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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Podesteria di Vicchio

Livello: fondo

Estremi cronologici: 1413 - 1837

Consistenza: 420 unità

Questo fondo comprende due tipi di atti: una copia dello Statuto del 1413, documento che costituisce l'unico residuo dell'archivio della Lega di Vicchio, concernendo le disposizioni per il funzionamento della Lega oltre che le modalità per l'esercizio della funzione giudiziaria da parte dei podestà nello svolgimento delle sue funzioni di giudice civile e di funzionario periferico. Mentre possiamo ricondurre le filze di quest'ultimo (dette brevemente "civili" della terminologia coeva accolta anche dalla letteratura archivistica) ad un'attività periferica direttamente collegata alla funzione statale, lo Statuto si presenta come un documento in un certo senso ibrido in quanto mescola disposizioni per la regolazione della lega in quanto circoscrizione "locale" a disposizioni riguardanti l'ufficio stesso del podestà. Ciò deriva dal fatto che l'ufficio del podestà viene ad essere esattamente ritagliato, a Vicchio, come in altri luoghi, sulla base territoriale della lega 1. Data l'assenza di altri documenti oltre allo Statuto del 1413 (peraltro esistente in copia del sec. XVIII) e dei "civili" a partire dai primi decenni del XVI secolo, ritengo inutile tratteggiare, sia in questa sede che in quella dell'introduzione all'archivio comunicativo (rifacendomi alla bibliografia esistente) un quadro storico delle origini della podesteria di Vicchio e rimando, per un'informazione a riguardo, alle pagine di Pierluigi Cantini che costituiscono una buona introduzione ed uno studio per tanti versi esauriente dello Statuto del 1413 2. Qui basta ricordare che nel 1355 viene istituita la lega di Vicchio e vengono eletti i suoi primi magistrati, gonfaloniere, pennonieri e consiglieri. La lega comprendeva 34 popoli, 1 comune, 1 villa compresi nei cinque pivieri di S. Stefano in Botena, S. Casciano in Padule, S. Martino in Viminuccio, S. Cresci in Valcava e Dicomano. Essa aveva, come tutte le altre leghe, funzioni militari, aveva il suo capitano, il gonfaloniere, dei pennonieri e dei consiglieri. Non comprendeva, del futuro territorio della podesteria, almeno gattaia, identificabile col popolo di S. Felicita nel Fiume, che fu acquistata, unitamente al popolo di S. Maria a Vezzano, dai conti Guidi di Battifolle nel 1374.

Dal 1384, comunque, i registri delle Tratte dell'Archivio di Stato di Firenze riportano gli elenchi dei podestà, che sono tra quelli considerati di secondo grado, con un notatio, tre famigli e due birri; nel 1408 la podesteria diventa di primo grado e tale rimane almeno fino al 1435; nel XVI secolo è però di nuovo secondo. Il podestà aveva inizialmente giurisdizione civile fino ad ottanta lire e penale limitata. La lega era amministrata da nove ufficiali per i tre terzieri di S. Stefano in Botena, S. Casciano in Padule e S. Martino a Viminuccio (un gonfaloniere, due pennonieri, tre consiglieri e tre arroti) , con potere di sostituire il podestà in caso di assenza e di prendere deliberazioni che non superassero il valore di cinque lire. Essi avevano il compito di ripartire e riscuotere l'estimo imposto da Firenze e di fissare come imposte per la necessità della lega.

L'esazione delle imposte era affidata, come di consueto, ad un camarlingo, mentre a tre sindaci era affidato il compito di controllare le decisioni finanziarie degli ufficiali; i tre sindaci erano a loro volta controllati da tre regolatori. Infine i nunzi e gli ambasciatori avevano il compito di comunicare le decisioni ai vari popoli della lega, ad altre leghe e a Firenze.

Dal 1415 almeno, quindi poco dopo la stesura dello Statuto, la situazione è leggermente diversa, in quanto Dicomano forma da tempo, assieme a Belforte, una lega (e una podesteria) a sé stante, che hanno ottenuto, nel 1406, lo Statuto. A questo anno risale un elenco dei popoli della lega, citato dal cantini, che li distribuisce nei quattro pivieri di S. Stefano in Botena, S. Casciano in Padule, S. Martino in Viminuccio e S. Cresci in Valcava. Lo riporto traducendo e ammodernando leggermente i nomi.

- Lega di Vicchio di Mugello

- Pieviere di S. Stefano in Botena:

- S. Stefano in Botena

- S. Lorenzo in Corniuolo

- S. Maria a Rostolena

- Villa di Uzzano

- S. Michele a Rabbiacanina (Rupecanina)

- S. Alessandro a Vitigliano

- S. Pietro a Premaggiore

- S. Cristoforo a Casole

- S. Bartolo a Farneto

- S. Martino a Rasoio

- S. Michele a Cimpirana (Ampinana)

- S. Donato a Paterno

- S. Niccolò alla Torricella

- Piviere di S. Casciano in Padule:

- S. Casciano in Padule

- S. Felicita al Fiume

- S. Martino a Pagliariccio e comune di S. Godenzo a Locastro (all'Incastro)

- S. Pietro in Palude e comune di S. Bartolomeo a Molezzano e comune di S. Andrea, S. Pietro, S. Maria a Vezzano

- Comune e università di Uzzano

- Piviere di S. Marino a Viminuccio:

- S. Marino a Viminuccio

- Comune di Scopeto a Briccianello

- S. Maria Abbadia di Bovino

- S. Giusto a Monte Sassi

- S. Donato a Villa

- S. Margherita a Campi

- S. Jacopo a Monte Acutolo

- S. Andrea a Cavaliore (poi Barbiana)

- Piviere di S. Romolo a Campestri

- S. Romolo a Campestri

- S. Maria a Fabbrica

- S. Donato a Cischio

- S. Sano, S. Stefano, S. Michele e comune e popolo e università di Monte Necta;

- S. Martino e S. Quirico a Uliveta

Intanto viene istituito un vicariato con sede a Scarperia e al Vicario viene riservato l'appello sulle decisioni del podestà. Questa situazione rimane praticamente inalterata fino e oltre tutto il periodo mediceo.

Un altro documento (ASF, Miscellanea Repubblicana 102 ins.1) ci dà la composizione della Lega al 1419; essa risulta formata dai popoli sottoelencati che, per opportunità di confronto, riporto nell'ordine dato dal Regolamento leopoldino del 1774 e con il nome moderno, segnalando le eventuali differenze:

- Popolo di S. Donnino a Celle

- Popolo di S. Piero a Fostia

- Popolo S. Donato a Villa

- Popolo di S. Iacopo a Montauto (o Monte Acuto o Monteagutello)

- Popolo di S. Martino a Viminuccio (detto successivamente, almeno dal 1427 - 30, a "Scopeto"

- Popolo di S. Maria a Bovino (nel XVI secolo S. Andrea a Bovino)

- Popolo di S. Piero a Primaggiore

- Popolo di S. Andrea a Caliere (anche "a Cavolieri", successivamente "a Barbiana")

- Popolo di S. Quirico a Uliveto (nel 1419 "e popolo di S. Martino")

- Popolo di S. Donato a Cistio (nel 1419 "e S. Maria a Fabbrica")

- Popolo di S. Romolo a Campestri

- Popolo di S. Giusto a Montesassi

- Popolo di S. Cristoforo a Casole

- Popolo di S. Maria a Rostolena

- Popolo di S. Donato a Paterno

- Popolo di S. Lorenzo al Corniuolo (così fino al XVI sec, poi "a Villore")

- Popolo di S. Bartolomeo a Farneto

- Popolo di S. Michele ad Ampinana (o Impinana)

- Popolo di S. Niccolò a Torricella

- Popolo di S. Martino a Rossoio (o "Rasoio")

- Popolo di S. Godenzo all'Incastro (nel 1551 S. Lorenzo)

- Popolo di S. Martino a Vespignano

- Popolo di S. Andrea a Molezzano

- Popolo di S. Pietro in Padule

- Popolo di S. Felicita nel Fiume (di Gattaia 1838)

- Popolo di S. Andrea a Vezzano (nel 1419 "e di S. Pietro a Vezzano")

- Popolo di S. Alessandro a Vitigliano

- Popolo di S. Stefano a Botena

- Popolo di S. Michele a Rupecanina

- Popolo di S. Martino a Pallericcio

- Popolo di S. Margherita a Campi

Questo elenco appare un po' ridotto rispetto al precedente soprattutto per un processo di parziale riunificazione di alcuni popoli sotto il nome della pieve prevalente e per la scomparsa delle denominazioni di comune e universitas, cui non sappiamo se dover collegare reali cambiamenti di statuto giuridico. La situazione rimane sostanzialmente costante fino alla formazione della nuova comunità di Vicchio che ricalca l'antica circoscrizione della lega e della podesteria. In particolare li troviamo tutti compresi nel censimento dei fuochi del 1551 (Bibl. Nazionale, Naz. II. I. 120). In quest'ultimo censimento troviamo altri quattro popoli nuovi:

- Opera di Pesciola (che il Regolamenteo del 1774 identifica col "Castel di Vicchio" già presente nel 1427-30)

- Opera di Mattagnano (già presente nel 1427-30)

- Opera di S. Michele in Aglioni (già presente nel 1427-30)

- S. Pietro a Vezzano (già presente nel 1419 unito al popolo di S. Andrea a Vezzano e così nel 1427-30)

Troviamo citata come "Villa d'Uzzano" (S. Lorenzo ad Uzzano) invece, quella località prima citata come "comune di Uzzano" ma già nel Catasto (1427-30) come S. Lorenzo 3

Le tre opere sopra ricordate formano, nella Decima Granducale, il Popolo di Vicchio 4 Il regolamento comunicativo del 1774 riporta tutti i popoli sin qui elencati. In documenti posteriori il popolo di S. Maria del Fiume viene citato come Fiume di Gattaia o Gattaia. Altre variazioni, che troviamo documentate al periodo della soppressione della podesteria di Vicchio (1838), riguardano il nuovo nome di Vezzano (S. Maria, pure presente già nel 1415), di Vicchio (S. Stefano), di Padule (S. Cassiano) e la scomparsa, tra i popoli, di S. Niccolò alla Torricella, S. Giusto a Montesassi, S. Iacopo a Montauto, S. Piero a Fostia, S. Martino a Pallericcio, S. Margherita a Campi.

Come detto sopra, le funzioni del podestà erano quelle di amministrare la giustizia civile; delle limitate competenze criminali previste dalle prime disposizioni non resta traccia successivamente se non in un'attività di polizia. Ma oltre che amministrare la giustizia civile il podestà aveva anche la funzione di rappresentare il governo centrale, di corrispondere con esso, di dare esecuzione forzosa, delle imposte non potute esigere dai camarlinghi e di prendere provvedimenti per la sicurezza pubblica.

Col 1772 si ha una razionalizzazione del sistema giudiziario dello stato toscano che limita in modo rigoroso le competenze dei podestà e dei vicari, stabilendo come principio generale una tendenza già in atto a concentrare nelle mani del vicario la circoscrizione criminale di tutto il vicariato e quella civile nelle propria podesteria e limitando la giurisdizione dei podestà alle sole cause civili e miste, con facoltà ai vicari di delegare atti di loro competenza ai podestà per una più sollecita amministrazione della giustizia; inoltre vengono abolite le funzioni di carattere amministrativo.

Questa disposizione, pur molto importante per lo stato toscano, non innova praticamente nulla per Vicchio, che rimane una podesteria minore. Il giurisdicente è però eletto nelle liste dei notai mentre il giurisdicente di vicariato è eletto in quelle dei giudici ed ha un notaio come assistente. Quindi il giurisdicente di Vicchio perde l'assistenza del notaio che invece aveva avuto sino a questo momento. Il suo stipendio viene diminuito da 400 a 336 scudi.

La norma del 12 giugno 1784 prosegue e precisa la suddetta riforma abolendo la distinzione in Vicariati e Podesterie maggiori e minori, pur mantenendo una classificazione d'importanza legata ai ruoli dei notaie ai loro emolumenti. La podesteria di Vicchio rimane retta dal solo podestà.

Nel 1808 viene soppresso il sistema giudiziario mediceo-lorense ed instaurato quello francese, nel quale Vicchio diventa sede di Giudicatura di Pace. Ma non restano documenti di questa fase.

Col 1816 vengono restaurati i Vicariati e le Podesterie e ricomincia la serie dei podestà a Vicchio. La podesteria viene soppressa nel 1838 e il suo territorio unito alla podesteria di Borgo S. Lorenzo, sempre nell'ambito del Vicariato Regio di Scarperia.

Anche per questo fondo si è verificato il fenomeno di una diversa dislocazione degli atti, come già per alcune serie riconducibili alle magistrature comunitative e i motivi sono simili. Anche gli atti giudiziari, infatti, una volta conclusi e spogliati per estrarre le questioni pendenti, venivano consegnati al cancelliere ed entravano a far parte dell'archivio di cancelleria. Con la soppressione delle cancellerie ci fu un analogo "errore" di distribuzione degli atti. Indicherò pertanto in appendice gli atti afferenti alla podesteria di Vicchio che si trovano attualmente presso l'archivio di Scarperia assieme agli archivi del Vicariato. Ad un errore simile si deve il pervenire nell'archivio di Vicchio di un "civile" proveniente dalla Podesteria di Campi, che costituisce l'ultimo numero della serie: Solo incidentalmente vorrei poi ricordare che a partire dal 1791 presso l'archivio del Vicariato di Scarperia (ora del Comune di Scarperia) si conservano i rapporti settimanali dei podestà resi per competenza alla sede del Vicario.