Luogo: Chiusi (Siena)
Date di esistenza: sec. XVII - 1970Intestazioni: Bonci Casuccini, Chiusi (Siena), sec. XVII - 1970
Storia familiare:
Agli inizi del XVII sec. troviamo a Chiusi la antichissima famiglia Bonci
rappresentata da Dionisio, nato nel 1623 da Anton Maria e Cintia Formichi, che sarà il
costruttore del bel palazzo di famiglia che diverrà poi residenza cittadina dei Bonci
Casuccini e dal fratello Michelangelo che intraprese la carriera ecclesiastica e ottenne
incarichi prestigiosi alla corte di papa Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi.
La
vicinanza con la famiglia Chigi procurò grandi vantaggi anche a Dionisio che fu giudice
e governatore in varie parti della Toscana e ricoprì quattro volte la carica di
Gonfaloniere di Chiusi. Da Livia Andreucci di Siena ebbe vari figli ma sopravvisse un
solo maschio: Anton Maria nato nel 1666 che ricoprì molte volte le più alte cariche
della Comunità, sposò Agnese Sozzi e non ebbe discendenza.
Dionisio ebbe anche due
figlie: Calidonia e Porzia e quest'ultima sposò Niccolò Casuccini. Molte proprietà della
famiglia Bonci, di cui si era estinta la linea maschile, passarono alla famiglia
Casuccini o meglio al ramo di Niccolò che entrò a far parte della nobiltà chiusina e
senese ma dovette anteporre il cognome Bonci al suo così come accadeva in molte altre
famiglie toscane e anche a Chiusi con i Ciaja Barni e poi con i Nardi Dei.
I poderi
dell'eredità Bonci erano Peschiera (vicino a località Querce al Pino), Poggio al
Ghiaccio e Lama (nella cura di Macciano), Montebello (nella collina di Poggio Renzo), i
Forti (attuale giardino pubblico) e Bagnolo. Questi ultimi tre erano andati in eredità a
Calidonia, ultima figlia di Dioniso Bonci, che nel 1693 aveva sposato Ferdinando
Andreucci.
Gli eredi di Niccolò Casuccini, che già tenevano in affitto questi tre
poderi, li acquisteranno poi nella seconda metà del Settecento. Nel 1699 Niccolò
Casuccini aveva acquistato i poderi Gragnano e Gragnanello e terre spezzate a Fonte
Rotella dai fratelli Augusto e Pier Francesco Petrozzi gravati da molti debiti ereditati
dal padre Rosato.
Nel secolo successivo gli eredi di Niccolò Casuccini, ed in
particolare il nipote Dioniso Bonci Casuccini (1719-1785) continueranno ad acquistare
terreni nel comune di Chiusi ma la fattoria non navigava in buone acque così come tutta
l'economia chiusina che soffriva fortemente per l'allagamento continuo del suo
territorio di pianura, per la forte mortalità nelle famiglie contadine a causa della
malaria e per la scarsa imprenditorialità dei proprietari, spesso enti
ecclesiastici.
È questo un periodo di transizione che vede la fine della vecchia
nobiltà terriera quando ancora non era sbocciata una borghesia sufficientemente capace e
dotata di mezzi economici. Le cose cambieranno con l'avvento al governo della Toscana
della dinastia Asburgo Lorena quando con Francesco prima, ma sopratutto con Pietro
Leopoldo poi, si faranno quelle necessarie riforme amministrative che permetteranno lo
svilupparsi ed il consolidarsi di una borghesia imprenditoriale.
Altro fatto
importante sarà la realizzazione in Val di Chiana di nuove strade che la toglieranno,
nel breve giro di pochi decenni, dal secolare isolamento e che permetteranno di
allargare i mercati dei prodotti agricoli oltre il territorio senese. Alla metà del
Settecento, la famiglia possiede ben diciassette poderi, a quelli elencati fino ad ora
si erano aggiunti altri come Fonte Pinella e Palazzo Bello.
Le produzioni non sono
molto floride e permettono a malapena la sopravvivenza delle famiglie contadine;si
coltiva grano, ma con delle rendite molto basse, granoturco, fave, fagioli, canapa.
Buona è la produzione di vino e scarsa quella di olio, si allevano pecore e si produce
lana e cacio. In tutti i poderi sono presenti almeno due bovi da lavoro e vacche e
vitelli per la riproduzione.
Nel 1784 si vendettero i beni del Seminario Vescovile
che da molti anni non aveva più allievi ed aveva poderi poverissimi, il figlio di
Dionisio, Pietro (1757-1842), acquistò molti beni che erano appartenuti a questo ente e
tra questi alcuni poderi che già da molti anni teneva in affitto come Pellegrina e Colle
e molti terreni sulla collina di Poggio Renzo e il fabbricato cittadino dove era stata
per secoli la chiesa di S. Faustino che poi nell'Ottocento diverrà l'oliviera dei poderi
di Chiusi.
Pietro Bonci Casuccini sarà il vero artefice della rinascita economica
della fattoria di Chiusi e Chianciano negli ultimi decenni del secolo XVIII, acquistando
i piccoli poderi degli enti ecclesiastici soppressi, accorpando terreni, costruendo
nuove strade a servizio dei poderi, acquistando terreni della Comunità per poi
bonificarli e renderli produttivi e costruendo nuove case coloniche o restaurando e
ampliando quelle esistenti.
Nel 1790 i poderi di Chiusi sono 22 con Paccianese di
Sopra, Paccianese di Sotto (oggi sede di un ristorante, allora dei frati di S. Francesco
di Chiusi) e Astrone; oltre ai mezzadri molti altri lavoratori sono tenuti in conto
corrente e sono pigionali, fabbri, falegnami, muratori e molti operanti a giornata usati
negli orti di fattoria o a lavorare nelle bonifiche.
Pietro Bonci Casuccini ricoprì
varie volte le più alte cariche cittadine e, vantando amicizie molto in alto, riuscì
molte volte ad eludere le regole e sbaragliare gli avversari e divenne in breve tempo il
padrone assoluto dell'economia chiusina. Nella gestione 1816-1817 i poderi registrati
sono 28, i prodotti sono gli stessi elencati prima ma sono aumentate fortemente le
rendite e i bestiami presenti nei poderi dai quali era possibile per le famiglie trarre
qualche risorsa.
I mezzadri sono costantemente indebitati nei loro conti correnti e
solo con il conto stima dei bestiami, che sono capitale in comune con il proprietario
del podere, riescono ad alleviare il loro debito con la fattoria. Pochissimi sono i
mezzadri che lasciano un podere senza avere un debito con l'amministrazione, infatti,
seppure gli utili di fattoria fossero in qualche anno anche notevoli, questo non si
ripercuoteva sulla situazione economica delle famiglie contadine proprio per la natura
stessa del patto mezzadrile.
In questi anni i Casuccini realizzarono molte
fabbriche di case rurali, il nuovo mulino da olio dell'Astrone e si iniziò la
costruzione del fabbricato di Poggio Casale su terreni acquisiti dal soppresso convento
di S. Francesco e delle monache di S. Stefano.
Alla morte di Pietro Bonci Casuccini
nel 1842 i poderi della fattoria di Chiusi sono 33 e ci sono 27 lavoranti in conto
corrente tra artigiani, operanti, pigionali e guardie. L'erede di Pietro, il figlio
Francesco (1781-1857), non aveva grande attitudine per gli affari, era dedito alla
musica ed ebbe il solo merito di promuovere scavi archeologici al Colle e
Pellegrina.
La fattoria non cresce più anche perché sulla scena si affacciano altri
imprenditori agricoli che hanno imparato la lezione dal Casuccini e tra questi
sicuramente il più intraprendente sarà Antonio Lucioli e il figlio Leopoldo nella
seconda metà dell'Ottocento. I figli di Francesco, Ottavio (1819-1886) e Pietro
(1831-1907) si dividono i beni rurali, ad Ottavio vanno i poderi di Chianciano e la
villa di Poggio alla Sala che era stata per tanto tempo la residenza estiva della
famiglia, a Pietro la fattoria di Chiusi, quella di cui stiamo trattando.
Lattività
di Pietro fu incessante e nonostante avesse frequentato scuole d'arte e fosse molto
portato per l'architettura e il disegno, dovette occuparsi delle proprietà terriere che
riuscì a rendere ancora più produttive adottando nuove tecniche agricole di cui fu
grande promotore. Ospitò a Chiusi il grande architetto senese Arturo Viligiardi che fu
impegnato nel 1891 alla imponente decorazione del Duomo, ma anche a corteggiare la
figlia Marianna che poi sposò nel 1902.
Alla morte di Pietro nel 1907 la fattoria
di Chiusi passò ai figli Emilio (1876-1934) e Guido (1884-1960) e si formarono così due
gruppi di poderi. Gruppo dell'Astrone guidato da Emilio con 14 poderi: Astrone,
Ficomontanino, Ficomontano, Fonte Pinella di Sopra, Fonte Pinella di Sotto, Fornace,
Marcianella, Montollo, Molinaccio, Palazzuolo, Peschiera, Pollo, Querce al Pino, S.
Pietro.
Gruppo delle Chiane assegnato a Guido con 17 poderi: Bagnolo, Boncia,
Casalino, Casella, Colle di Sopra, Colle di Sotto, Fontecucchiaia, Forti, Montebello,
Paccianese, Pellegrina, Poggio Casale, Poggio Gallina, Portovecchio, Portonuovo,
Romitorio, Vignaccio.
Alla morte di Caterina, moglie dell'Ing. Guido Bonci
Casuccini, nel 1970, tutti i beni di Chiusi, compresi i registri dell'amministrazione
conservati nello scrittoio della abitazione cittadina, passarono alla Società di
Esecutori di Pie Disposizioni di Siena.
sec. XVII - 1970
Complessi archivistici prodotti:
Bonci Casuccini, 1770 -
1970
(fondo, conservato in Comune di Chiusi. Archivio storico)