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Eredità Amerighi

Livello: subfondo

Estremi cronologici: 1608 - 1864

Consistenza: 16 unità

L'eredità Amerighi fu istituita alla fine del Cinquecento da Vincenzo Amerighi1, che lasciò i suoi beni alla comunità di Poppi, per erogare un sussidio di scudi 48 all'anno per sei anni a cinque giovani poppesi, per seguire gli studi all'Università di Pisa e diventare dottori in lettere.

I requisiti per essere ammessi a queste borse di studio erano quelli di avere 18 anni, di essere nati da legittimo matrimonio, di essere buoni cristiani, ma anche di aver inclinazione alle lettere e "fino dall'adolescenza aver atteso agli studi". Tutti coloro che facevano domanda dovevano essere ammessi ed imborsati "ed i poveri e di bassa condizione non siano rigettati anzi favoriti"2 e da qui estratti i cinque. Il sussidio poteva essere dato anche a giovani che volevano studiare per notaio, se mancavano quelli per lettere, se mancavano anche questi, le entrate potevano essere divise nel fare tante doti di lire 200 l'una da darsi a fanciulle povere di Poppi per sposarsi o per farsi suora, da eleggere dal gonfaloniere e dai priori3. Nel corso dei secoli, la diminuzione della rendita dell'eredità determinò una riduzione nel numero dei sussidi, tanto che nel 1805, quando comincia la serie delle deliberazioni, ne venivano assegnati solo due. Nell'adunanza del 6 agosto fu deciso però di fare un bando per un terzo posto, ma nel 1819 si ritornò al numero di due, anche se con il nuovo regolamento del 2 lug. 1819 non ci furono più limitazioni per il corso di laurea, che fu aperto anche agli "studi pratici".