Livello: serie
Estremi cronologici: 1535 febbraio 22 - 1827 settembre 20Consistenza: 2 unità 1
La responsabilità dell'amministrazione contabile e finanziaria del comune
era ripartita fra il cancelliere comunitativo e il camarlingo. Mentre il primo
assolveva solo compiti di controllo e di revisione della gestione economica
generale, il secondo era preposto, alla stregua di un moderno tesoriere, alle
operazioni di riscossione delle entrate e di liquidazione delle spese, nonché alla
contabilizzazione di tutti i movimenti di entrata e uscita di danari. La delicatezza
delle sue funzioni suggeriva particolari accorgimenti per la scelta del camarlingo
che doveva fornire requisiti di solvibilità anche per mezzo di appositi fideiussori,
o mallevadori, come presupposto per l'assegnazione della carica. Era infatti
responsabile personalmente di tutte le entrate descritte nei dazzaioli, rispondendo
in proprio di quelle eventualmente non potute riscuotere, (rivalendosi poi, per
mezzo del giusdicente locale, nei confronti dei debitori morosi), e di tutti i
pagamenti effettuati, rifondendo quelli che avesse eseguito senza mandato del
cancelliere e, poi, del Magistrato comunitativo. Tutte le entrate e le uscite di
ciascun esercizio, finanziario erano registrate su appositi libri, detti
generalmente saldi. Il libro (diviso in una parte "entrate" e in una parte "uscite")
consisteva in un registro cronologico la cui chiusura contabile, il saldo, veniva
effettuata da appositi ragionieri comunali e dal cancelliere comunitativo,
incaricato di tenere il riscontro delle scritture e del camarlingo. Il registro del
saldo veniva successivamente sottoposto all'ulteriore controllo da parte dei
ragionieri del Magistrato dei Nove Conservatori di Firenze.