Livello: serie
Estremi cronologici: 1808 - 1814Consistenza: 3 unità
Un decreto della Giunta di Toscana del 22 agosto 1808
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abolì, a partire dal 1 gennaio
1809, tutte le contribuzioni dirette ereditate dal periodo granducale e sostituì ad
esse la "contribuzione fondiaria", la "contribuzione personale", la "contribuzione
sulle porte e finestre" e quella sulle patenti.
L'importo dell'imposta
fondiaria, suddiviso tra i vari Dipartimenti, veniva stabilito dal governo centrale
parigino, mentre le quote che dovevano essere pagate dai proprietari terrieri erano
fissate da apposite commissioni locali sulla base dei vecchi libri dell'estimo, in
attesa della nuova catastazione.
La contribuzione personale fu decretata dalla
Giunta e ripartita fra i tre Dipartimenti. Ogni mairie ebbe la sua quota,
consistente nel prodotto della moltiplicazione tra il valore di tre giornate
lavorative (valutate complessivamente tre franchi) e un coefficiente corrispondente
alla sesta parte della propria popolazione. Tale somma veniva poi suddivisa fra
tutti gli abitanti residenti, ad esclusione di coloro che fossero stati dichiarati
indigenti.
L'imposta delle porte e finestre (le quali erano quindi oggetto di
censimento) era stabilita dal Prefetto in contingenti per ciascuna mairie e
ripartita fra i proprietari di immobili secondo una determinata tariffa.
L'imposta sulle patenti era pagata da tutti coloro che esercitavano il
commercio e l'industria e consisteva in un diritto fisso e in una quota variabile,
proporzionale all'ammontare delle pigioni pagate per le abitazioni, i laboratori, i
negozi, i depositi ecc. Le entrate delle mairies erano incrementate, oltre che dalle
rendite derivanti dall'affitto dei beni comunali, dalla quota di "centesimi
addizionali" alla contribuzione fondiaria e a quella personale, dalla aliquota sui
diritti delle patenti, dal provento delle certificazioni di stato civile, dai
diritti di pesi e misure e di locazione degli spazi nelle piazze, nei porti e nei
mercati, e dagli octrois o dazi
municipali
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