Contiene:
[l] (cc. lr-62r) Debitori per erbatici e fide di
bestiame nelle bandite della comunità (1569-1573).
(c. lr) "Anno
Christi 1569. In nomine individue Trinitatis, Patris et Filii et Spiritus
Santi, amen. Per augumentare le entrate publice et acciò che più
commodamente si possi rispondere al'uscite et satisfare quello che la
comunità deve al magnifico Comune di Siena et per inanimire li homini che
volentieri si affatichino aquistare substantie e per non havere a porre
gravezze alli homini che con le proprie borse sovenghino alli bisogni della
comunità senza alcuna causa, però è ordinato per questa comunità di
Castiglione d'Orcia che ciascuno che harà bestiame, così grosso come minuto,
paghi ogni anno di sei mesi in sei mesi tasse et herbatici di quelle bestie
che si troveranno in bandite o corte di Castiglione detto, come per forma di
statuti di detto luogho è ordinato, e con ogni ingegno ciascuno che sopra
troverà volentieri per questa causa paghi come distintamente si vedrà.
Questo presente libro, chiamato il libro delle tasse et herbatici, nel quale
saranno scritti tutti quelli che haranno da pagar tasse per lor bestie, così
grosse come minute, come in detto libro si vedrà, manifestamente cominciato
al tempo delli spettabili signori priori et di me ser Francesco Formica da
Cetona, notaio et luogotenente del magnifico messer Ruberto Bulgarini,
podestà di San Quirico per S.E.I. per il presente semestre di mezzo maggio
1569, Pio V pontefice maximo et Maximiliano imperatore, come si
dice".
[2] (cc. 62v-111r) Liber iurium della comunità di Castiglione
d'Orcia (1341 agosto 17-1739 gennaio 11).
(c. 62v) "Indice di tutto
quello che si è copiato da qui avanti, trovato nella cassetta de' Priori".
Nel presente inventario le voci dell'indice sono state riportate in calce
allo spoglio di ogni atto o gruppo di atti.
(c. 63r) "1707. Al nome di
Dio, amen. Copia di tutte le scritture concernenti l'interessi della
comunità di Castiglion d'Orcia, fatta d'ordine dell'Illustrissimi signori
Quattro Conservatori, quale qui appresso notato".
(c. 63r) "Li Quattro
Conservatori dello Stato senese per S.A.R. Magnifico nostro carissimo, fate
notificare ai priori che il magistrato si contenta che passino far copiare
in un libro le scritture e memorie che essi hanno in carta sciolte,
avvertino però a servirsi di persona che habbia buona mano e che intendi la
lingua latina e compìta l'opera il magistrato tasserà la mercede di quello
si deve a chi haverà fatta la fatiga [...]. Dalla residenza loro il 15
aprile 1707. Anton Felice Bartoli, vice cancelliere".
1 (cc. 63r-67v)
1650 agosto 9-1654 gennaio 26, Pienza, Siena, Roma, Bologna.
Atti relativi
alla causa riguardante l'officiatura della chiesa di S. Maria Maddalena,
mossa presso la S. Congregazione dei vescovi e regolari dalla comunità di
Castiglione contro il monastero di S. Maria della Rosa di Siena,
proprietario della detta chiesa.
Contiene anche: (cc. 63r-64r) copia
dei decreti del visitatore apostolico Francesco Bossi dell'anno 1576
relativi alla chiesa di S. Maria Maddalena.
(c. 62v) "Ordenationi in
causa della chiesa di S. Maria Maddalena. N.ro 1".
2 (cc. 68r-69r) 1526
marzo 12-1526 giugno l, [Siena].
Atti relativi alla composizione della
vertenza sorta tra la comunità di Castiglione e Scipione di Girolamo
Petrucci in merito ad alcuni possedimenti posti in corte di Castiglione, nel
luogo detto Narchiena o Archiena.
(nel margine sinistro) "Memorie de'
Bracconi".
(c. 62v) "Compromesso fra la comunità di Castiglioni e
Scipione Petrucci. N.ro 2".
3 (cc. 69r-71r) [s.d., post 1526 giugno 1],
Castiglione d'Orcia.
Donazione effettuata dal Consiglio generale della
comunità di Castiglione, "quod dicitur il Consiglio maggiore, cioè di
quaranta huomini", in favore di Francesco di Agostino Vescovi, procuratore
della comunità, nella vertenza che l'aveva opposta a Scipione di Girolamo
Petrucci (cfr. supra no 2). La
detta donazione comprende la metà di ciò che il detto Scipione avrebbe
dovuto corrispondere alla comunità secondo quanto disposto dagli arbitri
della vertenza.
(c. 62v) "Donatione fatta dalla comunità a Francesco
d'Austino Vescovi. N.ro 3".
4-5 (cc. 71v-76r) 1501 dicembre 6,
Castiglione d'Orcia.
Nomina effettuata dai priori, dal camarlengo e dai
massari eletti dal Consiglio generale della comunità di Castiglione - col
consenso degli ufficiali di Balia di Siena - di Girolamo di Bartolomeo di
Giacoppo Petrucci a compratore dei terreni comunitativi situati nei luoghi
detti Archiena e Bracconi e nella contrada detta La Casa al Vivo, per il
prezzo di 540 fiorini; capitoli tra la comunità di Castiglione e Girolamo
Petrucci in merito alla gestione dei detti beni; nomina, effettuata dai
suddetti ufficiali della comunità di Castiglione, del detto Girolamo
Petrucci a compratore di terreni comunitativi situati a Fonte Marchi e in
altri luoghi della corte.
(c. 76r) "Da un memoriale porto da' signori
Alessandro e Francesco Cervini, per quello può credersi, al magistrato
dell'illustrissimi signori Conservatori, qui non registrato per non esservi
in esso alcuna resolutione, esistente però fra' detti instrumenti, si ricava
che il presente instrumento fusse rogato da ser Ansano Battilori notaio
senese il 6 dicembre 1501 e che poi detti beni fussero venduti da' Petrucci
a' detti signori Cervini per istrumento rogato ser Piero Pieri il 18
novembre 1587".
(c. 62v) "Istrumento di vendita fatta a Girolamo di
Bartalomeo Petrucci di Bracconi e Casa al Vivo. N.ro 4. Istrumento di
vendita fatta a detto Girolamo del podere di Fonte Macchi (sic) et altri
pezzi di terra. N.ro 5".
6-7 (cc. 76r-85v) 1341 agosto 17-1544 maggio 11,
Siena, Roma, Castiglione d'Orcia.
Atti relativi alla vertenza tra il cardinale
Marcello Cervini e la comunità di Castiglione in merito ai confini tra i
beni già appartenuti al monastero di S. Benedetto del Vivo - ceduti al
cardinale dai camaldolesi - e quelli della detta comunità.
L'atto
relativo alla composizione della vertenza (1544 maggio 9) contiene, tra
l'altro, il testo del lodo - rogato da Pietro di ser Grifo e copiato dal
notaio Sano di Niccolò - concernente la confinazione tra i beni del
monastero di S. Benedetto del Vivo e quelli della comunità di Castiglione,
pronunciato il 17 agosto del 1341 da Niccolò di Francesco da Bologna
decretorum doctor e da Francesco di Brizio de Accurtis legum
doctor.
(c. 62v) "Istrumento
d'accocompagniadis.giovannibattista_CA03rdo di confini e capitolationi fra
'l convento di S. Benedetto al Vivo e la comunità di Castiglioni. N.ro 6.
Istrumento d'accordo per la causa che sopra fra l'eminentissimo signor
cardinale Marcello Cervini e la comunità. N.ro 7".
8 (cc. 85v-87r) 1598
gennaio 31, Siena.
Concessione a linea da parte dei Quattro Conservatori dei
poderi del Granaio e del Vivo, appartenenti alla comunità di Castiglione, a
Cesare di maestro Francesco da Campiglia per il canone annuo di 51 scudi,
con entratura di 135 scudi.
(c. 62v) "Istrumento di concessione a
linea delli poderi di Granai e Vivo fatta a maestro Cesare di Campiglia per
sé e per chi nominasse. N.ro 8".
9 (cc. 87r-88v) 1527 aprile 3,
Castiglione d'Orcia.
Cessione effettuata da Francesco di Agostino Vescovi alla
comunità di Castiglione del podere di Fonte Marchi in pagamento della somma
di 1131 fiorini e un quarto. Di tale somma Francesco era rimasto debitore in
seguito all'acquisto dalla detta comunità dei possedimenti già detenuti da
Scipione di Girolamo Petrucci (cfr. supra no 2), dal cui prezzo complessivo era stata detratta la
metà del valore dei frutti dei possedimenti stessi, rendita precedentemente
concessa dalla comunità al detto Francesco (cfr. supra no 3). Contestualmente alla detta cessione,
la comunità si impegna a versare a Francesco di Agostino Vescovi la somma di
168 fiorini e un quarto, corrispondente alla differenza tra il valore del
podere ceduto e la somma di cui la comunità andava creditrice.
(c.
62v) "Istrumento di pagamento fatto alla comunità da Francesco d'Austino
Vescovi per le cause di che in esso. N.ro 9".
10 (cc. 88v-90v) 1527
aprile 4, Castiglione d'Orcia.
Permuta mediante la quale Francesco di Agostino
Vescovi cede la metà dell'osteria della Scala posta presso la Strada Romana
alla comunità di Castiglione, ricevendo in cambio per il tempo di 31 anni il
podere del Vivo.
(c. 62v) "Istrumento di permuta fra Francesco
d'Austino Vescovi e la comunità della metà dell'osteria della Scala con il
podere del Vivo. N.ro 10".
11 (cc. 90v-91r) 1558 aprile 5, podere del
Vivo.
Presa di possesso da parte della comunità di Castiglione del podere
del Vivo, concesso a Francesco di Agostino Vescovi il 4 aprile 1527 (cfr.
supra no 10).
(c. 62v)
"Possesso ripreso dalla comunità del suddetto podere del Vivo, come sopra
permutato. N.ro 11".
12 (cc. 91r-92v) 1558 maggio 22, Castiglione
d'Orcia.
Donazione all'ospedale di S. Giovanni della comunità di
Castiglione effettuata da Brigida di Lorenzo Urzini da Castiglione, abitante
nel detto ospedale, di una casa posta nella terra di Castiglione in contrada
del Cantuccio e di una vigna posta nella corte di Castiglione in contrada
del Pisica, con la condizione di riservare sopra i detti beni la somma di 10
fiorini da destinare alla costituzione di una dote.
(c. 62v)
"Istrumento di donatione fatta da donna Brigida Urzini di Castiglioni allo
spedale di detto luogo. N.ro 12".
13 (cc. 93r-96v) 1539 novembre 19,
Pienza.
Conferma da parte di Vito Viti - vicario generale del vescovo di
Pienza Alessandro Piccolomini ed esecutore apostolico del breve emesso da
Paolo III il 5 settembre 1539 - del giuspatronato vantato dalla comunità di
Castiglione sopra la pievanìa di S. Degna, già concesso dal vescovo di
Pienza Agostino Patrizi nel 1487 in seguito alla riedificazione della chiesa
di S. Stefano ed alla dotazione della detta pievanìa a spese della
comunità.
(c. 62v) "Istrumento dell'iuspatronato che ha la comunità di
Castiglioni sopra la chiesa pievanìa. N.ro 13".
14 (cc. 96v-98r) 1567
maggio 2, Siena.
Approvazione da parte dei Quattro Conservatori della
relazione presentata dall'auditore di Rota Niccolò Beltramini nell'ambito
della causa sorta tra l'ospedale di S. Maria della Scala di Siena e la
comunità di Castiglione in merito al rispetto del lodo relativo al possesso
di terreni situati nella corte di Castiglione e all'esercizio di diritti di
pascolo e legnatico, lodo dato il 28 maggio 1478 da Antonio Bellanti,
Giacomo di Mariano di Renzo e Luca Vieri, arbitri eletti dal Consiglio del
popolo di Siena per risolvere la vertenza che opponeva le parti suddette sin
dal 1473.
(c. 62v) "Patti fra la comunità e lo spedale grande di Siena
per causa della grancia dello spedale a cagione della Montagna e pascolo.
N.ro 14".
15 (c. 98v) 1607 aprile 9, Siena.
Deliberazione dei Quattro
Conservatori con la quale si stabilisce che, per garantire all'ospedale di
S. Maria della Scala di Siena il godimento del diritto di legnatico sui
boschi della comunità di Castiglione - in conformità al lodo del 1478 e alla
sentenza del 1567, di cui al documento precedente -, la detta comunità debba
assegnare al grancere di Spedaletto una porzione di bosco proporzionata alle
necessità di volta in volta manifestate.
(c. 62v) "Deliberatione del
magistrato de' signori Conservatori del 9 aprile 1607 circa li suddetti
patti della Montagna. N.ro 15".
16 (cc. 98v-99r) 1556 marzo 20,
[Montalcino].
Deliberazione del capitano del popolo e dei Deputati alla
difesa della libertà di Siena con la quale si concede alla comunità di
Castiglione la facoltà di "rompere" la Bandita di sotto o Collelungo e di
seminarvi, in considerazione del fatto che il bestiame che vi pascolava era
stato razziato.
(c. 62v) "Facoltà concessa alla comunità di arrompere
la Bandita di sotto. N.ro 16".
17 (c. 99r) 1684 maggio 16,
Siena.
Lettera dei Quattro Conservatori con la quale si comunica al
podestà di Castiglione la decisione granducale in merito a una vertenza di
confine tra la comunità di Castiglione e quella di Abbadia San
Salvatore.
(c. 62v) "Dichiaratione del Magistrato del 16 maggio 1684
circa il confino della Pietra Divisa fra Castiglioni e l'Abbadia. N.ro
17".
18 (cc. 99v-100r) 1580 maggio 25, Siena.
Sentenza dei Quattro
Conservatori nella causa mossa da Girolamo di Scipione Petrucci contro la
comunità di Castiglione, con la quale si condanna la comunità alla consegna
del podere di Fonte Marchi, della metà dell'osteria della Scala, di alcuni
terreni posti nel luogo detto l'Arcimbaldo e dei frutti relativi all'insieme
dei detti beni; viene inoltre condannato Girolamo di Scipione Petrucci al
pagamento di un lascito testamentario di 100 fiorini effettuato dal proprio
avo Girolamo di Bartolomeo Petrucci.
(c. 62v) "Sentenza del Magistrato
per le differenze fra la comunità e Girolamo di Scipione Petrucci. N.ro
18".
19 (cc. 100r-101v) 1524 [Siena].
Transazione tra la comunità di
Castiglione e Scipione di Girolamo Petrucci in merito ai crediti vantati
dalla detta comunità per l'uso della bandita e delle ghiande, per terratici
e per la tassa dell'osteria della Scala. Il detto Scipione, detratti i
crediti da lui vantati in ragione del grano venduto o prestato alla
comunità, si costituisce debitore della stessa per la somma di 130 fiorini;
si impegna inoltre a pagare il terratico come gli altri abitanti di
Castiglione per i terreni lavorati dai propri mezzadri e a corrispondere
annualmente la somma di 30 lire per la tassa dell'osteria e per l'affitto di
un prato della comunità.
(c. 62v) "Istrumento di quietanza fra la
comunità e Scipione di Girolamo Petrucci. N.ro 19".
20a (cc. 101v-103r)
1527 gennaio [Siena].
Atti relativi alla vendita da parte della comunità di
Castiglione dei beni già detenuti da Scipione di Girolamo Petrucci ad
Agostino di Francesco Bardi, il quale a sua volta nomina compratori
Francesco di Agostino Vescovi (cfr. supra no 9) e Giovan Battista di Bartolomeo per la somma di
2600 fiorini. L'oggetto della vendita è costituito da terreni posti nel
luogo detto Fossa del Lupo, dal podere di Fonte Marchi, dall'osteria della
Scala e da quattro moggia di terra con una casetta nel luogo detto
Pareno.
(c. 62v) "Istrumento di vendita fatta de' beni di Scipione
Petrucci a Austino Bardi e poi nominato Francesco Vescovi. N.ro 20".
20b
(cc. 103v-105r) [1501, Castiglione d'Orcia].
Quietanze reciproche tra la
comunità di Castiglione e Girolamo di Bartolomeo Petrucci in merito alle
somme dovute dal detto Girolamo in ragione del residuo del prezzo di terreni
da lui acquistati, per causa di erbatici e per condanne di danni dati, e,
d'altro canto, in merito alle 26 moggia e 16 staia di grano ed ai 180
fiorini dovuti dalla comunità al detto Girolamo. La datazione dell'atto si
ricava dal confronto con quello del 6 dicembre 1501 spogliato supra ai nn.
4-5 (cfr. anche infra no 26),
nel quale la comunità di Castiglione risulta rappresentata dai medesimi
priori e dai medesimi massari.
21 (cc. 105v-106r) 1577 ottobre 30, sul
confine tra Castiglione d'Orcia e Rocca d'Orcia.
Lodo pronunciato
dall'auditore fiscale Alberto Albertani da Colle Val d'Elsa nella vertenza
di confine tra le comunità di Castiglione e Rocca d'Orcia.
(c. 62v)
"Lodo de' confini fra la comunità di Castiglioni e la comunità della Rocca
d'Orcia. N.ro 21".
22 (cc. 106r-107r) 1577 novembre 1, sul confine tra
Castiglione d'Orcia e Campiglia d'Orcia.
Lodo pronunciato dall'auditore
fiscale Alberto Albertani da Colle Val d'Elsa nella vertenza di confine tra
le comunità di Castiglione e Campiglia d'Orcia.
(c.62v) "Lodo de'
confini fra la comunità di Castiglioni e quella di Campiglia. N.ro
22".
23 (c. 107v) 1734 settembre 18, Siena.
Lettera dei Quattro
Conservatori al podestà di Castiglione con la quale si prescrivono le
modalità di pagamento del terratico per i terreni comunitativi dei Poggi
Pelati e delle Fontanelle.
(c. 62v) "Copia di lettera concernente le
terre delle Fontanelle. N.ro 23, foglio 107 tergo".
24 (c. 108r) 1735
giugno 18, Siena.
Lettera dei Quattro Conservatori al podestà di Castiglione
con la quale si comunica il reparto tra le comunità di Castiglione, Rocca e
Campiglia della tassa per stallaggi e alloggi dovuti al bargello e ai famigli di
campagna.
(c. 62v) "Copia di lettera d'alloggi e stallaggi de' famigli.
N.ro 24, carta 108".
[25] (cc. 108v-109r) 1588 febbraio 24,
Siena.
Sentenza degli auditori di Rota di Siena nella causa vertente tra
Erennio Cervini, signore del Vivo, e la comunità di Castiglione, con la
quale si stabilisce che detto signore possa far pascolare liberamente il
proprio bestiame nella corte di Castiglione senza pagare tassa e possa, in
cambio di un canone, procurarsi legname nella detta corte "pro usu officine
ad confrandum (sic) ferrum seu ferrerie ut actenus licuit"; d'altro canto,
si stabilisce che i castiglionesi possano esercitare il diritto di legnatico
nel territorio del Vivo come in passato.
(c. 62v) "Sentenza della
Ruota tra la comunità e monsignor Erenio Cervini in causa di pascoli e
legnatico, carta 108 tergo".
[26] (c. 109rv) 1501 dicembre 6, Castiglione
d'Orcia.
Copia parziale dell'atto spogliato supra ai nn. 4-5.
[27-28]
(cc. 110r-111r) 1737 ottobre 10-1739 gennaio 11, Siena.
Due lettere dei
Quattro Conservatori al podestà di Castiglione, con le quali si prescrivono
le modalità di concessione (allogagione) di terreni comunitativi (prese/le)
posti in località Fontanelle.
Reg.
leg. in cuoio
cc.
111
La coper. contiene due framm. membr. ricavati
rispettivamente da un codice in littera moderna di argomento scientifico e
da un registro contabile del 1405.