Livello: serie
Estremi cronologici: 1707 set. 1 - 1815Consistenza: 11 unità
In occasione di spese eccezionali il governo centrale faceva richiesta alle
comunità del suo dominio del versamento di tasse da ripartirsi in un anno o in
un'unica rata. Nel 1692 fu introdotta un'imposta dello 0,50% dell'imponibile che
gravava su tutti i redditi
1
. Allo stesso
anno risale l'istituzione della tassa del piè tondo, la tassa sulle parrucche, sui
cocchieri e sui servitori. L'imposizione pari allo 0,50% fu abolita, nel 1726, dal
granduca Gian Gastone Medici e da allora le spese straordinarie tornarono ad essere
finanziate con imposte una tantum
2
. Nel 1724 fu
istituita una tassa straordinaria per le spese di sanità. Un'altra richiesta fu
fatta per il rimborso delle spese sostenute dalla cassa del Magistrato dei Nove in
occasione del passaggio delle truppe spagnole. Il 4 settembre 1802 fu richiesta dal
Magistrato Supremo l'imposizione straordinaria di soldi 251.764 per ragguaglio della
tassa di redenzione
3
. La
riscossione della tassa fu affidata al camarlingo della comunità di Montecatini,
poiché, come previsto dalla circolare del 7 settembre 1802, riscuotesse dai tassati
la rispettiva imposta entro i mesi di dicembre, aprile e agosto del 1803 e
rimettesse il ricavato alla cassa della Camera delle Comunità di Firenze. Coloro i
quali non avessero pagato il dovuto incorrevano nella penale di soldi 2 per lira per
ciascuna somma non pagata.
Nell'archivio di Montecatini è conservata
documentazione frammentaria relativa a partiti, reparti, dazzaioli e saldi della
colletta universale e della tassa del piè tondo delle tre comunità di Montecatini,
Monsummano e Montevettolini.