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a) Pergamene sciolte

Livello: partizione

Estremi cronologici: 1303 - 1538

Consistenza: 55 unità


1 DCS 1303 ottobre 23, casella 467 (40, 20; I.1; 1)

Nove atti relativi alla risoluzione della vertenza esistente tra il comune di Sinalunga e Rinaldo e Ildibrandino del fu conte Rinaldo e Binduccio del detto Ildibrandino Cacciaconti, in merito alla giurisdizione e signoria sul castello di Sinalunga ("occasione iurisdictionis et signorie dicti castri"). Notaio Mino di Nino da Siena. Copia redatta dal notaio Mino del fu Feo da un libro di imbreviature.
(nota tergale quattrocentesca) "Ricompera de' conti".
(nota tergale cinquecentesca) "Altro rotolo di più strumenti di sei braccia".
(nota tergale settecentesca) "Mariano Cinelli".
La pergamena contiene i seguenti atti:
- (1303 ottobre 23, Sinalunga) Il Consiglio generale del comune di Sinalunga, gli aggiunti, i Difensori, il Consiglio dei Difensori e altri massari nominano Aiutuccio di Piero da Sinalunga procuratore del comune, incaricandolo in particolare di fare compromesso con i Cacciaconti.
- (1303 ottobre 23, Sinalunga) I Cacciaconti e il procuratore del comune di Sinalunga nominano nove arbitri per dirimere la vertenza.
- (1303 novembre 18, Sinalunga) Il Consiglio generale del comune di Sinalunga, gli aggiunti, i Difensori, il Consiglio dei Difensori e altri massari nominano procuratore Maffeo di Trecco da Sinalunga, incaricandolo in particolare di presenziare in Siena alla lettura del lodo arbitrale.
- (1303 novembre 20, Siena) Gli arbitri, di mandato del podestà di Siena, riuniti nel palazzo del podestà, pronunziano il lodo che prevede la cessione dei diritti dei Cacciaconti sul castello di Sinalunga a quella comunità, in cambio del versamento di 8400 lire. In particolare, i Cacciaconti avrebbero dovuto cedere al comune di Sinalunga: tutti i diritti sul castello, escluso il cassero situato presso il castello; la signoria sul detto castello e i diritti che avevano sulla sua giurisdizione e signoria, così che da quel momento in poi al comune di Sinalunga fosse lecito "eligere dominum et rectores et dieta signoria uti per dominum vel rectorem vel notarium vel consulem de dieta terra et aliunde unde voluerint et de civitate et de comitatu Senarum"; i loro diritti "in bannis, decimis et condempnationibus que fient et exigentur in dicto comuni"; i loro diritti sulla "pensio" di 180 lire che il comune di Sinalunga era solito pagare; i loro diritti su alcuni beni del comune e uomini di Sinalunga, per i quali questi ultimi pagavano una pensione; i loro diritti su case, vigne e orti degli uomini della terra di Sinalunga, per i quali questi ultimi pagavano affitti o pensioni; i loro diritti su boschi, pascoli, strade, ponti e fonti, riservando a loro stessi e a Bindo di Guido de Ripa e ai loro eredi il diritto di "legnare" nei boschi, tranne che nelle bandite, e il diritto di pascolo. Per quanto ceduto dai Cacciaconti il comune di Sinalunga avrebbe dovuto pagare loro 8400 lire in tre rate entro il novembre 1305. I Cacciaconti inoltre avrebbero dovuto assolvere il comune di Sinalunga dall'obbligazione di 209 moggia di frumento spettanti loro per canoni arretrati e cedere allo stesso comune due case poste nel castello, una delle quali confinante tra l'altro con la chiesa di S. Martino.
- (1303 novembre 20, Siena) Le parti ratificano il lodo nel palazzo del podestà.
- (1303 novembre 20, Siena) Secondo la forma del lodo, i Cacciaconti in cambio della somma suddetta cedono quanto specificato, assieme a tutti i diritti che avevano sugli uomini e le persone, per ciò che concerneva albergarie o altri servizi, il "merum et mixtum imperium " e la giurisdizione. Nell'atto è elencato e descritto quanto eccettuato dalla cessione: numerosi terreni, alcune case e il "molendinum de Sorialla" posto sulla Foenna.
- (1303 novembre 20, Siena) I Cacciaconti rimettono a Maffeo di Trecco, procuratore del comune di Sinalunga, tutti i diritti che avevano nei confronti del detto comune.
- (1303 novembre 20, Siena) Messer Nuccio del fu messer Ildibrandino Saracini, detto Nuccio Bello, rimette a Maffeo di Trecco, procuratore del comune di Sinalunga, i diritti che gli spettavano in ragione delle 50 moggia di frumento, "de quibus habui ius cessum ab Ildibrandino quondam domini Renaldi comitis", come appare per atto di mano di ser Cenne notaio.
- (1303 novembre 25, Sinalunga) I procuratori dei Cacciaconti immettono Maffeo di Trecco, procuratore del comune di Sinalunga, nel possesso dei beni ceduti espressamente descritti: le selve, la fonte, le porte, le chiese, le case cedute al comune, i "libri" dell'archivio.

Su questo ramo dei Cacciaconti cfr. CAMMAROSANO, Le campagne senesi, pp. 182-185, 193.

Siena, in palatio potestatis
Copia del 1352 ottobre 22, 1303 ottobre 23 - novembre 25
2 DCS 1303 ottobre 23, casella 467 (39, 40; I.2; 2)

Copia della pergamena precedente redatta dal notaio Guccio di Aiutino.
(nota tergale cinquecentesca) "Rotoli di nove braccia di più strumenti".
Siena, in palatio potestatis
Copia del 1355 dicembre 4, 1303 ottobre 23 - novembre 25
3 DCS 1330 dicembre 14, casella 742 (-; 33; I.3; 3)

Vanni, detto Porco, di Tino da Siena, del popolo di S. Maurizio, e i figli Guido notaio e Niccolò vendono per il prezzo di 117 fiorini a Vannello del fu Piero cuoiaio, agente per il figlio Pietrino cuoiaio, una casa e una piazza poste nel detto popolo, precedentemente comprate da Guido, Bartolomeo e Sterpaccio, figli del fu messer Niccoluccio del fu messer Sterpolino Casaconti da Siena, e da Naddo del fu messer Ranuccio Tolomei. Notaio Andrea di maestro Ricovero. Copia redatta da Giovanni di Brando da Siena collazionando l'imbreviatura originale con la copia redatta da Vieri di ser Nuto il 26 marzo 1334.
(nota tergale cinquecentesca) "Hora apartiene al comuno. 1330".
Sulla genealogia della famiglia senese dei filii comitis Baroncelli, detti comunemente Casaconti, cfr. GIORGI, I "casati" senesi, pp. 629-630.
Siena
Copia del 1367 maggio 18, 1330 dicembre 14
4 DCS 1338 marzo 17, casella 821 (-; 55; I.5; 5)

Verbale del processo svolto tra il 17 marzo ed il 16 aprile 1338 di fronte a Francesco abate del monastero della S. Trinità di Spineta, delegato della Sede Apostolica con bolla del 15 luglio 1337, contro la comunità e gli uomini di Castiglione d'Orcia per i danni e le violenze da loro inflitte al monastero e ai monaci di S. Benedetto del Vivo nel corso degli ultimi dieci anni, concluso con sentenza di scomunica pronunziata il 15 aprile 1338 e recapitata il giorno seguente presso la chiesa di S. Stefano di Castiglione. Notaio Iacopo del fu Viva, cittadino senese.
Segue il frammento iniziale del verbale delle deposizioni testimoniali rese nell'occasione. In margine si trovano alcune note di mano trecentesca con richiami al testo e osservazioni.
(nota tergale seicentesca) "Ermo".
Si legge pure un'altra nota tergale più antica, fortemente deteriorata, limitatala anch'essa alla sola parola "Ermo".
Nel documento la datazione è espressa secondo lo stile a nativitate. La pergamena è mutila. Sulle vicende ad essa inerenti e sulla regestazione negli Annales Camaldulenses del testo ivi contenuto cfr. supra l'introduzione alla presente sezione.
Sarteano, 1338 marzo 17 - aprile 16
5 DCS 1338 maggio 23, casella 814 (42; 52; I.4; 4)

Spinello di Bino Accarigi, Binduccio di ser Bindo e Latino de' Rossi, arbitri eletti dai Nove governatori del comune di Siena, lodano in merito alla vertenza riguardante la confinazione tra le comunità di Scrofiano e Sinalunga in corrispondenza della curia del castello della Ripa, soppressa circa dieci anni addietro. Nei giorni 23 e 24 maggio vengono assegnati i termini per la comparizione ai sindaci dei due comuni. Nei giorni 25 e 26 maggio Cecchino di ser Bardo, sindaco di Scrofiano, e ser Pietro di Aiuto, sindaco di Sinalunga, producono gli atti ritenuti necessari alla risoluzione della vertenza. Il documento, danneggiato in principio, è mutilo ed il testo si interrompe prima del lodo arbitrale e della sottoscrizione notarile. Gli atti prodotti dal comune di Scrofiano (19 "scritture" riportate nel documento in forma succinta) risalgono al periodo 1246 gennaio 21-1337 dicembre 26, quelli prodotti dal comune di Sinalunga (almeno 14 "scritture") al periodo 1335 marzo 3-1338 marzo 13. Un maldestro restauro ha reso illeggibili le note tergali.
Siena, 1338 maggio 23 - 26
6 DCS 1352 ottobre 8, casella 925 (-; 53; I.6; 6)

Francesco di Peruccio, cittadino senese del popolo di S. Giovanni, costituisce suo procuratore Iacopo di Niccolò, cittadino senese del popolo di S. Salvatore. Notaio Filippo di Nicoluccio.
La pergamena pervenne all'archivio nel 1753 come coperta del registro di imbreviature del notaio Matteo di Duccio, oggi segnato ACSI, Dono Mariano Cinelli 1.
(nota tergale coeva) "Instrumentum procure publicatum manu ser Phylippi Niccolucii notarii".
(nota tergale, di mano del notaio Matteo di Duccio) "Ab anno Domini millesimo CCCLVII, indictione Xa, de mense novembris ad annum Domini millesimo CCCLX, indictione XIIII, de mense octubris".
Siena, 1352 ottobre 8
7 Collocazione: DCS 1357 ... 2, casella 960 (41; 39; I.9; 7)

Otto atti relativi alla cessione al comune di Bettolle e successivamente al comune di Sinalunga di un pezzo di terra selvata posto in luogo detto Le Piane, di proprietà di Lando, Paolo e Pace del fu Viva da Siena. Notaio Francesco del fu Lando. Copia del notaio Francesco di Giovanni di Andrea.
(nota tergale cinquecentesca) "Altro rotolo di braccia quattro di più contratti".
La pergamena contiene i seguenti atti:
- (1357 luglio 2) Lando, Paolo e Pace fratelli e figli di Viva di Lando, cittadini di Siena ed eredi di detto loro padre, costituiti alla presenza degli ufficiali di Mercanzia di Siena, col consenso di ser Cecco di Andrea, ser Bartalo di Cecco e Luca del fu maestro Vieri, cittadini senesi e loro più prossimi congiunti, vendono per il prezzo di 400 fiorini a Giovanni del fu Bindino Tolomei, che stipula per ventuno uomini di Bettolle, un pezzo di terra selvata posto nella curia di Bettolle, in luogo detto Le Piane.
- (1357 luglio 2) Giovanni di Bindino Tolomei costituisce sette degli uomini di Bettolle di cui sopra, dei quali era procuratore, debitori di detti Lando, Paolo e Pace nella somma di 133 fiorini d'oro, da pagarsi entro i prossimi dieci anni.
- (1357 luglio 2) Giovanni di Bindino Tolomei, procuratore di sette uomini di Bettolle, vende per il prezzo di 34 fiorini ai predetti Lando, Paolo e Pace sedici moggia e sedici staia di grano alla misura senese, da consegnare in Scrofiano in rate annuali entro i prossimi dieci anni. "Et similiter fiant instrumenta de aliis quorum dominus Iohannes est procurator, videlicet octo pro quolibet instrumento. Et debent fieri quattuor instrumenta pro grano et florenis".
- (1357 luglio 2) Avendo alcuni uomini di Bettolle preso in affitto da Viva del fu Lando il 10 dicembre 1341 la metà di un pezzo di terra selvata posto nella curia di Bettolle in luogo detto Le Piane per 15 anni, con un canone annuo di sei moggia di grano alla misura senese, come per atto del notaio Antonio di Mino, ed avendo altri uomini di Bettolle preso in affitto l'altra metà del detto pezzo di terra per lo stesso canone, come per atto analogo, poiché il 27 marzo 1357 il comune e gli uomini di Bettolle erano stati condannati da messer Tommaso da Mercatello, maggior sindaco e giudice delle appellagioni del comune di Siena, al pagamento di 100 fiorini a Mocatoccio tutore di Lando, Paolo e Pace figli del fu Viva - come dal Liber clavium in Biccherna e dall'atto rogato dal notaio Lando di Ghezzo -, gli stessi Lando, Paolo e Pace di fronte al tribunale della Mercanzia, alla presenza e col consenso dei parenti, promettono a Giovanni di Bindino Tolomei, stipulante per gli uomini di Bettolle, di non domandare più alcun affitto e di non muovere lite se quest'ultimi pagheranno il debito di 133 fiorini e le sedici moggia e sedici staia di grano dovuti.
- (1379 settembre 7) Paolo e Pace del fu Viva, in nome proprio e del fratello Lando, vendono al comune di Sinalunga per il prezzo di 190 fiorini, che dichiarano di aver ricevuto, un pezzo di terra selvata posto nella curia di Bettolle "sive hodie in curia de Asinalonga" in luogo detto Le Piane.
- (1379 settembre 7) Paolo e Pace del fu Viva, in nome proprio e del fratello Lando, cedono al comune di Sinalunga ogni diritto da loro vantato nei confronti del comune di Bettolle a motivo di una pena di 100 fiorini a questo comminata per causa di danni dati.
- (1379 settembre 7) Paolo e Pace del fu Viva, in nome proprio e del fratello Lando, concedono al comune di Sinalunga ogni diritto da loro vantato contro alcuni uomini di Bettolle a motivo di un affitto quindicennale non riscosso.
- (1379 settembre 7) Paolo e Pace del fu Viva, in nome proprio e del fratello Lando, concedono al comune di Sinalunga ogni diritto da loro vantato contro altri uomini di Bettolle a motivo di un altro affitto quindicennale non riscosso.
Siena
Copia del 1389 febbraio 1, 1357 luglio 2 - 1379 settembre 7
8 DCS 1359 maggio 19, casella 965 (-; 26; I.7; 8)

Martino del fu Venturello da Sinalunga, abitante a Siena nel popolo di S. Maurizio, vende a Giovanni del fu Bagnena da Sinalunga per il prezzo di dieci fiorini, che dichiara di aver ricevuto, la metà pro indiviso di una casa posta nel castello di Sinalunga. Notaio Domenico del fu Boccio.
(nota tergale coeva) "Carta di compra di Giovanni Bagnena".
Sinalunga, 1359 maggio 19
9 DCS 1360 marzo 11, casella 974 (47; 9; I.8; 9)

Iacopo del fu Nente di Ugolino e Guidarello del fu Guidino Guidarelli da Sinalunga, procuratori della fraternita della Madonna delle Nevi di detta località, vendono a Marco del fu Fuccino di Petruccio da Sinalunga per il prezzo di 18 fiorini la metà pro indiviso di un pezzo di terra lavorativa posto nella curia di Sinalunga in contrada Galegno e un altro pezzo di terra lavorativa con olivi posto nella stessa curia in luogo detto La Costa del Rigaiuolo. Segue l'immissione in possesso del 19 marzo seguente. Notaio Angelo di Guido di Simone.
(nota tergale cinquecentesca) "Vendita dela fraternita di Santa Maria dele Nevi. 1360".
Sinalunga, 1361 marzo 11 - 19
10 DCS 1372 novembre 18, casella 1033 (-; 14; II.1; 10)

Ninuccio del fu Paolo da Sinalunga, detto Buchine, vende a Biagino del fu Biagio dello stesso luogo per 3 fiorini e 20 soldi, che confessa di aver ricevuto, un pezzo di terra lavorativa posto nella curia di Sinalunga in luogo detto Prugneta. Notaio Guccio del fu Aiutino.
Sinalunga, 1372 novembre 18
11 DCS 1379 settembre 4, casella 1070 (49; 13; II.2; 11)

Francesco di Naldo notaio, Bartolomeo di Niccolò di Guelfo e Ambrogio del fu Ghino, arbitri, lodano in merito alla questione vertente tra il comune di Sinalunga e Lando, Paolo e Pace del fu Viva circa un pezzo di terra selvata posto nella curia "de Bettullis sive de Asinalonga" in luogo detto Le Piane. Segue l'accettazione delle parti del 5 settembre seguente. Notaio Mino del fu Domenico di Nino.
(nota tergale cinquecentesca) "Lodo dela Sellva dele Piane. 1379".
Siena, 1379 settembre 4 - 5
12 DCS 1385 agosto 31, casella 1100 (-; 37; II.3; 12)

Beringhieri del fu Andrea Arzocchi, pievano di S. Agata di Asciano, diocesi di Arezzo, costituisce suo procuratore Buccio del fu Vanni, prete da Rapolano, rettore della chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo di Giomoli, contado di Siena, diocesi di Arezzo, a rinunciare, in mano di messer Giovanni Albergotti vescovo di Arezzo, a tutti i suoi diritti sulla detta pieve, permutandoli con prete Bartolo del fu Angelo da S. Quirico in Osenna, rettore della chiesa di S. Pietro di Chiatina, diocesi di Arezzo. Notaio Cristoforo del fu Gano di Guidino.
(nota tergale coeva) "Procura di misser Beringhiere degli Arzochi pievano dela pieve d'Asciano".
(nota tergale seicentesca) "1385".
Siena, 1385 agosto 31
13 DCS 1386 dicembre 26, casella 1107 (-; 43; II.4; 13)

Giovanni di Buonaventura di Manfredi, cittadino senese del popolo di S. Andrea, fa testamento, nel quale, dopo vari legati, nomina suo erede universale l'ospedale di S. Maria della Scala. Notaio Antonio Bonezini.
(nota tergale coeva) "Testamento di Giovanni di Buonaventura".
(altra nota tergale coeva) "Testamento di Gi[o]vanni di Buonaventura e di mona Francesca conversa delo spedale Sante Marie".
(nota tergale seicentesca) "Testamento. 1386".
Siena, 1386 dicembre 26
14 DCS 1395 marzo 17, casella 1140 (35; 2; II.5; 14)

Il Consiglio generale del comune di Sinalunga e gli aggiunti, congregati in numero di 21, costituenti più dei due terzi del totale dei consiglieri ed espressamente elencati, su mandato del vicario Cristoforo del fu Manente notaio da Torrita, cittadino senese, e per deliberazione del camarlengo generale e dei tre priori del detto comune, nominano Pietro di Venturino di Ventura da Sinalunga procuratore del comune stesso per la vendita a Sozzino del fu Giovanni di ser Mino da Siena, del popolo di S. Martino, di un pezzo di terra selvata chiamata La Selva delle Pozza, posto nella curia di Sinalunga in contrada detta Le Pozza, per il prezzo di 100 fiorini. Segue l'atto di vendita del 23 settembre seguente. Notaio Cristoforo del fu Manente da Torrita.
(nota tergale coeva) "Carta del sindicato et conpra dela Selva dele Pozza che conprò Sozzino di Iohanni ser Mini dal comune di Asinalonga per prezzo di C fiorini d'oro".
(nota tergale cinquecentesca) "Compra dele Poza nel 1395".
Sinalunga, in palatio comunis, 1396 marzo 17 - 23
15 DCS Secolo XIV ultimi anni, casella 1158 (-; 50; II.45; 15)

Giovanni di Sozzino e Sozzino suo padre fanno quietanza al comune di Sinalunga delle somme dovute loro di 250 e 100 fiorini. Notaio Francesco di Martino di Bernardo da Lucca, vicario del comune di Sinalunga. La pergamena è gravemente danneggiata nella parte iniziale e in più luoghi lacera.
Sinalunga, post 1396 marzo 23
16 DCS 1401 gennaio 29, casella 1161 (45; 3; II.6; 16)

Andrea di Francesco Purghiani ligrittiere, Cione di Niccolò di Neri Duse de Octorenghis, Nanni di Pietro di Giovannino ritagliere e Meo di Giovanni ligrittiere, ufficiali della balìa "super negociis Asinalonge", nominati dal Consiglio generale del comune di Siena allo scopo di risarcire coloro ai quali furono distrutte le case per l'edificazione e la fortificazione del cassero di Sinalunga, incaricano il detto Andrea, già operaio del detto cassero, di dichiarare la stima delle case in questione. Segue la stima di 12 case. Notaio Mariano del fu maestro Niccolò da Suvereto cittadino senese.
(nota tergale cinquecentesca) "Case guaste per fare la rocha. 1401".
Siena, in cancellaria dominorum priorum gubernatorum, 1402 gennaio 29
17 DCS 1413 giugno 25, casella 1193 (-; 34; II.8; 17)

Pietro di Vannuccio, detto Marraino, da Monte S. Marie vende a Giovannino di Neruccio del detto luogo per il prezzo di 32 fiorini, che dichiara di aver ricevuto, tre pezzi di terra lavorativa posti nella curia di Monte S. Marie, rispettivamente nei luoghi detti Fonte al Fico, Bago e Solatia di Calvosina. Notaio Pagno del fu Cecco di Pagno da Sinalunga. La pergamena era stata utilizzata come copertina di un registro.
Monte S. Marie, 1413 giugno 25
181 DCS 1430 gennaio 22, casella 1237; DCS Secolo XV prima metà, casella 1380 (51; 36, 6; II.9, II.41; 18, 28)

Il Consiglio minore del comune di Sinalunga, composto da dieci membri, i sedici aggiunti, il camarlengo e i tre priori, tutti espressamente elencati al termine del documento, congregati su mandato del vicario Niccolò di maestro Angelo da Siena notaio e col consenso dei priori, nominano procuratore generale del detto comune Paolo di Giovanni di Rossino da Sinalunga, incaricandolo in particolare di ricevere da Nanni del fu Michele cuoiaio da Siena una donazione inter vivos di tutti i possedimenti che il detto Nanni aveva nella curia di Sinalunga. Notaio Niccolò di maestro Angelo da Siena. La pergamena si presenta tagliata a metà in senso orizzontale. Ciò ha fatto sì che almeno dal XVIII secolo i due frammenti venissero ritenuti parte di due documenti distinti e come tali fossero inventariati. Il primo dei due frammenti reca la nota tergale cinquecentesca "Mandatum comunitatis Sanalone. 1430", cosa che fa datare la divisione della pergamena ad un'epoca successiva.
Sinalunga, in domo comunis dicti castri in aula superiori diete domus, 1431 gennaio 22
19 DCS 1430 gennaio 22, casella 1237; DCS Secolo XV prima metà, casella 1380 (51; 36, 6; II.9, II.41; 18, 28)

Il Consiglio minore del comune di Sinalunga, composto da dieci membri, i sedici aggiunti, il camarlengo e i tre priori, tutti espressamente elencati al termine del documento, congregati su mandato del vicario Niccolò di maestro Angelo da Siena notaio e col consenso dei priori, nominano procuratore generale del detto comune Paolo di Giovanni di Rossino da Sinalunga, incaricandolo in particolare di ricevere da Nanni del fu Michele cuoiaio da Siena una donazione inter vivos di tutti i possedimenti che il detto Nanni aveva nella curia di Sinalunga. Notaio Niccolò di maestro Angelo da Siena. La pergamena si presenta tagliata a metà in senso orizzontale. Ciò ha fatto sì che almeno dal XVIII secolo i due frammenti venissero ritenuti parte di due documenti distinti e come tali fossero inventariati. Il primo dei due frammenti reca la nota tergale cinquecentesca "Mandatum comunitatis Sanalone. 1430", cosa che fa datare la divisione della pergamena ad un'epoca successiva.
Sinalunga, in domo comunis dicti castri in aula superiori diete domus, 1431 gennaio 22
20 DCS 1435 novembre 13, casella 1249 (53; 23; II.10; 19)

Paolo di Giovanni di Rossino da Sinalunga, procuratore del comune, vende a Grazia di Biagio dello stesso luogo per il prezzo di 23 fiorini due pezzi di terra lavorativa posti nella curia di Sinalunga nei luoghi detti La Via di Collelungo e Al Galegno. Notaio Matteo del fu Cione di Feo da Siena.
(nota tergale coeva) "Gratie Blaxii de Asinalongha da Pauolo di Giovanni Rosini".
(nota tergale cinquecentesca) "Vendita del comuno de uno pezo di terra a Gratia di Biagio. 1435".
Sinalunga, 1435 novembre 13
21 DCS 1442 gennaio 15, casella 1270 (15; 25; II.11; 22)

Nanna vedova di Niccolò di Naddo da S. Sepolcro nomina suoi procuratori il fratello Lazzaro di Cecco di Simone Brandagli da Arezzo, Francesco di Gregorio di Giovanni da Arezzo e Pietro Paolo di Niccolò di Naddo da S. Sepolcro, a vendere o ad affittare i suoi beni situati nella curia di Sinalunga, ovvero un podere posto in luogo detto Collelungo, con un palazzetto annesso, e la metà di una casa, pertinente al detto podere, posta nel castello di Sinalunga, posseduta pro indiviso assieme ai fratelli. Notaio Mario del fu Matteo di Angelo da S. Sepolcro. Segue la convalida del notaio fatta da Andrea di Silvestro di Michele Nardi da Firenze, capitano di S. Sepolcro, rogata da Ghino del fu Peccone di Ghino da S. Gimignano, notaio dello stesso capitano.
(nota tergale cinquecenteca) "Donna Nanna de Aretio. Mandatum. 1402 [sic]".
Nel documento la datazione è espressa secondo lo stile a nativitate.
S. Sepolcro, 1442 gennaio 15
22 DCS 1442 aprile 4, casella 1268 (56; 29; II.12; 20)

Angela del fu Deo di Guelfo Tolomei da Siena, vedova di Cecco di Simone Brandagli da Arezzo, e Nanna sua figlia, vedova di Niccolò di Naddo da S. Sepolcro, agenti con licenza dei consanguinei, nominano loro procuratori Lazzaro del fu Cecco di Simone Brandagli da Arezzo, Francesco del fu Gregorio di Giovanni da Arezzo, lanaiolo, e Pietro Paolo del fu Niccolò di ser Naddo da S. Sepolcro a vendere per il prezzo di 370 fiorini al comune di Sinalunga una casa posta nel castello di Sinalunga, numerosi pezzi di terra lavorativa posti nella stessa curia nei luoghi detti Campolungo e La Doccia e un podere con numerosi pezzi di terra arativa, prativa e silvata detto Il Podere da Collelungo, posto nell'omonima curia, con un palazzetto annesso. Notaio Antonio di Filippo di ser Rosado da Foiano cittadino aretino.
(nota tergale cinquecentesca) "Compra del comuno di più pezi di terra. 1442".
Arezzo, 1442 aprile 4
23 DCS 1442 aprile 7, casella 1268 (-; 27; II.13; 21)

Lazzaro del fu Cecco di Simone Brandagli da Arezzo e Francesco del fu Gregorio di Giovanni da Arezzo, lanaiolo, procuratori di Angela del fu Deo di Guelfo Tolomei da Siena, vedova di Cecco di Simone Brandagli da Arezzo, e Nanna sua figlia, vedova di Niccolò di Naddo da S. Sepolcro, vendono per il prezzo di 370 fiorini i beni di cui alla pergamena precedente. Notaio Galgano del fu Meo di Giovanni del Fonda.
(nota tergale cinquecentesca) "Carta del podere de Collelongho. 1442".
Sinalunga, 1442 aprile 7
24 DCS 1454 [sic] dicembre 15, casella 1301 (38; 16; II.14; 29)

Meo di Nanni Griffali, Galgano di Iacomo Faccalume, Antonio di maestro Luca, commissari eletti dal Consiglio del popolo del comune di Siena, dal Consiglio generale e dalla signoria "a fare fare el fiume dela Foienna, siché abbi lo sfogo in Chiana e similmente altri fossati et fiumicegli che none alaghino et informino e' terreni dela detta Val di Chiana", avuto notizia che il comune di Sinalunga aveva deviato il corso del fossato chiamato "El Verniano" posto tra Sinalunga e Scrofiano, condannano il comune di Sinalunga al pagamento di 100 fiorini da versare entro dieci giorni al camarlengo del Monte e al ripristino, entro il detto termine, del canale nello stato precedente. Il giorno 23 gli stessi commissari non ammettono l'appello contro la sentenza presentato dal comune di Sinalunga. Notaio Stefano del fu Antonio di Stefano.
(nota tergale cinquecentesca) "Condannatione per causa del Vargnano". La pergamena è in lingua volgare.
Siena, nela casa del comune di Siena et residenzia degli aseghuitori della Gabella generale, 1444 dicembre 15 - 23
25 DCS 1444 dicembre 20, casella 1275 (32; 11; II.15; 23)

Il Consiglio generale del comune di Sinalunga, congregato in numero di 28 consiglieri, costituenti la maggior parte dei membri, su mandato di Grazia di Biagio di Grazia camarlengo generale e per volontà dei tre priori, assente Arduino di Leonardo da Siena vicario, nominano sette procuratori generali del comune, incaricandoli in particolare dell'appello presso il capitano del popolo e i gonfalonieri maestri del comune di Siena contro una sentenza avversa al comune di Sinalunga emessa dagliufficiali "circa reparationem fluminis dela Foena". Seguono i nomi del camarlengo, dei priori e dei consiglieri del comune di Sinalunga. Notaio Niccolò di Bartolo di Iacomo da Siena.
(nota tergale cinquecentesca) "Una carta rosa di procura. 1444".
Sinalunga, in domo comunis, 1444 dicembre 20
26 DCS 1445 gennaio 1, casella 1278 (46; 32; II.16; 24)

Francesco di Meo di Niccolò di Cione Orlandini, procuratore del padre, e cinque dei sei membri componenti una balìa del comune di Sinalunga, volendo appianare le discordie sorte a causa dei confini tra i possedimenti del detto Meo, detti "El Poggiuolo", e quelli dello stesso comune posti nella medesima località, stabiliscono i confini in questione. Notaio Niccolò di Bartolo di Iacomo da Siena.
(nota tergale cinquecentesca) "Carta apartenente a comuno et al Piogiuolo. 1443 [sic]". Il testo del lodo è in lingua volgare.
Poggiolo in Valdichiana, 1446 gennaio 1
27 DCS 1445 gennaio 1, casella 1278 (55; 17; II.17; 25)

Altro originale dell'atto precedente.
(nota tergale cinquecentesca) "Lodo dela corte del Pogiuolo. 1445".
Poggiolo in Valdichiana, 1446 gennaio 1
28 DCS 1446 maggio 29, casella 1279 (-; 45; II.18; 26)

Il Consiglio minore del comune di Sinalunga e gli aggiunti, congregati al tempo del vicario Peruccio di Paolo da Montalcino notaio, deliberano con ventuno voti a favore e sei contrari che lo stesso Consiglio minore nomini due uomini, i quali insieme coi priori abbiano il potere di terminare la controversia esistente tra il comune di Sinalunga e il comune di Scrofiano. Convocato quindi il Consiglio minore, vengono eletti Grazia di Biagio e Piero di Pietro con dieci voti a favore e nessuno contrario. Seguono i nomi dei tre priori in carica nei trimestri maggio-luglio e agosto-ottobre. Copia di Mariano di Antonio di Bartolomeo Tantucci da Siena notaio, vicario di Sinalunga, di un atto esistente in libro soleni reformationum del comune di Sinalunga - contenente deliberazioni, riformagioni e ordinamenti fatti dai consigli, dai priori e da altri ufficiali del comune - alle carte 189 e 190, autenticata dal notaio Niccolò di Bartolo di Iacomo da Siena.
(nota tergale cinquecentesca) "Deliberatione di possere terminare tra la comunità di Sinalonga et Scrufiano".
Sinalunga
Copia del 1458 marzo 13, 1446 maggio 29
29 DCS 1449 ottobre 22, casella 1288 (-; 4; II.19; 27)

Angelo Salvi fa testamento, nel quale, dopo vari legati tra cui uno alla fraternita della Vergine Maria e uno alla compagnia di S. Croce di Sinalunga, nomina eredi universali i figli Giovanni, Iacopo, Salvi e Mariano. Notaio Arduino del fu Leonardo Arduini, cittadino senese, vicario di Sinalunga.
La pergamena risulta acefala. Il nome completo del testatore si desume dalla pergamena no 38, ove compare il figlio Mariano di Angelo Salvi.
Sinalunga, 1449 ottobre 22
30 DCS 14... febbraio, casella 1380 (-; 31; II.44; 43)

Pietro di Guerrino di Pietro da Sinalunga dà, a titolo di dote, a Pietro e Pascuccio di Ammannato di Marco da Sinalunga riceventi per Lucia figlia del detto Pietro di Guerrino e futura moglie del detto Pietro di Ammannato, un pezzo di terra lavorativa posto nella curia di Sinalunga in luogo detto "Nele Poleta". I detti Pietro e Pascuccio di Ammannato donano quindi al detto Pietro di Guerrino propter nuptias la somma di 22 fiorini, col patto che il coniuge che sopravvivesse all'altro lucrasse il 10% del valore della dote. Notaio Niccolò di Bartolo di Icomo da Siena.
(nota tergale cinquecentesca) "Uno contratto di Pietro d'Amannato et di Sfarsino [sic]".
La datazione si desume dal periodo di attività conosciuta del notaio (cfr. L'archivio notarile, p. 70).
Sinalunga, Metà sec. XV
31 DCS 1464 aprile 13, casella 1322 (34; 18; II.20; 30)

Il Consiglio generale del comune di Siena, vista la petizione del comune di Sinalunga con la quale - stanti le "gravezze" cui era sottoposto quel comune, espressamente descritte nel documento - si chiedeva uno sgravio fiscale, approva quanto richiesto con la condizione apposta dal Concistoro, consistente in uno sconto annuale di duecento lire della tassa destinata alla retribuzione del vicario. Notaio Domenico del fu Cristoforo "Panziere" da Chianciano cittadino senese, notaio delle Riformagioni del Comune di Siena.
(nota tergale cinquecentesca) "Gratia facta alla comunità dalla Repubblica sanese dela sua imposta".
Cfr. ASS, Consiglio generale 294, c. 27r [1464 aprile 13].
Siena, 1464 aprile 13
32 DCS 1464 ottobre 10-novembre 21, casella 1323 (-; 54; II.21; 31)

Oliviero del Principe, canonico di Angers, vicario dell'arcivescovo di Siena Francesco Piccolomini, notifica allo stesso arcivescovo e ai cavalieri di S. Giovanni gerosolimitani di aver ricevuto due bolle date a Roma il 10 ottobre 1464 da papa Paolo II, con la prima delle quali si concedeva a Lolo Piccolomini, precettore della Magione di Modena e cavaliere gerosolimitano, la commenda della precettoria di S. Pietro di Selvitella, nella diocesi di Siena, già goduta da Giovanni Saracini morto in Roma, mentre con la seconda si commetteva allo stesso Oliviero e al vescovo di Ferrara Lorenzo Roverella l'investitura del detto Lolo. Notaio Giovanni Cadeti, chierico della diocesi di Saintes. La pergamena era stata utilizzata come copertina di un registro nella cui costola era scritto "Promesse opera, opera 1658" e nel piatto anteriore "1587 Promesse". La sua collocazione nel "Diplomatico " può essere datata post aprile 1753, ovvero dopo l'acquisizione della pergamena datata 1352 ottobre 8, a cui era stato assegnato il numero 53.
Roma, 1464 novembre 21
33 DCS 1470 aprile 30, casella 1334 (-; 10; II.22; 32)

Pietro di Grazia di Biagio, sindaco del comune di Sinalunga, vende a Giovanni di Cecco di Paolo, detto di Pagliaio, da Sinalunga per il prezzo di 60 lire un pezzo di terra in parte sodo e in parte lavorativo di 60 staiori, posto in luogo detto Collelungo Vecchio. Notaio Pietro del fu Buccio di Nanni.
Sinalunga, 1470 aprile 30
34 DCS 1472 febbraio 7, casella 1339 (19; 24; II.23; 33)

Il Consiglio minore del comune di Sinalunga, composto da sei membri, i 26 aggiunti, il camarlengo e i tre priori, tutti espressamente elencati all'inizio del documento, congregati su mandato del podestà Tommaso di Guccio di Lorenzo da Siena e per delibera del camarlengo e dei priori, nominano Tofano di Cecco di Bandino e Giovanni di Antonio Salvemini loro procuratori a rimettere in Iacopo Piccolomini, vescovo di Pavia e cardinale, l'arbitrato della vertenza esistente tra lo stesso comune e Niccolò, Cione e Antonio Orlandini da Siena. Notaio Ludovico di Iacomo di Gabriele da Siena.
(nota tergale cinquecentesca) "Compromesso in nel reverendissimo cardinale infra la comunità d'Asinalunga et gli Orlandini. 1472".
Sulla contestuale confinazione tra le comunità di Lucignano e Poiana cfr. Le liti di confinazione.
Sinalunga, 1473 febbraio 7
35 DCS 1476 settembre 12, casella 1346 (52; 41; II.24; 34)

Il Consiglio generale del comune di Sinalunga e gli aggiunti in numero di 23, costituenti più dei due terzi del totale, il camarlengo e due dei priori, tutti espressamente elencati al termine del documento, congregati di mandato del podestà Antonio di messer Tommè di Doccia e per delibera del camarlengo e dei priori, nominano Bartolomeo di Simone Pocci da Siena loro procuratore generale in Siena, incaricandolo in particolare dell'appello ad una sentenza del campaio del comune di Siena in favore di Pietro di Giovanni Sozzini contro il comune di Sinalunga. Notaio Tommaso del fu Guido di Onofrio Ferri da Casale, ufficiale del podestà.
(nota tergale cinquecentesca) "Mandatum comunis. 1476".
Sinalunga, in solita domo comunis in sala diete domus ubi huiusmodi consilia fieri solent, 1476 settembre 12
36 DCS 1476 dicembre 24, casella 1347 (14; 12; II.25; 35)

Antonio di Lorenzo Lanti, dottore, loda in merito ad una vertenza sorta tra il comune di Sinalunga e Pietro del fu Giovanni Sozzini, fissando i confini tra la curia di Sinalunga e i beni del detto Pietro e condannando il detto comune al pagamento di 50 fiorini, quale risarcimento del danno arrecato dagli uomini di Sinalunga ai boschi della controparte, e delle spese processuali. Stabilisce inoltre che il pezzo di terra di sette staiori posti in luogo detto "El Campo ala Farma" appartenga al detto Pietro. Notaio Mino del fu Niccolò Trecerchi da Siena, notaio della Mercanzia.
(nota tergale coeva) "Lodo di misser Lorenzo Lanti fra il comuno e Petro Sozini".
(nota tergale cinquecentesca) "Lodo infra la comunità d'Asinalunga et Pietro di Giovanni Sozini senese, Trequanda. 1476".
Siena, in curia Mercantie, 1476 dicembre 24
37 DCS 1479 ... 17, casella 1354 (-; 7; II.26; 36)

Antonio di Giovanni Ronconi da Massa, vicario generale di Tommaso Piccolomini vescovo di Pienza e di Montalcino, ad istanza di Pietro di Martino di Luca da Sinalunga, agente in nome del padre, cita una tale Maddalena a comparire entro dieci giorni per rispondere in merito ad un credito vantato contro di lei dal detto Pietro. Copia fatta su richiesta di Pagno di Cecco di Pagno da Sinalunga da Angelo di Vannuccio Dati, canonico di Pienza e notaio del vescovo Agostino Patrizi Piccolomini.
Pienza, in palatio epicopali
Copia del 1486 marzo 21, 1479 [vacat] 17
38 DCS 1481 aprile 20, casella 1357 (11; 5; II.27; 37)

Il Consiglio generale del comune di Sinalunga e i massari, per un totale di 55 membri, il camarlengo e due dei priori, tutti espressamente indicati al termine del documento, congregati su mandato del podestà Giovanni di Lazzaro e per delibera del camarlengo e dei priori, nominano Mariano di Angelo Salvi, Meo di Antonio Taufi da Sinalunga e Meo di Antonio di Batignano procuratori a celebrare la pace col comune e uomini di Foiano, distretto di Firenze, "potu vini et obsculo pacis interveniente" e a prometterne l'osservanza perpetua. Notaio Francesco di Mariotto di Matteo da Asciano, cittadino senese.
(nota tergale cinquecentesca) "Mandatum in causa Foianensium cum Sanalongensibus. 1481".
Sinalunga, in domo comunis in sala palatii, residentia domini potestatis, 1481 aprile 20
39 DCS 1483 agosto 11, casella 1360 (-; 21; II.29; 38)

Il Consiglio generale di un uomo per casa del comune di Sinalunga, composto da 75 membri, il camarlengo e i tre priori, tutti espressamente indicati al termine del documento, congregati su mandato del podestà Bartolomeo di Iacopo Palazzesi, nominano procuratori del comune gli ufficiali di Balìa del comune di Siena e il giureconsulto Bartolomeo Sozzini, cittadino senese, a fare comporre ogni vertenza esistente col comune di Foiano, posto nel distretto di Firenze, per cause di confini o per altri motivi. Notaio Cristoforo di Francesco di Turello da Gavorrano, cittadino senese.
(nota tergale cinquecentesca) "El sindicato d'Asinaloga".
Sinalunga, in domo comunis, 1483 agosto 11
40 DCS 1483 febbraio 18, casella 1361 (25; 49; II.28; 39)

Puccio di Antonio Pucci, deputato dai Dieci di Balìa del comune di Firenze, e Ricco di Pietro di Ricco, eletto dalla Balìa del comune di Siena, fissano, in esecuzione di un lodo da poco stabilito, i confini tra i comuni di Foiano e di Sinalunga. Segue la puntuale descrizione in volgare dei detti confini. Notaio Francesco di Giovanni di Martino da Asciano.
(nota tergale coeva) "Carta de' termini di Foiano. 1480".
La pergamena è gravemente danneggiata lungo il margine destro.
confini tra Foiano e Sinalunga, 1484 febbraio 18
41 DCS 1485 aprile 22, casella 1364 (36; 22; II.30; 40)

Il Consiglio generale del comune di Sinalunga, composto da 22 membri, il camarlengo e i tre priori, tutti espressamente elencati al termine del documento, congregati su mandato di Andrea di Iacomo da Monte S. Marie notaio senese e vicario di Giovanni di Bindo Bindi da Siena podestà e per delibera dei priori, nominano Martino di Pietro di Ambrosino e Pietro di Antonello, detto Saetta, procuratori a fare pace con alcuni uomini di Arezzo, non indicati, e a concedere 28 fiorini quale risarcimento. Notaio Andrea di Iacomo da Monte S. Marie.
(nota tergale cinquecentesca) "Mandatum ad faciendam treguam cum quibusdam de Aretio. 1485".
Sinalunga, in domo comunis, 1485 aprile 22
42 DCS 1491 aprile 13, casella 1370 (17; 44; II.31; 41)

Callisto di Pietro Scacco Tancredi da Siena, Meo di Antonio di Batignano da Sinalunga e Antonio di Giovanni di Paolino da Sinalunga, arbitri eletti dal comune di Sinalunga e da Niccolò di Mariano di Megosso Orlandini lodano in merito ad una vertenza sorta circa il possesso di alcuni non specificati terreni. Segue l'approvazione del camarlengo e di due dei priori del comune di Sinalunga e di Niccolò di Mariano Orlandini. Il 21 giugno seguente i detti arbitri assegnano a Niccolò di Mariano Orlandini dodici staiori di terra posti nella curia di Bettolle in luogo detto "A' Piei e' Pratiscelli del Melagranio", confinanti tra l'altro con i fiumi Foenna e Galegno. Notaio Filippo di Mariano Galli da S. Quirico in Osenna.
(nota tergale cinquecentesca) "Lodo dato infra la comunità di Asinalunga et Nicolò Orlandini di staiori XII di terra. 1491". Il testo del lodo è in volgare.
Sinalunga, 1491 aprile 13 - giugno 21
43 DCS 1496 ottobre 31, casella 1375 (44; 35; II.32; 42)

Gli ufficiali della Balìa del comune di Siena, avuta notizia dagli ambasciatori del comune di Sinalunga delle fatiche sopportate da questo comune in servizio della Repubblica, deliberano di dare agli uomini di Sinalunga annualmente per dieci anni, nella città di Grosseto o nella terra di Orbetello, cinquanta staia di sale, fermo restando l'obbligo di levare la quantità di sale che gli stessi erano tenuti a prendere dal comune di Siena, e di donare le trenta "corazzine" date al medesimo comune da Niccolò di Bardo. Notaio Antonio del fu Paolo Vitelli, cittadino senese, notaio della Balìa. Seguono le attestazioni relative alla riscossione della somma di denaro, sostitutiva della quantità di sale di cui sopra, dal 1497 al 30 agosto 1506.
(nota tergale coeva) "Decreto della gratia auta dal comuno di Siena".
(nota tergale cinquecentesca) "Una deliberatione di Balìa nel 1496".
Cfr. ASS, Balìa 41, c. 40r [1496 ottobre 31).
Siena, 1496 ottobre 31 - 1506 agosto 30
44 DCS Secolo XVI prima metà, casella 1441 (-; 30; II.43; 55)

Frammento di una delibera di un Consiglio del comune di Scrofiano riguardante questioni fiscali. Notaio Francesco Pagni da Sinalunga, "in presenti vice vicarius Scrofiani predicti il loco [sic] Arrighi ser Nicolai ser Bartali civis Senensis nunc vicarii Scrofiani". La pergamena è mutila della parte iniziale. La datazione si desume dal periodo di attività conosciuta del notaio, compresa tra il 1495 e il 1528 (cfr. L'archivio notarile, p. 104).
Scrofiano, in domo comunis Scrofiani, Fine secolo XV - primi decenni secolo XVI
45 DCS 1503 ..., casella 1384 (8 19; II.33; 45)

I procuratori del comune di Petroio vendono ad alcune persone di S. Giovanni d'Asso abitanti nel medesimo comune una casa posta nella curia di Petroio in luogo detto Valgiolaie per il prezzo di 40 fiorini. Notaio Francesco Pagni da Sinalunga.
(nota tergale cinquecentesca) "Quidam Petroiani aliis de Petrorio. 1503".
La pergamena è gravemente danneggiata nel margine destro.
In considerazione della data di morte di papa Alessandro VI (18 agosto 1503), citato nel protocollo, si può desumere che l'atto sia stato rogato tra il 25 marzo e l'agosto 1503.
Petroio, 1503
46 DCS 1509 febbraio 14, casella 1391 (28; 15; II.34; 46)

Il Consiglio minore del comune di Sinalunga e gli aggiunti in numero di 22 membri, costituenti più dei due terzi del totale, il camarlengo e i tre priori, congregati su mandato di Iacopo di Pietrangelo Buonagiunti notaio del podestà e su delibera del camarlengo e dei priori, nominano Francesco di Bandino da Sinalunga loro procuratore generale, incaricandolo in particolare di intervenire nella causa in corso con gli Orlandini. Notaio Iacopo di Pietrangelo Buonagiunti da Siena.
(nota tergale coeva) "Sindacatum comunis Asinalonge".
(note tergale cinquecentesca) "Sindacatum et procura comunis Asinalonge in causa Orlandinorum. 1509".
Sinalunga, in domo comunis dicti castri, in sala magna Consilii eiusdem domus, 1510 febbraio 14
47 DCS 1510 novembre 13, casella 1392 (-; 48; II.35; 47)

Antonio di Benedetto da Sinalunga, barbiere, vende a Benedetto di Lorenzo Burgassi da Sinalunga una casa posta in detto luogo di fronte alla porta del borgo, per il prezzo di 24 fiorini. Notaio Francesco Pagni da Sinalunga.
Sinalunga, 1510 novembre 13
48 DCS 1514 maggio 19, casella 1397 (30; 8; II.36; 48)

I Tre segreti della Balìa del comune di Siena deliberano di assolvere il comune di Sinalunga dal pagamento delle 37 lire dovute annualmente all'ufficio di Gabella per le tasse relative alla rocca di Monticchiello. Notaio Paolo di Agostino, notaio dei detti Tre segreti.
(note tergale coeva) "Dicretto di Montechielo".
(nota tergale cinquecentesca) "Del'assolutione dele tasse dela rocca di Monticchiello" .
Siena, 1514 maggio 19
49 DCS 1517 marzo 27, casella 1401 (-; 38; II.7; 49)

Il Consiglio pubblico del comune del castello seu ruris di Bettolle, composto da un uomo per casa - i cui componenti sono espressamente elencati all'inizio del docuento -, adunato nella chiesa di S. Cristoforo del detto luogo ove si radunano di solito i consigli, su mandato di Salvatore di Matteo di Santi sindaco generale nomina con 32 voti a favore e uno contrario dieci procuratori, incaricandoli in particolare di rappresentare il comune di Bettolle nella causa vertente con gli Orlandini di Siena riguardo al possesso di terreni spettanti al medesimo comune e posti nella curia del detto luogo. Notaio Giovanni di Iacomo di Domenico da Lucignano in Valdichiana.
(nota tergale coeva) "Comunis Bettullarum".
(note tergale cinquecentesca) "Sindicatum comunis Bettullarum. 1517".
Bettolle, in ecclesia Sancti Cristofori de dicto loco, 1517 marzo 27
50 DCS 1518 aprile 1, casella 1403 (48; 1; II.37; 50)

Sei procuratori del comune di Bettolle costituiscono come procuratore loro e del detto comune Vittorio Griffali da Siena, causidico, incaricandolo in particolare di rappresentare il medesimo comune nella causa vertente con gli Orlandini. Notaio Giovanni di Iacomo di Domenico da Lucignano in Valdichiana.
(nota tergale coeva) "Comunitatis Bettullarum".
(nota tergale cinquecentesca) "Mandato a messer Vettorio Grifoli pel comune in causa di Bettolla. 1518".
fuori dalle mura del castello di Sinalunga, in domo Dominici Mactei Marci, 1518 aprile 1
51 DCS 1518 maggio 18, casella 1403 (54; 51; II.38; 51)

Gli uomini della comunità e della villa di Bettolle in numero di 36, espressamente elencati alla fine del documento, adunati nella chiesa di S. Cristoforo ove si radunano di solito i consigli, su mandato di Meco di Gaspare sindaco del detto luogo, confermano l'autorità concessa ai dieci procuratori con atto del 27 marzo 1517. Notaio Giovanni di Iacomo di Domenico da Lucignano in Valdichiana.
(nota tergale cinquecentesca) "Mandato del comune di Bettolle. 1518".
Bettolle, in ecclesia Sancti Cristofori, 1518 maggio 18
52 DCS Secolo XV ultimi anni, casella 1380 (-; 28; II.42; 44)

Frammento di un atto di compravendita di un bene immobile del valore di 500 fiorini. Notaio Pietro di ser Francesco Pagni. Manca il signum tabellionis del notaio. La datazione si desume dal periodo di attività conosciuta del padre Francesco Pagni, compresa tra il 1495 e il 1528, e del notaio Benedetto di Stefano Biliotti, che compare tra i testimoni, attivo tra il 1468 e il 1519 (cfr. L'archivio notarile, pp. 77, 104).
(nota tergale cinquecentesca) "Non ci è nulla".
Frammento di quaderno membr. di cc. 2
Sinalunga [sic, ma: Siena] in Campo Fori, in universitate et domo notariorum, Secolo XVI primi decenni, ante 1519
53 DCS 1523 marzo 25, casella 1408 (10; 46; II.39; 52)

Il Consiglio generale del comune di Sinalunga, composto da 22 membri, il camarlengo e i tre priori, tutti espressamente elencati al termine del documento, congregati su mandato di Francesco Antonio del fu Giovanni di Cristoforo Cantoni da Siena vicario del podestà e su delibera del camarlengo e dei priori del detto comune, nominano Crigio di Cecco del Pinzuto, Nanni di Biagio Venturocci, Fabio e Luca di Pietro Lucarini, procuratori generali per ogni lite che avesse il medesimo comune. Notaio Francesco Antonio di Giovanni di Cristoforo Cantoni da Siena, vicario.
(nota tergale coeva) "Mandatum comunitatis Asinelonge ac sindicatum in personam. In persona di Chrigi del Pinzuto e Biagio di Nanni Venturocci".
(nota tergale cinquecentesca) "Mandatum".
Sinalunga, in solita domo comunis predicti, habitatione domini potestatis dicti loci, et in aula dice domus ubi huiusmodi consilia fieri et celebrari solent, 1523 marzo 25
54 DCS 1536 dicembre 19, casella 1416 (12; 54bis; II.40; 53)

I quattro provveditori della Biccherna del comune di Siena concedono a Pompeo del fu Salomone Accarigi, cittadino senese, di coprire con un arco con volta un vicolo situato tra una sua casa e le mura di Sinalunga, di costruire una loggia in appoggio alle mura, di smurare all'altezza delle mura alcuni beccatelli e di costruire al loro posto delle finestre, occupando circa 10 braccia delle medesime mura. Notaio Giulio Ghezzi.
(nota tergale cinquecentesca) "Pompeo Acharigi".
La pergamena, già compresa nell'inventario del 1560, venne ricollocata nel "Diplomatico" dopo il 1753, ovvero posteriormente all'acquisizione della pergamena datata 1352 ottobre 8, cui era stato assegnato il numero 53.
Cfr. ASS, Biccherna 938, c. 63rv [1536 dicembre 19].
Siena, 1536 dicembre 19
55 DCS 1537 ... 15, casella 1417 (-; -; -; 54)

Il camarlengo, i tre priori e sei massari del comune di Farnetella, tutti espressamente elencati all'inizio del documento, concedono in uso perpetuo dal 1o gennaio 1539 a Antonio di Anacleto da Civitella, contado di Firenze, abitante nel contado di Siena, un ospizio ovvero albergo del detto comune posto sulla strada pubblica di Sinalunga in luogo detto "Alla Strada di Sopra", con annesse terre lavorative, prative, sode e boscate e con altre due moggia di terreno comunitativo a sua scelta, con la condizione che il detto Antonio paghi subito 28 fiorini e in seguito 10 fiorini all'anno. Notaio Cesare di Andreoccio Bindi da Siena.
Farnetella, in domo mei Cesaris de Bindis notarii, 1538