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Comunità di Castelfranco di Sotto

Sede: Castelfranco di Sotto (Pisa)

Date di esistenza: 1330 - 1808

Intestazioni: Comunità di Castelfranco di Sotto, Castelfranco di Sotto (Pisa), 1330 - 1808

Storia amministrativa:

Il 2 ottobre 1330 Castelfranco, insieme a S. Croce e Fucecchio, si assoggettò volontariamente a Firenze, per evitare di essere distrutto dalla potenza militare fiorentina. Il 4 dicembre dello stesso anno furono stipulati i "capitoli" di sottomissione che, tra l'altro, prevedevano l'invio a Castelfranco di un podestà fiorentino, con il suo notaio, ogni 6 mesi per amministrarvi la giustizia. I patti disponevano anche che la gente di Castelfranco fosse esente sa tutte le gabelle del contado e distretto fiorentino; che i suoi giudici, medici e notai potessero esercitare la professione in Firenze; che Castelfranco si potesse govervare con suoi statuti, previa approvazione del governo centrale. Il castello, da parte sua, doveva "arolar fanti e cavalli per servizio del senato fiorentino", non poteva far pagare tasse ai mercanti fiorentini per le merci trasportate nel suo territorio, nè dare ospitalità o ricovero ad alcun bandito da Firenze, doveva invece revocare tutti i bandi emessi contro i guelfi di Fucecchio1.
Amministrativamente Castelfranco e il territorio circostante andarono a costituire la "terra e podesteria del Valdarno Inferiore", comprendente anche la comunità di Montopoli e S. Maria a Monte.
Durante questo primo periodo le magistrature della comunità furono: un gonfaloniere, due capitani di parte guelfa, otto ufficiali delle spese, un proposto degli otto e un consiglio composto da 20 "governatori"2.
Nel 1355 Castelfranco, che 13 anni prima si era sottratto al dominio fiorentino insieme agli altri castelli del Valdarno, si assoggettò nuovamente alla repubblica fiorentina, ma in questa occasione non furono stipulati altri patti, bensì si conservarono gli stessi privilegi, esenzioni e condizioni dettate 25 anni prima3.
Dall'8 aprile 1370 la terra di Castelfranco entrò a far parte del Vicariato di San Miniato, che estendeva la sua "corte o distretto" anche su Fucecchio, S. Croce, Montopoli e S. Maria a Monte.
In epoca medicea e fino alle riforme lorenesi la comunità di Castelfranco, con le limitazioni imposte dalla legislazione statale, fu retta da un magistrato composto da un gonfaloniere, 2 capitani di parte guelfa, gli otto delle spese e 10 consiglieri, tutti con carica semestrale4.
Le riforme leopoldine uniformarono e razionalizzarono in tutto il granducato le magistrature locali. Nel 1774 infatti furono istituite le nuove comunità, sopprimendo gli antichi comunelli rurali e riformando le rappresentanze comunali che dappertutto avrebbero dovuto constare di un magistrato comunitativo composto da un gonfaloniere di durata annuale, da priori estratti tra i possessori del comune e da un consiglio generale.
Il "Regolamento per la comunità di Castelfranco di Sotto del dì 19 dicembre 1774"5 stabilì che la nuova comunità dovesse comprendere il popolo di S. Bartolomeo di Castelfranco, il popolo dei SS. Quirico e Giuditta di Montefalcone e il popolo di S. Lorenzo di Orentanbo, "ma solo per quella porzione che giace nel territorio della comunità e che è stato fino ad ora appartenente alla medesima"6.
Si stabilì anche che la comunità di Castelfranco dovesse essere rappresentata da un magistrato composto da un gonfaloniere, 6 priori e 12 consiglieri.