La comunità di Ortignano riscuoteva in proprio il dazio
sull'estimo, insieme ai proventi e alle spese sostenute per i
malfattori.
Con queste entrate doveva far fronte a quanto veniva richiesto
ogni anno nel mese di maggio dai Nove e alle spese che doveva sostenere come
podesteria e come comunità.
I contribuenti nel Seicento e fino ai primi
decenni del Settecento erano divisi tra "descritti " nelle bande, che pagavano
un'aliquota più bassa di dazio sull'estimo e i "non descritti", dal 1721 questa
distinzione scomparve e si ebbe una tassa "in universale", cioè uguale per
tutti.
Dal 1717 i registri si presentano divisi al loro interno tra tomo I e tomo
II, partizione che corrisponde alla divisione tra beni immobili situati "a bacio"
(cioè rivolti a settentrione) e quelli "a solatio" (cioè rivolti a mezzogiorno),
divisione che per gli anni 1740-1749 si trova espressa in due registri
separati.