Livello: fondo
Estremi cronologici: 1297 - 1370Consistenza: 9 unità
Quando si arrese allo strapotere militare dei Fiorentini, l'antico comune di
San Miniato esercitava il suo dominio su un territorio e contado che comprendeva
numerosi terre, popoli e castelli distribuiti soprattutto sulle colline in direzione di
Siena e Volterra: Montaione, Castelnuovo, Coiano, San Quintino, Barbialla, Tonda, oltre
ai vicini castelli di Cigoli, Stibbio, Montebicchieri e Leporaia. Aveva inoltre sotto il
suo controllo le principali vie di comunicazione per Pisa, Siena, Firenze: dal suo
territorio passavano infatti l'Arno e la via Romea e di proprietà comunale era anche il
traghetto che attraversava il fiume Elsa. Le vicende storiche del libero comune di San
Miniato sono state narrate a più riprese da storici locali, attingendo, più che da fonti
archivistiche, da antichi trattatisti e storici (Lami, Villani, Ammirato, Muratori)
1
. In realtà i documenti archivistici che sono arrivati fino a noi sono
veramente pochi e così eterogenei da permettere solo un esame parziale di quelle vicende
storiche. Occorrerà qui riferire quanto è noto in merito alla organizzazione e alle
magistrature di quel "libero comune". Con ogni probabilità dal 1259 e sicuramente dal
1281 il "Castrum" di San Miniato era diviso nei terzieri di "Forisporta", di
"Castelvecchio" e di "Podighisi" e in sette contrade (Poggighisi, Pancole, S.Andrea,
S.Stefano della Pieve, Fuori porta, Fagognana)
2
. Per le
epoche più antiche la prima citazione di magistrati del comune sanminiatese si ha nel
1197, quando "Senzanome e Vacaio", consoli di San Miniato, portarono l'adesione della
loro città alla "lega guelfa"
3
. "Più tardi
trovammo farsi menzione di un podestà, del consiglio grande o Parlamento, nonché di una
magistratura chiamata dei Difensori ed infine, sul principio del secolo Decimoquarto
[...] di un capitano di parte guelfa"
4
. Notizie più certe
si deducono dagli statuti del 1337 in cui il comune risulta retto da: un consiglio
grande del popolo e un consiglio di custodia (assemblea generale dei cittadini guelfi);
i dodici difensori del popolo (eletto ogni due mesi dai due consigli succitati) con le
stesse attribuzioni dei priori del comune di Firenze; un capitano del popolo e
vessillifero di giustizia (eletto fra i dodici); oltre a un podestà; un giudice; un
camarlingo e un notaio delle riformagioni
5
. Sembra verosimile che la maggior parte della documentazione
prodotta da quelle antiche magistrature comunali fu distrutta dalle stesse truppe
fiorentine quando nel gennaio 1370 irruppero in San Miniato mettendolo a ferro e fuoco.
Tale e tanto è infatti il puntiglio delle autorità fiorentine nel descrivere in maniera
sfacciatamente "partigiana" le vicende che avevano portato alla conquista di San
Miniato
6
, che è intuibile la loro
preoccupazione di far scomparire quanto potesse mostrare una diversa realtà degli
eventi. Fra i documenti rimasti spiccano certamente i due bei registri di Statuti,
databili rispettivamente al 1337 e al 1354, già oggetto di studio in funzione della
storia locale, ma ancora meritevoli di attenzione per quanto concerne studi di più ampio
respiro. Per il resto, se si eccettua un registro di copie di contratti, si tratta di
poche carte sciolte che testimoniano singoli momenti della vita del comune
7
.
Soggetti produttori:
Comune di San Miniato, San Miniato (Pisa), XII
sec.-1370