Il responsabile della gestione finanziaria del comune era il camarlingo che
veniva eletto per tratta e rimaneva in carica sei mesi; di solito la carica veniva
rinnovata per il semestre successivo. Allo scadere di ogni esercizio
finanziario si procedeva al "saldo" delle entrate e delle uscite il cosiddetto
"calcolo delle ragioni". Il controllo sull'operato del camarlingo venne affidato a
partire dalla fine del XVI secolo al cancelliere. Dopo una prima revisione ad
opera del cancelliere i libri dei saldi venivano inviati al Magistrato dei Nove per
l'approvazione definitiva. Dai primi anni del XVII secolo il controllo
amministrativo e contabile dei comuni della cosiddetta provincia pisana venne
affidato al Magistrato dei Surrogati di Pisa. Con la comunità leopoldina il
camarlingo, eletto dal Magistrato, diventò una carica triennale.