "Che sia un libretto legato in buona forma, nella prima carta del quale faccia il medesimo Cancelliere l'intitolazione, dipoi seguendo in una parte di ciascuna facciata, potendo commodatamente porre tre partite per carta, descriva i poderai, con esprimere nella partita i nomi di quelli, che servono attualmente, come sopra, al podere, che lavorano; e tiri fuora la somma della loro decimina. Gli altri, che fussero superflui per l'imprese di detti poderi, descrivansi in altre partite, ciascuno separatamente, siccome tutti gli altri abitanti maggiori di 15. Anni, benché descritti nelle Bande, e milizie di S.A.S. e alla posta di ciascuno di questi, tiri fuora l'estimo della sua persona, o testa, che sarà, essendo artefici, o maestri soldi 40. piccioli e essendo garzoni, o altri Operai sol. 20. simili per ciascuno, e si lascino bianche le facciate del medesimo libretto, o dazzaiolo di contro, perché a dirittura della posta di tali debitori, si dia di tempo in tempo credito di quanto pagheranno per l'imposte correnti".
Le Istruzioni ai cancellieri del 1779, sez. II, § 105, stabilivano in aggiunta alle disposizioni precedenti: "Di poi nelle seguenti pagine del dazzaiolo predetto dovranno i cancellieri descrivere, continovando la descrizione a conto, tutte le entrate di effetti, beni stabili, proventi, assegnamenti ed ogni altra entrata della Comunità da riscuotersi in quell'anno dal Camarlingo".
Debitori malfattori, poste dei Partite di spesa registrate dal camarlingo della Comunità nei dazzaioli "per spese delle giustizie, e alimenti dati in carcere segrete a malfattori, o a persone miserabili che per la meschinità loro non possono con le proprie sostanze alimentarsi ..." (Instr. Canc., n. 160). Il camarlingo doveva fare "ogni diligenza" per ottenere il rimborso di queste spese "o dagl'istessi carcerati loro eredi, e beni" o dalla podesteria o vicariato dove abitavano (ivi, nn. 160-165). Cfr. Magistrato de' Nove, c. 231: "Malfattore s'intende sottoposto a quel luogo dove averà abitato almeno un anno e vi averà concorso al pagamento delle gravezze e alle fazioni personali assieme con gl'altri anc[o se] fosse forestiero".
Decima maggiore Decima pagata dai proprietari di immobili, in opposizione alla decima pagata allo Stato dai lavoratori di terre. Cfr. Decimina.
Decima parrocchiale Tributo corrisposto dai parrocchiani per il sostentamento del parroco in prodotti di suolo, animali o denaro, in principio pari alla decima parte dei beni stabili. I primi provvedimenti di abolizione della decima parrocchiale in Toscana si ebbero nel 1783 per iniziativa del granduca Pietro Leopoldo.
Decimina (decimino) "Decimina è una valuta data alla porzione colonica dei frutti che si raccolgono sopra i beni ed è la settima parte della Decima che paga il padrone" (Magistrato de' Nove, c. 122). L'Instruzione a' Cancellieri del 1635, n. 244, così spiega l'origine e costituzione della decimina: "Sappiano quegli del Contado [v.], che per supplire alle spese occorrenti per i bisogni comuni a tutti gli abitatori, era necessario trovar modo, acciò con certa regola, non potendo l'entrate, e rendite del Pubblico [v.] supplire, tutti quelli, che da tali spese ricevessero comodità, contribuissero a quelle per rata dell'utile, che ne cavassero. Per il che fu determinato, che nel Contado di Firenze, a ciascun capo di beni, e pezzo di terra, situato dentro a i confini di detto Contado, si assegnasse, e tassasse certa valutazione, o stima della porzione attenente al lavoratore [v.], e questa fu detta decimina, a differenza della Decima maggiore [v.], che pagono al Pubblico i padroni; e fatta una general descrizione di tutti gli detti beni, furono distintamente composte le Carte di essi, e quelle dipoi consegnate a ciascuno de' suddetti Popoli [v.] del Contado; non perché tali lavoratori pagassero, come fanno i padroni la Decima annualmente, ma acciò servisse per una certa regola, per ripartirvi sopra le spese occorrenti". Per operare questa distribuzione venivano eletti ogni anno, per ciascun "popolo", i "calculatori" che dovevano trasmettere al cancelliere "una nota vera, e reale de' nomi, e cognomi di tutti gli abitanti maschi del loro Popolo, di qualunque stato, età, e condizione, che ei siano, col mestiero, o arte di ciascuno di loro, distintamente, e in che s'impieghino" (ivi, nn. 223-224). Questi elenchi servivano al cancelliere per formare il "dazzaiolo del decimino e delle teste" o dazzaiolo del contado (v.).
Terminata la "descrizione" delle poste (v.) per ciascun popolo, podesteria e lega, il cancelliere procedeva alla loro somma ("massa del decimino e teste", v.) e ad indicare il totale in calce all'intitolazione del dazzaiolo da consegnare al camarlingo per la riscossione.
Defalco Detrazione dall'imposta o tassa da pagare. Cfr. Instr. Canc. n. 281: "Avvertendo però, che siccome quelli del Contado, così ancora questi dazzaiuoli del Distretto non si devono giammai alterare infra l'Anno per qualunque accidente, ma aggiustare il tutto dipoi al saldo della ragione [v.] del Camarlingo, con fame i convenienti defalchi per rata di tempo". Il defalco "sopra la liberazione del Pagamento delle teste" (v.), non poteva essere ammesso dai camarlinghi "senza espressa dichiarazione, e ordine del Magistrato de' SS. Nove, o de' SS. Deputati da S. A. S." (ivi, n. 111). I "descritti" (v.) godevano, sulle imposte per il pagamento delle spese locali, un defalco o abbuono della metà se "Armati, e Moschetti" e di un terzo se "Archibusieri" (ivi, n. 301).
Deliberazioni, libro delle v. Partiti, libro dei.
Depositari de' pegni Instr. Canc., n. 351: "E che e' [Depositarj] sono tenuti a ricevere attualmente in consegna dalla famiglia i pegni di qualunque sorte, e di qualunque debitore gravato; farne la ricevuta, con la stima de' pubblici stimatori; notargli al libro alla presenza del Cavaliere [v.], o Uffiziale del luogo, con esprimere, e dichiarare nella partita il nome dell'esecutore, che ne farà loro tale consegna, per quanta somma, ed istanza, e d'ordine di chi farà tale esecuzione stata fatta; e quelli dipoi, come effetti loro proprj, custodire per rimettergli alla Corte per il ritratto dentro a i debiti termini, &c.".
Descritti Coloro che erano iscritti nei ruoli delle milizie granducali. Nel render conto della sua amministrazione, il camarlingo doveva porre, fra le entrate, quelle dei dazi e imposizioni "Con la distinzione della massa de' descritti da quella de' non descritti nelle milizie di S.A.S. per aggiustare i defalchi, che devono quelli godere dell'imposizioni occorrenti, per bisogni del luogo ... (Instr. Canc., n. 294). Cfr. REZASCO, s. v. Descritto.
Famiglia, tassa di Venne istituita con legge 11 febbraio 1815 in sostituzione della tassa del macinato. Essa gravava su i possessori di suolo, gl'impiegati, quelli che esercitano e traggono lucro da qualunque professione liberale, i negozianti, i banchieri, i corpi morali, i mercanti all'ingrosso e al minuto, gli artisti, i locandieri, trattori, osti e generalmente chiunque abbia uno stato qualunque, o per ragione di patrimonio o per ragione d'assegnamento personale, o per ragione d'industria" (Istruzioni ai magistrati e cancellieri comunitativi per il reparto della tassa di famiglia). La tassa era suddivisa fra tutte le comunità secondo quote fissate annualmente. La Deputazione sopra la tassa di famiglia compilava un reparto in cui la suddetta quota complessiva veniva distribuita fra i capifamiglia (di cui si elencava la professione) sulla base di sei classi di redditi. Il reparto (v.) doveva essere approvato dalla Camera di soprintendenza comunitativa.
Giornale Registro, in particolare quello che serviva al cancelliere per abbozzare i verbali delle adunanze del Magistrato comunitativo. Corrisponde a "bastardello" (v.).
Gravezza Imposizione di denaro, gabella. Più in generale il REZASCO "Quanto si comandava a' popoli di dare, prestare o fare pel Comune, sì di denaro, derrate, animali, od altro, e sì d'opera personale gratuita qualunque fosse ...".
Imborsazione L'azione di imborsare ossia di "mettere nella borsa dello Squittinio, dopo averli assortiti e accoppiati e scritti in piccole polizze, talora rinchiuse in pallottole di cera, i nomi degli Ufficiali designati abili a sedere ne' magistrati, per estrarne poi a sorte quanti bisognasse; talvolta non solo Imborsare gli ufficiali, ma anche Eleggerli ..." (REZASCO, s. v. Imborsare). Cfr. Instr. Canc., n. 11; "E sappiano, che se per qualunque cagione non si trovasse chi volesse accettare [la carica di ufficiale], sicché restassero vote le borse, si devono rifare nuove imborsazioni, e nuove tratte, tante volte, quante occorra, fino a che si trovi chi accetti ...".
Lavoratore (di terre) Chi era stanziato con la famiglia in un podere altrui e lo lavorava a mazzadria (REZASCO, s. v., § I). Cfr. Instr. Canc., n. 253 ss.
Livello Censo pagato al padrone diretto di beni immobili da chi ne gode il frutto (cfr. TOMMASEO - BELLINI, s. v., n. 1). Altrove vale anche per contratto agrario per l'usufrutto temporaneo di un fondo (cfr. ivi, n. 2 e l'opera fondamentale di G. POGGI, Saggio di un trattato teorico-pratico sul sistema livellare secondo la legislazione e giurisprudenza toscana, 2 ed., Firenze, 1842).
Luogo di monte (anche solo luogo) Buono del tesoro. "Credito di somma determinata in un monte", cioè in quel "luogo pubblico dove si pigliano o si pagano danari ad interesse" (TOMMASEO - BELLINI, sotto le voci Luogo e Monte; REZASCO, voce Luogo, § XXXIV). Meno corretto sembra il significato dato dal GDLI, voce Luogo, n. 16, per "titoli azionari, quota di capitale sociale".
Macinato (di macine), tassa del Venne istituita l'8 ottobre 1552 da Cosimo I come "gabella generale sopra le farine" di grani e di castagne. Con provvedimento del 21 maggio 1678 essa fu trasformata in tassa personale e gravò sulle comunità dello Stato secondo un contingente annuale che veniva poi ripartito fra le "bocche" (v.). Con legge 9 marzo 1789 furono emanate nuove Istruzioni al camarlinghi per l'esazione della tassa di macine. Ad essi era data facoltà dal Magistrato de' Nove "di portare Armi offensive, e difensive in ogni tempo, e luogo, ed Archibuso lungo da fazione, o carabina di giusta misura, coll'uso delle semplici palle esclusa affatto la Monizione da Caccia, per tutti gli Stati di S. A. R. fino alle porte della Città di Firenze, ..."(ASF, Magistrato de' Nove, n. 3613, "Patenti d'armi dal 1713 al 1722", senza cartolazione ).
Magistrale Relativo al magistrato della comunità (cfr. REZASCO, s. v., § 11). L'aggettivo non viene registrato in questa accezione dal TOMMASEO - BELLINI, s. v.
Magistrato Magistratura (collegiale); in particolare, il corpo dei rappresentanti la comunità (REZASCO, s. v., § 2).
Massa della decimina e delle teste Somma delle valute delle poste della decimina e dei testanti. Cfr. Instr. Canc., n. 236: "E finito, che averà di descrivere in detto dazzaiuolo, con l'ordine predetto, tutti li poderi, e abitanti con l'estimo, e decimina, che sopra, raccolga, e sommi a quanto ascende tutta la massa composta di dette poste, e quella trasporti, e noti compitata nella prima carta del medesimo libretto, o dazzaiuolo, in piè dell'intitolazione fatta ...". Sopra la massa di un "popolo" (v.) si imponevano le spese occorrenti "con ripartirle a un tanto per lira, secondo il bisogno" (ivi, n. 246). Annualmente queste masse potevano crescere o diminuire, per le variazioni del numero di coloro che rimanevano assoggettati (uomini fra i 16 e i 60 anni), o per l'apertura o chiusura di botteghe, o per il passaggio di categoria dei garzoni a maestri, o per l'avvicendamento dei conduttori dei poderi. Poiché le masse dei "popoli" determinavano la variazione delle "masse grandi", ossia di quelle delle unità amministrative maggiori, i cancellieri dovevano comunicare al Vicariato i dati relativi alle diverse podesterie, affinché si potesse fare il calcolo generale del Vicariato. Cfr. anche Magistrato de' Nove, cc. 454v-455v.
Mercuriale Listino ufficiale dei prezzi dei cereali e di altri prodotti in vendita presso una determinata piazza di mercato. Da Mercurio, dio del commercio: DEI, s. v., Mercuriale2.
Messo Colui che provvedeva a notificare o intimare i pagamenti delle imposte o del dazio (v.) per conto del Magistrato (v.) (REZASCO, s. v., § III). Instr. Canc., n. 330: "E che nel farsi queste notificazioni, e intimazioni, si debbano sempre transmettere, per tutti i Camarlinghi Generali [v.] agli inferiori, per mezzo del Messo pubblico, le copie delle suddette polize, e licenze d'imporre, sottoscritte di mano del Cancelliere ...".
Ministeriale "Lettera, comunicazione o atto scritto ufficiale emanato da un ministro o dal ministero da lui presieduto" (GDLI, s. v.).
Paga "Rata di pagamento di somma convenuta" (REZASCO, s. v., § 1). In generale il termine si trova usato nell'intestazione dei dazzaioli (v.) da parte del cancelliere.
Partiti, libro dei Instr. Canc., nn. 64-65: "Deve ciascun Cancelliere assistere personalmente a tutti i Consigli, & adunanze da farsi in ogni occasione per i Magistrati, Rappresentanti, e Uffiziali de' luoghi alla sua cura commessi, e distendere chiaramente tutti i Partiti, Consigli, e Stanziamenti, che per detti, in numero sofficiente adunati, saranno proposti, o consigliati, e vinti, e quelli sempre nel medesimo giorno, che saranno fatti, registrare nel Libro de' Partiti, da tenersi per ciascun Comune, e luogo, e nel medesimo libro notare tutte le proposte, e partiti, benché non vinti, acciò in ogni tempo si possa vedere, non solo il negoziato, e stabilito, ma ogni trattamento, che potesse servire d'esempio per altre occorrenze".
Partito Votazione (REZASCO, s. v., § 1) "Numero delle fave raccolte in Consiglio nel cercare l'altrui opinione intorno a checchessia" (TOMMASEO - BELLINI, s. v., n. 6). Da cui: "Andare a partito": essere sottoposto a una votazione; "Mettere o mandare a partito": "Ricevere per segni di fave o d'altro, l'opinione altrui nelle pubbliche deliberazioni" (ivi, n. 15). Instr. Canc., n. 66: "Avvertendo, che tutte le deliberazioni si faccino per iscrutini segreti, e non mai a viva voce, ma ciascuno ponga il suo voto coperto nel bossolo, per l'approvazione, o reprovazione del partito proposto a suo piacimento".
Poderaio Lavoratore di podere. V. Dazzaiolo del contado.
Popolo Territorio e persone sottoposte a una parrocchia (cfr. TOMMASEO BELLINI, s. v., n. 10; REZASCO, s. v., § XXXII-XXXIII). Instr. Canc., n. 450: "E vacando alcuna delle parrocchiali di padronato de' Popoli, il Cancelliere subito ne sarà col Rettore di Giustizia [v.] del luogo, sotto la cui jurisdizione sarà quel Popolo, per determinare un giorno de' primi susseguenti, acciò si transferiscano insieme alla Chiesa, e benefizio vacante, per la elezione del nuovo Parrocchiano, e il giorno antecedente al suddetto... farà, che tutti i Popolani, uno per famiglia, siano citati per mezzo del Messo pubblico, acciò tutti personalmente intervengano a tale adunanza, la quale si faccia sempre nella propria Chiesa della vacante Parrocchia".
Posta Partita. Così il TOMMASEO BELLINI, s. v., n. 22: "Quella memoria che si fa di debito, o credito, in sui libri de' conti, detta altrimenti Partita" o anche "Somma che altri dee pagare per imposizione, scritta alla posta". V. Dazzaiolo del contado; Massa del decimino e testanti.
Posta fogna (infognita, infognata) "Quelle partite e poste, delle quali non si trovano i Possessori, né v'è titolo, o azione alcuna per descriverle in conto di altri ..." (PAGNINI, Della decima, vol. I, pp. 100-101). Cfr. anche TOMMASEO - BELLINI, s. v. Fogna, n. 4; REZASCO, s. v., § XIX e XX.
Prediale, tassa Sostituiva la tassa di redenzione insieme con il dazio comunitativo. Venne istituita con legge 16 settembre 1816, e gravava sui proprietari dei terreni e fabbricati. Mentre i proventi della tassa prediale venivano versati alla Regia Depositeria, quelli del dazio erano incamerati dalla comunità allo scopo di supplire alle proprie spese.
Provvisione Deliberazione di alcuni organi collegiali di governo della Repubblica Fiorentina (cfr. MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI - UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida generale degli archivi di Stato italiani, n, Roma 1983, p. 50, Firenze, Antichi regimi).
Pubblico Il corpo politico o amministrativo, in particolare lo Stato o il comune (REZASCO, s. v., § I). Le persone, i beni, gl'interessi dei 'particolari' erano, per definizione, distinti; ma in quello che potevano indifferentemente chiamare 'pubblico' o 'comune' i 'particolari' riconoscevano sé stessi, quel tanto di sé stessi che andava più in là dei limiti di ciascun individuo, di ciascuna famiglia (FIORELLI, p. 89 nota 410).
Ragione Conto del dare e dell'avere, ossia saldo dei camarlinghi Instr. Canc., n. 186: "E per tor via ogni inconveniente, e perché prontamente si possa vedere, quando occorrerà imporre, e in che quantità, faccia, che tutti i Camarlinghi, e altri, saldino, e rimettano le loro ragioni dentro a i debiti termini, e con i debiti modi ...".
Ragione del dazio Determinazione della quota proporzionale con cui i lavoratori di terre e gli artigiani dovevano contribuire al pagamento del dazio comunitativo (v.). In particolare i primi erano tassati un tanto per ciascun fiorino di massa della decima minore, i secondi con un contributo fisso.
Ragioni, libri delle Libri in cui il camarlingo ragguagliava i conti dell'entrata e dell'uscita, ossia la sua amministrazione. A entrata dovevano essere messi il residuo del camarlingo passato, i proventi o rendite della comunità, quelli derivanti da "tutte le condennazioni de' danni dati" e, infine, "gli assegnamenti de' dazzi, e imposizioni", avendo cura di distinguere la "massa de' descritti, da quella dei non descritti" (v.) per gli opportuni defalchi (v.). A uscita si dovevano porre i crediti del camarlingo antecessore, il "pagamento" del camarlingo generale da parte di quello inferiore, "le paghe fatte a' Magistrati di Firenze", "le spese de' salarj degli stipendiati dal Comune" eletti con autorizzazione del Magistrato de' Nove e quelle dei salariati ordinari, "le spese straordinarie" e, infine, i defalchi (cfr. Instr. Canc., nn. 287-317).
Redenzione, tassa di "Nome che si diede in Toscana negli ultimi tempi medicei alla Decima, perché assegnata a redimere il debito pubblico" (REZASCO, s. v., § IV). Con la riforma delle comunità di Pietro Leopoldo, essa sostituì le contribuzioni che fino allora si esigevano col titolo di chiesto (v.).
Rettore Il governatore di un "popolo" o di un comune, colui che aveva facoltà di statuire, deliberare, imporre imposte, ecc. (cfr. REZASCO, s. v., § I).
Rettori di giustizia Gli ufficiali che amministravano la giustizia (podestà, capitano). Cfr. REZASCO, s. v. Rettore, § IV e V.
Ricordi, libro dei Registro o parte di registro dove si prendeva nota o memoria degli oggetti d'amministrazione.
Rifiuto "L'Atto del non accettare l'ufficio, e la Pena o Tassa che si pagava per l'assoluzione dall'obbligo di accettarlo, quando l'eletto non provava entro certo termine gl'impedimenti descritti nella legge che lo scusavano dal non accettare" (REZASCO, s. V., § I). Cfr. Instr. Canc., n. 55-56: "E non si trovando chi accetti [il camarlingato], s'imborsino tutti gli abili non privilegiati, o in qualunque modo esenti da i rifiuti, e si reiterino tali imborsazioni [v.], e tratte, fino a che si trovi chi pigli tal carica; e tante volte, quante saranno estratti, si faccino debitori delle pene per i rifiuti, quelli che recuseranno, o non accetteranno dentro al suddetto termine di un giorno, che ne aranno avuta notizia legittimamente ...".
Riforma Rinnovo ordinario degli ufficiali (v.) del Magistrato (v.) (cfr. REZASCO, s. v. Reforma, § IV).
Salario Pagamento (ad es. "salario de' rifiuti", v.) o, altrove, compenso d'un pubblico ufficiale (REZASCO, s. v., § I e III).
S. A. R. Sigla per Sua Altezza Reale, titolo dei granduchi di Toscana dal 1701.
S. A. S. . Sigla per Sua Altezza Serenissima, titolo dei granduchi di Toscana dal 1569.
Schiena, riscuotere a Quella forma particolare di esazione che comportava l'obbligo da parte dei camarlinghi di pagare allo Stato anche le poste (v.) non riscosse o inesigibili (cfr. REZASCO, s. v.). Cfr. Istruzione al camarlingo per l'esazione della tassa di macine del 1790: "Risquoterà tutte le Poste dei Debitori notati nel presente Quaderno, o sia Dazzajolo a suo rischio, e schiena a forma della sua Obbligazione ...".
Squittinio v. Imborsazione.
Testa "L'estimo della persona". Cfr. bocche. Sulla sua origine, v. Testatico.
Testa doppia Maestro o capo di bottega tenuto a pagare il doppio dell'estimo della persona (cfr. REZASCO, s. v.) Instr. Canc., n. 259: "E quando vien liberato da detti SS. Deputati un maestro dal pagamento sopra la testa doppia, dovrà in suo luogo descriversi, perché paghi come maestro, quello che, o figliuolo, o ministro, o garzone subentrerà in luogo suo, e sarà reputato capo di detta bottega". La distinzione fra "testa doppia" e "testa scempia" è meglio precisata in Magistrato de' Nove, c. 396: "Da i maestri si deve pagare testa doppia e da i garzoni ed operaii testa scempia, ma quali s'intendino maestri e quali garzoni vedi la Filza di domande e sentenze seconda del 1676 a c. 406, relazione del Sig. Avvocato Pier Licinio Serrati, per la quale libera dal pagamento della testa doppia alcuni scarpellini di Fiesole, per aver questi asserito di lavorare sotto i maestri di cava ...".
Testatico Imposta sulle teste. L'Instruzjone a' Cancellieri del 1635 ne spiega la costituzione: "E perché da tali spese [per i bisogni comuni del contado], non solo i poderai [v.], ma tutti gli altri abitanti, ne ricevono utilità, fu ancora determinato, che si assegnasse una simile valutazione, o stima sopra le persone de' suddetti abitanti, abili a guadagnarsi il vitto con l'opera loro, e fu di soldi 20. piccioli, per ciascuno, raddoppiati sopra le teste degli artisti, capi, e maestri delle loro botteghe ..., i quali si presuppone giustamente, che più degli altri di gran lunga guadagnino; e questa valutazione, o estimo, serve anch'essa per il suddetto ripartimento, o distribuzione" (nn. 245-246).
Tratta Estrazione per sorteggio dei nomi degli ufficiali (v.). Cfr. REZASCO, s. v., § XVIII Instr. Canc., n. 52: "E nel Contado, e altrove, dove si deve, & è consueto, che si faccino tali amministratori, con estrarsi delle borse solite; si pubblichino le tratte almeno otto giorni avanti al tempo determinato, farle bandire alla Chiesa di ciascun Popolo in giorno festivo ...".
Ufficiale Colui che ricopre un ufficio pubblico sia come rappresentante sia come impiegato (cfr. TOMMASEO - BELLINI). "Le Comunità di questi felicissimi Stati, come corpi distinti da quelli delli particolari che le compongono, sono governate e rappresentate dalli loro offiziali, quali nelle loro deliberazioni procedendo collegialmente hanno quell'autorità che non puole esercitarsi da tutto il popolo fuori della legittima e collegiale adunanza" ("Ristretto delle Osservazioni" del [1697] in Magistrato de' Nove, c. 425). Secondo il disposto dei Cinque Conservatori del contado e distretto di Firenze stampato nel 1553 e riprodotto nelle Instruzjoni a' Cancellieri del 1635 gli ufficiali del comune, ossia "i Camarlinghi, Rettori, Sindachi, e altri, che riscuotono, e pagono danari per li Comuni, Popoli, e luoghi" dovevano eleggersi almeno un mese avanti la fine della carica dei vecchi, "stare un Anno in Uffizio" ed essere obbligati sempre a rimettere i conti. Per ricoprire tali uffici era necessario abitare in quel luogo, avere almeno ventidue anni e pagare regolarmente le tasse (nn. 27-35).
Villa Villaggio, frazione del comune.



Abruzzo 127
Africa italiana 207
Agostini, Grazia 22
Alessio, Giovanni 211
Allegri, Giuseppe 64
Altoviti, famiglia 125
Altuiti, Giovan Battista 52, 54
America 73
Andrei, Angelo 102
Ansuigi di Simone 40
Antoniella, Augusto 2-4, 6, 7, 11-12, 14, 72
Antonino, santo 34
Anzilotti, Antonio 41-42, 44, 72
Aquarone, Alberto 70
Arezzo 41
Arno 19-21, 62, 64-65, 97, 128, 160-161
Astuti, Guido 107
Bacci, Giovanni 50
Badia a Settimo (Scandicci) 97
Baldini 125
Balenci, Patrizia 20-21
Banaglini, Marco di Stefano 35
Bani, Zanobi 102
Bargiacchi, Luigi 61
Baroncelli, farmacia 121
Bartolozzi, legato pio 207
Bartolozzi, Anna 207
Bartolozzi, Francesco 61, 64
Baschieri, Candido 81
Battaglia, Salvatore 211
Battista d'Antonio, capo maestro 22
Battisti, Carlo 211
Becagli, Vieri 72
Becattini, Giuseppe Maria 71
Bechi, Francesco di Martino 40
Bellini, Bernardo 24, 211-213, 216-217
Bellini, Domenico 102
Beloch, Karl Julius 22
Bencini, Carlo 31, 50, 61
Benini, famiglia 123
Benini, Andrea 51-52, 54
Benini, Bonaventura 51, 53-54, 61
Benini, F. 84
Benini, Pasquale 81
Benini, Pietro 84-85
Benvenuti, F. 107
Bertini, F. 63
Bertini, Giovanni 51, 61
Bianchi, Andrea di Lorenzo 37
Bicchierai, Giuseppe 27, 29, 31
Bicchierai, Lorenzo 102
Bicchierai, Marcello 2
Bietti, Monica 22
Bisenzio 20, 128
Bolognesi, Giovanni di Maccario 38
Boretti, Giovan Battista 45
Boretti, parroco 102
Borgia, Luigi 6
Botinaccio (Butinaccio), S. Andrea a (nel Valdarno inferiore) 34, 36
Bracciatica, S. Bartolomeo (Lastra a Signa) 34, 38-39,43
Bracciatica, S. Michele a (Lastra a Signa) 34
Brozzi (Firenze) 73
Brucianesi (Lastra a Signa) 6, 26, 193
Brunelleschi, Filippo 22
Busche, S. Stefano alle (Carmignano) 26, 43, 72, 81
Calabria 127
Calcinaia, S. Stefano a (Lastra a Signa) 4, 6, 20, 23, 43, 98, 101, 121, 141, 192
Cambi, Gaspero 64
Campi (Campi Bisenzio) 66, 73
Campi, conte 84
Canci, Antonio di Giuliano 23
Canonaci, Santi di Matteo 40
Caparrini, Luigi 64
Cappelli, contessa 117
Cappiardi, Arcangiolo 56
Cappiardi, Giuseppe 82-83
Cappiardi, L. 80
Capponi, Gino 41
Capponi, Roberto 61
Capra, Carlo 62
Capraia (Capraia e Limite) 86, 103
Carbonai, Giuseppe 73
Carcheri (Carchori), S. Martino a (Lastra a Signa) 6, 34, 40, 43, 88, 117, 120, 193
Carlo Alberto, re di Sardegna 123
Carlo di Bartolomeo di Goro 23
Carmignano 72-73
Carocci, Guido 22
Casanuova, Ignazio 2, 50
Casellina (Scandicci) 2
Casellina e Torri (Scandicci) 72, 103
Casini, Bruno 70
Castagnolo (Lastra a Signa) 72, 141
Castelfranco di Sotto 73
Castellaneta (Lastra a Signa) 127
Castellina (Capraia e Limite) 103
Castracani degli Antelminelli, Castruccio 21
Castratica (Castrato, Castratole) (Lastra a Signa) 34, 37, 43
Cerreto Guidi 5, 50, 57, 86
Certaldo 4
Chanisi, Piero di Stefano 23
Chimenti di Ulivieri 23
Chittolini, Giorgio 33
Cianchi, Renzo 4
Cilli, Paulo di Francesco 23
Cini, Bastiano 32
Cintolesi, Domenico 57
Cintolesi, Filippo 127
Cioni, Michele 4
Ciramelli, Giuseppe 79
Comparini, Papi (pappi) 23, 29
Conti, Elio 34
Contini, Alessandra 41-42, 44
Corsani, Gabriele 1, 20, 34
Cosimo I de' Medici 33
Covoni, Migliore 102
D'Addario, Arnaldo 33
Dal Pane, Luigi 47, 60
Dauchy, Édouard 62
De Gaetani (?), ingegnere 208
Del Mignia, Giovanni di Zaccheria 23
Della Stufa, gonfaloniere 81
Desti, Marco 20, 34
Diaz, Furio 25, 41-42, 44
Dini, Marco di Piero 23
Disperati, Gustavo 79
Domenico di Marco di Francesco 35
Ducessois de Prat, G. 132
Empoli 2-5, 14, 21, 26, 37, 49-50, 60, 73, 80, 86-87
Europa 45
Faleni, Giovan Battista 48, 50, 60
Fancelli, C. 74
Fantappiè, Carlo 1
Fante, Lorenzo del 27-28
Fante, Michele del 28-29
Farinola, Franco 81
Fasano Guarini, Elena 21, 25, 33-34, 35, 42, 212
Favanti, Carlo 79
Ferdinando III di Lorena 79
Ficciati, Antonio 79
Fiesole, 74 219
Filippini, famiglia 81
Fiorelli, Piero 211-212, 218
Firenze 2-4, 6-8, 14, 19-22, 32-35, 62, 74, 114, 121, 178, 209, 213-214, 216, 218-219
Fontana, S. 109
Francesco di Nanni 38
Francesco I di Lorena 103
Francia 73
Frescobaldi, Francesco 103
Frescobaldi, Matteo 81
Friedberg, Emilio 206
Fucecchio 73
Furiosi, Giovacchino 80
Galeotti, A. 46
Galeotti, Leopoldo 72
Galli, Antonio Manfredi 39
Galli, Donatello 10
Galluzzo 3-6, 114
Gamucci, Felice 32
Gangalandi (Ghangalandi, Guangalandi) (Lastra a Signa) 1-2, 4, 6-7, 19-20, 22-24, 26-28, 31-37, 101, 120
Garfagnana 127
Gavignano (Lastra a Signa) 20, 23
Gaye, G. 22
Genova 117
Germania 73
Getto di Gioppo di Giotto 35
Ghisalberti, Carlo 62
Gianni, Francesco Maria 42, 45
Giannini, Massimo Severo 108
Giava 74
Giglioli, Giovan Francesco (Gianfranco) 59
Ginestra (Lastra a Signa) 180-183, 187-188, 193
Giusti, Martino 20
Gizzi, E. 108
Gonfolina, la (Lastra a Signa) 46-47, 65
Guerrazzi, famiglia 81
Guerrazzi, Luigi 102
Guicciardini, Francesco 21
Guidi, Guido 23, 33
Guidi, Pietro 20
Impruneta 5, 14, 93
Inghilterra 45, 73
Insabato, Elisabetta 7, 14, 60
Italia 62, 206
Lamole, S. Maria a (Lastra a Signa) 29, 43
Lecceto (Lastra a Signa) 24
Le Merci (Lastra a Signa) 192
Libia 128
Limite (Capraia e Limite) 103
Lipsia 73
Livorno 74, 124
Lombardia 107
Lorenzetti, Alessio di Antonio 36
Lorenzi, Carlo 26
Luci, legato pio 207
Lunigiana 127
Lupardi, Giovanni 47
Luti, Lorenzo 52, 54, 57
Luti, Pasquale 52, 54, 57
Macani, Domenico q. Filippo 38
Maestrini, Andrea 27
Maestrini, Lorenzo 36
Magnani, legato pio 207
Malmantile (Lastra a Signa) 20, 21, 22, 119-120, 127, 180-181, 188, 193
Maremma 120
Maria Luigia di Spagna 65
Mariotti, Filippo 74
Marliano (Marliana), S. Maria a (Lastra a Signa) 34, 37, 43, 57, 193
Marrara, Danilo 41-43, 63
Marsini, Sandra 14
Martelli, Francesco 42
Meoni, Angiolo 64
Meucci, Giovan Battista 64
Michelagnoli, A. 127
Miglio, Gianfranco 107-108
Migliorini, Andrea 82
Mirri, Mario 211
Misciano (Mosciano), S. Donato a (Lastra a Signa) 34,38
Modigliana 23
Montalbano 19
Montelupo (Montelupo Fiorentino) 1-2, 4, 7, 22, 34, 47, 50, 86, 102
Monte Vittulino (Monsummano Terme) 32
Morandini, Francesca 12
Moretti, L. Enrico 83
Mugello 127
Murat, Giovacchino 60
Naldi, Antonio 64
Napoleone Buonaparte 62
Nati Poltri, Francesco 2
Nebbiaccoli (Nebianole, Nebiola), S. Piero a (Lastra a Signa) 34, 36, 39, 43
Nelli, Giovan Battista 47
Nenciolini, S. 127
Neri, Pietro Maria 57
New York 73
Niccolini, famiglia 125
Noccioli, R. 10
Novoli ("Nuovoli") (Lastra a Signa) 20
Ombrone 20
Orlandi, Lucenzio 103
Pagliai, Santi di Gabbriello 38
Pagnini del Ventura, Giovan Francesco 211, 213
Palmieri, Pellegrino di Bartolomeo 37
Pampaloni, Guido 1
Pandolfini, Carlo 64
Pansini, Giuseppe 62-64, 70, 72
Paoletti, Italo 10
Parigi, Francesco 2-3
Parigi, Giovan Battista 64
Pavone, Claudio 107
Petracchi, Adriana 108
Piccardi, Silvio 19-20
Piccini, A. 136
Piccioli, Antonio 86
Pieri, Sandra 7, 14, 60
Piero di Domenico di Fabri 39
Pierotti, Vincenzo 49-50
Pietro Leopoldo di Lorena 41-42, 44, 65, 72, 214
Pisa 19-21
Pistoia 19, 115
Poggio alla Malva (Carmignano) 26, 81
Polli, Giuseppe 56
Ponte a Signa (Lastra a Signa) 23, 65, 118, 192
Porlo di Mezzo (Lastra a Signa) 19, 192
Prato 73
Prini, Carlo 64
Prini, C. A. 120
Prunai, Giulio 1, 7, 71
Puccini, Paulus Jacopi Guidonis 20
Pugnani, Italo 208
Pulica ("Publeta"), S. Maria (Montelupo Fiorentino) 34, 39-40, 43
Pulignano (nel Valdarno Inferiore) 103
Raponi, Nicola 42, 70, 108
Rattazzi, Urbano 107
Ravenni, Gian Bruno 41, 43-44
Repetti, Emanuele 19, 26, 34, 72
Rezasco, Giulio 211-213, 215-219
Richter, M. 21
Righi e C. 8
Rillus, Alexander 39
Rimaggio 208
Rocca San Casciano 37
Romagna 37
Romania (Lastra a Signa) 192
Rondinelli, Emilio 85-86
Roscegli, Antonio 35
Rosi, Antonio 64
Rotelli, Ettore 109
Ruffilli, Roberto 107
Ruffini, Francesco 206
S. Colombano (Scandicci) 97
S. Gimignano (S. Giminiano) 37
S. Giovanni Valdarno 20
S. Godenzo ("S. Gaudentii") 34
S. Ilario (Lastra a Signa) 72, 192
S. Ippolito (Lastra a Signa) 20, 34, 193
S. Lucia (Lastra a Signa) 192
S. Martino a Gangalandi (Lastra a Signa) 20, 32, 37-38, 43, 102, 192
S. Michele di Castello (Lastra a Signa) 20, 26
S. Pietro (S. Piero) in Selva (Lastra a Signa) 20, 23-24, 43, 193
S. Romolo a Settimo (Lastra a Signa) 72, 192
Santa Croce sull'Arno 27
Santini, Giuseppe di Giovan Domenico 36
Scarlatti, Giuseppe 40
Scarperia 36
Schupfer, Carlo 70, 72
Scotti, Francesco 39
Scotti, Valerio (Valeriano) 53, 55-56, 58, 60, 61
Selve, le (Lastra a Signa) 192
Serafini, Ambrogio 53, 55, 58-59, 60
Serafini, Andrea 103
Serafini, Serafino 60
Serrati, Pier Licinio 219
Sesto (Sesto Fiorentino) 73
Settimo (Scandicci) 2
Sicilia 127
Signa 19-21, 73, 209
Signe, le 19, 73
Safri, Gianni 42
Spicchiello, S. Stefano a (Lastra a Signa) 34
Squilloni, Paolina 120
Strozzi, Filippo Giuseppe 80
Svizzera 74
Tampone, Gennaro 1
Targioni Tozzetti, Giovanni 19, 46
Tartini Salvatici 74
Tassinari, Giovanni Filippo 37
Tedaldi, Niccolò di Ludovico 23
Tofanari, Giovan Domenico 45
Tommaseo, Niccolò 24, 211-213, 216-217
Torri v. Casellina e Torri
Torrigiani 8
Toscana 44, 46, 61-62, 64-66, 70, 72, 218-219
Vaglini, Horatio di Santi 39
Valdarno inferiore 19
Valdelsa 23
Valdinievole 32, 44
Val di Pesa 20, 34
Valle del Bisenzio 19
Vanni, Pasquale 64
Vecchi, Pier Francesco 37-39
Vernuzzi, legato pio 207
Viciano, S. Lorenzo a (Lastra a Signa) 34
Vicinato, villa del (Lastra a Signa) 20, 23
Vienna 116
Vigliano (Lastra a Signa) 192
Vinci 86
Vingone 208
Vinitto di Luca 35
Violi, Luigi 127, 208
Visconti, famiglia 22
Visconti, Gian Galeazzo 21
Vittorio Emanuele II 116
Vittorio Emanuele III 123
Volterra 41
Zanni Rosiello, Isabella 108
Zanobi di Cristofano 23
Zobi, Antonio 41



Codifica:
Maddalena Taglioli, 2003
Paolo Santoboni, revisione, marzo 2010