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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Inventario dell'Archivio del Comune di Lamporecchio

Tipologia: inventario analitico

a cura di Rita Laura Aiazzi , Selena Papini Piqué , Lucia Cecchi

patrocinio: Provincia di Pistoia - Con il contributo della Regione Toscana, assegnato al Progetto della Rete documentaria della Provincia di Pistoia per il Piano integrato della Cultura 2012

Pubblicazione: Lamporecchio, Comune di Lamporecchio - Provincia di Pistoia - Regione Toscana, 2014

Descrizione fisica: pp. VI, 101, cm. 17 x 24

Contenuti:

[Presentazione del Comune di Lamporecchio]

Gli archivi storici comunali rappresentano la memoria di un territorio la cui salvaguardia e valorizzazione sono precondizioni essenziali alla conservazione dei valori identitari e culturali di una comunità; da qui, l'importanza di questo volume, frutto di un attento lavoro di ricerca, catalogazione e conservazione, che consente di non disperdere un patrimonio importante per il nostro Comune.
Lo stato di colpevole abbandono in cui spesso versano i nostri archivi, presidio fondamentale alla memoria storica di un popolo, denota lo scarso interesse alle radici di un territorio, alla propria cultura.
Il loro recupero è pertanto di fondamentale importanza e lodevole il lavoro storiografico testimoniato da quest'opera che ha consentito di riportarli alla luce e organizzarli in una serie di volumi, avendo in mente in primo luogo l'interesse delle generazioni attuali, ma soprattutto con l'ambizione di creare un punto di riferimento per quelle future.
Questo volume, pubblicato ad un anno di distanza da quello intitolato lo "Statuto di Lamporecchio del 1406" a cura di Giampaolo Francesconi e Carlo Pedretti, ha preso l'avvio nel lontano 1999 con il lavoro di riordino e catalogazione dell'archivio comunale a cura di Rita Laura Aiazzi e Selena Papini Piqué.
Successivamente il lavoro è stato ripreso e portato a termine da Lucia Cecchi che voglio qui ringraziare per la cura e la dedizione con le quali ha portato avanti questa faticosa attività.
Così come ringrazio la Provincia di Pistoia, per aver creduto e sostenuto il progetto di riordino degli archivi storici del territorio, attraverso il coinvolgimento degli Enti proprietari, della Regione Toscana e la supervisione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana.
In questo lavoro Lucia Cecchi parte da un documento storico del 19 Gennaio 1057 nel quale per la prima volta viene menzionato Lamporecchio, e prosegue attraverso la ricerca delle testimonianze storiche di rivendicazione dell'autonomia da parte dei Lamporecchiani in un periodo nel quale le contese fra i due poteri sovralocali, quello del Comune e quello del Vescovo di Pistoia, lasciavano emergere le tracce di una comunità e il suo lento formarsi, fino al XIV secolo quando lo "statutum potestatis" del 1296 prevedeva fra le sue dodici podesterie quella di Lamporecchio.
Dopo le influenze fiorentine nei primi del trecento, nel 1401 il Comune di Lamporecchio divenne parte della Podesteria di Larciano e solo nel 1406 fu redatto lo "Statuto Comunale", successivamente nel 1556 fu amministrativamente scorporato dalla città di Pistoia e nel 1771 Pietro Leopoldo iniziò la riorganizzazione territoriale.
Tali vicende storiche sono qui ricostruite sulla base delle carte documentarie dell'archivio storico comunale, che ci racconta un intersecarsi di vicende pubbliche e private di inestimabile valore storiografico.

Chiara Francesconi
Assessore alla Cultura e Turismo
Comune di Lamporecchio

[Presentazione della Provincia di Pistoia]

Ormai da anni la Provincia di Pistoia, insieme ai Comuni del territorio ed alla Regione, con la preziosa collaborazione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, porta avanti un progetto ambizioso ed importante di riordino ed inventariazione degli archivi storici degli enti locali del proprio territorio.
Gli archivi storici rappresentano, infatti, fonti preziose di notizie ed informazioni sulla storia locale e contribuiscono a preservare il senso della memoria di un'intera comunità.
La pubblicazione dell'inventario dell'archivio storico del Comune di Lamporecchio si aggiunge ai molti altri inventari comunali già pubblicati: un lavoro di ricerca e riordino puntuale, che consegna un ingente e prezioso patrimonio di informazioni non soltanto agli studiosi e cultori della storia locale, ma a tutti coloro che conservano la curiosità ed il gusto per la storia e le vicende della propria comunità.
L'augurio è che la conoscenza e la valorizzazione della storia delle fonti del nostro territorio possa rappresentare una guida per affrontare con consapevolezza anche le sfide delle modernità.

Lidia Martini
Assessore alla Cultura della Provincia di Pistoia

[Presentazione della Soprintendenza archivistica per la Toscana]

Se privi di ordinamento i documenti d'archivio, che costituiscono la fonte privilegiata per lo studio della nostra storia, sono difficilmente consultabili e comunque non tutti reperibili, ed ogni ordinamento presuppone come momento finale la stesura dell'inventario. Quest'ultimo è uno strumento di corredo che, descrivendo il materiale documentario presente in archivio, rappresenta un importante passo sulla via della salvaguardia e della tutela della documentazione e costituisce un immediato ed imprescindibile supporto per indirizzare le ricerche degli studiosi e dei consultatori e facilitare il reperimento degli atti di loro interesse.
Esso è - come si è detto - il momento finale delle operazioni di riordino, il punto d'arrivo di una serie di operazioni che, partendo dall'analisi accurata delle unità che costituiscono ciascun fondo archivistico e passando per lo studio degli enti e delle istituzioni che nel corso del tempo le hanno prodotte, terminano con la descrizione più o meno dettagliata dell'intero archivio, sia essa su supporto cartaceo o su supporto informatico. Per raggiungere tale obiettivo sono necessarie professionalità, esperienza, pazienza e precisione, capacità che anche a Lamporecchio sono state messe in campo dalle operatrici che in momenti successivi hanno lavorato sui documenti.
Vede dunque oggi finalmente la luce questo inventario, frutto di un lavoro che è stato parzialmente condizionato da un precedente ordinamento e che dà conto della documentazione conservata nell'archivio storico di Lamporecchio. La pubblicazione è stata resa possibile grazie all'impegno congiunto dell'Amministrazione Provinciale di Pistoia, della Soprintendenza Archivistica per la Toscana e dell'Amministrazione comunale di Lamporecchio, Amministrazione che nel corso degli ultimi anni si è seriamente impegnata per l'allestimento di una sede idonea alla conservazione del proprio patrimonio documentario storico e quindi per la sua buona tenuta e la sua salvaguardia; impegno che, ci auguriamo vivamente, verrà in futuro non solo mantenuto ma anche accresciuto con iniziative dedicate ad una più ampia conoscenza e ad una più estesa valorizzazione del materiale archivistico descritto nell'inventario.

Gabriela Todros
Soprintendenza Archivistica per la Toscana



Per la descrizione delle singole unità archivistiche, in particolare dell'archivio preunitario, sono stati adottati i seguenti criteri:
- si è indicata con il carattere corsivo l'eventuale intitolazione originale;
- le lacune nel testo e nella successione cronologica sono segnalate con la linea punteggiata;
- per ogni unità archivistica è stato indicato il tipo di condizionamento esterno e, quando possibile, il numero di carte o pagine; la locuzione "carte scritte" vuole segnalare la presenza di carte bianche;

Sono state usate le seguenti abbreviazioni:
ca. = circa
c., cc. = carta, carte
cart. = cartone
c. s. = come sopra
leg. = legatura
n.n. = non numerate
p., pp.= pagina, pagine
perg. = pergamena
reg. = registro
s. d. = senza data

Sigle archivistiche:
ASF = Archivio di Stato di Firenze
ASPT = Archivio di Stato di Pistoia
ASCL = Archivio Storico del Comune di Lamporecchio



L'area di Lamporecchio, che nella preistoria era parte della grande palude di Fucecchio1, fu abitata fin dall'epoca romana, come risulta evidente dai numerosi toponimi prediali2, quali Rugliano, Papiano, Porciano, Orbignano, Larciano, presenti in particolare nella fascia collinare, ed è a questo periodo che si fanno risalire anche i primi tentativi di bonifica dell'area umida. Con le invasioni barbariche la zona si impaludò di nuovo e gli abitanti della Val di Nievole furono costretti a trasferirsi sulle alture.
Il documento più antico in cui viene menzionato Lamporecchio è un atto del 19 Gennaio 1057, con il quale il vescovo di Pistoia Martino dona al Monastero di San Martino di Casanova di Verrazzano la chiesa di San Mercuriale, di suo patronato, dotandola di vari beni, fra cui terre site in Lamporecchio3.
Successivamente troviamo la plebs de Lamporeclo citata in una bolla di Innocenzo II, del 21 Dicembre 1133. Con tale documento il papa, come già i suoi predecessori Urbano II nel 1088-1099 e Pasquale II nel 11054 confermava ad Atto, vescovo di Pistoia, tutti i beni e i possessi della sua Chiesa, tra i quali la pieve di Lamporecchio con le sue decime5.
La lotta dei lamporecchiani per conseguire la piena autonomia si protrasse negli anni, ma già nel Liber focorum (1244), che contiene l'elenco dei capofamiglia, Lamporecchio, San Baronto e Orbignano figurano come comuni rurali.
Tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento il territorio pistoiese visse un periodo di profonde trasformazioni politiche e sociali: l'obiettivo di conservare l'autonomia appariva come prioritario e rappresenterà una costante dal 1296, per tutto il XIV secolo. A tal fine fu consolidata l'organizzazione territoriale basata sul sistema delle Podesterie e dei Comuni rurali, ai quali fu riconosciuta una certa autonomia giurisdizionale ed infatti lo statutum potestatis del 12966 prevedeva dodici Podesterie, tra cui quella di Lamporecchio, Orbignano e San Baronto, e circa cento Comuni rurali. In ogni Podesteria un podestà, nominato ogni sei mesi dal Comune di Pistoia, esercitava numerose funzioni giurisdizionali, amministrative e militari.
Nei primi decenni del Trecento Lamporecchio, così come gran parte del Contado pistoiese, subì numerose ingerenze fiorentine e lucchesi che culminarono, nel 1331, con la sottomissione a Firenze, in forma di balia, con l'aumento dell'influenza fiorentina nella vita politica di Pistoia e del suo territorio e, di fatto, la subordinazione istituzionale dato il diritto di nomina del Capitano del popolo7.
Ne conseguì, oltre alla redazione di nuovi statuti, anche una maggiore articolazione dell'assetto amministrativo: le Podesterie passarono da dodici a trentuno e furono ridistribuite le competenze fra il podestà e il notaio rurale, ma, su trentuno Podesterie solo dodici videro la compresenza di entrambe le cariche istituzionali, e tra queste rientravano anche Lamporecchio e Orbignano8.
Con il tempo Pistoia riuscì a recuperare una certa autonomia, che si espresse nel riordino dei propri statuti e nella richiesta di un nuovo giuramento di fedeltà alle Comunità del territorio. A partire dal 1351 però in città si insediò un capitano di custodia fiorentino e ciò dette l'avvio ad un lungo processo di subordinazione ed anche se le strutture amministrative e giuridiche del Comune sopravvissero, fu drasticamente ridotta la loro libertà di scelta.
Lamporecchio e le zone circostanti furono annesse al territorio del "Distretto fiorentino" e nella località fu posta una dogana di frontiera.
Nel 1401 poi tutto il territorio dell'attuale Comune, così come Pistoia, perse la propria autonomia, anche formalmente, ed entrò a far parte del Contado fiorentino9. Nel 1402 il Contado pistoiese fu quindi riorganizzato e suddiviso in quattro Podesterie: Montale, Tizzana, Serravalle e Larciano a cui si aggiunse il Capitanato della Montagna.
Da allora il Comune di Lamporecchio fece parte della Podesteria di Larciano, che vi esercitava il proprio controllo tramite un notaio inviato dal podestà10.
Nel 1406 fu redatto lo Statuto comunale, che il 17 giugno venne approvato dall'apposita commissione fiorentina11.
Una riforma di ampia portata, motivata dalla necessità di ridimensionare le spese amministrative, nel 1423 investì tutto il dominio fiorentino e la Podesteria di Larciano venne fusa con quella di Serravalle, unendo così le comunità di Larciano, Cecina, Lamporecchio, Casalguidi, Casore del Monte, Castellina, Marliana, Montagnana, Momigno, Serra, Vinacciano e Serravalle. Il Podestà (fino al 1772) ebbe l'obbligo di risiedere alternativamente a Serravalle e Larciano12.
Alla metà del XV secolo riesplosero le tensioni tra Pistoia e le comunità rurali circostanti e fra le varie fazioni cittadine; per questo nell'Aprile 1455 vennero emanati i "Capitoli dei Paciali", gli speciali ordinamenti con i quali Firenze intendeva risolvere il problema dei contrasti città-Contado13.
Il livello di conflittualità restò però molto alto e le rivendicazioni giurisdizionali continuarono per gran parte del Quattrocento, tanto che tra il 1474 e il 1475, e di nuovo nel 1489, i Priori pistoiesi chiesero a Lorenzo dei Medici di sostenere la Città nei confronti del Contado e della Montagna14. Anche nei primi anni del Cinquecento Pistoia e il suo territorio videro riproporsi lotte interne e contrasti tra le varie fazioni cittadine, contrasti che furono sopiti con i provvedimenti di Cosimo I. Egli abolì ogni residua autonomia amministrativa affidando la città di Pistoia ed il suo territorio a quattro Commissari fiorentini, supportati da adeguate forze militari. Soltanto nel 1546-1547 furono ripristinate le magistrature cittadine, ma ormai ogni decisione veniva presa a Firenze, dal potere ducale.
Qualche anno dopo, nel 1556, Lamporecchio, così come altra parte del territorio pistoiese, fu amministrativamente scorporato dalla città e sottoposto alla diretta autorità di un Governatore. Gli affari della Città, del Contado, del Distretto, e della Montagna furono affidati alla Pratica Segreta di Firenze, il Consiglio ristretto del Principe composto dai suoi più fidati collaboratori, che aveva vastissime competenze amministrative e giurisdizionali.
Questo assetto istituzionale e amministrativo si mantenne invariato fino alle riforme varate da Pietro Leopoldo di Lorena.
Nel 1771 Pietro Leopoldo emanò la riforma dei Tribunali provinciali e approvò la riorganizzazione territoriale delle circoscrizioni giudiziarie che aumentò il numero dei vicariati e diminuì quella delle Podesterie, così, nel 1772 Serravalle divenne l'unica sede podestarile, sottoposta per la giurisdizione criminale al Vicario di Pistoia, il podestà reggeva anche Lamporecchio e Larciano e per questo la Podesteria si chiamò di "Serravalle, Lamporecchio e Larciano" fino al 177515, e poi di "Serravalle e annessi", fino al 2 Agosto 1838, quando la Podesteria fu abolita e il territorio fu sottoposto al Vicario di Pistoia16.
Il motuproprio del 7 Giugno 1775 aveva infatti creato la nuova Comunità di Serravalle, con estensione corrispondente alla Podesteria.
Il governo lorenese uniformò l'assetto istituzionale e il funzionamento delle amministrazioni locali favorendone l'autogoverno, esercitato da un consiglio generale e da una magistratura suprema presieduta da un Gonfaloniere, alla quale potevano accedere solo i proprietari fondiari. I rapporti con il potere centrale erano garantiti da un Cancelliere di nomina granducale che fungeva da notaio durante le sedute dei due uffici.



La schedatura dei pezzi e quindi delle unità documentarie, il riordino dell'archivio e la struttura dell'inventario si devono all'opera delle archiviste Rita Laura Aiazzi e Selena Papini Piqué.

Per avere notizie antiche sugli archivi preunitari si fa anzitutto riferimento all'Istruzione diramata nel 1746 da Pompeo Neri, Auditore della Consulta, ai Cancellieri Comunitativi del Granducato, allo scopo di reperire informazioni sullo stato di consistenza e tipologia delle unità documentarie depositate presso Comunità, luoghi pii e tribunali, prodotte da queste istituzioni, ma non più di uso corrente17.
Negli anni che interessano l'Istruzione Lamporecchio era sotto il controllo amministrativo e giurisdizionale del Cancelliere comunitativo delle Potesterie di Pistoia, la cui risposta all'Istruzione non ci è stata tramandata o forse non fu mai scritta18.
Mancando i dati ricavabili da tale documentazione, possiamo attingere informazioni, anche se sommarie, da alcuni Inventari risalenti agli anni 1798-1833, conservati nell'Archivio della Cancelleria delle Potesterie di Pistoia19.
Il più antico di questi elenchi è il n. 486, redatto negli anni 1798-1799. La documentazione è suddivisa per Podesterie e nella Podesteria di Serravalle (sez. I) troviamo compreso Lamporecchio, il cui archivio risulta costituito da ventuno pezzi tra i quali uno Statuto, due libri di Atti, dieci unità riguardanti l'Estimo, cinque libri di Saldi, due unità documentarie dette "Comunali" e un libro contabile dell"Oratorio dei SS. Rocco e Sebastiano".
Situazione che risulta invariata negli aggiornamenti del 1801 e del 1804. Nell'elenco n. 484 (sez. III), databile 1821-1826, alla documentazione suddetta si aggiungono sei unità, per un totale di ventisette pezzi.
L'ultimo inventario, il n. 485, del 1827, è un elenco unico degli atti d'archivio delle sei Comunità allora amministrate dalla Cancelleria delle Podesterie. La documentazione, con le varie aggiunte registrate fino al 1834, risulta notevolmente aumentata: si tratta infatti di circa centottanta unità, in prevalenza estimi, repertori, campioni, bilanci e accolli di strade.
La documentazione relativa a Lamporecchio menzionata in tali inventari risulta oggi quasi del tutto perduta, poiché attualmente le unità anteriori al 1833 sono solo diciannove.
E' da segnalare in particolare la mancanza di portate e reparti, cioè degli atti preparatori per il pagamento della tassa di famiglia, segnalati nell'ultimo elenco n. 485.
Presso l'Archivio di Stato di Firenze sono conservate ventidue unità documentarie, fra estimi e libri di volture della Comunità di Serravalle e risalenti agli anni 1541-1799. Di questi, due libri di estimi sono relativi a Lamporecchio20.
Il Piattoli21 ricorda un volume di Statuti del 1558, come il libro più antico rimastovi, che ora non è più reperibile; due Statuti della Comunità di Lamporecchio, degli anni 1406-1623 e 1415-154822, sono conservati nell'Archivio di Stato di Firenze.
Altra documentazione che riguarda Lamporecchio la troviamo presso l'Archivio di Stato di Pistoia, nelle filze degli Atti Civili del Tribunale della soppressa Podesteria di Serravalle; tale documentazione va dal 1474 al 1808, ma risulta particolarmente lacunosa poiché su 370 filze originariamente menzionate nell'inventario, soltanto 267 sono realmente presenti23.
Sempre nell'Archivio di Stato di Pistoia, sono conservati i registri dello Stato Civile degli anni 1866-1903, per un totale di 206 unità24.
Vi sono poi, nel fondo del Patrimonio Ecclesiastico, i registri relativi alle Compagnie laicali operanti presso le parrocchie di Lamporecchio (7 pezzi, dal 1631 al 1784), Orbignano (15 pezzi, dal 1494 al 1782), Porciano (3 pezzi, dal 1647 al 1784), San Baronto (11 pezzi, dal 1482 al 1784). Ricco è inoltre il fondo del Catasto con serie documentarie che permettono di conoscere l'assetto dei beni immobili nella zona dal 1457 fino al XX secolo. Nel 1494 la Repubblica fiorentina introdusse un nuovo sistema di tassazione, la decima, basato sui beni immobili dei quali veniva calcolata la rendita sulla base di estimi sempre aggiornati; fra il 1747 e il 1784 furono realizzati catasti descrittivi per volontà del Granduca Leopoldo I, infine, nel 1819 fu introdotto il nuovo catasto geometrico particellare.
Alla documentazione dell'archivio preunitario, come complesso di atti prodotti da magistrature ormai cessate, è stata data una numerazione progressiva e sono state individuate tre partizioni: la prima comprende l'esigua documentazione superstite (solo due unità) tra quella prodotta durante il periodo napoleonico (1808-1814), quando Lamporecchio era sede di Mairie; la seconda è relativa alla ricostituita Comunità granducale nella fase della Restaurazione (1814-1865); la terza, intitolata genericamente "Varie", raccoglie quattro unità documentarie che afferiscono ad altri archivi.
L'ordinamento dell'archivio storico postunitario ha creato non poche difficoltà alle riordinatrici poiché la documentazione storica si trovava frammista a quella di deposito25.
Di scarso aiuto sono risultati i due inventari dattiloscritti, l'uno relativo alla documentazione degli anni 1809-1923, l'altro al periodo 1924-1961, in quanto vi sono mescolati l'archivio preunitario, l'archivio postunitario e gli archivi aggregati, costituiti dall'Archivio del Giudice Conciliatore di Lamporecchio (1870-1970), da quello della Congregazione di Carità, poi Ente Comunale di Assistenza (1871-1978), e dal materiale documentario relativo al Patronato scolastico (1913-1959), all'"Unione Sportiva Lampo" (1931-1939), esiguo ma interessante per la documentazione fotografica, e all'Unione fascista famiglie numerose (1939-1940).
Inoltre, per quanto riguarda carteggio e atti, il materiale era stato repertoriato utilizzando il Titolario ministeriale del 1897 anche per il periodo preunitario e per gli anni '70-'80 dell'Ottocento.



Archivio preunitario

Mairie di Lamporecchio (1808 - 1814)

Carteggio e atti

Tributi comunali

Comunità di Lamporecchio (1814 - 1865)

Deliberazioni magistrali e consiliari

Imborsazioni

Carteggio copialettere e atti preparatori alle adunanze

Affari di strade

Arruolamento militare

Deliberazioni della Deputazione

Atti della Deputazione

Ruoli e reparti dei contribuenti

Registro dei coscritti

Ruoli generali dei nati

Repertori preparatori alle liste di leva

Registri di iscrizione alla leva

Ruoli matricolari

Elezioni

Proventi comunitativi

Bilanci di previsione e conti consuntivi

Documenti di corredo ai rendimenti di conto

Stato civile

Atti di enti diversi

Oratorio dei SS. Rocco e Sebastiano

Mairie di Carmignano

Ingegnere di circondario di Montale

Podesteria di Pistoia

Archivio postunitario

Archivio postunitario

Serie I - Deliberazioni del Cosiglio e della Giunta

Serie II - Estratti delle deliberazioni del Consiglio, della Giunta e del Podestà

Serie III - Copialettere e protocolli della corrispondenza

Serie IV - Carteggio e atti degli affari comunali

Serie V - Elenchi preparatori e Liste elettorali

Serie VI - Contratti

Serie VII - Imposte e tasse comunali

Serie VIII - Bilanci di previsione

Serie IX - Conti consuntivi e verbali di chiusura dell'esercizio finanziario

Serie X - Libri Mastri

Serie XI - Giornali delle entrate e delle uscite

Serie XII - Mandati di entrata e di uscita

Serie XIII - Elenchi preparatori e liste di leva

Serie XIV - Ruoli matricolari e liste dei riformati

Serie XV - Registri degli atti di nascita

Serie XVI - Registri degli atti di matrimonio

Serie XVII - Registri degli atti di morte

Serie XVIII - Registri degli atti di cittadinanza

Serie XIX - Indici decennali degli atti di nascita, matrimonio, morte, cittadinanza

Serie XX - Censimenti della popolazione

Serie XXI - Registri della popolazione

Serie XXII - Ufficio annonario

Serie XXIII - Registri diversi

Archivi aggregati

Giudice conciliatore di Lamporecchio

Congregazione di Carità poi ECA di Lamporecchio

Patronato scolastico

Unione sportiva "Lampo"

Unione Fascista Famiglie Numerose



AA. VV., Notizie degli Archivi Toscani, I, "Archivio Storico Italiano", CXIV (1956)

A. ANTONIELLA, A proposito degli archivi comunali e di istruzioni sulla loro tenuta, "Rassegna degli Archivi di Stato"

Bandi e Ordini da osservarsi nel Granducato di Toscana, voll. 1-66, Firenze 1714-1859

Bollettino delle Leggi, Decreti Imperiali e Deliberazioni della Giunta di Toscana, pubblicate nel Dipartimento dell"Arno, dell"Ombrone e del Mediterrane, voll. I-XVIII, Firenze 1808-1811

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Storia di Pistoia, Vol. I a cura di N. Rauty, edizioni Le Monnier - Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia, 1988, Vol. II a cura di G. Cherubini, 1998, Vol. III a cura di G. Pinto, 1999, Vol. IV a cura di G. Petracchi, 2000

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Codifica:
Diego Sassetti, luglio - settembre 2019
Paolo Santoboni, revisione, gennaio - marzo 2020