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Monte Pio di Laterina

Livello: serie

Estremi cronologici: 1537 - 1865

Consistenza: 163 unità

La data di fondazione del Monte Pio di Laterina, non è del tutto certa, ma è sicuramente da ascriversi alla fine del XV o agli inizi del XVI secolo. Infatti la presenza di questa istituzione è già documentata nel 1520 dalla bolla pontificia che ne stabilì l'unione con l'Ospedale di S. Maria della Neve 1 , e dalle riforme statutarie del comune di Laterina dell'anno 1522 contenenti disposizioni per reiezione degli operai e ufficiali del «Monte di Pietà» 2 .
Notizie più dettagliate sull'istituzione e le funzioni del Monte Pio e Ospedale di S. Maria della Neve di Laterina si possono desumere dagli statuti del 1538 3 . Da questi si rileva che il Monte, nato per volontà dell'intera comunità e con l'approvazione del Consiglio Maggiore, aveva il compito di fornire assistenza ai poveri, sotto il controllo e la protezione della comunità stessa. L'organizzazione interna del Monte prevedeva che a capo del medesimo fossero due ufficiali o Operai ed un Provveditore, il cui ufficio durava un anno, i quali venivano nominati in concomitanza delle estrazioni degli ufficiali comunitativi. Gli Operai costituivano in pratica l'organo deliberante del Monte e avevano autorità di allogarne i beni, mentre in particolare il Provveditore aveva l'incarico di sovrintendere al buon funzionamento dell'ente controllandone l'amministrazione economica attraverso il registro di entrate e uscite detto «libro maggiore». Di tale amministrazione si occupava dettagliatamente il Camarlingo, nominato annualmente per tratta. Ogni quattro mesi, dal giorno della sua elezione, gli Operai ed il Provveditore ne controllavano l'operato e ne ponevano in saldo i conti, utilizzando quindi i fondi incamerati dal Camarlingo per lo svolgimento della normale attività del Monte.
Era inoltre prevista la presenza di uno Spedaliere (detto anche Garzone o Casiere) che doveva tenere l'Ospedale «aperto e pulito», accogliere i poveri ed in particolare i frati dell'ordine di s. Domenico di Arezzo, riscuotere tutte le entrate dell'Ospedale - vini, grani, biade e olio - rendendone poi annualmente conto al Camarlingo, nel mese di settembre. Vi erano inoltre uno «Scrivano stimatore» ed un Cancelliere: il primo doveva tenere il cosidetto «libro del riscontro» di tutti i pegni portati al Monte e registrare le quantità di denaro prestate; il secondo veniva «rogato di tutte le scritture, deliberazioni e partiti fatti in detto Monte». Per quanto riguarda il prestito su pegno, il Monte concedeva denaro a chiunque ne avesse bisogno, nelle quantità stabilite dagli Operai; trascorsi tredici mesi i pegni non riscattati venivano venduti all'incanto in piazza o sotto la loggia del Comune, con una scadenza trimestrale a partire dal mese di agosto.
A questo primo statuto fecero seguito, nel corso degli anni, numerose riforme che portarono all'istituzione di nuovi uffici - per esempio quello dei Ragionieri 4 , i quali affiancarono gli Operai nelle funzioni deliberative - e l'unificazione e successiva separazione di altri come ad esempio quello dello Spedaliere ed Economo 5 .
Per quanto concerne l'Ospedale di S. Maria della Neve sappiamo che in origine era di proprietà dei frati di S. Domenico di Arezzo. Questi lo cedettero nell'anno 1451 6 , alla comunità di Laterina la quale si impegnò a pagare in perpetuo, annualmente, ai frati un paio di capponi e due fiaschi di vino, convertiti poi in due lire di censo annuo, ad ospitare in qualsiasi momento gli stessi Padri Domenicani che si trovassero a passare da Laterina, dando loro vitto e alloggio, e a nominare uno Spedaliere, previa approvazione dei frati, che tenesse il governo di detto Ospedale. Resosi vacante tale incarico con la morte dell'ultimo rettore dell'Ospedale, e poiché l'entrata annua dell'Ospedale non superava i trenta scudi d'oro di camera fu richiesta al Papa Leone X, da parte dei rappresentanti la comunità, l'unione dell'Ospedale al Monte Pio di Laterina, che venne accordata con la bolla del 12 agosto 1520 7 . Da questo momento in poi si parlerà di Ospedale e Monte Pio considerati a tutti gli effetti come un unico istituto.
In seguito, il 7 aprile 1673, la Deputazione sopra i Monti Pii ordinò che gli Operai del Monte Pio e Ospedale di Laterina attuassero una «riforma e resecazione di spese» che fu messa in atto il 12 maggio dello stesso anno, per meglio provvedere agli interessi del Monte stesso 8 . Questo taglio di spese venne inteso come soppressione del Monte Pio e ciò giustificherebbe il fatto che si trovi nei documenti la dicitura «soppresso» - non corrispondente alla realtà - a partire da questa data.
Intorno alla metà del secolo XVIII venne concesso ai Capitani di S. Maria del Bigallo di Firenze «di poter serrare gli ospedalia loro sottoposti purché non fossero destinati per cura degli infermi e che si provassero veramente inutili...». In base a queste disposizioni il Magistrato del Bigallo avocò a sé il diritto di sopprimere l'Ospedale senza tener conto del fatto che questo era unito al Monte Pio e quindi sottoposto, fin dal 1560, alla Deputazione sopra i Luoghi Pii per quanto riguardava la elezione dei ministri, il loro mantenimento e quello dei pellegrini, la percezione delle entrate e la loro distribuzione; mentre era sottoposto al Bigallo soltanto per l'ospitalità e la soddisfazione degli obblighi verso i poveri ed i pellegrini 9 . Da ciò nacque una controversia tra Bigallo e Monte Pio, che si risolse nell'ottobre del 1754, anno in cui l'Ospedale venne soppresso ed «aggregato con le sue rendite alli signori Capitani di S. Maria dei Bigallo 10 ». Presumibilmente, sempre intorno a questi anni, venne soppresso anche il Monte Pio ed in seguito posto alle dipendenze della Comunità. Nell'anno 1776, con motuproprio del 23 settembre, fu ordinata la nuova amministrazione dell'«Opera del soppresso Monte Pio» che venne affidata al Gonfaloniere ed ai rappresentanti la Comunità in pieno numero di cinque 11 . In particolare il provvedimento stabiliva che dalla borsa destinata alla formazione del Magistrato comunitativo venisse estratto annualmente il nome di un Operaio con l'incarico di amministrare l'Opera e funzioni di economo, camarlingo e «ospiziante» sempre sotto il controllo del Magistrato.
Per quanto riguarda le sue funzioni, intorno ai primi anni del XIX secolo il Monte Pio concorse al mantenimento del maestro della pubblica istruzione ed alla sovvenzione del medico condotto, mantenendo le antiche competenze di distribuzione di elemosine ai poveri e alloggio e refezione a tutti i religiosi mendicanti di transito, mentre con le rimanenze annue delle rendite mantenne dei giovani agli studi universitari e seminaristici 12 .
Durante il periodo dell'amministrazione francese la gestione del Monte Pio passò al Bureau di Beneficenza 13 e con la restaurazione tornò a dipendere dal Magistrato comunitativo che provvide a ristabilire accanto alle figure del Camarlingo e Operaio anche quella del Custode e Ospiziere 14 .