Sede: Prato (Prato)
Date di esistenza: sec. XII - 1808Intestazioni: Comune di Prato, Prato (Prato), sec. XII - 1808
Storia amministrativa:
Antico feudo dei conti Alberti, famiglia di probabile origine
longobarda o franca, Prato divenne libero comune alla metà del XII secolo: il primo
documento che ne attesta l'esistenza è del 1142 e dallo stesso sappiamo che all'epoca il
Comune era governato da consoli. Nel 1193 al regime aristocratico dei consoli si
sostituì quello di un podestà che, a causa dei contrasti fra le diverse classi e fazioni
cittadine, doveva essere necessariamente forestiero. Alla fine del XIII secolo Prato
adottò il regime popolare, retto da un Gonfaloniere di giustizia e dai Priori delle arti
detti "Otto difensori del popolo", uno per ogni quartiere. Prato non riuscì ad opporsi
efficacemente alle mire espansionistiche dei fiorentini che nel 1350, con l'accusa di
aver tentato di far ribellare Colle Val d'Elsa a Firenze, si impadronirono della città e
misero un proprio castellano nella fortezza, occupazione sancita definitivamente l'anno
successivo in virtù di un accordo con il Regno di Napoli che prevedeva l'esborso di
17.500 fiorini d'oro. Benché la sovranità statale fosse passata al Comune fiorentino,
Prato mantenne formalmente una certa autonomia politico-amministrativa continuando a
godere di un'ampia forma di autogoverno con propri statuti, leggi e magistrature.
Rappresentante della Dominante era il Podestà, eletto da Firenze, il cui compito
era quello di garantire la perfetta osservanza degli statuti esercitando un'attenta
sorveglianza sull'attività di tutte le magistrature. Rimaneva in carica sei mesi ed era
coadiuvato da una "famiglia" composta da un giudice, 2 cavalieri, 2 notai, 3 donzelli,
25 fanti e 3 cavalli. Oltre a ciò il Podestà - spesso senza averne la preparazione -
rappresentava l'autorità giudiziaria ordinaria del Comune tanto nel civile che nel
penale (dove aveva non solo funzioni giudicanti, ma anche quelle della pubblica accusa e
dell'istruzione del processo): contro le sue sentenze era ammesso appello ai Giudici
delle appellagioni di Firenze, ma solo per cause superiori al valore di 50 lire. Alla
fine del suo mandato il Podestà veniva sottoposto a "sindacato" da parte di quattro
cittadini pratesi di età superiore ai 35 anni.
Al vertice delle magistrature
comunali erano i Difensori e il Gonfaloniere di giustizia comunemente indicati come gli
"Otto", assistiti e coadiuvati da Dodici consiglieri e dai Capitani di parte, la cui
carica durava rispettivamente tre e quattro mesi. La durata della carica degli Otto era
bimestrale e l'età minima per essere eletti era di venticinque anni per i Difensori e di
trentacinque per il Gonfaloniere. Funzioni e compiti degli Otto erano strettamente
regolati dagli Statuti. Vi erano poi due Consigli, un Consiglio generale, che aveva
piena autorità di deliberare su ogni materia politico amministrativa (fermo restando che
il potere di iniziativa spettava esclusivamente agli Otto e ai Dodici consiglieri e
Capitani di parte) ed era costituito da 72 membri (in seguito scesi a sessanta),
diciotto per quartiere. Il Consiglio del popolo e rettori delle arti era composto dai
rettori delle associazioni artigiane della città, con una distribuzione rapportata
all'importanza delle arti stesse: l'arte della lana, con quattro esponenti, era la più
rappresentata. Fra gli uffici minori, tutti a carattere esecutivo, ricordiamo i
Tassatori delle entrate e delle spese pubbliche, gli Ufficiali annonari, i Cancellieri
delle riformagioni, i Notai del Comune e della Camera, il Camarlingo generale. Anche la
direzione degli enti di beneficenza cittadini rientrava nella sfera delle competenze
dell'amministrazione comunale.
In ambito giudiziario, oltre alle competenze del
Podestà, ampi settori del diritto civile erano di competenza di ufficiali e organi della
Comunità. In primo luogo il così detto "danno dato", ovvero tutta la giurisdizione
relativa alla difesa della proprietà privata, alla regolamentazione degli usi civici e
allo sfruttamento delle terre collettive. A tale settore era preposto un notaio pratese,
detto appunto "notaio del danno dato", nominato per tratta. Per le cause civili di lieve
entità era previsto un altro notaio, detto "del banco civile", la cui importanza andò
crescendo nei secc. XVI e XVII. Infine era di competenza del Comune la regolamentazione
di fiere e mercati dei prezzi e del commercio minuto, la cura delle acque e delle
strade, il traffico, le feste e altro ancora.
Nel XV secolo Prato divenne sede di
Podesteria "maggiore", la cui giurisdizione comprendeva le podesterie di Carmignano (con
Poggio a Caiano) e di Campi (con Montemurlo). A seguito della riforma amministrativa
voluta dal granduca Pietro Leopoldo alla fine del XVIII secolo, Prato divenne sede di
una Comunità.
Soggetti produttori collegati:
Contado di Prato, Prato (Prato), 1419 -
1774
(generico)
Mairie di Prato, Prato (Prato), 1808 -
1814
(successore)
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Prato, 1256 giu. 2 - 1899
(fondo, conservato in Archivio di Stato di Prato)