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Comunità di Lucignano

Sede: Lucignano (Arezzo)

Date di esistenza: 1814 - 1865

Intestazioni: Comunità di Lucignano, Lucignano (Arezzo), 1814 - 1865

Storia amministrativa:
Con la Restaurazione venne abolito in Italia l'intero apparato amministrativo e giudiziario introdotto dal governo francese e fu ripristinata l'organizzazione statuale antecedente al 1808 1 . A Lucignano tornarono ad insediarsi il Magistrato comunitativo, composto dal gonfaloniere e da sei priori, ed il Consiglio generale, composto dal Magistrato e da dodici consiglieri, in carica per un anno. In attesa di predisporre le borse per l'estrazione dei nuovi ufficiali, le funzioni di gonfaloniere vennero attribuite provvisoriamente al maire in carica.
Le competenze degli uffici comunali vennero poi meglio definite con il nuovo regolamento del 16 settembre 1816 2 che, attingendo anche all'esperienza del passato governo francese, apportò significative innovazioni al precedente sistema amministrativo di derivazione leopoldina.
Il gonfaloniere, non più scelto per estrazione, venne nominato triennalmente dal Granduca, su indicazione della Soprintendenza generale delle Comunità, previo esame di una rosa di candidati in possesso degli stessi requisiti precedentemente richiesti per essere ammessi nella borsa relativa. Nel 1822 venne modificato anche il meccanismo di approntamento delle liste dei candidati alla carica di gonfaloniere, che non poterono più essere rinnovate se non dopo aver ottenuto l'autorizzazione sovrana 3 .
Il gonfaloniere assunse in tal modo un ruolo di preminenza sugli altri ufficiali comunali, costituendo, di fatto, anche il referente del potere centrale. Godeva infatti di ampi poteri di supervisione sull'attività economica del Comune sui lavori pubblici e aveva competenze specifiche in materia di polizia ed ordine pubblico, riassumendo in parte le funzioni svolte in tal senso dal maire francese. Per l'esercizio di tali funzioni il gonfaloniere di Lucignano dipendeva, per gli affari di polizia, dalla Presidenza del Buongoverno, e, per gli affari amministrativi, dalla Camera delle comunità di Firenze, prima, e, a partire dal 1825 4 , da quella istituita ad Arezzo.
Il Consiglio generale, composto dal Magistrato e dai consiglieri in carica, si riuniva in seduta ordinaria una volta all'anno per nominare i deputati alla tassa di famiglia, decidere sugli stipendi degli ufficiali e sulla nomina dei medici comunali. In tutti gli altri casi deliberava il Magistrato costituito dal gonfaloniere e dai priori residenti, che venne ad assumere una posizione di preminenza rispetto al Consiglio generale. Al Magistrato, secondo l'ordine del giorno predisposto dal gonfaloniere, spettava infatti l'elezione del camarlingo generale, l'approvazione del bilancio di previsione e del conto consuntivo.
Il Consiglio generale era nominato per estrazione da apposite borse: in quelle dei consiglieri potevano essere imborsati possidenti, contadini ed artigiani; in quelle dei priori solo i maggiori possidenti, iscritti per una rendita imponibile che la sovrana resoluzione del 14 agosto 1834 aveva fissato, per tutte le comunità del Granducato, in almeno 250 lire 5 .
Il nuovo regolamento generale per le comunità, emanato il 20 novembre 1849 6 , dopo l'esperienza del primo governo provvisorio toscano, pur mantenendo in vita le due magistrature del Consiglio e del Magistrato, ne ribaltò le competenze a vantaggio del primo (composto di quindici consiglieri) che si occupava ora di eleggere i priori, nominare i deputati per i reparti delle tasse, deliberare sui bilanci di previsione e sui rendiconti. Il Collegio dei priori, composto di cinque membri eletti dal Consiglio al proprio interno a scrutinio segreto, costituiva l'organo esecutivo delle deliberazioni del Consiglio e preparava le informazioni per quest'ultimo, deliberando in merito ai soli provvedimenti urgenti. La principale novità introdotta fu l'abolizione del meccanismo dell'estrazione e l'adozione del sistema elettorale per la nomina dei consiglieri 7 .
Il regolamento, emanato in via provvisoria, risultò abrogato già nel settembre 1853 8 quando un nuovo testo legislativo ristabilì le competenze del Magistrato e del Consiglio quali erano state previste nel 1816 e riportò in uso il sistema dell'estrazione per la nomina degli ufficiali. I consiglieri furono allora estratti tra tutti i proprietari iscritti all'estimo della Comunità, mentre i priori, componenti il Magistrato, solo all'interno della metà più ricca di essi. Il gonfaloniere tornò ad essere scelto dal granduca tra gli abilitati a ricoprire la carica di priore.
Il secondo governo provvisorio toscano - insediato nel 1859 e rimasto in carica fino al plebiscito che sancì l'annessione della Toscana al Regno di Sardegna emanò un ulteriore regolamento comunale 9 , preceduto da una specifica legge elettorale 10 , che reintrodusse quasi immutato il precedente regolamento del 1849, rimasto poi in vigore fino alla promulgazione della legge comunale e provinciale del 22 marzo 1865 con la quale si unificò il sistema amministrativo dello Stato unitario 11 .
Il cancelliere comunitativo riassunse nel 1814 le funzioni di consultore legale della comunità e di responsabile della formazione dei dazzaioli delle imposte, e riprese la registrazione delle deliberazioni degli organi collegiali. Anche il camarlingo tornò a svolgere le funzioni ricoperte fino al 1808. I citati regolamenti del 1816 e del 1849, a seguito dei quali la durata della sua carica venne portata rispettivamente a tre e a quattro anni, non modificarono sostanzialmente le sue attribuzioni, che vennero poi ulteriormente confermate dal successivo regolamento del 1859.
Sostanziali modifiche intervennero invece in materia di imposizione fiscale diretta, con l'abolizione sia della tassa di macina che della tassa di redenzione, sostituite, rispettivamente, dalla tassa di famiglia e da quella prediale. In campo contabile venne adottato un meccanismo modellato sull'esempio francese e basato sulla redazione annuale di un bilancio di previsione e di un rendiconto finale dell'amministrazione, che il cancelliere era tenuto a compilare insieme ad una serie di altre scritture particolari delle entrate e delle uscite come i registri dei mandati e i repertori delle assegnazioni.
Nel 1825 12 , successivamente alla definizione delle operazioni preparatorie del nuovo catasto particellare, venne costituito a Firenze un Corpo degli ingegneri dipendente dalla Soprintendenza alla conservazione del Catasto e, successivamente al 1834, dal Corpo degli ingegneri di acque e strade. Il territorio venne allora ripartito in Circondari di acque e strade, affidati ciascuno ad un ingegnere con funzioni tecniche in materia di viabilità, corsi d'acqua, fabbriche comunitative e lavori pubblici in genere. Gli ingegneri furono posti al servizio delle Comunità del Circondario con compiti di proposizione, progettazione, direzione e collaudo di tutti i lavori da eseguirsi e sostituirono, così, i provveditori istituiti nelle Comunità, a seguito delle riforme leopoldine.
La Comunità di Lucignano, insieme con quelle di Foiano, Marciano, Monte S. Savino, Civitella, Sinalunga e Torrita, costituì il Circondario di Cortona, facente capo alla Camera di soprintendenza comunitativa di Arezzo, presso cui era stato istituito, parallelamente alle altre Camere, un Ufficio di acque e strade, presieduto da un ingegnere ispettore, competente in materia di strade regie e di lavori pubblici da eseguirsi a spese dell'erario e addetto, contemporaneamente, alla vigilanza degli ingegneri del circondario.
Un rescritto sovrano del 3 gennaio 1827 creò, all'interno del Circondario di Cortona, la Divisione di Foiano, alla quale fu preposto un aiuto ingegnere, residente alternativamente a Foiano e a Lucignano con competenza sulle Comunità di Lucignano, Foiano, Marciano, Monte San Savino e Civitella. Su richiesta del Magistrato comunitativo di Monte S.Savino, la sede dell'aiuto ingegnere venne trasferita presso quella comunità a partire dal 7 aprile 1838 13 . Con la riforma del 5 dicembre dello stesso anno 14 (attiva a partire dal 1 gennaio 1839) vennero infine creati tre Circondari autonomi: il primo a Cortona (comprendente la sola Comunità di Cortona), il secondo a Foiano (con le Comunità di Sinalunga, Foiano, Torrita e Marciano) e il terzo a Monte San Savino, comprendente le Comunità di Monte San Savino, Lucignano e Civitella. Il 10 dicembre successivo anche l'organizzazione territoriale delle cancellerie della zona venne modificata per adeguarsi alla nuova situazione.
La ristrutturazione generale delle circoscrizioni amministrative, giudiziarie e comunitative toscane del 1849 15 determinò contemporaneamente l'abolizione delle Camere di soprintendenza, degli Uffici di ispezione e dei Circondari di acque e strade. Venne allora concesso alle Comunità di decidere autonomamente in merito ai lavori pubblici e di dotarsi di proprio personale tecnico 16 . Si addivenne così alla nomina degli ingegneri comunali che, a partire dal 1 settembre 1850, svolsero le funzioni assolte precedentemente dagli ingegneri di circondario. Per i lavori non di competenza delle comunità furono istituiti appositi distretti, affidati ad ingegneri distrettuali, competenti in materia di strade provinciali e di corsi d'acqua. Presso ciascuno dei sei Compartimenti di prefettura della Toscana si insediò un ingegnere capo responsabile - insieme alla Direzione generale dei lavori di acque, strade e fabbriche - del controllo sui Distretti. La Comunità di Lucignano, insieme con quelle di Monte San Savino, Civitella, Foiano, Marciano, Cortona e Castiglion Fiorentino fu inserita nel Distretto di Foiano, poi, a seguito di una modifica della circoscrizione, intervenuta nel 1860, in quello di Monte San Savino insieme alle Comunità di Monte San Savino, Civitella e Marciano 17 .



Complessi archivistici prodotti:
Comunità di Lucignano, 1814 - 1865 (fondo, conservato in Comune di Lucignano. Archivio storico)